Honda SH 125i e 150i MY 2017, il best seller si affina ancora

Siamo andati a Firenze a provarlo in anteprima

Rinnovato nell'estetica e nei contenuti, si conferma come riferimento assoluto tra gli scooter a ruota alta

Honda SH 125i e 150i MY 2017 – Negli anni dei settantesimi di Vespa e Lambretta, a macinare record di vendite sono gli SH di Casa Honda, che dalla loro nascondono origini quasi altrettanto longeve, dato che il Cub è un antenato nato oltre 50 anni fa e venduto in oltre 160 Paesi in più di 60 milioni di esemplari. Se in alcune zone del Mondo è tutt’ora in vendita, dalle nostre parti lo scooter più venduto da anni è proprio l’Honda SH che ci apprestiamo a provare nella rinnovata versione MY2017 del 125 e 150.

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Ad occuparsi del design del nuovo modello è stato il nostro Valerio Aiello, che oltre a divertirsi con alcune bellissime special che abbiamo visto alle ultime edizioni di Eicma (la CB1100TR è stata la sua creazione più recente), si è occupato anche di “rifare il trucco” al best seller del mercato italiano delle due ruote. In azienda dal 2001, in passato ha seguito anche lo sviluppo proprio del ruote alte di Casa, modello 2009. Ovviamente, punto fermo per il design dell’SH, sono i due capisaldi del modello: ruote alte e pedana piatta.
Un vantaggio è invece rappresentato dal radiatore, che è passato con il modello 2012 nella zona del motore, regalando la possibilità di modellare diversamente la parte anteriore, resa più snella e pulita nelle linee, senza le feritoie laterali di sfogo dell’aria calda. Aiello, per spiegarci l’essenza della sua opera, ha utilizzato il concetto di “mobius ring”, un anello in cui lato interno ed esterno sono uniti senza soluzione di continuità. Nel suo aspetto l’SH MY2017 è infatti più sofisticato, fluido, sinuoso ed accattivante. Dal disegno si è poi passati al modello in Clay, per essere poi ottimizzato, fino ad arrivare al modello finale.

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A livello estetico Honda rivede quindi il look dei piccoli SH, mantenendo però inalterato lo stile che contraddistingue uno scooter che, oltre ad essere un best seller, ha una tradizione che oramai si fa importante. Era il 1984 quando le due lettere debuttarono con il modello 50 cc, che ha di fatto creato un nuovo genere, quello degli scooter a ruota alta con pedana piatta. Il successo è stato clamoroso, perché il primo modello è stato venduto in Europa in 1.1 milioni di esemplari. I passaggi più importanti sono poi quelli del 1993, anno in cui inizia la produzione in Italia ed arriva il modello con freno a disco anteriore. Arriviamo poi al 2001, con la nascita degli SH a 4 tempi, come li conosciamo oggi, nelle due cilindrate classiche per chi ha la patente B e chi anche (o solo) la A. Nel 2005 debutta l’iniezione elettronica, mentre nel 2007 debutta il modello 300, un’altra sfida vinta per Honda, perché anche in questo caso si trattava di una prima volta per un ruote alte di media cilindrata. Nel 2009 il 125/150 passa al doppio freno a disco, con frenata combinata, infine nel 2012 arriva il nuovo SH, di cui il MY2017 è l’evoluzione.

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In quindici anni SH si è affermato in modo così netto da diventare un marchio nel marchio. Anni di grandissimi successi, dato che gli scooter di Casa Honda sono stabilmente ai vertici nei dati di vendita. Honda SH150 è stato il 2 ruote più venduto in Italia dal 2001 al 2009 e dal 2013 ad oggi, sorpassato solo dal fratello 300 per quella parentesi. Successo legato alle ruote alte, che tanto piacciono dalle nostre parti, alla praticità della pedana piatta, ma anche all’eccellenza tecnologica. Lo dimostra il modello 2013, con il motore eSP (enhanced Smart Power) a bassi attriti e dotato di Start & Stop. Il MY 2017 si affina e si fa bello, con un nuovo look, più filante e moderno, raffinato e con linee tese. Il lavoro di affinamento ha poi prodotto un incremento delle dimensioni del vano porta oggetti nel retroscudo, dotato ora anche di una comoda presa 12V.

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I nuovi cerchi, sempre da 16”, calzano di serie degli pneumatici Michelin City Grip, che garantiscono ottimi livelli di tenuta di strada, dettaglio importante per uno degli scooter che fa di questo aspetto il suo biglietto da visita. Altro elemento fondamentale dell’SH è la sua pedana piatta, perfetta per trasportare comodamente un po’ di tutto, senza doversi ingegnare per fissare o posizionare ciò che si carica, come avviene per gli scooter con tunnel alto. La strumentazione resta fedele agli storici 3 elementi analogici, con quello centrale, più grande, dedicato al tachimetro, i due laterali più piccoli per temperatura dell’acqua e livello serbatoio. Si completa con un display nella parte inferiore, che riporta anche i dati sul consumo, istantaneo e medio. Sono invece nuovi gli specchietti (a dire il vero scopriremo che, se da un lato le forme sono più piacevoli, la visibilità è peggiorata). Un dettaglio “ad effetto” è rappresentato dalla pedana, che ora è disegnata con degli incavi che formano lateralmente il simbolo dell’ala. Impreziosite invece le finiture della sella, per dare un ulteriore segno di una accresciuta qualità.

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L’Honda SH “piccolo” si aggiorna con un pacchetto di novità, in parte mutuate dal fratello maggiore 300, come i fari a Led, oltre che il sistema Smart-Key. Sistema che è abbinato all’answer back, che fa lampeggiare le frecce, per semplificare l’individuazione del mezzo. Con l’occasione il motore si adegua poi alle normative Euro 4, divenute obbligatorie per i nuovi modelli, guadagnando anche in prestazioni, dato che la potenza del 125 sale a 12,2 cavalli (erano 11,8), erogati a 8.500 giri, mentre il 150 resta fermo a quota 15, mantenendo invariati anche i dati sul consumo. Il passaggio ad Euro 4 porta invece una riduzione delle emissioni, con l’SH125i in grado di produrre solo 52 g/Km di CO2. Il valore della coppia è invece di 11,5 Nm a 7.000 giri per il 125, 13,9 Nm a 6.500. Grazie anche ad una evoluzione del sistema Start & Stop i consumi dichiarati nel ciclo WMTC sono ora di 47,4 km/l e 43,8 km/l, rispettivamente per il 125 e per il 150. Invariato il serbatoio, sempre da 7.5 litri, con un’autonomia di oltre 300 Km.

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Il motore, come detto, già dalla precedente versione adotta il radiatore integrato nel suo layout, che si è fatto quindi più semplice, compatto e leggero, centralizzando anche le masse più importanti. Si tratta dell’affidabilissimo monocilindrico con distribuzione a due valvole (che ai regimi di utilizzo di uno scooter rappresenta per i tecnici Honda una soluzione ancora migliore delle 4), denominato Honda eSP (enhanced Smart Power), tipologia di motore nata nel 2011 sul Click / Vario ed arrivata poi ad altri modelli di Casa Honda. Una particolarità di questi propulsori è che sono dotati di un alternatore elettronico ACG, che sostituisce anche il motorino di avviamento, ottimizzando il funzionamento dello Start & Stop, che si può comunque disattivare con un tasto. Start & stop che prevede poi un sistema di decompressione del pistone, che viene portato automaticamente al punto morto inferiore.

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Confermata la telaistica e la ciclistica, con il telaio tubolare con trave dorsale inferiore per irrigidire la struttura, mantenendo al contempo l’ampio spazio sulla pedana. Cambiano le forme, ma restano inalterati nelle misure i cerchi, da 16” e con 5 doppie razze. Nuove sono invece le coperture scelte per il primo equipaggiamento, come detto delle Michelin City Grip, 100/80 davanti e 120/80 dietro. Guadagnando l’ABS sale di poco il peso, ora di 136,9 Kg con il pieno di benzina per il 125i, praticamente identico a quello dell’SH150i (che è di soli 400 grammi in più). Al posteriore troviamo ammortizzatori regolabili nel precarico delle molle su 5 livelli, mentre la forcella ha steli da 33mm. La frenata è garantita da due dischi da 240 mm, abbinati ad una pinza anteriore a 2 pistoncini e una con singolo pistoncino dietro. Sono ora coadiuvati, di serie, dall’ABS, anche per il più piccolo 125.

La nostra prova
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Dal vivo l’SH è sempre più curato e dalle linee sinuose, c’è da ammettere che quanto ci ha raccontato Valerio Aiello corrisponde al vero. Certe forme sono così morbide e fluide da far venire voglia di sfiorare le plastiche per apprezzarle, quasi fosse una bella donna. Senza arrivare ad esagerazioni, è difficile trovare dei difetti ad una estetica che è migliorata di generazione in generazione, arrivando a dei livelli davvero di cura maniacale. Non mancano tutti quegli accorgimenti, magari semplici, ma che spesso latitano in altri modelli. L’SH ha ben pochi difetti ed offre, ad esempio, un vano sotto sella capace di contenere un casco integrale e dotato di due ganci per fissare lateralmente ed in modo sicuro due caschi. Ampie le maniglie per il passeggero, che ha a sua disposizione anche delle pedane in alluminio a scomparsa.

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Anche alla guida sorprende per il fatto che, malgrado rasentasse già la perfezione, è stato affinato in molti dettagli. Fluido e regolare nell’erogazione, offre una frenata ben modulabile e pronta già nella prima parte della corsa della leva, anche con un solo dito. Se dobbiamo trovargli un difetto è legato agli ammortizzatori posteriori. Davanti la forcella è dolce e progressiva, mentre dietro le reazioni alle buche ed ad alle asperità sono un po’ secche, anche se gli ammortizzatori sono stati oggetto di un intervento e sono leggermente migliorati. Se in città la cosa è un difetto, sul misto diventa un vantaggio, perché tra le curve l’SH è a suo agio come pochi altri scooter, reattivo e decisamente stabile.

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Lo Start & Stop non è una novità assoluta, ma è stato migliorato ed affinato. Ora, anche i più scettici, si faranno convincere della bontà di questo sistema, che oltre a ridurre consumi ed emissioni, è fluido ed istantaneo nelle riaccensioni, che avvengono in modo molto silenzioso ed in assenza di fastidiose vibrazioni. Bastano tre secondi al minimo per portare allo spegnimento automatico, mentre aprendo il gas l’SH è subito pronto a ripartire.

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Quanto ai consumi, nei circa 70 Km di test, abbiamo rilevato un dato di 2.7 litri ogni 100 Km, segnalato dal quadro strumenti e confermato dal rabbocco al benzinaio, per chi dubitasse della veridicità del valore indicato. Un dato davvero interessante, soprattutto alla luce di un utilizzo piuttosto sportivo del mezzo, che abbiamo decisamente strapazzato nelle tratte più guidate, sulle colline intorno a Firenze.

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Quanto alle differenze tra 125 e 150, potrebbero non sembrare gran cosa guardando le schede tecniche (+2,8 cavalli), ma all’atto pratico il 150 ha più schiena, una erogazione piena ai medi ed un allungo leggermente maggiore. In salita le prestazioni si fanno ancor più distanti, con l’SH125i che fatica a stare al passo del 150. Sono entrambi molto godibili, sia in città che su percorsi extra urbani, ma capiamo il maggior successo di vendita della cilindrata maggiore tra le due.

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Disponibile in quattro colori, sia per il 125 che per il 150 (Pearl Nightstar Black, Pearl Cool White, Lucent Silver Metallic e Pearl Splendor Red), in Italia il nuovo SH MY2017 arriva a listino con bauletto, paramani e parabrezza di serie, al prezzo di 3.390 euro il 125i, 3.540 per l’SH150i. Va ricordato infine che, pur essendo un prodotto giapponese, l’SH è anche un po’ italiano, dato che viene prodotto nello stabilimento di Honda ad Atessa (CH), dove sono impiegate circa 600 persone.

State sulle nostre pagine per il video della prova, che sarà on line nei prossimi giorni.

Abbigliamento del test:
Giacca e guanti Bering
Scarpe Stylmartin
Jeans tecnico con protezioni Alpinestars
Casco Caberg Freeride

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