Moto Guzzi V7 III: sette versioni, diverse caratterizzazioni [FOTO]

La variegata evoluzione di un'icona

Particolari, impostazione, immagine differente e un carattere consistente sono aspetti nevralgici delle varianti di Moto Guzzi V7 III

Moto Guzzi V7 III costituisce il terzo capitolo di una storia iniziata oltre 50 anni fa a Mandello del Lario. Un progetto interessante, importante per il marchio, dato che risulta tra gli esemplari più venduti. Un modello rinnovato nell’essenza, ma rispettando una storica tradizione.

Un percorso iniziato negli anni ’60

Sebbene si parli di moto, originariamente il progetto V7 era legato a un’auto, in un periodo di forte vitalità per il Paese nel corso degli anni ’60. L’automobile era tra gli oggetti più desiderati e la crescita esponenziale di questo mercato interessò anche Moto Guzzi, in particolare il progettista Giulio Cesare Carcano che ideò un bicilindrico a V di 90° raffreddato ad aria, studiato per una variante più sportiva della nota Fiat 500. Un cuore capace di proiettarla a quasi 140 km/h. Velocità interessante per il periodo. Nonostante l’interesse, lo sforzo produttivo richiesto a Mandello del Lario era superiore alle possibilità. L’ingegnere, comunque, continuò a lavorare su questo propulsore, incrementando la cilindrata a 754 cc e prospettandolo su un avveniristico veicolo a tre ruote motrici “3X3”, pensato per le truppe alpine. Nello stesso periodo fu indetto un concorso ministeriale per la fornitura di moto alla Polizia Stradale. Una sfida ardua alla luce del criterio selettivo: una percorrenza di 100.000 km, contenendo al massimo i costi di manutenzione. Si arrivò così alla Moto Guzzi V7, che suscitò attenzione anche al di fuori dell’Italia. I test della prima V7 700 partirono nel 1964. L’unità ammontava a 703.3 cc, fornendo 40 cavalli da rapportare a 230 kg di peso. Quindi nel 1966 iniziò la produzione di serie, un esemplare era accessibile a livello nazionale a 725.000 lire di allora. Una cifra adeguata. Successivamente intervenne il progettista Lino Tonti, altro ingegnere esperto, che aumentò ulteriormente la cilindrata e di conseguenza crebbe la potenza a 45 cavalli sulla versione V7 Special del 1969. Seguirono altre varianti pensate inizialmente per il mercato statunitense e la grintosa V7 Sport. Esemplare dotato di unità bi-cilindrica da 748.3 cc, oltre 52 cavalli di potenza, tradotti in 200 km/h considerando una trasmissione a 5 marce e un peso contenuto a 200 kg. Più avanti prestigiosi risultati sportivi e la generazione V7 850 arricchiscono un capitolo importante nella grande storia di Mandello del Lario.

Sette versioni

Annoverando vari accessori, un sistema di connettività permessa dalla soluzione Moto Guzzi MIA, sistemi che accentuano la sicurezza come un impianto di frenata ABS e un Moto Guzzi Controllo Trazione (MGCT) regolabile e disinseribile; il panorama di V7 III risulta variegato e caratterizzante. Cuore del progetto resta il twin trasversale Moto Guzzi, diretta evoluzione del progetto pensato nel lontano 1967. Un motore Euro 4 con basamento in alluminio e affinato tramite diversi interventi su controllo di aspirazioni ed altre componenti, come segnalato. L’unità propone 52 cavalli di potenza massima a 6.200 giri/minuto e una coppia pari a 60 Nm a 4.900 giri/minuto. La curva di erogazione risulta piatta. Proposta anche una versione depotenziata per possessori di patente A2. Il motore è abbinato a una trasmissione a sei rapporti (prima e sesta allungate per una diversa rapportatura, come indicato). Presente una frizione monodisco a secco con un diametro di 170 mm.
Caratterizzanti anche gli interventi sulla zona parte frontale, considerando la diversa geometria dello sterzo, così come un’attenzione mirata su saldature e dettagli. Davanti è presente una forcella telescopica idraulica da 40 mm, con un’escursione da 130 mm. Dietro figura una sistema di sospensivo composto da due ammortizzatori Kayaba regolabili nel precario molla ed esclusione da 93 mm (Öhlins regolabili per la Racer, come segnalato). La triangolazione tra sella-manubrio-pedane appare ottimizzata, valutando anche una contenuta altezza della sella stessa a 770 mm da terra.
Come accennato sono sette le varianti di V7 III, iniziando alle rappresentative Stone, Special e Racer, seguiti dalle speciali Rough, Milano e Carbon, ognuna con parti specifiche che ne offrono un’immagine distinguibile e ricercata. Quindi la più recente versione “Night Pack” del modello Stone con gruppi ottici full LED e nuovi particolari dedicati.
Poi tramite gli accessori, considerando le oltre 80 parti proposte e ulteriori potenziali novità, si può dare forma a modelli altamente personalizzati. La proposta V7 III di Moto Guzzi, secondo quanto indicato sul portale dedicato, parte da 8.090 euro (prezzo consigliato franco concessionario IVA inclusa) per un esemplare di V7 III Stone. Le cifre variano in base alla versione.

Foto: Moto Guzzi

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