Polaris Slingshot, tre ruote divertenti più di due! [VIDEO PRIMO CONTATTO]

Unica nel suo genere offre un’esperienza altrettanto unica

Polaris Slingshot – Concettualmente sviluppa quanto ogni patito della trazione posteriore su un’auto ha sempre immaginato. Lo Slingshot però non è un’auto, perché adotta soluzioni di tipo motociclistico, come il forcellone posteriore o la cinghia di trasmissione finale rinforzata in carbonio, oltre a farsi guidare con il casco ed a regalare sensazioni di guida a tratti vicini a quelle di una due ruote, più che di una quattro.

Il concetto delle tre ruote con la singola dietro è semplice, l’importante è avere direzionalità, poi per il sovrasterzo c’è sempre spazio per l’inventiva ed il divertimento. Lo Slingshot con un avantreno ben piantato ed una unica gomma che scarica tutta la potenza, dimostra che la cosa funziona ed anche abbastanza bene, perché senza togliere i controlli è stabile e con una ottima tenuta di strada, ma se ci si vuole divertire c’è spazio per farlo egregiamente.

Cos’è?
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Lo guardi frontalmente da lontano e sembra un’auto sportiva, ti avvicini e scopri che da metà in poi manca qualcosa, perché dietro troviamo un mix di una moto e di una vettura, o comunque di qualcosa di stampo automobilistico. Non è solo una questione di numeri, ma anche di struttura. L’unica ruota è infatti mossa da una trasmissione finale a cinghia, rinforzata in carbonio e tipica delle custom americane e non, con un forcellone monobraccio anch’esso motociclistico, ma cerchio e gomma sono da auto, proprio perché lo Slingshot non “piega”.

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Monta una 255/35 ZR20 che, se chi guida non contiene troppo la sua esuberanza, è soggetta ad una sostituzione piuttosto frequente. Ci si diverte con poco, visto che essendo una sola si spendono circa 200-250 euro per rimpiazzarla, anche optando per prodotti premium. Lo Slingshot ha tre ruote e si guida con il casco, nulla di nuovo per noi, visto che abbiamo guidato Piaggio MP3 ed altri suoi concorrenti con due ruote davanti, ma anche il Trike Harley Davidson con due ruote dietro ed una davanti. Tutti prodotti che rendono più sicuro o più fruibile un veicolo concepito per piegare come una moto, ma qui siamo di fronte a qualcosa di molto diverso e praticamente unico nel panorama auto e motociclistico.

Ha un marchio tutto suo, ma è un Polaris
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Lo Slingshot nasce un paio di anni fa sotto il marchio Polaris, però è di fatto un brand a se stante,forse anche per la sua unicità. Non troviamo infatti il logo del colosso USA, sostituito dal quello triangolare del bizzarro tre ruote. Per chi non la conoscesse, Polaris è una Casa americana famosa soprattutto per Quad (o ATV) e motoslitte, ma produce anche i quadricicli side by side (o UTV) della famiglia Razor, oltre ad essere proprietaria di due Brand motociclistici, Victory ed Indian, la Casa americana più longeva della storia, con i suoi 115 anni. Le moto sono forse la cosa più “normale” per la cultura europea, mentre il resto della produzione del gruppo è più di nicchia e specialistico, anche se comunque diffuso in alcune zone. Con Slingshot ci si spinge nella direzione diametralmente opposta alla normalità. Ad esempio, è difficile perfino classificarlo, visto che unisce peculiarità di una moto ad altre di un’auto, il tutto finalizzato essenzialmente ad un unico scopo: divertire. Ha due posti paralleli ed una impostazione simile ad una vettura stile inglese, spartana ed essenziale, senza alcuna copertura in caso di pioggia (per questo è tutto waterproof). Passando ai dati concreti, ha poi un rapporto peso / potenza da urlo. Parliamo un telaio a tralicci in acciaio, con un peso di poco più di 750 Kg, con un propulsore da oltre 170 cavalli e una coppia di 227 Nm, il tutto scaricato sull’unica gomma posteriore. Ci sono le premesse per un gran divertimento insomma.

Auto o moto?
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Si guida come un’auto, ma regala sensazione da moto. Ha un volante ed un cambio 5 marce di tipo automobilistico, una cinghia di trasmissione finale rinforzata in carbonio, che invece sembra proprio quella di una moto. Il motore è un aspirato 2.4 litri Ecotec di provenienza GM. Non manca nemmeno il freno a mano, sempre in stile automobilistico. Come tutti gli aspirati sportivi, il bello viene nella seconda parte del contagiri, con la coppia massima a 4.700 giri, la potenza a 6.400 ed il limitatore a 7.200. Se non bastasse pare che sia in fase di lancio una versione sovralimentata, che per ora non arriverà in Europa, anche se solletica molto le nostre fantasie. Alla guida, fin dal primo istante, è evidente come davanti lo Slingshot sia molto ben piazzato, con i suoi quasi 2 metri di larghezza ed il peso del motore che carica le due gomme montate su cerchi da 18″. E’ lungo circa 3,8 metri e più che per prestazioni pure, sorprende per una impostazione davvero particolare. Non che vada piano, visto che lo 0-100 viene bruciato in meno di 5 secondi e la velocità massima è di oltre 200 Km/h.

Come va
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Salire a bordo è complesso, ma nemmeno troppo. Lateralmente infatti non ci sono portiere e l’apertura è ampia. Si è protetti dai tubi del telaio, con il brancardo formato da due tubi inclinati tra loro, mentre nella zona posteriore si è avvolti da una struttura che si allunga quasi ad abbracciare i due posti. In alto non mancano due robusti roll bar, mentre la carrozzeria è in plastica, leggera e resistente agli urti. I sedili sono realizzati per resistere all’acqua e non sono esattamente morbidissimi, ma nemmeno troppo scomodi. Il telaio sembra quello di un kart o di qualcosa che gli assomigli, in tubolari di acciaio, essenziale, leggero ed al contempo rigido.

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Davanti, la barra antirollio completa le sospensioni di tipo a doppio quadrilatero, mentre dietro troviamo un forcellone in alluminio di stampo motociclistico, con un monoammortizzatore. Il vano motore si apre con la porzione anteriore del mezzo che si inclina per intero in avanti, mentre lo scarico, se lo state cercando nelle foto, è cortissimo e termina proprio sotto al motore stesso, anche per regalargli un sound interessante. Non manca nemmeno un servosterzo elettrico, a testimonianza della vocazione estrema, ma non così tanto come si potrebbe pensare. Una volta seduti ci si allaccia la cintura, una classica tre punti, montata però al contrario, vista l’assenza del montante esterno a cui poter fissare il punto alto.

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Essenziale e ben realizzato, tutto mostra in moto evidente il dover essere resistente all’acqua ed alle intemperie, quindi niente materiali morbidi, men che meno tessuto. La posizione è molto bassa, come serve per guidare in modo sportivo, mentre davanti si è protetti da un parabrezza molto basso, che non fa rimpiangere di avere messo un casco in testa quando si alzano le velocità. Per accendere si gira la chiave e si preme il tasto al centro della console, sotto allo schermo LCD. Nel nostro test abbiamo provato a guidare lo Slingshot per il primo tratto con i controlli inseriti, restando sorpresi dalla tenuta di strada. La ruota posteriore non perde mai aderenza e si guida in modo molto similare ad un mezzo con quattro e non tre ruote. Certo, fa strano avere il cielo sopra la testa che indossa un casco e non possiamo ovviamente parlare di comfort o di insonorizzazione, però la sensazione è che si possa sopportare un trasferimento di media distanza senza rompersi la schiena o farsi venire il mal di testa.

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Il gioco però, se non fosse ancora chiaro, diventa interessante quando si tiene premuto il tasto davanti alla leva del cambio, disattivando il controllo di trazione. A questo punto dietro si è in balia del piede destro e della volontà di farlo scivolare a piacimento sfogando i cavalli a disposizione, mentre il controllo è facile grazie all’avantreno piantato a terra, su cui insiste gran parte del peso dello Slingshot, visto che il motore è proprio sopra all’asse anteriore. Si gioca quindi in piena sicurezza e senza dover essere un fenomeno del volante, lo dimostrano le nostre scorribande in un parcheggio sterrato ed addirittura sulla viscida erba di un prato. Le cose diventano ancor più facili quando si è sull’asfalto e con un grip decisamente più elevato. Purtroppo il tempo per questo nostro test non era moltissimo e non abbiamo avuto la possibilità di mostrarvi in video il comportamento su asfalto, ma potete fidarvi di noi: lo Slingshot è tanto strano a vedersi, quanto divertente da guidare. Anteriormente la carrozzeria forma addirittura un’ala, che dovrebbe stabilizzare l’anteriore alle alte andature, ma per questo dovremmo portare lo Slingshot in pista per darvi le nostre impressioni, chissà, magari ce ne sarà occasione prossimamente!

Conclusioni e prezzo
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Di avversari diretti non ne esistono, perché Can-Am produce lo Spyder, che però ha sella e manubrio (interpretando quindi il concetto in modo più motociclistico), mentre la Morgan 3 Wheeler, forse la cosa più simile che si possa trovare sul mercato, deriva da un progetto di oltre un secolo fa, con tutte le differenze che questo porta con se. Non ci troviamo invece d’accordo con chi paragoni lo Slingshot con veicoli altrettanto estremi che abbiano però quattro ruote, come KTM X-Bow o le varie Caterham Super 7 e simili. Tutte quante sono nate molto più in chiave track day e sviluppate in quel senso, mentre lo Slingshot è un “giochino” da giretto adrenalinico sul lago o su una bella strada tortuosa, non mancano nemmeno due gavoni dietro ai sedili, per alloggiare i caschi e qualche piccolo effetto personale durante le soste.

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Il divertimento e la carica di adrenalina si pagano 32.000 euro circa, per la versione SL più ricca, unica ad essere importata dalle nostre parti. Rispetto al modello base è datato di differenti cerchi e di un sistema infotainment. Di serie non mancano poi ABS, ESP e controllo di trazione, questi ultimi due ovviamente escludibili, per la gioia dei più spavaldi. Il casco non è obbligatorio in Europa, anche se la norma italiana non è troppo chiara su questo aspetto (come spesso avviene per questo genere di veicoli a metà tra moto ed auto per il legislatore). Poco male, perché un casco (magari di tipo aperto quando le temperature sono alte), è utile per avere una valida protezione dall’aria, visto che il piccolo parabrezza ad andature elevate non è che faccia molto.

EGIMOTORS di Desio, importatore Polaris per l’Italia, consente di prenotare on line un test, se siete in zona e volete valutare un acquisto folle, ma nemmeno così tanto, pensateci!
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Casco: Shark Vancore

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