Piaggio Beverly 300 Police, media cilindrata di stile [PROVA SU STRADA]

Due eccellenze italiane si uniscono nel Beverly 300 by Police

Il ruote alte di Pontedera è un prodotto maturo e che convince, declinato nelle due cilindrate 300 e 350. Il secondo è un gran turismo quasi sprecato per la città, dove il primo è invece un compromesso quasi perfetto

Piaggio Beverly 300 Police – Oltre 15 anni di esperienza per il Beverly, un traguardo importante che lo ha portato ad essere uno dei riferimenti sul mercato italiano. Era infatti il 2001 quando Piaggio lo presentò per la prima volta. Da allora sono state vendute tantissime versioni di questo fortunato scooter, con cilindrate comprese tra 125 e 500 cc. Con l’entrata a listino del 350, che con un innovativo e sportivissimo propulsore ha di fatto sostituito le cubature più elevate, il 300 è diventato l’entry level, anche per la nascita del Medley, che ha colmato lo spazio lasciato libero proprio dall’uscita di scena delle versioni più piccole del Beverly. Solo due cilindrate quindi, declinate in 3 versioni nel caso del 300, con la sportiveggiante “S” ad affiancare lo “standard”, mentre il “Police” della nostra prova rappresenta l’opzione più stilosa e modaiola, offerta con un piccolo aggravio di costo (100 euro). Andiamo a scoprirla e raccontarvela.

Estetica e finiture:

Rating: ★★★★½ 

Punta sul design e sulla cura costruttiva, con un look raffinalo ed elegante
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Prima di entrare nel merito della prova vera e propria, il look e l’aspetto estetico del Beverly 300, a maggior ragione in questo allestimento by Police, meritano certamente alcune parole di elogio. Sono passati gli anni in cui il livello di cura e la qualità delle plastiche potevano essere oggetto di qualche appunto. Al di là di un mero giudizio (che è ovviamente soggettivo) sulle forme di questo scooter, basta girargli intorno con l’occhio critico, alla ricerca di difetti e problemi, per rendersi conto che non ne ha, o che almeno noi non ne riusciamo a trovare di degni di nota. Il Beverly punta infatti molto sul design, che non può prescindere dalla qualità percepita e dalla cura costruttiva, oltre che dalla scelta dei migliori materiali. Pensando ai concorrenti diretti, è oggettivamente in vantaggio su questo fronte, pur non essendo un oggetto di culto in quanto a design, come può essere la Vespa nelle sue varie declinazioni, cosa che ha portato a farla diventare un brand a sé stante, proprio per il Heritage e la tradizione a livello di design che è dietro questo storico modello di casa Piaggio, che ha da poco compiuto 70 anni.

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Il Beverly non è tanto da meno, perché pur non avendo una raffinata (e costosa) carrozzeria in metallo, le finiture sono veramente molto gradevoli e l’aspetto è ben curato. In questa versione Police il contrasto tra nero lucido ed opaco regalano un tocco di grinta e di classe in più. Police, marchio lifestyle conosciuto in tutto il mondo, si lega a Piaggio realizzando un allestimento del Beverly caratterizzato infatti da una grintosa colorazione nero opaca, con dettagli cromati lucidi e specchietti azzurrati, proprio come le lenti degli occhiali da sole Police. A completare il look del Beverly by Police ci pensa un casco dall’estetica dedicata, che però noi abbiamo sostituito nella nostra prova con uno Shark Evo One. Passando agli aspetti più pratici, il sottosella è spazioso e, oltre ad un casco integrale, si possono stivare anche oggetti di dimensioni piuttosto ingombranti.

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In alternativa ci stanno due caschi jet compatti, senza essere costretti a dotarsi di un bauletto aggiuntivo. Bello quello che ormai è diventato quasi un marchio di fabbrica per alcuni modelli di Piaggio, cioè i bei cerchi con il canale nero a contrasto con il bordo laterale con finitura in metallo grezzo, davvero un bel mix di eleganza e sportività. Il serbatoio, posizionato nella zona della pedana, è utile a centralizzare le masse, offre finiture lucide intorno al tappo che sono gradevoli esteticamente, che tendono però a segnarsi con il tempo, dato che i piedi vanno spesso a passare in quel punto.

Motore e prestazioni:

Rating: ★★★★½ 

Media cilindrata, compromesso perfetto. Euro 4 of course
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Il dilemma, una volta inquadrato “l’obiettivo Beverly”, è principalmente uno: 300 o 350. Quei 50 cc (52 per la precisione, dato che il primo è un 278 cc ed il secondo un 330), sono pesanti come un macigno. Questo perché l’approccio è diametralmente opposto. Mentre il più piccolo degli attuali Beverly è orientato a garantire un rapporto costi / benefici al top della categoria, il 350 punta ad essere un GT, con soluzioni raffinate come la trasmissione con frizione a bagno d’olio e prestazioni elevate, grazie ai ben 30 cavalli (30,2). Pur mantenendo contenuti i consumi, la differenza si fa poi sentire con un listino di circa 5.750 euro, quasi 1.400 in più del fratellino 300. Due prodotti quindi ben più lontani di quanto la cilindrata faccia intuire, perché i cavalli del monocilindrico di 278 cc sono 21, quindi circa il 30% in meno (il doppio della differenza di cubatura). Pochi? Dopo averlo provato, senza alcun timore possiamo rispondervi che sono sufficienti a muoversi più che bene ed anche con un discreto brio.

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Il compromesso perfetto ci verrebbe da dire, soprattutto per chi percorre tanta strada in città, sempre mantenendosi la possibilità di fare un bel giretto extraurbano. Il Beverly 300 è ben a suo agio anche in autostrada, magari per un tragitto di breve o media distanza, prima di entrare nel congestionato traffico urbano. Se andate a rileggere la nostra prova del 350 (qui il link) noterete come fosse emerso che in città la sua esuberanza era quasi sprecata ed infatti ci era venuta voglia di testarlo dove solitamente si va con una moto vera, per poterne toccare con mano i limiti e le peculiarità.

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Tornando al 300, la potenza è erogata a 7.250 giri, con una coppia di 22,5 che arrivano 1.500 giri prima. Un dato che fa ben comprendere che il Beverly lavori sistematicamente nel range ottimale per sfruttare il propulsore, dato che la trasmissione con variatore automatico CVT tiene il regime proprio intorno a questi valori. Con il MY2017 c’è poi il passaggio all’Euro 4, mentre si conferma di serie il pacchetto ABS/ASR, con un utile controllo di trazione che mette al riparo soprattutto dalle insidie della città, dove una striscia pedonale bagnata ed un attimo di distrazione potrebbero far correre più di qualche pericolo anche ad un pilota esperto. Il suo intervento è invasivo solo in alcuni frangenti, ma se qualcuno ne sentisse la necessità, basta disattivarlo con l’apposito tasto ed il “problema” è risolto.

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In tutta sincerità, proprio come quando l’ABS si iniziò a vedere in campo motociclistico, i timori dei puristi sono stati via via superati dai vantaggi reali e tangibili che questi sistemi di sicurezza attiva mettono a disposizione. Tornando al quesito iniziale, tra 300 e 350 noi restiamo indecisi, a fare da arbitro deve essere il tipo di utilizzo che se ne vuole fare, con il più potente dei Beverly che può tranquillamente reggere il confronto con una piccola moto da turismo, da certi punti di vista, ma con il più accessibile 300 che non teme alcuna critica in quanto a prestazioni e spunto, decisamente già più che sufficienti. In parole povere, al semaforo dando tutta la manetta in pochi vi staranno davanti, se è questo che temete…

Guida e maneggevolezza:

Rating: ★★★★½ 

Maneggevole e ben piazzato, tra i ruote alte è uno di quelli che offre le sensazioni migliori
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Ruota alta si, ma con la solidità e la gradevole sensazione di stabilità che pochi altri rivali possono vantare. I meriti di una guidabilità così elevata vanno in primo luogo alla scelta di abbinare alla ruota anteriore da 16” una posteriore da 14, con gomma di generosa sezione 140/70. Scendendo e risalendo dal rivale più agguerrito, nonché l’unico capace di star davanti al Beverly 300 nelle classifiche di vendita 2016 in Italia, l’Honda Sh300, le differenze sono evidenti. Il giapponese è leggerissimo e molto maneggevole, ma la sensazione che regala il Beverly 300 è più piacevole da molti punti di vista. Per rendere l’idea in modo diretto, è più “gnucco”, ma in senso positivo. Resta comunque molto maneggevole ed agile in città, dove è solo un po’ più fisico da guidare, caratteristica ulteriormente sottolineata da quello che, almeno a nostro parere, è l’unico difetto degno di segnalazione: la pompa del freno anteriore è leggermente sottodimensionata, costringendo ad uno sforzo alla leva più elevato di quanto ci si attenda.

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Tanti avversari si guidano ormai anche solo con un dito sulla leva (ovviamente il tutto è rapportato alla forza di chi guida), mentre con il Beverly, in caso di frenata importante, ne servono almeno due. Ottima invece l’azione dell’ABS, mai invasivo ed in grado di gestire al meglio la frenata. Due pinze a doppio pistoncino agiscono sui dischi, da 240 dietro e 300 mm all’anteriore. Molto buona l’azione delle sospensioni, con la forcella anteriore con steli da 35 mm che lavora insieme al doppio ammortizzatore idraulico posteriore, con precarico regolabile su 4 posizioni. Anche in questo caso, pur essendo molto stabile e reattivo nella guida sportiva fuori città, il Beverly si prende un bel vantaggio dall’SH300, decisamente più secco nelle reazioni degli ammortizzatori posteriori, mentre l’italiano digerisce in modo egregio anche i sanpietrini e le buche cittadine, senza che la schiena di chi lo guida si possa lamentare. La sella è posta a 790 mm da terra, quota già di per se contenuta ed in grado di permettere un ottimo appoggio a terra anche ai meno alti di statura, oltre a questo la pedana è profilata in modo da agevolare ulteriormente la cosa.

Prezzo e consumi:

Rating: ★★★★½ 

In rapporto ai contenuti il prezzo è molto interessante, i consumi anche
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Una nota positiva il Beverly la merita per la capacità del serbatoio. Sono ben 12,5 litri, quindi l’autonomia è molto elevata, potenzialmente in zona 350 Km totali, ma soprattutto all’automatico i 10 euro ci stanno anche prima di andare in riserva. Il dato dichiarato sul fronte consumi è di 31,3 km/l nel ciclo WMTC, non lontano da quanto abbiamo rilevato, con una guida un po’ attenta. Non si scende comunque praticamente mai sotto la soglia dei 25 con un litri, anche sfruttando tutta la potenza a disposizione. Dai 4.430 euro del Beverly 300ie e del 300S ie, la versione Police sale di 100 euro, fino a quota 4.530. Un ottimo compromesso, oltre che in prestazioni, anche da questo punto di vista, dato che il fratello 350 è a listino ben più in alto, con un costo di 5.780 euro.

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Folta la lista degli accessori disponibili, a partire dal Tom Tom Vio Special Edition Piaggio, navigatore che abbiamo avuto modo di testare di recente (qui il link all’articolo), passando al bauletto in tinta da ben 37 litri, schienalino per il passeggero incluso. Sono poi disponibili vari antifurti e cupolini /parabrezza, oltre ad una borsa tunnel studiata per essere posizionata sopra il tunnel centrale senza disturbare la guida. Come accennato, per il Police è poi disponibile un casco jet nero opaco, dedicato proprio al Piaggio Beverly 300 by Police.

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PRO E CONTRO
Ci piace:
Design, prestazioni decisamente buone, ottimo compromesso prezzo / prestazioni /qualità
Non ci piace:
La frenata richiede uno sforzo importante sulla leva

Piaggio Beverly 300 Police: la Pagella di Motorionline

Motore:★★★★½ 
Maneggevolezza:★★★★½ 
Cambio e trasmissione:★★★★½ 
Frenata:★★★½☆ 
Sospensioni:★★★★½ 
Guida:★★★★½ 
Comfort pilota:★★★★½ 
Comfort passeggero:★★★★½ 
Dotazione:★★★★½ 
Qualità/Prezzo:★★★★½ 
Linea:★★★★½ 
Consumi:★★★★☆ 

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Abbigliamento del test:
Guanti: Alpinestars Polar Gore-Tex Gloves
Pantalone: Alpinestars Denim Pants – Raw Indigo
Scarpa: Alpinestars Vulk Shoes
Tutti questi capi fanno parte della collezione Alpinestars 2016 che trovate descritta in questo articolo:
https://moto.motorionline.com/2016/01/21/alpinestars-comfort-e-protezione-in-tutte-le-situazioni/
Casco: Shark Evo-One, un casco modulare perfetto per l’uso urbano o per una gita fuoriporta, uno dei pochi in grado di offrire una visiera utilizzabile anche a mentoniera aperta, mentre chiuso diventa silenzioso e confortevole quanto un integrale.
Giacca: Bering Jaap

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