Harley-Davidson, orari part-time ed un nuovo stabilimento nel futuro del marchio

Harley-Davidson, orari part-time ed un nuovo stabilimento nel futuro del marchioHarley-Davidson, orari part-time ed un nuovo stabilimento nel futuro del marchio

La crisi economica ha impazzato per il mondo motociclistico tanto quanto per quello automobilistico e, se in quest’ultimo la foschia industriale sembra essersi diradata, nel primo ancora si claudica fortemente, tentando di rimanere a galla e di resistere in apnea commerciale.

La scelta di rispondere a questa recessione che sta segnando il momento industriale fatta da Harley-Davidson, casa motociclistica nata nel 1903 – e che dunque ha già passato una grave crisi mondiale nel 1929 e due guerre mondiali – a Milwaukee, uno dei marchi responsabili del panorama chopper mondiale e firmatario dell’acquisizione di MV Agusta, muove anche dall’esigenza di attagliarsi in maniera più corretta alla domanda della clientela.

In sostanza, Harley-Davidson sta pensando, ipotizzando o tentando di rivoluzionare i contratti degli operai che lavorano per la produzione delle motociclette della maison, circa 1.000, modificando gli orari di lavoro al regime part-time.

Così facendo, la linea di realizzazione delle due ruote firmate Harley-Davidson sarebbe maggiormente flessibile e si adeguerebbe nella maniera perfetta alla richiesta di prodotti, più o meno ingente. Inoltre, una svolta simile permetterebbe al costruttore americano di limitare i costi dell’azienda.

Keith Wandell, Chief Executive Officer (CEO) di Harley-Davidson, ha ammesso questo proposito di razionalizzazione del processo produttivo ed ha anche postillato la possibilità che venga costruito un nuovo stabilimento, nel futuro del marchio, laddove importare il nuovo assetto operaio di tutta l’azienda: il fine ultimo è ancora una volta la limatura dei costi, nel momento in cui le azioni Harley-Davidson hanno aumentato il loro valore sul mercato nel secondo trimestre del 2010.

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