Harley-Davidson Street Bob 114: come prima, più di prima [PROVA]

Tanta coppia, sound inimitabile, linea minimalista

di Cristiano Morroni

Tanta coppia, sound inimitabile, linea minimalista e piacere di guida. E’ la ricetta perfetta che affiora già nei primi chilometri in sella alla Harley-Davidson Street Bob 114, che il concessionario “Roman Village” di Roma mi ha appena consegnato per questo test.

Tradizione, innovazione e gran carattere

Guardandola da ferma, il serbatoio largo in primo piano non influenza la linea filante di questa moto, ed il caratteristico logo “number One” stampato sul fondo giallo rimanda subito alle Harley Davidson dei decenni 70/80. Insieme al serbatoio, il manubrio “Ape Hanger” alto, la sella monoposto bassa e le pedane moderatamente avanzate, confezionano per la Street Bob una posizione in sella molto “bobber style” con i soffioni in gomma nera a copertura degli steli della forcella ad aggiungere un ulteriore tocco retrò. Nella Softail più snella e leggera della casa di Milwakee, le cromature a cui si è abituati su una Harley lasciano spazio a verniciature in nero con una finitura a grana grossa, denominata “Line X” per varie parti, tra cui spiccano i carter motore ed il manubrio, molto resistente alla vista e al tatto, veramente ben realizzata.

Sempre in nero gli scarichi sovrapposti “shot gun” e la cornice della moderna strumentazione incastonata nel riser manubrio con schermo LCD da 2.14 pollici, che mostra come valori fissi il tachimetro, il livello carburante e l’indicatore della marcia inserita (solo quando la leva della frizione non è tirata), mentre come opzioni da scegliere di volta in volta ci sono l’odometro, l’orologio, il contagiri o l’autonomia residua. Un altro tocco di modernità è la presa USB, che si trova davanti al serbatoio sul lato sinistro del telaio, all’altezza del canotto di sterzo, ma che rimane defilata alla vista per buona pace dei puristi del marchio. I cerchi sono in lega a sei razze, da 19 pollici all’anteriore con pneumatico 100/90B-19 e 16 pollici al posteriore con pneumatico 150/80B-16, verniciati in nero lucido come il bellissimo telaio a culla in acciaio.

Tanta coppia senza freno… motore

Harley-Davidson Street Bob 114

Il serbatoio è largo e contiene fino a 13 litri di carburante, perché dovendo lasciar spazio al motore corsa lunga 114 da 1868cc, è per forza di cose sottile. Garantisce comunque una autonomia superiore ai 200 km, a patto di non esagerare col gas per questo V twin da 45 gradi scultoreo e imponente, veramente piacevole da usare. Può superare i 5000 giri quando serve, ma il meglio lo tira fuori fino ai 4500, trovandosi a suo agio in qualsiasi fase di guida. Tanto coppioso (15.8 kgm a 3000 giri), offre 94 godibili cavalli di potenza massima che si fanno sentire tutti, specie nelle partenze da dragster che spesso mi sono state ispirate dal classico sound made in USA, e dalla posizione in sella della Street Bob, con il bacino ben contenuto nella confortevole sella monoposto.

Una marcia in più, è il segreto per uscire da qualsiasi curva o tornante godendosi al meglio la poderosa coppia di questo propulsore, che poi è un marchio distintivo con cui Harley Davidson è entrata nel cuore di milioni di appassionati in tutto il mondo. Questo motore, fa venire voglia di partire da fermo in seconda marcia, e se non vale anche per voi, non avete mai guidato una bicilindrica di Milwaukee, oppure state mentendo.

Quando in marcia poi si lascia l’acceleratore, vuoi per le masse volaniche in gioco ma anche per gli algoritmi di calibrazione motore, è una vera goduria sentirla scorrere facendo strada quasi come un due tempi, con il freno motore ridotto ai minimi termini. Per chi non conosce il freno motore di una moto due tempi (inesistente), un riferimento simile può essere la guida di un auto di grossa cilindrata col cambio automatico nel momento in cui si toglie il piede dal gas. Guidarla è un’emozione, in città come nelle gite fuori porta. Il motore è sempre pronto, ha una erogazione particolarmente regolare, un sound come ci si aspetta da una Harley Davidson, e una gestione alla portata di ogni motociclista, dal neofita al viaggiatore navigato. Davvero una piacevolissima esperienza di guida.

In sella

Harley-Davidson Street Bob 114

Oltre 290kg, interasse di 1630mm, seduta rasoterra a soli 660mm di altezza e polsi e mani lassù appesi sul mini “Ape Hanger”. Basterebbe questo per non dare un idea di grande manovrabilità, ma non è abbastanza, perché le gambe distese e l’angolo di canotto votato più alla stabilità che all’agilità, intrecciano sia il pensiero che lo sguardo. Ma poi si parte…..e col borbottio del motore e le sue good vibration, è come se una magia si compisse all’istante, trasformando l’elefante in farfalla. Il traffico non sarà mai il suo terreno di caccia, ma una volta prese le misure la Street Bob si difende bene. Merito di una forcella non dura ma ben sostenuta, e di una coppia di pneumatici che sembrano costruiti “intorno a lei” (se non si esagera). Il mono ammortizzatore, regolabile nel precarico, è sufficientemente efficace finché non si incontrano sconnessioni che lo costringono ad una reazione veloce e troppo secca. Fin quando la strada è regolare lavora bene, ma se si incontra una radice o una buca, scalcia come un purosangue e la moto si muove scomponendosi troppo, con l’esito del calcio che arriva dritto alla schiena del fantino…ops…pilota.

Per fortuna però, guidando senza problemi legati alla strada, si disimpegna con una agilità che non ci saremmo aspettati. A volte abbiamo pensato di poterla gestire quasi da naked, soprattutto usando molto i piedi sulle pedane per abbassare il baricentro e distribuire maggior peso verso l’asse anteriore. Non è né facile né intuitivo, ma mi ha fatto capire che non si può guidarla pensando di frenare ed entrare in curva come con una moto tradizionale, questo si. Afferrato il concetto, sfruttando il poco freno motore e contando sul freno posteriore come timone, la Street Bob ha iniziato a divertirmi. Ottimizzando la luce a terra grazie a tanto sano movimento del corpo, e lasciandola scorrere sfruttando il freno posteriore anche in percorrenza di curva, ho potuto contare su una migliore impronta a terra degli pneumatici e me la sono goduta piacevolmente anche nel misto. Le gomme non troppo larghe permettono una certa disinvoltura nel pif paf, a patto però di non esagerare col gas in uscita, dove altrimenti inizia a perdere grip derapando con la ruota posteriore. La prima volta fa anche figo, con una Harley. La seconda può sembrare divertente, ma alla lunga il rischio è di prenderci troppo la mano e magari fare danni, o rischiare quando non serve. In questi casi, oggettivamente avrei apprezzato un sostegno elettronico per limitare questa esuberanza.

Nel quotidiano, pro e contro

Harley-Davidson Street Bob 114

La protezione dalla pioggia è pari al massimo a 0+ (per incoraggiamento), e quando le selle ancora impregnate di acqua piovana costringono a farci i conti anche il giorno seguente l’acquazzone, la domanda nasce spontanea. Perché??? La protezione dall’aria non è granché, e questo già lo si immagina guardando la moto da ferma. In fin dei conti però, le velocità medie che naturalmente si tengono con lei non sono mai da ritiro di patente, e nonostante la notevole potenza del motore, con la Street Bob viene naturale passeggiare godendosi il momento, piuttosto che correre per raggiungere la destinazione. In viaggio il motore borbotta sornione ad un filo di gas (sembrerebbe godersela almeno quanto chi lo guida) e la posizione in sella non stanca neanche dopo 200km, cosa che non mi sarei aspettato. Però quando si viaggia in due cambia tutto, il passeggero è sacrificato con una posizione delle gambe fin troppo raccolta e il busto dritto, e la distribuzione dei pesi è molto sbilanciata verso l’asse posteriore in ogni fase di guida.

Chiaramente non sto provando l’Harley Davidson ideale per viaggiare in coppia, ma vale sempre il “volere è potere”, come mi ricorda (tutto ormai in prescrizione) un viaggio Roma/lago di Bolsena a bordo dello zip 50 di una “amica”, con lei passeggera. In città, le good vibrations e il sound sono sempre coinvolgenti, e mixati ai bei colori disponibili ed alle verniciature impeccabili attraggono senza difficoltà gli sguardi di tutti. Nel traffico, danzare tra le auto non è propriamente immediato, e solo se la media oraria supera “il passo d’uomo”, la Street Bob non sacrifica troppo la guida rispetto ad una motocicletta tradizionale. La frenata è proporzionata al mezzo, e consiglio a chi la critica di imparare ad usare il freno posteriore, piuttosto che chiedere troppo all’ anteriore, finendo per pregiudicare l’equilibrio del mezzo. Datemi ascolto e non sentirete la mancanza di un impianto più aggressivo.

Harley-Davidson Street Bob 114

Titoli di coda

A test terminato, sono tornato in sella alla mia moto nella consueta routine, ma dopo un paio di giorni, avvertendo una sensazione insolita e non riuscendo a decifrarla, ci ho ragionato su per chilometri e chilometri, fino a capire cosa me la causasse. Lei, la Street Bob, in quel paio di settimane trascorse insieme mi ha ricordato quanto in sella il fattore umano possa essere determinante. E aggiungendo i giusti ingredienti alla ricetta base, è nato un piato da leccarsi i baffi. Insieme, ci siamo anche tolti la soddisfazione di rendere un simile blocco di acciaio made in USA, così a suo agio dappertutto.

– È una moto migliorabile? Beh, può darsi;
– È un progetto perfettibile? Assolutamente, si andrà sempre avanti ed è ovvio;
– È stata una esperienza appagante? Si, decisamente al di sopra delle aspettative. Perché la quotidiana imperfezione sua quanto mia, me la sono davvero goduta, e la ricorderò come una piacevolissima avventura.

Grazie ad Harley Davidson Italia, e grazie al Roman Village, splendida concessionaria gestita con passione ed eleganza da Fabio Della Vecchia, incastonata nel cuore della capitale.

Ah, ma il prezzo??? Chiaramente non è una moto economica, per indole e approccio non vuole di certo esserlo. E’ una Harley Davidson, uno Status Symbol, e i suoi 18.000 euro, oggi non mi sembrano affatto una cifra folle per così tanto acciaio, emozioni e divertimento in sella.

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