Suzuki Address 110, obiettivo risparmio, ma senza imporre grosse rinunce [PROVA SU STRADA]

Prezzo accattivante, consumi irrisori, qualità e prestazioni sorprendenti

Suzuki Address 110, obiettivo risparmio, ma senza imporre grosse rinunce [PROVA SU STRADA]Suzuki Address 110, obiettivo risparmio, ma senza imporre grosse rinunce [PROVA SU STRADA]

Suzuki Address 110 – Lo conoscevamo già, perché in occasione dell’Economy Run faceva parte dello schieramento di 4 mezzi, due scooter e due moto, che Suzuki ci ha messo a disposizione per la “gara a chi consuma meno”. Già in quella occasione l’Address ci aveva saputo convincere, sia per la qualità del prodotto, che rapportata al suo listino non è assolutamente malvagia, che per i consumi, attestati a fine test in zona 80 Km/l. Nella nostra prova su strada ci ha ulteriormente stupito, soprattutto per due aspetti. Il primo è ancora legato all’efficienza del suo propulsore. All’Economy Run con il Burgman 200 eravamo riusciti ad andare oltre, raggiungendo quasi i 90 Km/l, ma il motivo di questa differenza è essenzialmente legato a percorsi diversi, stante l’impossibilità di accedere alle strade extraurbane a scorrimento veloce per le cilindrate inferiori ai 125 cc. A parità di percorso probabilmente l’Address 110 si sarebbe avvicinato alla tripla cifra. Un dato incredibile, ma lo è ancor di più quello da noi rilevato durante la prova su strada: nemmeno al limite, con gas perennemente spalancato, siamo riusciti a scendere di molto al di sotto i 40 chilometri con un litro di carburante! L’altra sorpresa riguarda invece le prestazioni. In una gara sui consumi non avevamo infatti avuto la possibilità di testare questo aspetto, dovendo gestire con molta delicatezza la manetta del gas. Quando si spreme il piccolo propulsore il risultato è di molto superiore alle aspettative, con prestazioni addirittura più brillanti di molti 125. Merito di una buona leggerezza ed anche di una trasmissione ottimamente tarata. Insomma, una promozione a pieni voti, soprattutto per uno scooter che si posiziona ben al di sotto della soglia dei 2.000 euro.

Estetica e finiture:

Rating: ★★★½☆ 

Semplice, ma ben realizzato
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Gli obiettivi principali dell’Address 110 sono il contenimento dei costi, la praticità e le dimensioni contenute. Siamo di fronte ad un prodotto che si compra soprattutto per il prezzo contenuto, è piuttosto evidente guardando il listino. Dal vivo invece stupisce vedere che sono ben pochi i dettagli che facciano trasparire l’attenzione all’economia nella sua realizzazione. A parte una strumentazione essenziale ed il freno a tamburo posteriore, nulla dimostra in modo marcato che si tratti di un modello entry level. Di contro la qualità generale resta più che buona. La linea è semplice, ma non rinuncia a qualche vezzo di sportività. Il frontale infatti è disegnato da linee tese e nervature intorno ai due elementi che inglobano luci diurne e di direzione, mentre il faro principale è sul manubrio. I designer Suzuki hanno saputo giocare con i colori, con le plastiche nere non verniciate che producono un bel contrasto con quelle in tinta, mentre frontalmente lo “scudo” centrale è di un grigio più scuro del resto della carenatura e nella parte bassa, vicino alla sua punta, è collocato il logo Suzuki. Neri sono anche i cerchi ed i gambali della forcella. Ad osservarlo nei dettagli si notano più gli aspetti positivi che quelli negativi. Ci riferiamo all’ottima qualità della verniciatura ed agli accoppiamenti sostanzialmente impeccabili delle plastiche, oltre che alla presenza di due comodi vani con apertura verso l’alto sul retro scudo, davanti alle gambe. Oltre al bauletto opzionale, il vano sottosella ospita comodamente un casco “vero”, con quasi 21 litri di capacità. I dettagli “cheap” ci sono, ma nel complesso non stonano, ci riferiamo, tanto per fare qualche esempio, agli specchietti, alle pedane per il passeggero, pratiche anche se non curatissime dal punto di vista estetico. Si tratta di particolari che sono un occhio esperto ed una osservazione accurata possono scopre, perché lo ripetiamo, la percezione della qualità generale va ben ben oltre le attese.

Motore e prestazioni:

Rating: ★★★½☆ 

Il 113 cc oltre che efficiente, stupisce per lo spunto
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Già sulla carta ha un discreto vantaggio sulla concorrenza, con i suoi 9 cavalli, contro i 7,2 (-20% non è differenza da poco) di Yamaha D’elight e 8,4 di Honda Vision. A leggere le cifre nel dettaglio, vediamo poi che il regime di potenza massima è di 8.000 giri, soli 6.000 per la coppia di 8,6 Nm. Numeri che, tradotti in prestazioni, grazie anche ad un peso particolarmente contenuto e ad una trasmissione ben tarata, portano l’Address 110 ad ottenere uno spunto da fermo molto buono, in questo riesce anche a far meglio di molti 125, ed una velocità massima indicata di oltre 100 Km/h. Il propulsore monocilindrico è raffreddato ad aria, ma ci è parso non soffrire per nulla un utilizzo intensivo, mantenendo inalterate le prestazioni anche a caldo. L’attenzione all’efficienza non penalizza affatto le prestazioni quindi, anche perché la tecnologia Suzuki è davvero al top. Pur essendo di fronte ad uno scooter entry level troviamo infatti chicche tecnologiche che gli conferiscono un innegabile vantaggio rispetto alla concorrenza. Un sistema di iniezione moderno e preciso che ottimizza la miscela aria benzina rispetto ai dati rilavati dai sensori, unito a materiali e scelte tecniche per i componenti del propulsore indirizzati alla drastica riduzione degli attriti interni, perseguita con la riduzione del peso e con l’ottimizzazione delle resistenze di scorrimento delle parti in movimento. Sembra quasi incredibile parlando di un piccolo 110, ma gran parte delle tecnologie sono direttamente mutuate dalle moto sportive ed addirittura dall’esperienza nella MotoGp. Oltre a questi aspetti tecnici legati al propulsore, anche la trasmissione è un elemento fondamentale per le prestazioni ed i consumi. L’Address 110 riesce infatti ad avere una accelerazione sopra la media anche grazie ad una trasmissione che ottimizza sia lo stacco della frizione centrifuga che il funzionamento del variatore, in modo da sfruttare al meglio la potenza a disposizione. Interessante però anche il suo funzionamento in rilascio, con un freno motore molto poco accentuato, che evita perdite di velocità inutili con la successiva esigenza di riprendere dal basso.

Guida e maneggevolezza:

Rating: ★★★★½ 

Comodo e pratico, maneggevolezza al top, ma buona stabilità anche alla velocità massima
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Avendo in redazione oltre all’Address 110 un paio di moto piuttosto interessanti, lo abbiamo comunque preferito per gli spostamenti cittadini ed a medio raggio. Merito di una praticità da lode, il bauletto in questo gli ha dato qualche punto in più, ma anche di un buon piacere di guida. Non soffre nemmeno qualche lungo rettilineo affrontato a velocità massima, come quelli che ci hanno portato in Fiera per i giorni di Eicma 2015, a cui ci siamo recati sempre rigorosamente con il piccolo scooter Suzuki, stivando il materiale nel bauletto e con il cavalletto per la videocamera appeso al pratico gancio davanti alle gambe. Nel traffico è quasi perfetto, grazie al peso contenuto in soli 97 Kg ed un’altezza da terra quasi record: sono solo 75,5 i centimetri che separano la sella dall’asfalto. A completare il quadro il compatto interasse (appena 1.260 millimetri) e le due ruote da 14”. L’Address 110 è un giocattolo, ideale per tutti e che ci riporta alla memoria i comodissimi 50ini, perfetti per muoversi in città, ma oramai praticamente spariti dal mercato, uccisi dai costi per RC e burocrazie varie praticamente allineati, se non addirittura superiori, ai “targati” (come si chiamavano un tempo), di cilindrata superiore. L’Address 110, come i fratelli maggiori della famiglia Burgman, che ricordiamo essere declinata in 3 modelli e 4 cilindrate (125-200, 400 e 650), è votato al comfort, con una posizione in sella bassa e comoda, un’ampia pedana ed una posizione di guida ottima sia per chi è molto alto che per chi invece non arriva al metro e settanta. L’unico vero difetto riguarda il comparto freni, che è senza dubbio l’aspetto a soffrire maggiormente del contenimento dei costi, dovendo rinunciare ovviamente all’ABS (non disponibile nemmeno a pagamento) ed al disco posteriore, sostituito da un classico tamburo, che tende ad essere più spugnoso alla leva, oltre che a tendere maggiormente al bloccaggio. La frenata non è comunque da bocciare, vuoi perché il disco anteriore fa egregiamente il suo lavoro, vuoi per il peso piuma, che aiuta non poco. Una nota positiva riguarda la presenza del comodo “freno a mano”, cioè una levetta che blocca la leva del freno posteriore, mentre una piccola nota negativa la facciamo alla chiave, che è molto lunga e che per chi è oltre il metro e ottanta porta al pericolo di prenderla a ginocchiate quando ci si muove in sella senza farci attenzione.

Prezzo e consumi:

Rating: ★★★★★ 

Listino contenuto senza però rinunciare alla qualità, consumi da record
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Il listino prevede per l’Address 110 un prezzo di 1.899 euro, 100 in più per averlo completo di bauletto da 30 litri, come in queste nella nostra prova. Ci sono poi un buon numero di accessori interessanti, tra cui citiamo un rivestimento morbido per il vano sottosella, in modo da preservarne il contenuto; un piccolo parabrezza abbinabile ai paramani, oltre agli adesivi per cerchi e carene, per dare un tocco di sportività al piccolo scooter. Anche se ufficialmente è disponibile al pubblico in due sole colorazioni (bianco o grigio), ricordiamo che l’Address 110 è utilizzato ai paddock della MotoGp dalla squadra ufficiale, in colorazione analoga a quella della GSX-RR, come per l’esemplare che era esposto allo stand Suzuki ad Eicma. Chissà che chiedendolo non si possa avere anche così. Ricordiamo infine che oltre ai 2 anni di legge, è possibile estendere a garanzia, con due formule: 1 anno in più (2+1), per un totale di 36 mesi con 140 euro, 2 anni (2+2), 48 mesi totali con 200 euro. Da lode i consumi, lo abbiamo già detto, ma è quasi commovente fare il pieno (dalla riserva) con 5 euro. Calcolatrice alla mano (il quadro strumenti è ovviamente privo di un computerino) il consumo rilevato nel nostro test, con una guida che più al limite di così non si può (gas spalancato o freni tirati, sempre) è stato di quasi 40 chilometri con un litro. Con una guida appena più “normale” i 50 del dato dichiarato (per la precisione 2,04 L/100 Km nel ciclo WMTC) si raggiungono senza grosso impegno. Ricordiamo che il serbatoio ha una capacità totale di 5,2 litri, l’autonomia è quindi ampiamente oltre ai 200 Km.

PRO E CONTRO
Ci piace:
Consumi eccezionalmente contenuti, ottimo rapporto qualità prezzo e prestazioni brillanti
Non ci piace:
Freno a tamburo posteriore e ABS non disponibile nemmeno come optional

Suzuki Address 110: la Pagella di Motorionline

Motore:★★★½☆ 
Maneggevolezza:★★★★½ 
Cambio e trasmissione:★★★★☆ 
Frenata:★★★½☆ 
Sospensioni:★★★★☆ 
Guida:★★★★☆ 
Comfort pilota:★★★★☆ 
Comfort passeggero:★★★★☆ 
Dotazione:★★★½☆ 
Qualità/Prezzo:★★★★★ 
Linea:★★★½☆ 
Consumi:★★★★★ 

Abbigliamento del test:
Giacca: Spidi Street Tex jacket
Guanti: Spidi Jab RR
Scarpa: Stylmartin Sunset
Casco: Scorpion EXO-220

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