Suzuki GSX-R1000R, la regina facile da guidare [PROVA IN PISTA]

La abbiamo testata, di nuovo, ai Pirelli SBK Track Days ad Imola

Suzuki GSX-R1000R al Pirelli SBK Track Days 2018 Una moto facile ed equilibrata, con oltre 200 cavalli, una elettronica di ottimo livello e pochissimi difetti, comunque facilmente rimediabili

“The King is Back”, finalmente anche per me. Negli scorsi giorni abbiamo avuto l’occasione di partecipare alla data di Imola dei Pirelli SBK Track Days 2018. Lo abbiamo fatto con una Suzuki GSX-R1000R, in questa nuova colorazione bianca 2018, che affianca la versione nera e quella con la livrea della MotoGP, aggiornata quest’anno con alcuni dettagli neri. La moto la conosciamo, dato che l’abbiamo provata lo scorso anno al debutto e che abbiamo avuto modo di risalire in sella recentemente al Suzuki Day. Tre tester di Motorionline hanno avuto modo di guidarla, ma il sottoscritto mai. La curiosità era molta ed il debutto, qui ad Imola, è di quelli importanti. Il circuito è infatti uno di quelli “seri”, uno dei più tecnici e con saliscendi che rendono molte curve cieche e da impostare “a memoria”.

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Un paio di giri di apprendistato, dato che questa è anche la prima uscita in pista stagionale e si inizia a prenderle le misure, alzando l’andatura. In poche curve non posso che concordare al 100% con ciò che Gianluca vi ha raccontato lo scorso anno nella sua prova e che mi ha appena ribadito. La moto è veloce, con ben 202 cavalli a disposizione (oltre che una fasatura variabile derivata da quella della moto che corre il mondiale MotoGP), ha una elettronica che sfoggia una piattaforma inerziale, controllo di trazione su addirittura 10 livelli, tre mappature, fino ad arrivare a chicche, come il cambio con quickshifter (incluso il “blipper” in scalata) ed il launch control. Quello che però la mette sul livello delle migliori concorrenti, se pure di tutte la “Gixxer” sia la più economica (19 mila euro per la “R”, 16.690 per la standard), sono la sua maneggevolezza e facilità. L’essere compatta ed estremamente equilibrata, fa sì che sembra di guidare un 600 da molti punti di vista ed il fatto che renda facile ogni cosa, ti consente di mettere tutta l’attenzione nella guida, in quei dettagli che spesso trascuri, perché devi gestire altro. La “R”, rispetto alla GSX-R1000 standard, ha sospensioni Showa “Racing” pluriregolabili, altro dettaglio non da poco e fondamentale per una giornata in pista come questa, davvero eccezionale.

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Solo due difetti ci sentiamo di rilevare alla Gixxer: uno è prettamente estetico e facilmente risolvibile, lo scarico non è proprio il suo elemento più bello a vedersi, ma sostituirlo con uno after market è cosa da poco. Il secondo, più importante, riguarda invece la frenata. Nei primi giri nessun problema, anzi. L’impianto è ben modulabile e molto potente, al punto che si stacca forte anche con un solo dito. Dopo i primi turni, quando abbiamo forzato l’andatura per più giri di fila, abbiamo però riscontrato un allungamento degli spazi di arresto, peraltro nemmeno troppo progressivo. Trovarsi lunghi, dopo aver staccato esattamente nello stesso punto del giro precedente, non è proprio una delle situazioni migliori in cui ci si possa ritrovare. Per fortuna che lei perdona tanto, incluso sbagliare traiettoria ed impostare la curva larghi di parecchi metri, senza il minimo problema.

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Anche in questo caso, comunque, il difetto che a nostro avviso mal si concilia con un utilizzo severo in pista, trova una soluzione tutt’altro che complicata o costosa. La causa sta infatti nella scelta di utilizzare tubature dell’impianto frenante in gomma, tipiche delle moto stradali. Scelta forse dettata dal fatto che, comunque, la GSX-R1000R è una moto omologata per la strada e, come tale, sia stato deciso di non sacrificare la modulabilità del comando, evitando di renderlo troppo aggressivo. Un kit di tubi in treccia, cosiddetti “aeronautici”, basta a regalare alla GSX-R1000 l’ultimo tassello per essere una compagna perfetta, anche per la pista. Parliamo di una spesa di circa cento euro, più manodopera, senza nemmeno dover rinunciare all’ABS. La conferma l’abbiamo avuta proprio dagli istruttori apripista presenti alla data di Imola dei Pirelli SBK Track Days, che usano due “Gixxer”, con questa piccola modifica. Quasi quasi, viste le belle “special di serie” create da Suzuki Italia (ad esempio la GSX-S750 Yugen, la cui prova trovate qui), ci piacerebbe una versione con terminale di scarico, tubi in treccia e pochi altri ritocchi, per renderla davvero quasi perfetta.

Foto a cura di Fotoeventi.com

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Abbigliamento del tester
Tuta: Dainese Kyalami
Stivale: Dainese Axial Pro In
Guanti: Dainese Full Metal D1
Casco: Kyt KR-1 Espargarò
Ha collaborato Gianluca Cuttitta

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