Elefantentreffen 2018, reportage dalla edizione numero 62

Il motoraduno più famoso e "pazzo" d'Europa

Tanti i chilometri per arrivare, ma partecipare è come una droga, per chi ha fatto almeno una volta questa esperienza. Freddo, neve, ma non solo!

Ed ecco, anche quest’anno arrivare l’Elefantentreffen, il motoraduno invernale più famoso d’Europa.
Quest’anno si svolge nel primo week end di febbraio, da venerdì 2 a domenica 4, nella foresta di Loh Thurmansbang – Solla, in Germania. Siamo andati anche noi di Motorionline, per raccontarvi il raduno ed il viaggio da affrontare per poterci “spillare” con la famosa medaglietta che tanto fa parlare i motociclisti che la vedono appuntata ad una giacca.

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Prendere un bel po’ di freddo, neve, sale, ghiaccio, agitare per bene e versare su una moto e rispettivo pilota per 8 o 9 ore, lasciare riposare all’aperto per 1 o 2 due notti al gelo e ripetere l’operazione, ecco servito l’ Elefante.

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Ma cos’è l’Elefante?
Nato da un gruppo di amici nel 1956, aveva come scopo promuovere l’annuale incontro di sidecar Zundapp, soprannominati appunto “Elefanti”, da qui Elefantentreffen. Oggi si svolge nella foresta di Loh, e conta 3, 4000 partecipanti all’anno, provenienti da tutta Europa, rigorosamente in moto! Siamo partiti alle 6 di venerdì mattino da Milano, con una BMW F800GS Adventure, gommata Anlas Winter Grip Plus e con abbigliamento e coprimanopole Tucano Urbano, giacca e pantaloni Urbis 5G e guanti Tetris, equipaggiamento che permette un turismo di gran classe anche in questo periodo dell’anno. Ci aspettano 700 e passa km di viaggio per arrivare a destinazione, e con la incognita del tempo che potremo trovare, vogliamo avere tutte le ore di sole disponibili.

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Quest’anno il clima è clemente con noi, la temperatura scende “solo” a meno 4, con punte di addirittura più 3 gradi, il passo del Brennero ci saluta senza strapazzarci troppo con neve e ghiaccio, qualche pacca sulle spalle con vento di traverso, che ti sposta quasi da una corsia all’altra, e sale che si alza dal manto stradale a formare mulinelli tra le carreggiate.

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Il tratto di strada più impervio lo troviamo subito dopo il Brennero, in Austria, le nubi scendono di quota, quasi a creare nebbia, e inizia a cadere la neve, le visiere dei caschi si appannano, e la guida diventa più “interessante”. Malgrado le temperature però, non patiamo il freddo, il completo Tucano Urbano fa egregiamente il suo lavoro e riesce a mantenere la temperatura corporea sufficientemente calda, tanto che non abbiamo nemmeno bisogno di montare la coperta che avevamo in dotazione, sempre della Tucano Urbano.

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Una nota di merito la prendono in particolare i guanti Tetris, doppi, con il guanto interno morbido a 5 dita che scalda la mano, mentre il guscio esterno a 3 dita ripara da intemperie e contribuisce a tenere calde le mani. Utile l’alloggiamento per gli scaldini chimici, che alla fine ci hanno fatto sudare le mani con questi guanti!
Altra piacevole scoperta per il sottoscritto, che non la aveva mai provata prima, la F800GS Adventure, passista impensabile, gran comoda anche chi è alto come me più di un metro e novanta e con un autonomia di oltre 400 km con un pieno, moto che non ha nulla da invidiare alla sorella maggiore e che, anzi, grazie al cerchio da 21 anteriore e la lunga escursione della forcella, permette di addentrarsi su percorsi che con altre “misure” risulterebbero ben più impegnativi.

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Ma perché andare all’ Elefantentreffen?
Perché affrontare freddo, neve e ghiaccio in moto per 1500km in pieno inverno? Verrebbe da rispondere come quel famoso spot di qualche anno fa: “Non so perché”. Ma il perché è chiaro come il sole a chi lo fa. E’ una sfida, con se stessi, con la propria moto, per la preparazione, per riuscire a farcela, per i motociclisti che incontri nel cammino e diventano tuoi amici dopo poche parole, per i compagni con cui vai e dividi l’esperienza, per il viaggio, che ti resta dentro, quando sei a casa, e per i momenti in fossa e lo spirito che avvolge tutta la vallata.

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Dalla stradina nella foresta che porta al raduno, costellata di moto parcheggiate, all’ingresso del campo, che più che campo è una vera e propria vallata alla “Mad Max”, dove tende e moto di ogni tipo arrivano all’orizzonte.
Non ci sono comparse qui, sono tutti protagonisti, tutti memorabili, come la luce rossa che la sera sale dai mille fuochi e scioglie la neve, il suono degli scarichi che echeggia da tutti i lati, le risate provenienti dai bivacchi, il comunicare senza una lingua comune, capendosi lo stesso. E’ lo spirito dell’Elefante, delle migliaia di partecipanti che una volta all’anno arrivano da tutta Europa per “esserci”, perché all’Elefantentreffen non partecipi, all’ Elefantentreffen ci sei. E quest’anno ci siamo stati anche noi, fieri di esserci, per poi dover rispondere a chi ti chiede: “perché lo fai?”… “non so perché”, consci che qualsiasi altra risposta, a chi non lo ha mai fatto, non verrebbe capita, sarebbe inutile.

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