Kawasaki Vulcan S, facile e di personalità [PROVA SU STRADA]

La urban cruiser è perfetta per tutti, anche come prima moto

Kawasaki Vulcan S Special Edition – Ha debuttato lo scorso anno andando a completare una gamma di custom nata oltre 30 anni fa, che si declina oggi in ben sei modelli e tre cilindrate. Sono le Vulcan, come le chiamano negli States, o VN per il mercato interno giapponese più amante delle sigle. La “S” affianca le 900 (Classic e Custom) e le grosse 1.700 (Classic, Nomad e Voyager). La Vulcan S però rappresenta un approccio al concetto custom diverso da quanto visto fino ad ora. La “S” va a rimarcarlo, mentre in Kawasaki la definiscono una urban cruiser. Oltretutto è anche l’unica Vulcan con un bicilindrico in linea, rinunciando a quello che è un elemento tra i più tradizionali per le custom: l’architettura a “V”. Siamo di fronte ad un concetto nuovo insomma, in linea con le esigenze di mercato che vedono risalire le quote delle moto, che rosicchiano qualcosa a quelle degli scooter. La Vulcan S non si nasconde e rappresenta quindi una proposta perfetta per rimpiazzare lo scooter nell’uso cittadino, con il piacere di potersi concedere un bel giro fuori porta in una bella giornata di sole.

Estetica e finiture:

Rating: ★★★★☆ 

Un azzardo ben riuscito
Kawasaki_Vulcan_S_Pss_2016_estetica

La Vulcan S è difficilmente inquadrabile, il nome richiama le custom di Akashi, ma ha quantomeno uno stile molto personale e moderno. Ci sono elementi come il passo lungo e la sella bassa, però qui sono abbinati ad altri che potrebbero apparire fuori contesto, come i cerchi in lega o il “piccolo” propulsore due in linea. Qui però si è lavorato sull’estetica per renderlo più consono al “palcoscenico” della Vulcan S. Le porzioni laterali dei cilindri hanno una lavorazione a contrasto chiaro/scuro come quelle dei più classici motori raffreddati ad aria. Tutto mischia sostanzialmente tre tipi di finiture estetiche, con nero lucido, nero opaco e alcuni elementi color metallo, come i coperchi laterali che proteggono il radiatore ed altri inserti nel telaio e nel propulsore. Il bel gruppo ottico anteriore è forse l’elemento più particolare e dal design unico, ricorda vagamente altre moto, ma è decisamente diverso da tutti gli altri che possano venire in mente. Qui è abbinato ad un cupolino optional, dotato di un ingegnoso sistema di smontaggio rapido con una chiave di sicurezza. Anche il radiatore è elemento poco legato alla tradizione di moto di questo tipo, però ormai piuttosto sdoganato dalle esigenze pratiche e dall’avanzamento tecnologico (anche Harley ha ceduto con motori in parte raffreddati a liquido). Altro elemento tutto suo è quel telaio perimetrale, abbinato ad un monoammortizzatore posizionato in modo asimmetrico, in bella vista sul lato destro, sotto la sella. Lo scarico è sotto al motore ed anche il terminale resta basso, con il due-in-uno che si sposta sempre sul medesimo lato destro, sotto al forcellone posteriore. L’esemplare in prova è poi arricchito dalle peculiarità della Special Edition, con doppia colorazione e baffo verde per il serbatoio, oltre che strisce adesive sui lati dei cerchi. Era presente anche l’indicatore di marcia opzionale, utile, ma non bellissimo dal punto di vista estetico, perché davvero poco integrato con il resto della strumentazione. Strumentazione che è piuttosto moderna, visto che la porzione superiore con un contagiri analogico è accostata ad un display digitale piuttosto ampio, che racchiude tutte le altre informazioni, dal contachilometri al tachimetro, ma anche orologio ed indicazione del livello del carburante.

Motore e prestazioni:

Rating: ★★★★☆ 

La rinuncia ad un tradizionale “V” le regala 61 cavalli ben distribuiti
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Modernità e prestazioni contro tradizione. Potenza e coppia quanto e dove servono, contro il fascino del propulsore a “V”. In Casa Kawasaki ha prevalso la razionalità, proprio perché la Vulcan S si propone ad un pubblico che ami le belle moto, che ne apprezzi anche il look ed il carattere, ma comunque molto attento alla praticità ed all’uso quotidiano di una moto, magari scelta in sostituzione di un noioso scooter. Il 649 cc è infatti quello già usato su Versys 650 ed ER-6n / f, si tratta di un bicilindrico in linea frontemarcia, rivisto per l’occasione per fare al meglio quello che gli si chiede nel contesto di una moto come questa. La potenza è ora di 61 CV a 7.500 giri (contro i circa 70 che eroga a 8.500 giri sugli altri modelli Kawasaki), mentre la coppia è di 63 Nm a 6.600 giri. Tanto per stare in “famiglia”, la W800 non arriva a 50 cavalli. Se pensate che sia merito di una taratura fatta con una centralina rivista, vi sbagliate di grosso. Il trattamento è stato piuttosto corposo e riguarda innanzitutto due dettagli visibili, radiatore e marmitta, questi anche per esigenze estetiche. A cambiare sono poi la testa, con un nuovo albero a camme, oltre che i condotti di aspirazione più lunghi. Il tutto lo rende più dolce e regolare nella prima metà del range di utilizzo. Nell’uso lo abbiamo infatti trovato molto morbido e fluido fino alla soglia dei 4-5.000 giri, mentre quando si allunga mostra sempre quel suo bel carattere, con la zona rossa che è addirittura vicino a quota 9.500 ed una spinta briosa fino ad oltre 8.000 giri. Due valvole a farfalla per cilindro ed una elettronica ben tarata riescono quindi a rendere la Vulcan S innocua per l’uso da parte di chi sia alle prime armi, ma al contempo divertente quando la si sfrutti a pieno. In città riesce davvero a non far rimpiangere la comodità di uno scooter, ma l’ottimo cambio a 6 rapporti si fa amare sulle strade tortuose di montagna dove, anche grazie ad una buona ciclistica, ci si può divertire parecchio. Di riferimento il comando della frizione, morbida e perfetta per l’uso cittadino, stacca sempre bene. Abbiamo accennato al cambio, lo abbiamo apprezzato soprattutto per la precisione degli innesti e per la perfetta rapportatura. Cambiando a salire non si resta mai sottocoppia, anche per l’elasticità del bicilindrico, ma non solo. Propulsore che merita un giudizio molto buono anche alla voce vibrazioni, contenute a qualcosina in rilascio, ma nulla di particolarmente fastidioso.

Guida e maneggevolezza:

Rating: ★★★★☆ 

Semplice e per tutti, non disdegna qualche bella piega
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Pensi a custom e, almeno da smanettone seriale, la mente corre subito alle pedane che grattano alla prima mezza piega. La Vulcan S invece è atipica anche in questo, perché è certamente una moto facile, perfetta per tutti, però anche per chi si voglia divertire un po’ su una strada tortuosa, senza dover rinunciare a piegare. La sella è molto bassa, addirittura a 705 mm da terra, dettaglio imprescindibile per l’uso urbano e per farne la compagna perfetta per chiunque, anche per chi non abbia proprio la gamba lunga. L’interasse piuttosto lungo, di 1.575 mm, non deve far paura, è agile e si gestisce facilmente anche nel traffico cittadino. Di contro sorprende quando la si porta a spasso per le strade di montagna, come abbiamo provato a fare. La luce a terra è tanta, per essere una custom, e prima di grattare l’asfalto si scende parecchio. Sul veloce invece è stabile e non sembra andare mai in difficoltà. Promosso anche l‘impianto frenante, più che sufficiente per fermarla sempre in spazi contenuti. All’anteriore troviamo un disco da 300 mm, al posteriore da 250 mm, abbinati rispettivamente con pinze da due e con un singolo pistoncino, il tutto è coadiuvato da un sistema ABS, di serie. Tra le peculiarità della Vulcan S, ulteriore dimostrazione della sua capacità di adattarsi a tutti i guidatori e gli utilizzi, le pedane regolabili. Non si tratta di un dettaglio da perfezionista, ma della possibilità di spostarle di addirittura 25 mm avanti o indietro rispetto alla posizione standard, per garantire una postura ottimale a persone di tutte le stature, oppure per guidare più distesi o meno, per chi preferisce stare rilassato o avere la moto “tra le gambe” per sentirla meglio nella guida sportiva. Se non dovesse bastare, in fase di acquisto si può selezionare il sistema denominato Ergo-fit, che è sostanzialmente un pacchetto optional che permette di scegliere tra due manubri e tre selle. Basta avere un’altezza compresa tra i 140 ed i 200 cm, almeno a quanto promette il sito Kawasaki. Mentre non ci sono registri sulla forcella anteriore, il mono posteriore può essere regolato in precarico su ben sette posizioni. I cerchi sono da 18” dietro e da 17 davanti, con pneumatici da 160 e 120. La Vulcan S è una moto semplice che ben nasconde i 228 Kg di peso, che è posto in modo equilibrato e molto in basso. Sa essere comoda, anche se ovviamente le manca completamente la protezione aerodinamica in autostrada. Non è sufficiente il piccolo cupolino montato su quella di queste foto, ma è disponibile un parabrezza vero e proprio tra i molti accessori acquistabili.

Prezzo e consumi:

Rating: ★★★★☆ 

Si parte da 7.490 euro, ABS incluso
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Una buona notizia, visto che di moto adatta anche a neopatentati si tratta, è che la Vulcan S è disponibile anche in versione depotenziata da 35 KW, in modo da poter essere guidata con la patente A2. Ricordiamo che per queste versioni resta sempre possibile ripristinare la piena potenza (di solito quando si maturano i requisiti per il passaggio alla A3), con una pratica di aggiornamento del libretto di circolazione, oltre che con un intervento di officina. Sono tre le colorazioni tra cui sceglierla: Viola (Metallic Royal Purple), Nero (Flat Ebony) e Bianco (Pearl Crystal White). Oltre a queste esiste poi la Special Edition della nostra prova, che costa 200 euro in più della standard, che parte da 7.490, ABS incluso. Sparisce con il 2016 la versione che ne era priva. Ottima l’autonomia, grazie a ben 14 litri di serbatoio, ma soprattutto perché i consumi sono uno dei maggiori pregi della Vulcan S. Il già parco bicilindrico in linea, guadagna infatti un ulteriore 5% con la cura fatta per adattarlo alla urban cruiser. Lunga la lista di accessori con cui si può arricchirla, personalizzarla e darle un carattere diverso, per meglio adattarla alle proprie esigenze. Citiamo, ad esempio, due tipi di parabrezza, il set di borse in pelle, lo schienale per il passeggero, una barra luci a led, la presa 12V che è simile e simmetrica al contamarce che vedete nelle foto di quella da noi provata. La Vulcan S non ne fa mistero, la sua avversaria numero uno è l’Harley Davidson Street 750, allineata sul prezzo (7.700 euro), ma distante per altre scelte, in primo luogo il motore, che è si un più affascinante V2, con prestazione però meno allettanti, visto che non arriva a 50 cavalli. Una sfida con stili diversi, il fascino del Brand made in USA contro il maggior piacere di guida che la piccola custom giapponese promette e che mantiene, almeno a parer nostro.

PRO E CONTRO
Ci piace:
Una moto facile e per tutti, ma con una buona dose di personalità ed in grado di far divertire; consumi contenuti

Non ci piace:
Comfort della sella migliorabile, contamarce optional un po’ troppo posticcio

Kawasaki Vulcan S Special Edition: la Pagella di Motorionline

Motore:★★★★☆ 
Maneggevolezza:★★★★☆ 
Cambio e trasmissione:★★★★½ 
Frenata:★★★★☆ 
Sospensioni:★★★★☆ 
Guida:★★★★☆ 
Comfort pilota:★★★★☆ 
Comfort passeggero:★★★★☆ 
Dotazione:★★★★☆ 
Qualità/Prezzo:★★★★☆ 
Linea:★★★★☆ 
Consumi:★★★★☆ 

Kawasaki_Vulcan_S_Pss_2016_finale

Abbigliamento del test:
Giacca: Alpinestars Motion Waterproof Jacket
Pantalone: Alpinestars Denim Pants – Raw Indigo
Scarpa: Alpinestars Vulk Shoes
Guanti: Alpinestars Polar Gore-Tex Gloves
Tutti questi capi fanno parte della collezione Alpinestars 2016 che trovate descritta in questo articolo.
Casco: Scorpion EXO-220

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