Harley-Davidson Sportster Iron 1200 MY2018: the eagle soars alone [PROVA SU STRADA]

La perfetta combinazione tra dimensioni, peso e prestazioni della Sportster, sono la chiave di volta di uno dei modelli più longevi nella storia del famoso marchio che interpreta il sogno americano su due ruote

Quando si parla di Harley-Davidson, il bello è lasciare da parte i dati tecnici, le prove al banco ed i rilevamenti strumentali per dare spazio alle emozioni. Emozioni che profumano di libertà, di strade infinite che uniscono luoghi diametralmente opposti tra loro attraverso lingue d’asfalto lisce come tappeti da biliardo. E ci vuole un attimo per capire che la guida è parte integrante del viaggio

Harley-Davidson Sportster Iron 1200 MY2018 – Sono passati più di sei mesi dalla presentazione stampa avvenuta sulle sinuose curve dell’entroterra croato dove le novità Harley-Davidson per l’anno 2018 erano state mostrate in anteprima ai giornalisti. In merito a quel mito senza tempo che prende il nome di Sportster Iron 1200 però, la cartella stampa appariva quasi riduttiva perché si limitava ad evidenziare le caratteristiche di un modello che si presenta in una veste ancora diversa, fedele al passato ma con richiami alle moto costruite in garage come si faceva una volta. Ma la Sportster è una moto che ha fatto la storia.

A partire dal 1957 – anno di commercializzazione del primo esemplare sul mercato americano – questa pietra miliare della produzione H-D ha visto mutare il suo aspetto in continuazione: le interpretazioni in stile Bobber, Chopper, Scrambler e Cafè Racer hanno fatto da contorno a preparazioni specifiche per le competizioni Flat Track e per le gare di accelerazione sulle famose strip americane. E lei, incontentabile, ci ha provato anche come cruiser, forte della sua semplicità costruttiva e di una maneggevolezza che la rendevano una entry-level accessibile anche ai neofiti innamorati dello storico logo universalmente conosciuto con il termine di “Bar&Shield”. La Sporty – questo il suo nickname da sempre – venne ideata per contrastare le vendite di Triumph, molto in voga negli usa durante gli anni ’50, ed andò a colmare il vuoto della gamma H-D nella fascia sottostante i modelli motorizzati Panhead.
“La Sportster è una moto relativamente semplice da svestire e reinventare. Quello che abbiamo fatto per creare la nuova Iron 1200 è quello che i proprietari delle Sportster fanno con le loro moto da generazioni”: queste le prole di Brad Richards, vice presidente per il marchio H-D del reparto Styling&Design. Così la nuova Iron guadagna un’estetica da street-fighter ed il motorone Evolution da 1202cc con architettura V-Twin che garantisce un incremento del 36% della coppia massima disponibile rispetto al più classico 883, aumentando di conseguenza il piacere di guida.

Estetica e finiture:

Rating: ★★★★☆ 

Nessun limite alla personalizzazione

A più di 60 anni dal primo esemplare, la Harley-Davidson Sportster è disponibile ancora oggi con lo stesso nome e, durante il suo percorso, ha subìto svariate mutazioni estetiche che l’hanno vista evolversi senza mai snaturare il rapporto con il passato: caratterizzata da un’affidabile tecnologia di base – ma ovviamente aggiornata con il passare degli anni – rimane una moto sicura ed al passo con i tempi. Sin dalla metà del secolo scorso infatti, il colosso di Milwaukee produce numerose versioni della Sportster, tutte diverse tra loro a seconda dell’utilizzo per le quali sono state concepite.
Appoggiata sul cavalletto laterale, la colorazione Vivid Black rimanda al passato con quei richiami in stile Cafè Racer che fanno girare la testa. Sulla Iron 1200 il manubrio Mini-Ape nero satinato di chiara ispirazione chopper è rialzato di 22cm ed arretrato di 16 per una larghezza di circa 81cm: seduti in sella, l’impugnatura delle manopole è all’altezza delle spalle per enfatizzare al massimo quella sensazione di guida con i pugni al vento che ha caratterizzato le Harley più famose di sempre.
Elemento distintivo del modello, è senza dubbio il serbatoio che, per volontà dello stesso Brad Richards, è stato decorato con una grafica fortemente ispirata agli anni ’70, semplice nelle linee ma d’effetto nel look perché le tonalità dei blu declinate in diverse gradazioni, movimentano lo stile all-black che la distinguono dalle sorelle colorate.

Su questo esemplare ci si allontana volutamente dai disegni complessi per tornare alla semplicità e lasciare all’acquirente maggiori possibilità di personalizzazione. Bellissima e comoda grazie anche al lip posteriore che permette di non scivolare all’indietro quando il V-Twin entra in coppia, la sella Fastback Cafè Solo è ovviamente monoposto ed in pelle trapuntata. A copertura della semplice strumentazione troviamo invece il piccolo cupolino in stile West Coast rigorosamente nero lucido, a completamento di una linea laterale “seduta” sulla ruota posteriore da 16” rispetto all’anteriore da 19”. Gli scarichi shorty sfalsati con doppia marmitta di colore nero opaco si integrano bene con le quote della moto non appesantendone mai il look che risulta, ancora una volta, molto personale e ben bilanciato. La Iron 1200 rispetta i canoni classici del mondo della personalizzazione e gli elementi scelti dal reparto Styling&Design ne sono la conferma. Se poi si vuole esagerare, H-D ha un catalogo accessori pressoché infinito che consente di trasformare ogni modello in un esemplare unico: la Sportster non fa eccezione ed anzi, basterà avere un po’ di pazienza (e di money extra) per scegliere quanti più upgrade abbiate voglia di regalarle.
Semplice ma ben realizzata, la strumentazione sistemata dietro al cupolino rispetta i dettami stilistici che puntano all’essenzialità senza mai sottrarre tutte le info necessarie al biker: il contachilometri elettronico domina la visuale mentre sono disponibili odometro, doppio contachilometri parziale, spia riserva carburante, spia bassa pressione olio, display autodiagnosi motore e spie LED nella parte inferiore. Il tutto appare chiaro ed ordinato e noi, nello specifico, abbiamo trovato molto utile impostare il display su “GEAR/RPM”, funzione che permette di avere sempre sotto controllo la marcia inserita ed i giri motore ai quali si sta viaggiando.
Se il total black è un look che non vi appaga particolarmente, potete scegliere la vostra Sporty nelle varianti Twisted Cherry o Billiard White, perfette se volete regalarle un tocco di colore pur rimanendo fedele al concetto di Sportster in chiave moderna.

Motore e prestazioni:

Rating: ★★★½☆ 

La salvezza dell’azienda di Milwaukee

Le famiglie Harley e Davidson giunsero in America con il flusso migratorio di metà 800. Gli Harley provenivano dall’Inghilterra, i Davidson, dalla Scozia. La vicinanza tra i due permise a William Sylvester Harley ed Arthur Davidson di approfondire la loro amicizia che aveva come scopo un obiettivo ben preciso: inserire un motore a scoppio nel telaio di una bicicletta. A dare supporto agli amici giunse anche Ole Envinrude, ma abbandonò il gruppo dopo poco tempo e si dedicò allo sviluppo dei motori marini dando vita alla nota Evinrude Outboard Motors con sede a Sturevant.
Nel 1903 i due amici diedero alla luce la prima “moto” Harley-Davidson spinta da un piccolo monocilindrico caratterizzato da fortissime vibrazioni; anche se il prototipo fu un disastro, i due non si persero d’animo e perseverarono nel loro intento dando vita – nel 1909 – alla loro prima moto V-Twin da 1000cc. Nel 1912 il logo “Bar&Shield” viene brevettato ed utilizzato come marchio ufficiale e, contestualmente, inizia la costruzione del capannone che diventerà la sede ed impianto principale nella famosa Juneau Avenue di Milwaukee.
L’ascesa del marchio andava di pari passo con la loro popolarità ma, dopo anni di successi, la pressione delle aziende concorrenti iniziava a farsi sentire. Fu proprio il motore Evolution (conosciuto come Blockhead per la forma delle teste) a decretare la salvezza della casa del Wisconsin quando – nel 1984 – i modelli della gamma Softail con il nuovo propulsore risollevarono le sorti del colosso americano evitando per un soffio la bancarotta. L’Evolution, che di fatto non era una novità assoluta ma uno sviluppo sulla base del predecessore Shovelhead, è stato il primo motore interamente progettato a Milwaukee rispettando i più moderni standard dell’epoca grazie all’utilizzo di software avanzati non certo alla portata di tutti. L’incubazione del propulsore EVO impiegò 7 anni per vedere la luce ed arrivò con teste e cilindri in lega inferiore ed alluminio, classica architettura a V di 45° con distribuzione ad aste e bilancieri, pistoni ridisegnarti, albero alleggerito, raffreddamento ad aria e con il 15% di coppia ed il 10% di potenza in più rispetto allo storico predecessore.

Il propulsore, affidabile e robusto, non subì modifiche fino al 2006, anno in cui i tecnici apportarono migliorie ai supporti motore ed al reparto trasmissione. Nel 2007 avvenne il passaggio dal carburatore all’iniezione elettronica. Parlando di Harley-Davidson risulta impossibile non ripercorrere la storia del marchio e dei suoi propulsori almeno in minima parte: chiunque scelga questo storico marchio, porta a casa un pezzo di storia americana che ha lasciato un profondo solco nel settore delle due ruote. In una moto semplice ma moderna qual è la Sportster Iron 1200, batte un cuore forte che non ha bisogno di essere messo alla prova perché la storia parla per lui. Coppia sempre disponibile, allungo da cruiser e stabilità sul dritto la rendono una fidata compagna di viaggio pronta ad affrontare le interminabili strade americane.

Guida e maneggevolezza:

Rating: ★★★½☆ 

DNA Harley: stabile e maneggevole ma non chiedetele di piegare!

La sella Fastback Cafè Solo accoglie il rider posizionandosi a 735mm di altezza dal suolo. Quando si è fermi, le gambe poggiano a terra senza problemi e le braccia sono distese ad impugnare le manopole dal diametro generoso posizionate alle estremità dell’emblematico manubrio Mini-Ape rialzato. Con la 883 prima e con la Iron 1200 poi, Harley ti fa sentire subito a casa: questo modello costituisce la porta d’accesso ad un marchio colmo di significati trasversali associato ad un modo particolare di interpretare la vita. Chi sceglie di sedere su una due ruote marchiata Bar&Shield, sceglie la sua famiglia per la vita: in sella le sensazioni di guida lasciano spazio alle emozioni di appartenere ad un gruppo che nasconde la chiave del successo nella tradizione. È proprio non cadendo nelle trappole delle mode passeggere che H-D ha tenuto fede a se stessa senza mai deludere i suoi appassionati. Il 1200 ad aste e bilancieri con scarichi originali (una coppia di Street Cannon by Screamin’ Eagle sarebbero d’obbligo) ha una bella schiena ed i 96 Nm di coppia sono solo la massima espressione di un motore generoso che eroga la sua potenza in modo lineare e senza strappi. La frizione ha un azionamento che richiede un po’ di vigore e, una volta in movimento, il cambio tipico H-D rivela i soliti innesti lunghi ai quali ci si abitua dopo aver percorso alcuni chilometri. La Croazia è stata scelta quale luogo di presentazione lo scorso marzo e oggi l’abbiamo guidata sulle strade d’Italia ma lei sogna le Highways americane o, ancor meglio, le Interstates che uniscono posti lontani dove la guida è parte integrante del viaggio. Proprio pensando a queste strade infinite caratterizzate da curve sempre ampie, ci si rende conto che le “pieghe” non sono il suo pane quotidiano visto che parliamo di angoli d’inclinazione davvero ridotti che si attestano sui 28° a sinistra e 27° a destra.

I blocchetti sono semplici e senza fronzoli: a sinistra troviamo il tasto che permette di modificare a rotazione i dati sul display digitale ed il comando luci mentre, il destro, ospita il pulsante di accensione/spegnimento e quello per le emergenze. Non ci sono comandi che possano mettere in difficoltà il rider, motivo in più per godersi la guida in totale relax, grazie anche alle pedane sistemate in posizione centrale che non costringono ad angolazioni innaturali di braccia e gambe. Per la tipologia di moto a cui appartiene, la Sportster Iron 1200 frena abbastanza bene grazie alle pinze a due pistoncini sia all’anteriore che al posteriore; quando la frenata dell’avantreno sembra non essere sufficiente, basta premere il freno posteriore e la risposta sarà davvero immediata e ben gestibile grazie anche al sistema ABS dal funzionamento ineccepibile. Forcella ed ammortizzatori posteriori hanno una taratura perfettamente bilanciata ed assorbono bene le asperità regalando un feeling di guida sincero, complici le velocità a cui si viaggia normalmente che non fanno mai rimpiangere un assetto più rigido.

Prezzo e consumi:

Rating: ★★★★☆ 

Instant Classic al giusto prezzo

Prima foto
Servono 11.500€ f.c. per una Harley-Davidson Sportster Iron 1200, “solo” 600 in più della storica 883. Con questa cifra mettete in garage la versione Vivid Black identica a quella in prova, mentre ce ne vogliono 11.700 per le versioni colorate denominate rispettivamente Twisted Cherry e Billiard White.
Blocco motore, gruppo trasmissione, cupolino, cerchi a 9 razze, manubrio e scarichi sono rigorosamente neri e solamente i tubi copri aste ed i coperchi delle punterie sono cromati; scegliendo la colorazione Vivid Black non si sbaglia e la visione d’insieme è appagante e rimanda a quello stile Cafè Racer che lo stesso Brad Richards ha voluto reinterpretare in chiave moderna.
Se invece avete voglia di colore ma senza strafare, potete puntare sul Twisted Cherry che è una bella via di mezzo tra i chiari e gli scuri; il nero del blocco motore si abbina a meraviglia con le gradazioni del color ciliegia riportate sul profilo del serbatoio ma, se volete qualcosa che dia nell’occhio, il Billiard White è semplicemente fantastico. Il contrasto con il bianco esalta le forme muscolose del motore e della trasmissione regalando invece più leggerezza alla linea superiore della moto. E poi ci sarebbe da parlare per ore delle infinite personalizzazioni che H-D ha in serbo per la sua Sporty: se dal 1957 ad oggi la moto è ancora a catalogo, un motivo ci sarà… e risiede anche nella possibilità di renderla unica grazie ad accessori di ogni tipo e genere che possono cambiare totalmente il look della moto. Certo è che se si inizia ad attingere dal catalogo after-market, il prezzo aumenterà di conseguenza, ma la soddisfazione di avere una moto senza eguali è una sensazione alla quale pochi bikers sanno sottrarsi, soprattutto quando si parla di una famiglia come quella creata da Harley-Davidson.

Elemento caratteristico della serie Sportster ed emblema di design è da sempre il serbatoio che, anche per questa Iron 1200, ha una capacità di 12,5 lt equivalenti a 3,3 galloni. Non ci vuole molto a realizzare che un pieno, in stati come il Nuovo Messico, lo Utah o l’Arizona – giusto per citare terre che ospitano alcune tra le più incredibili Scenic Byways di tutti gli States – costa poco più di 9 dollari. Con un consumo medio di 5 litri per 100km, di strada se ne percorre a sufficienza prima di doversi fermare; purtroppo non siamo in America e le Sportster acquistate nel nostro paese non vedranno mai il suolo statunitense ma… quel che non cambierà mai, sono le sensazioni e le emozioni che ogni Sporty racchiude al suo interno. Scegliendola, si porta a casa un pezzo di storia motociclistica americana che ha contribuito allo sviluppo commerciale di un intero Paese.

PRO E CONTRO
Ci piace:
Posizione di guida
Colorazione Vivid Black
Coppia del V-Twin

Non ci piace:
Frenata poco incisiva
Strumentazione old style

Harley-Davidson Sportster Iron 1200: la Pagella di Motorionline

Motore:★★★½☆ 
Maneggevolezza:★★★★☆ 
Cambio e trasmissione:★★★½☆ 
Frenata:★★★½☆ 
Sospensioni:★★★★☆ 
Guida:★★★★☆ 
Comfort pilota:★★★★☆ 
Comfort passeggero:☆☆☆☆☆ 
Dotazione:★★★★☆ 
Qualità/Prezzo:★★★★☆ 
Linea:★★★★☆ 
Consumi:★★★★☆ 

Ha collaborato Matteo Pozzi

Abbigliamento del tester:
Guanti: Dainese Blackjack
Giacca: Dainese Bryan Leather Jacket
Pantaloni: Dainese Bonneville Regular
Scarpe: Dainese Street Rocker D-WP
Casco: Cast MT II

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