Triumph Street Cup: la Bonneville urbana si fa aggressiva! [PROVA SU STRADA]

La gamma si arricchisce con l’allestimento “racing” della Street Twin

Triumph Street Cup 2017 - Dalla Street Twin nasce una accattivante Café Racer, caratterizzata da colorazioni dedicate a doppia tonalità, un coprisella removibile e dettagli dedicati

Il rinnovamento della famiglia Bonnevile, avvenuto oramai un paio di anni fa, ha portato al debutto una proposta molto interessante per chi non cerchi potenza a profusione, ma che non voglia rinunciare allo stile per la propria moto. Parliamo di quella Street Twin che proprio nel 2015 avevamo testato (qui il nostro articolo).

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Da quella motocicletta, con il medesimo cuore 900 HT (High Torque) da 55 cavalli e capace di 80 Nm a poco più di 3 mila giri, nasce nel 2017 una versione ancora più accattivante e decisamente meno propensa a compromessi, almeno dal punto di vista estetico. Cede infatti al fascino del semi-manubrio con una impostazione sportiva, ma guadagna anche interessanti dettagli dedicati, come la sella con finitura con effetto Alcantara, coperta nella porzione del passeggero da una copertura removibile. Dettaglio che ribadisce ulteriormente il suo voler essere un oggetto da godersi in solitudine e che alla comodità preferisce l’apparire. Bella lo è di sicuro, anche un po’ meno comoda, ma il gusto può valere la pena della scelta. Il suo prezzo è di 10.600 euro (+1.700 rispetto alla “Twin”), mentre i consumi restano molto contenuti, come quelli della sorella dal look più tranquillo.

Estetica e finiture:

Rating: ★★★★½ 

Punta forte sull’aspetto, si vede al primo sguardo, si sente saliti in sella
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Pochi sapienti ritocchi, almeno a guardarla rapidamente, sembrano differenziarla dal modello da cui nasce. Ci riferiamo, ovviamente, alla finitura con doppia colorazione, molto accattivante, ma anche ai semi-manubri bassi, abbinati ad un mini-cupolino, che gioca sempre con il bicolor del serbatoio e di quel codino che copre parte della sella. Se poi guardiamo meglio, notiamo che l’operazione è però più complessa e che arriva a toccare numerosi altri dettagli. La sella, ad esempio, ha una finitura esclusiva, che la rende esteticamente molto simile all’Alcantara, ma più resistente all’uso ed alle intemperie. Ha una forma a “proiettile” e cuciture a contrasto, caratteristiche che le consentono di restare “bella” anche senza la accattivante copertura della parte dedicata al passeggero. Questa è forse una delle poche (dovute) concessioni alla comodità, che il suo voler apparire sportiva le consente. Non rinuncia infatti ad omologazione (come avviene per la Bobber), pedane e “abitabilità” per due, basta levare la copertura con due viti a brugola presenti nella parte inferiore. Le quote si fanno invece decisamente più sportive e meno comode di quelle della Street Twin. In primo luogo per i polsi, costretti ad un lavoro più duro per la posizione bassa (ma non bassissima) imposta dai semi-manubri. Il dettaglio particolare è che non sono tra loro separati, perché è stata adottata una soluzione “ibrida”, con la porzione centrale che si fissa alla forcella con una piastra da manubrio intero, che poi si curva alle estremità verso il basso, dove si raccorda, con delle saldature, agli attacchi dei due semi manubri.

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Soluzione che ha dalla sua la particolarità, ma a qualcuno potrebbero non piacere troppo quelle saldature a vista, nascoste solo parzialmente dalla verniciatura nero lucida. Stilosi, non poteva che essere così, i due specchietti che si fissano alle estremità dei mezzi manubri. Hanno steli forgiati e, come in altri casi, se invertiti tra di loro teoricamente possono essere montati bassi invece che alti (in questo caso finiscono molto in basso e la cosa diventa quindi alquanto sconsigliata).

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Solo i più esperti noteranno poi altre raffinatezze della “Cup”, che oltre alla strumentazione doppia, eredita dalla prestigiosa Thruxton le pedane ed il faro, con alloggiamento e staffe dalla finitura più curata (rispetto alla “Twin”). Spariscono i soffietti dagli steli forcella e nel complesso la Stret Cup ha un aspetto decisamente diverso dalla moto da cui deriva, che giustifica (almeno in gran parte) il maggior prezzo di listino, soprattutto per chi apprezzi i suoi bei dettagli. 1.700 euro non sono pochi, ma tutte le modifiche valgono decisamente di più di questa cifra. Sarebbe infatti da matti (almeno dal punto di vista economico), pensare di trasformare in autonomia una “Twin” in una “Cup”.

Motore e prestazioni:

Rating: ★★★★☆ 

Più coppia che potenza, con una erogazione ed un sound molto interessanti
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Tra i tubi del telaio trova posto il propulsore Bonneville High Torque da 900 cc, che conferma tutto quello di buono che avevamo scoperto provandolo per la prima volta sulla Street Twin. Nel leggere il dato sulla potenza qualcuno potrebbe rimanere deluso, ma i suoi 55 cavalli, sono “spalmati” davvero molto bene, dato che la curva di erogazione è particolarmente vantaggiosa. La potenza viene erogata infatti a meno di 6 mila giri (5.900 per la precisione), ma soprattutto, la coppia massima è di tutto rispetto, con ben 80 Nm che arrivano a quota 3.230 giri. Il bicilindrico parallelo è raffreddato a liquido (con il radiatore sapientemente nascosto dalla colorazione nera e da posizionamento tra i tubi del telaio, grazie alla sua forma stretta ed alta), offre la distribuzione ad 8 valvole, monoalbero e quindi SOHC (acronimo di single over head camshaf) e con manovellismo a 270°.

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Quest’ultimo è un dettaglio tecnico tutt’altro che secondario, perché è proprio quello che regala tanta fluidità di erogazione a bicilindrico frontemarcia, e che consente anche di rinunciare alla sesta marcia, senza troppi problemi. Il cambio a 5 marce è infatti ottimo in quanto a rapportatura, con la quinta che allunga a sufficienza per tenere un regime contenuto anche in autostrada e consumi contenuti, come vedremo. L’unica pecca, se proprio vogliamo, è negli innesti, meno morbidi e fluidi di quanto non ci si possa attendere da una moto con “solo” 55 cavalli. La “distanza” in termini di rapportatura tra una marcia e l’altra porta infatti ad un innesto un poco più deciso e rumoroso, ma è un dettaglio che ai più sfuggirà.

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Rispetto al passato, il rinnovato 900 offre prestazioni maggiori, con un +22% in termini di potenza nella porzione centrale della curva di erogazione ed un +18% per la coppia. Oltre a questo troviamo una elettronica raffinata, con comando del gas di tipo ride-by-wire, che consente di unire la curva di erogazione notevolmente migliorata ad un abbattimento dei consumi quantificabile in uno straordinario dato di -36%! Oltre a questo, è presente anche il controllo di trazione, che non è superfluo, come qualcuno potrebbe pensare. Ad esempio, ad elettronica esclusa la generosa coppia consente di lasciare delle belle virgole nere sul pavè delle strade del centro di Milano, anche sull’asciutto, quindi ben venga “l’aiutino”, sia per i meno esperti, ma anche per evitare inutili rischi quando non si vuole fare i “teppisti”.

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La Street Cup è poi caratterizzata da alcune modifiche, più estetiche che tecniche, che vedono i nuovi doppi silenziatori con forma “a megafono”, che sono più compatti ed anche più leggeri, oltre che essere finiti con una verniciatura Satin Black, abbinata ai coperchi in acciaio inossidabile. Non solo estetica, perché questa modifica si traduce anche in un bel sound, inaspettatamente cupo e profondo. Un tocco di sportività anche per l’udito, oltre che per gli occhi dei suoi estimatori ed acquirenti.

Guida e maneggevolezza:

Rating: ★★★★☆ 

Più sportiva, non solo nel look
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Lo si evince guardandola, c’è poi la conferma una volta seduti in sella: la posizione è ovviamente più caricata sull’avantreno, non solo per la presenza dei semi – manubri e per le diverse pedane, ma anche perché si è intervenuti sulle quote della ciclistica, chiudendo l’angolazione del cannotto di sterzo e conseguentemente riducendo l’avancorsa. Ci si trova quindi a guidare una moto che avrà si una posizione di guida un po’ più sacrificata nella guida cittadina, senza però diventare per questo estrema, ma che nella gita fuori porta regala delle soddisfazioni in più, con un piacere di guida incrementato dalla ciclistica più votata ai cambi di direzione ad andatura brillante. Le ruote sono da 18” all’anteriore e 17 dietro, con pneumatici rispettivamente da 100/90 e 150/70. Davanti troviamo una forcella KYB da 41 mm, la cui escursione è di 120 mm, mentre al posteriore il classico doppio ammortizzatore, sempre KYB e con precarico regolabile.

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Anche in questo caso l’escursione della ruota è di 120 mm. Per il comparto freni invece la “Cup” si affida ad un grosso disco singolo, flottante da 310 mm, morso da una pinza (anch’essa flottante), marchiata Nissin e dotata di doppio pistoncino, come quella posteriore, che però lavora su un disco più ridotto, da 255 mm. Ottimo il funzionamento dell’ABS. Il cuore della ciclistica è invece il telaio a doppia culla, in acciaio tubolare, mentre il peso a secco raggiunge i 200 Kg tondi tondi. Nella guida cittadina, se da un lato i polsi lavorano di più, per la posizione bassa e l’impostazione sportiva, la sella, posta ad appena 780 mm da terra, rende l’esperienza facile e gradevole anche a piloti di statura ridotta o dalla poca esperienza, che potranno godersi un comodo appoggio dei piedi a terra all’occorrenza. Il basso baricentro e la ciclistica equilibrata fanno il resto, con la gradevole sensazione di avere sempre tutto pienamente sotto controllo.

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Agile e precisa, più della Street Twin grazie alle modifiche, la “Bonneville Urban Sport” è una moto facile da guidare, ma in grado di soddisfare oltre le aspettative anche i più esigenti. Il motore sorprende infatti, con una potenza “percepita” nettamente più elevata del valore reale, che si gestisce con gusto grazie al comando elettronico e che, in abbinata alla ottima ciclistica, consente di divertirsi al meglio quando il contesto lo permetta. L’assenza quasi totale delle vibrazioni e l’efficacia della posizione di guida, in questo caso, rendono l’esperienza decisamente positiva.

Prezzo e consumi:

Rating: ★★★★☆ 

In doppia cifra, ma che stile!
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Come anticipato in precedenza, il listino della Street Cup è di 10.600 euro, 1.700 in più rispetto alla “Twin” da cui parte come base. Non pochi per una moto da “soli” 55 cavalli, potrebbe obiettare qualcuno, ma il 900 HT è tutt’altro che pigro e privo di emozioni, riesce invece a regalare un piacere di guida quasi inatteso e poi, soprattutto, la “Cup” ha una quantità di dettagli dedicati e di chicche rispetto alla sorella, tali da giustificare la differenza dei prezzi di listino. Se lo stile per voi conta, ne apprezzerete certamente le sue caratteristiche, tra le quali spicca anche la doppia colorazione, con questo bellissimo abbinamento Racing Yellow / Silver Ice, in alternativa si può scegliere con il Jet Black al posto del giallo, sempre con contrasto sul grigio argento.

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Quanto alla dotazione, va segnalata la presenza di una comoda presa USB sotto alla sella, mentre tra gli accessori la lista di quelli opzionali ne prevede oltre 120! Nata per la customizzazione, come spesso accade per le moto di Hinckley, con la possibilità di regalarle un carattere diverso e più simile al proprio gusto personale, se lo si desidera. Non manca nemmeno il Kit di depotenziamento per patente A2, da cui ovviamente si può “tornare indietro”, riportando con un semplice aggiornamento (anche burocratico), la Street Cup a potenza piena, una volta conclusa la limitazione di legge.

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La “Bonneville Urban Sport” dalla sua è poi in grado di garantire dei consumi davvero irrisori. Se il dato del consumo di carburante dichiarato è di 3,7 l/100 Km, nell’uso quotidiano, anche godendosi il sound e spalancando spesso il gas, i 25 con un litro sono la regola, con punte anche oltre al valore dichiarato dal costruttore, se si passa invece ad uno stile di guida più rilassato. Tutto questo porta anche ad una autonomia di tutto rispetto, con il serbatoio da 12 litri che regala una percorrenza da benzinaio a benzinaio superiore ai 300 Km.

PRO E CONTRO
Ci piace:
Stile, cura per il dettaglio e look molto accattivante, sound motore, consumi irrisori
Non ci piace:
Prezzo non proprio contenuto, posizione un po’ sacrificata con i semi-manubri, solo 5 marce

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Triumph Street Cup: la Pagella di Motorionline

Motore:★★★★☆ 
Maneggevolezza:★★★★½ 
Cambio e trasmissione:★★★★☆ 
Frenata:★★★★☆ 
Sospensioni:★★★★☆ 
Guida:★★★★☆ 
Comfort pilota:★★★★☆ 
Comfort passeggero:★★★★☆ 
Dotazione:★★★★☆ 
Qualità/Prezzo:★★★★☆ 
Linea:★★★★½ 
Consumi:★★★★★ 

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Abbigliamento del tester:

Guanti: Dainese Carbon D1 Short

Giacca: Dainese Bryan Leather Jacket

Pantaloni: Dainese Bonneville Regular

Scarpe: Dainese Street Rocker D-WP

Casco: LS2 BOBBER RUSTY BLACK

Maschera: ALZELA the Goggle

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