Nolan: Casey Stoner riceve in regalo il nuovo X-803 Ultra Carbon

Il pilota australiano: "Questa azienda è diventata una seconda famiglia per me"

"Non torno a correre perché amo stare con la mia famiglia - ci ha raccontato -. Il Mondiale MotoGP lo vince Marquez ,ma non sarà facile. Rossi? Senza un cambio di regolamento non credo che possa lottare per il titolo"
Nolan: Casey Stoner riceve in regalo il nuovo X-803 Ultra CarbonNolan: Casey Stoner riceve in regalo il nuovo X-803 Ultra Carbon

Giornata speciale in casa Nolan con la presenza dell’ex campione del mondo Moto GP Casey Stoner, testimonial Nolan da ormai 16 anni e frequentatore dello stabilimento di Brembate, in provincia di Bergamo. Casey ha fatto un giro tra i padiglioni dell’azienda e in regalo ha ricevuto casco Nolan X-803 Ultra Carbon personalizzato con la bandiera australiana, quella italiana e una dedica per ricordare un rapporto che dura dal 2002, da quando l’azienda decise di sponsorizzare un ragazzo con un talento incredibile ma che andava – causa la giovane età – ancora affinato. In realtà si tratta di un modello venduto con il brand X-Lite, ma che Casey ha sempre voluto marchiato con il nome della capogruppo. In attesa di capire se il casco verrà prodotto in serie limitata oppure no (la clientela Nolan è ancora molto affezionata ai prodotti firmati dal pilota australiano) abbiamo chiacchierato con Casey tra le pieghe del Motomondiale e più in generale delle due ruote.

Casey, siamo qui nella fabbrica di Nolan che per te è molto di più di uno sponsor. La prima domanda è d’obbligo: esiste l’amicizia tra un pilota e le aziende che lo seguono?

“Personalmente piaceva avere un rapporto stretto con le persone e le compagnie che mi supportavano. Con alcune è successo e sono ancora al mio fianco, con altre questo non è scattato e il lavoro è stato più breve”.

Hai mai pensato di tornare a correre?

“No. Mi piace vivere con i bambini e la mia famiglia. Ho avuto diverse opportunità ma preferisco tornare a casa e dormire nel mio letto tutte le sere”.

Qual è stato il segreto dei tuoi successi?

“Quando ero un bambino correvo tantissimo e questo mi ha aiutato a migliorare la mia capacità di adattamento. Da piccolo correvo 35 gare con 5 moto diverse in un weekend. È stata una palestra importante”.

Quante richieste serie ha avuto per tornare a gareggiare?

“Me l’hanno chiesto tutti, ma la verità è che mi piace la mia vita e non ci sono possibilità di tornare nel paddock, almeno come pilota”.

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Ti piacerebbe avere avere un altro ruolo rispetto a quello che hai ora in Ducati?

“Mi piace fare quello che sto facendo ora, ma vorrei essere più influente nell’analisi dei dati e portare la mia esperienza nelle gare. Non essere solo un test drive”.

Vorresti intraprendere la carriera di team manager?

“Per ora non è nei miei piani e comunque non credo di farlo mai in MotoGP perchè questo non mi permetterebbe di stare più tanto con la mia famiglia”.

Ti senti più amante della moto o delle gare?

“È difficile anche per me dirlo. La parte più bella del weekend per me era la qualifica, anche più della gara e della vittoria. Forse è la passione per l’estremo che mostra il talento”.

Hai mai avuto la curiosità di provare una Yamaha?

“La cosa migliore sarebbe provare tutte le moto in tre o quattro giorni per capire le differenze e le sensazioni dei piloti, ma quando correvo non l’ho mai pensato. Pensavo solo alla mia moto ed ero concentrato su quella”.
Il tuo nome è legato alla storia di Ducati, quindi ti chiedo un parere su Petrucci e Dovizioso.
“Danilo sta lavorando duramente per Ducati, ha fatto molti test nei weekend e penso che per il futuro sia la mia scelta possibile che Domenicali potesse fare. Andrea sta vivendo una stagione non perfetta. Quest’anno corre con l’obbligo di vincere ed è diverso rispetto a quando gareggi senza essere il favorito. Ora deve vincere per forza e non è facile. Ha fatto un paio d’errori ma anche ottenuto buoni risultati e io penso che dirà la sua fino alla fine della stagione”.

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Marquez è un pilota pericoloso?

“Forse in passato lo è stato, ma ora fanno tutti come lui. Io penso che questo non debba essere uno sport di contatto. Dovrebbero esserci delle punizioni più severe per chi va oltre le regole e riportare le regole a quello che sono”.

Ti piacerebbe creare un’academy in Australia?

“Rispetto tutte quelle esistenti come quella di Valentino Rossi perchè danno ai giovani piloti un’opportunità importante, ma io preferirei trovare un paio di talenti e concentrare il lavoro su di loro. Il vero campione lo trovi confrontando i piloti di tutto il mondo. Tutti possono correre in Moto2 ma in pochi possono fare la differenza quando conta veramente. L’elettronica, oggi, aiuta molto e tanti piloti possono stare davanti, ma in pochi hanno quel plus per andare al vertice e restarci”.

Chi vince il Mondiale 2018?

“Marquez, anche perché il secondo e il terzo della classifica, Rossi e Vinales non hanno vinto una gara nell’ultimo anno, ma sarà una lunga stagione”.

Valentino Rossi può vincere ancora un titolo?

“Se Yamaha riuscisse a fare una moto con le caratteristiche che richiede lui e con un regolamento che lasci più spazio al pilota penso di sì, ma nel paddock ci sono tanti piloti giovani che stanno dimostrando il loro valore”.

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