Mercato moto sempre peggio, a luglio -23,2%


Passano i mesi e la situazione per il mercato delle due ruote si fa sempre più nera e drammatica. Nel mese di luglio appena trascorso si sono registrati 29.591 immatricolazioni di veicoli a due ruote, pari ad un calo del 23,2% rispetto al luglio dello scorso anno. Un dato preoccupante che giustifica le drastiche decisioni (tagli, licenziamenti, trasferimenti di produzione) messe in atto negli ultimi periodi da diverse case motociclistiche come Yamaha e Suzuki. Mentre gli scooter hanno fatto segnare un -26%, le moto sono andate leggermente meglio con “solo” un -15,8%. Facendo il bilancio dei primi sette mesi dell’anno la differenza rispetto al 2010 è del 16,9 per cento in meno.
In calo gli scooter di qualsiasi cilindrata, mentre sono aumentate di oltre il 35% le immatricolazioni dei maxi-scooter oltre 500cc. Tra le moto col segno positivo ci sono solo le maxi cilindrate oltre 1000cc, mentre sono in calo tutte le altre cilindrate ad eccesione delle moto da 300 a 500cc che fanno segnare un incremento di oltre 10 punti percentuali. Per quanto riguarda i diversi segmenti in calo le naked (-15,7%), le enduro stradali (-3,1%), le custom (-0,9%) e le sportive (-27,2%), mentre col segno positivo le moto da turismo (+9,6%).
Corrado Capelli, Presidente di Confindustria ANCMA (Associazione Nazionale Ciclo Motociclo Accessori), commenta così i dati: “Non si modifica l’impostazione negativa di quest’anno che vede un ridimensionamento del mercato su livelli raggiunti alla fine degli anni ’90. Tuttavia, per recuperare il terreno perduto, non bastano gli sforzi dei produttori per sviluppare moto e scooter innovativi sia sotto il profilo della sicurezza che della compatibilità ambientale; occorre fermare la crescente pressione fiscale che incide sui costi di gestione attraverso le accise sui carburanti, gli incrementi dei premi assicurativi, le imposte sulle immatricolazioni e i pedaggi autostradali.
Tutti elementi che penalizzano l’utilizzo dei veicoli e che scoraggiano i potenziali clienti. Nonostante questo drenaggio di risorse, ben poco viene restituito in termini di miglioramento delle infrastrutture, disponibilità di parcheggi, servizi dedicati. In queste condizioni il mercato rischia di essere strangolato e il risultato di 60-70 mila veicoli a 2 ruote in meno, su base annua, significa una perdita per l’erario di circa 70 milioni di euro solo di IVA. Auspichiamo che tutto il settore dei trasporti individuali, auto e moto, sia in grado di far sentire la propria voce se si vuole veramente invertire la rotta e contribuire alla ripresa di tutta la filiera produttiva”.
se vuoi essere sempre aggiornato sulle nostre notizie
Seguici qui
You must be logged in to post a comment Login