Ducati Panigale V4 SP: un livello prestazionale più elevato [FOTO]

Una nuova serie numerata

La visione è potente, intensificata dai contrasti cromatici della livrea “Winter Test” dove spiccano i diversi dettagli in rosso intenso e l’alluminio spazzolato a vista del serbatoio, associati a una veste nera opaca. La nuova Ducati Panigale V4 SP è un ulteriore ampliamento della proposta sportiva del marchio.

Caratteristiche

Torna in evidenza la sigla SP legata a Sport Production comparsa per la prima volta sulla storica Ducati 851. Un riferimento alle varianti impiegate per lo sviluppo di esemplari da competizioni presenti nel Campionato Sport Production, antesignano della serie Super Stock. Una sigla che ancora adesso identifica un modello di produzione con caratteristiche specifiche che lo rendono ancora più efficace nell’uso sportivo. Dunque già dal nome si coglie la natura estremamente grintosa di questo modello.
Una moto pensata per la pista che, oltre alla veste ispirata a quella usata sulle moto di Ducati Corse utilizzate nei test pre-stagionali curata nei minimi particolari notando il tricolore a margine delle propaggini alari, presenta aspetti peculiari come una testa di sterzo ricavata dal pieno dove figura il numero progressivo dell’esemplare, pedane pilota regolabili in alluminio con paratacchi in carbonio e anche interessanti soluzioni derivanti dalla performante ed esclusiva Ducati Superleggera V4 come le pinze frenanti anteriori Brembo Stylema R®, pompa dei freni Brembo con sistema MCS e cerchi a 5 razze sdoppiate in carbonio (più leggeri di 1,4 kg rispetto a quelli presenti su Panigale V4 S). Specifica anche la sella sulla quale si nota un logo “V4 SP”. La strumentazione è visualizzata su uno schermo TFT a colori da 5 pollici.
Citati anche un parafango anteriore in carbonio e componenti a corredo utilizzabili durante le sessioni in pista come dei tappi per la rimozione del portatarga e degli specchi, una cover frizione aperta in carbonio e un kit di telemetria Ducati Data Analyser+ (DDA+) con modulo GPS.

Tecnica

Il telaio è “Front Frame” in lega di alluminio le cui rigidezze risultano ottimizzate. Davanti figura una forcella regolabile Öhlins NIX30 a steli rovesciati da 43 millimetri con trattamento TiN degli steli e freno idraulico con gestione elettronica e modalità event-based a controllo Öhlins Smart EC 2.0. Dietro è presente un forcellone monobraccio in alluminio e il quadro sospensivo è completato da un ammortizzatore regolabile Öhlins TTX36, quindi un freno idraulico sempre gestito elettronicamente con modalità event-based a controllo Öhlins Smart EC 2.0. L’escursione delle ruote frontalmente e nella zona posteriore ammonta rispettivamente a 120 e 130 mm, riprendendo le indicazioni. L’impianto frenate include due dischi flottanti anteriori da 330 mm associati, come accennato, a pinze Brembo monoblocco Stylema R® ad attacco radiale a quattro pistoncini e pompa Brembo MCS 19.21 auto-spurgante con soluzione “remote adjuster”. Nella zona retrostante, invece, un solo disco da 245 mm affiancato da una pinza a due pistoncini. In ogni caso l’adozione di un sistema ABS Cornering EVO. Altro aspetto altrettanto interessante è la presenza di una frizione multidisco a secco con comando idraulico e sistema antisaltellamento con pompa autospurgante, affiancata a una trasmissione finale con catena dal passo di 520.
La sella figura ad un’altezza di 835 mm, l’interasse risulta di 1.469 mm, mentre il peso in ordine di marcia segnalato ammonta a 194 kg (peso a secco di 173 kg).
Variegata la panoramica elettronica con l’elencazione di Riding Mode e Power Mode, oltre a Ducati Traction Control EVO 2, Ducati Wheelie Control EVO 2, Ducati Slide Control ed Engine Brake Control EVO.

Motore

Il cuore propulsivo Desmosedici Stradale V4 a 90° da 1.103 cc Euro 5 con distribuzione desmodromica a 4 valvole per cilindro, raffreddamento a liquido e albero controrotante, trasmette 214 cavalli di potenza a 13.000 giri/minuto e una coppia massima di 124 Nm a 9.500 giri/minuto. Un propulsore collegato a un cambio Ducati Quick Shift EVO 2 a sei marce e, infine, un sistema di scarico il cui layout risulta 4-2-1-2 con due catalizzatori e quattro sonde lambda.

Foto: Ducati

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