BMW GS Academy Motorrad 2014

Alla scoperta della più famosa tra le scuole off road

Il fenomeno maxi enduro non è mai stato così forte. I dati parlano chiaro, scooter esclusi sono loro che dominano il mercato, con cilindrate solitamente comprese tra 800 e 1200, potenze sempre più importanti e pesi non proprio contenuti. La stragrande maggioranza dei loro acquirenti raramente le utilizzerà su una strada bianca, figuriamoci per fare enduro vero. Quello che stupisce è che, pur essendo sempre più votate all’utilizzo stradale come è logico che debba essere, siano ancora moto in grado di dare grosse soddisfazioni nell’off road, soprattutto se dotate delle giuste gomme. Noi di Motorionline siamo andati alla scoperta della più rinomata scuola di off road in Italia, dove sono proprio i GS che dominano il mercato ad essere utilizzati per gli esercizi. La sede è la tenuta dei marchesi de’ Frescobaldi a Pomino di Rufina, pochi chilometri ad est di Firenze, immersa in un paesaggio incantevole, con a disposizione un contesto tra i migliori immaginabili. Qui infatti troviamo i sali-scendi tra le colline, con percorsi con fondi che vanno da sterrati compatti a prati e terreni più morbidi, oltre ai due campi attrezzati per gli esercizi studiati per apprendere la tecnica di guida enduristica.

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Come logica vuole, il corso inizia con una sessione teorica, indispensabile in questo caso, dato che gran parte dei partecipanti al corso non ha proprio alcuna nozione di come si guidi una moto fuori dalle strade asfaltate. A capo della GS Academy un maestro d’eccezione, Beppe Gualini, recordman dei rally-raid africani (con 65 partecipazioni), pilota privato con all’attivo ben 10 edizioni della Parigi-Dakar, quelle epiche degli anni 80, quando GPS era una sigla ai più sconosciuta e l’organizzazione non andava troppo per il sottile. Si percorrevano oltre 20 mila chilometri in 3 settimane, in condizioni al limite e non faceva quasi notizia la perdita di alcuni dei partecipanti. La lezione teorica parte proprio dalle immagini della R80 G/S, acronimo di gelande/strasse, che tradotto dal tedesco richiama a quel concetto di dual purpose, fuoristrada/strada, alla base dell’idea che rivoluzionò il mondo delle due ruote. Gualini ci racconta che quando esordì la R80 alla Parigi Dakar nel 1983, lui era tra gli scettici. Come poteva una moto così pesante attraversare i deserti e le insidie di quei percorsi, quando le moto fino ad allora utilizzate erano delle piccole e leggere monocilindriche? Fin dalle prime tappe fu invece evidente che non solo era in grado di farlo in modo egregio, ma viaggiava a 40 km/h in più delle avversarie sulle distese sabbiose, con una affidabilità infinitamente maggiore. Per farci capire il concetto ci racconta un aneddoto: mentre i meccanici smontavano e riparavano le altre moto, quelli di BMW pulivano di fino la loro moto con un pennello, perché per il resto di rado era necessario intervenire. Dopo questa parentesi legata alla storia della enduro boxer della casa dell’elica, si entra nel concreto, analizzando la posizione di guida in enduro, in piedi, ed evidenziando come debba modificarsi a seconda del contesto, dando le basi tecniche necessarie per iniziare gli esercizi pratici in moto. L’esperto pilota ci spiega anche come alcune operazioni in piedi e con la moto da gestire, siano piuttosto complesse, almeno per all’inizio. Come, ad esempio, trovare il freno posteriore con lo stivale, che riduce di molto la possibilità di muovere la caviglia, quando si è scomposti per effettuare una manovra. La sua risposta al dilemma di come risolvere il problema? “Sono c….i vostri!” Una battuta che strappa una corale risata, ma che è in fondo una gran verità, perché nella guida in fuoristrada bisogna sapersi arrangiare, molto più che su strada. Gli imprevisti sono infatti molteplici, anche per i più esperti, come avremo modo di scoprire nella parte pratica del corso.

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Dopo questa lezione teorica la prima mezza giornata si conclude con alcuni esercizi in moto. A disposizione tutta la gamma GS, partendo dalla monocilindrica G650, passando per l’unica con i cerchi in lega, la F700GS, poi le più specialistiche F800GS standard ed Adventure, per arrivare alle R1200GS, anch’esse nelle due versioni, ma sempre con i cerchi a raggi, più adeguati per la guida off road, perché più elastici e meno soggetti a rotture. Per tutte le gomme sono del partner tecnico Metzeller, con il nuovo modello Karoo III. Pur essendo più congrue ad un uso anche stradale rispetto alla precedente versione, le nuove coperture sono comunque ancora un buon prodotto per il fuoristrada. Purtroppo, come prevedibile, abbiamo invece avuto una decisa conferma che, le gomme con cui abitualmente vengono consegnate le moto, definite da Beppe Gualini “slick”, non sono idonee a nulla più di una strada bianca priva di grosse insidie. Senza la scarpa giusta, non si va da nessuna parte. D’altro canto però, orientandosi su un prodotto come quello utilizzato nel corso, comunque omologato per velocità superiori a quanto il codice della strada non consenta, ci si potranno levare non pochi sfizi sia sull’asfalto che sullo sterrato, sfruttando a pieno entrambe le vocazioni di motociclette che nascono proprio con questo scopo. Stesso concetto vale per l’abbigliamento, in particolar modo per gli stivali da enduro, indispensabili per poter guidare sempre in piedi, e per proteggere le caviglie dai pericoli di distorsioni o botte. I partecipanti al corso vengono inizialmente divisi in tre gruppi, ciascuno presidiato da un istruttore che, oltre agli esercizi sui campi attrezzati, fa da guida nelle escursioni in cui mettere in pratica quanto imparato. Il corso non prevede livelli, sono infatti gli istruttori ad alzare o abbassare l’asticella della difficoltà, in base alle capacità dei partecipanti. Una cosa è certa, bastano pochi esercizi per capire che, anche se il sole è oscurato dalle nuvole e non fa certo caldo, c’è da sudare. Sia perché senza la tecnica corretta si fatica di più, ma anche perché è uno sport vero e proprio. La nostra giornata, dopo pranzo, ha visto la pioggia come una costante, fastidiosa, ma anche utile a testare tutte le situazioni, con fondi decisamente più scivolosi, giusto per mettere alla prova le nostre capacità. Durante le escursioni sui sentieri della tenuta, abbiamo avuto modo di scambiare le motociclette con altri partecipanti e scoprire che, anche se non è più una sorpresa, almeno per noi, la R1200GS riesce ad essere molto efficace anche tra i sassi ed il fango, con una trazione ed una facilità al limite dell’incredibile. Il peso da ferma, inutile nasconderlo, è tutt’altro che limitato. Occorre fare attenzione nelle manovre, perché i quasi 240 kg, se si perde l’equilibrio, non sono una barzelletta, ma appena ci si muove è anche più facile della sorella minore 800. Se la bicilindrica in linea va tenuta allegra ed è più facile trovarsi a moto spenta (almeno per i meno esperti), sulla GS 1200 basta staccare la frizione ed usare il gas dosandolo con cura per fare qualsiasi cosa. Impressionante è la trazione anche quando la ruota posteriore è immersa nel fango e la spinta necessaria per uscire dalla buca è rilevante. L’unico accorgimento è quello di saper gestire il gas “come fosse un bisturi” (Cit. Beppe Gualini) perché se provate ad utilizzarlo come un interruttore, il risultato è tutt’altro. La trazione va a zero e non è così difficile mettersi la moto per cappello se si resta attaccati al manubrio, con il gas spalancato, come abbiamo visto succedere in un paio di occasioni a due partecipanti del corso, decisamente troppo irruenti con la manetta dell’acceleratore. Se qualcuno pensasse che un giorno e mezzo è poco, possiamo dirvi che l’ultima mezza giornata, oltre che farci apprezzare il netto miglioramento che ciascun partecipante ha ottenuto, ci ha fatto scoprire muscoli di cui ignoravamo l’esistenza, grazie a qualche dolorino che iniziava a farsi sentire. Una esperienza certamente utile per tutti, oltre che piacevole in se, in grado di incrementare la sicurezza anche nella guida su asfalto, senza sottovalutare il fatto che, magari senza volerlo, c’è sempre la possibilità di ritrovarsi su un percorso difficoltoso, ed avere anche solo qualche nozione di come affrontarlo in modo corretto, può fare la differenza. L’ultima caduta che abbiamo fatto durante il corso ci ha ad esempio dimostrato, come avere la mente lucida e non far prevalere l’istinto e la paura, possa fare la differenza. Peso indietro ed un colpetto di gas per correggere una sbacchettata dell’anteriore, anziché rallentare spostandosi in avanti, fanno la differenza tra una caduta ed mezzo sorriso per essere stati in grado di gestire una situazione potenzialmente pericolosa.

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Tra utilizzo delle motociclette, senza dover preoccuparsi dei danni che scaturiscono dalle cadute che sono decisamente all’ordine del giorno, benzina, assicurazioni, assistenza medica, vitto, istruttori ed un contesto praticamente perfetto per questo tipo di attività, i 660 € previsti per questa giornata e mezza di corso non sono poi così tanti. Anche perché ormai in molte zone di Italia è difficile trovare percorsi idonei a fare enduro, senza considerare il fatto che, almeno per i meno esperti, la presenza di un istruttore o di qualcuno che possa tirarvi fuori da situazioni pericolose che possano verificarsi, è d’obbligo. Un week end piacevole, inclusa la trasferta, per noi da Milano, dove all’autostrada si aggiunge una parte di percorso decisamente più interessante. Due consigli da questo punto di vista: rispettate i limiti, perché la Toscana è ricca di autovelox, ma concedetevi qualche decina di minuti in più per una piccola deviazione. Tra Firenze e Bologna, invece della A1, attraverso i passi della Futa e della Raticosa, si percorrono decine e decine di curve, con paesaggi mozzafiato e con un piacere di guida che ci ha fatto capire perché, da quelle parti, le moto sportive non sono così rare come ormai siamo abituati a vedere in altre zone d’Italia.

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Per vedere quando BMW Motorrad ha fissato i prossimi corsi della GS Academy, potete cliccare qui.

Abbigliamento utilizzato durante il corso:
Giacca: Dainese G. Ridder Gore-Tex
Pantalone: Dainese P. Travelguard Gore-Tex
Guanti: Dainese Druids S-ST
Stivale: Dainese Carroarmato Gore-Tex
Casco: AGV AX-8 Dual Evo

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