Kawasaki J300 – Prova su strada 2014

Ottimo debutto nel segmento degli scooter

Kawasaki J300: Scelte di mercato. I numeri dalle nostre parti, e non solo, si fanno proprio con gli scooter di media cilindrata. Non avere un prodotto in questo segmento significa rinunciare ad importanti quote di mercato. Svilupparne uno da zero però avrebbe richiesto investimenti e know-how che la casa di Akashi non aveva. Il rischio era quello di fare un buco nell’acqua. La scelta di sfruttare la partnership con Kymco, sviluppando il J300 sulla base del Downtown ha invece consentito di debuttare con uno scooter già di ottimo livello, perché è l’evoluzione, con tante piccole migliorie, di un modello molto apprezzato. In realtà non si tratta di un debutto assoluto per Kawasaki, perché sul mercato asiatico già da tempo è attiva, con prodotti però diversi dal nostro concetto di scooter. In Europa la scelta è invece una prima assoluta, di quelle che fanno storcere il naso a qualche purista, ma sono atteggiamenti fuori dai tempi. Non avrebbe avuto senso chiudersi su posizioni estremiste, lasciando alla concorrenza la libertà di spartirsi un mercato interessante ed in crescita, vista l’importanza della mobilità urbana e le norme sempre più severe sulle emissioni inquinanti. La scelta però è stata sofferta, è evidente anche solo per il fatto che avvenga solo ora, vent’anni dopo aver iniziato a parlarne. Eravamo a metà anni ’90 infatti, quando venne scartato il primo progetto di scooter Kawasaki, basato sull’idea di innovare, adottando il motore della GPZ500 e creare qualcosa che forse ancora oggi nessuno ha realizzato. Ora che il primo passo è stato fatto, e dopo gli effetti speciali della H2R da TRECENTO cavalli, la curiosità di scoprire come Kawasaki sarà in grado di stupirci anche con degli scooter è tanta, e forse qualche idea lanciata lo scorso anno con il J Concept potrebbe diventare realtà.

Estetica e finiture:

Rating: ★★★★☆ 

Ottime finiture e look Kawasaki, con un muso Ninja Style
KawasakiJ300_estetica

Tanti clienti della casa giapponese in passato sono stati costretti ad affiancare alla loro “verdona” uno scooter della concorrenza, magari con colori spenti ed un aspetto dismesso. Da quest’anno Kawasaki gli da la possibilità di andare comodamente in ufficio durante la settimana con uno scooter decisamente più vicino allo spirito della casa di Akashi. L’esemplare in prova è poi arricchito da una colorazione molto accattivante, che ne sottolinea un aspetto marcatamente sportivo, caratterizzato dai due fari anteriori, richiamo forte alle moto sportive a cui vuole ispirarsi, cioè le famiglie delle Ninja e delle “Z”. Se sotto pelle infatti eredita la piattaforma del Downtown, rivista ed ottimizzata, nel look il J300 è tutto Kawasaki. Il frontale, in particolar modo, oltre ai fari ha una linea molto slanciata e di carattere, e ritroviamo anche le frecce sporgenti dalla carena, altro tipico elemento trapiantato dalle moto della gasa nipponica. Il cupolino parabrezza è basso, l’impronta sportiva impone questa scelta che nell’utilizzo porta però ad avere una protezione aerodinamica piuttosto limitata. Le finiture sono ottime, ne sono indice, ad esempio, le leve dei freni regolabili, una mezza rarità in ambito scooter, oppure la chiusura della serratura del blocchetto di accensione, per evitare che vi possano entrare sporcizia ed umidità, oltre che per prevenire tentativi di forzatura. Coreografica, in assenza di luce, la retroilluminazione di colore blu del quadro strumenti. Quadro con una impostazione piuttosto sportiva, grazie ai due strumenti circolari, abbinati al display per gli altri dati. Il tunnel centrale è abbastanza basso, consente di riporre una borsa o qualche oggetto, senza sentire troppo l’assenza della pedana piatta. I piedi sono però vincolati ad un’unica posizione, perché non c’è spazio per spostarli in avanti quando si viaggia sul dritto e si cerca di mettersi comodi (nella classica posizione tanto cara ai proprietari dei T-Max). Chiudono il quadro un comodo vano portaoggetti frontale con presa 12V, ma privo di chiusura con serratura, ed un vano sottosella dalla discreta capienza, ci stanno due caschi (non integrali, ma in pochi ne fanno uso con uno scooter), o un casco ed una borsa di buone dimensioni. Oltre a volergli dare un aspetto più aggressivo, ed in questo lasciamo a voi il giudizio, anche se per noi è un risultato raggiunto, l’intervento dei tecnici si è concentrato soprattutto sui dettagli e sulla cura dei particolari. La base di partenza era ottima, ma l’intento era quello di eliminare il maggior numero dei difetti e migliorare lo scooter dove più se ne sentiva l’esigenza. Sono stati interpellati i proprietari del Downtown, anche sbirciando nei forum dedicati al fortunato modello Kymco (quello italiano in particolar modo, visto che il nostro è il mercato che chiedeva a voce più alta uno scooter a Kawasaki), e la ricerca è servita a costruire l’elenco degli interventi necessari. Ad esempio la luce nel sottosella era nella parte inferiore del vano, dove poteva finire per essere coperta dagli oggetti ivi riposti. Sul J300 è stata spostata verso l’alto ed un sensore sostituisce il classico interruttore, che alla lunga può essere fonte di guasti. La sella è meglio imbottita, le pedane per il passeggero sono state riprogettate, così come molti altri dettagli. In pratica se all’occhio meno esperto i due scooter possono sembrare molto simili, quello che convince, non avendo la possibilità di effettuare un confronto diretto, sono le opinioni dei proprietari del Downtown 300, che trovano nel J300 le risposte alle loro lamentele e ne apprezzano le tante piccole migliorie. Una ce la fa notare proprio uno di loro: la batteria, che sul Downtown è di difficile accessibilità, sul J300 si può comodamente smontare dal vano sottosella, in pochi secondi.

Motore e prestazioni:

Rating: ★★★★½ 

Uno dei migliori nella sua categoria
KawasakiJ300_motore

Il monocilindrico raffreddato ad acqua di 299 cc è capace di 28 cavalli a 7.750 giri, con una delle potenze specifiche più alte nella sua categoria. Il quattrovalvole monoalbero ad iniezione, che fa parte della famiglia “G5” di Kymco, è un fiore all’occhiello della casa di Kaohsiung. Si è fatto un grosso lavoro di progettazione per ridurre gli attriti interni, adottando soluzioni innovative, come l’utilizzo di cuscinetti a sfere tra camma e bilanciere. Così facendo si sono ottenuti tre grossi vantaggi, una riduzione di vibrazioni e consumi, ed una affidabilità elevata, a livello, se non superiore, della migliore concorrenza. L’elevata specializzazione nell’ambito dei propulsori per gli scooter, fa di Kymco il partner preferito di moltissimi brand premium che si sono affidati a questa casa per le forniture di motori OEM, o per utilizzarli come base di partenza per un proprio progetto (vedi BMW per i propri scooteroni bicilindrici). Il propulsore in questo caso non è stato stravolto, ma comunque rivisto da Kawasaki nell’elettronica, per renderlo più regolare e fluido nell’erogazione ed anche più pieno ai medi regimi, garantendo una migliore ripresa. La mappatura, insieme a qualche altro affinamento alla trasmissione, rende il J300 molto godibile, scompaiono le irregolarità che qualcuno lamentava nel Downtown. Buona la coppia, di 28,7 Nm, erogata a 6.250 giri. Le prestazioni sono le migliori tra gli scooter di pari cilindrata. Ottimo lo spunto da fermo e la ripresa, si raggiungono rapidamente velocità da autostrada quando ci si muove in un contesto extraurbano. In falsopiano abbiamo portato il regime a limitatore senza quasi accorgercene, grazie anche alla stabilità ed alla discreta silenziosità del propulsore. A titolo di cronaca il taglio avviene alla soglia dei 160 Km/h indicati, non male per un 300.

Guida e maneggevolezza:

Rating: ★★★★½ 

Maneggevole e comodo, oltre che piacevole da guidare e sorprendentemente sportivo
KawasakiJ300_guida

Anche nella ciclistica l’intervento Kawasaki si nota subito. Tanti affidamenti rispetto al Downtown, si è lavorato molto sulle sospensioni, per rendere il J300 più confortevole nell’uso cittadino, ma anche più sportivo e divertente tra le curve. In effetti in città è comodo, grazie anche ad una morbida sella. Le pedane sono sciancrate per facilitare la messa a terra dei piedi. I freni sono stati rivisti e migliorati, con dischi wave da 260 e 240 mm, due dischi singoli, in entrambi i casi con pinze a due pistoncini, coadiuvati da un impianto con tubi in treccia metallica, e ABS nel caso nell’esemplare in prova. Sono infatti disponibili le versioni con (+400 euro) e senza antibloccaggio. Il peso è di 191 Kg, mentre le gomme da 120/80 all’anteriore e 150/70 al posteriore sono montate su cerchi rispettivamente da 14” e 13”. Ottimo l’angolo di sterzata, di 40°, che consente di districarsi comodamente nel traffico. Grazie al baricentro basso ed al buon bilanciamento ci si riesce anche tenendo i piedi saldamente sulla pedana e gestendo comodamente il tutto con gas e manubrio. Guidandolo fuori città il feeling è immediato, si scopre positivamente un assetto “Kawa”, che consente di sbattere il J300 da una curva all’altra con molta semplicità, non ci rende quasi conto che si sta piegando sempre di più, senza la minima incertezza. L’unico piccolo difetto, se così si può definire visto che stiamo valutando uno scooter di media cilindrata e non una moto sportiva, sono le sbacchettate e gli ondeggiamenti nei curvoni percorsi oltre i 120 Km/h, situazione nella quale la ciclistica inizia ad andare in crisi. Nel complesso davvero un ottimo scooter, uno dei migliori 300 sul mercato, che dimostra per l’ennesima volta che ruote da 13-14” sono un compromesso migliore rispetto ai ruote alte che tanto vanno di moda in Italia, garantendo una miglior stabilità ed un ottimo feeling di guida.

Prezzo e consumi:

Rating: ★★★★½ 

Prezzi a cavallo dei 5 mila euro, consumi molto contenuti
KawasakiJ300_chiusura

Il J300 è disponibile da 4.730 euro se lo scegliete tinta unita, 150 euro in più per la accattivante colorazione dell’esemplare in prova, altri 400 euro per passare alla versione dotata di ABS, che così come lo vedete in queste foto arriva a 5.280 euro totali. Un prezzo giusto vista la qualità e le prestazioni che offre, oltre ovviamente ad un aspetto piacevole, con la giusta dose di carattere che si vuole da un mezzo che sfoggi il marchio Kawasaki. I consumi sono molto contenuti, i 30 con un litro sono alla portata e facilmente raggiungibili, e grazie al serbatoio da 13 litri, l’autonomia è nell’ordine dei 350 e più chilometri. Tra gli accessori più interessanti, anche se il sottosella di per se ha una buona capienza, il bauletto da 39 litri, oltre alla possibilità di acquistare 2 anni di estensione della garanzia ufficiale Kawasaki K-Care Warranty Plus.

PRO E CONTRO
Ci piace:
Piacevole esteticamente e con ottime finiture, buone le prestazioni ed il comfort

Non ci piace:
Comandi della strumentazione di difficile utilizzo

Kawasaki J300: la Pagella di Motorionline

Motore:★★★★½ 
Maneggevolezza:★★★★½ 
Cambio e trasmissione:★★★★½ 
Frenata:★★★★½ 
Sospensioni:★★★★☆ 
Guida:★★★★½ 
Comfort pilota:★★★★½ 
Comfort passeggero:★★★★½ 
Dotazione:★★★★½ 
Qualità/Prezzo:★★★★☆ 
Linea:★★★★☆ 
Consumi:★★★★½ 

Abbigliamento del test:
Giacca: Tucano Urbano Agos
Scarpe: Xpd X-ZERO H2OUT
Guanti: Dainese Druids S-ST
Casco: Caberg Freeride UK

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