Decreto “salva motociclisti” registrato alla Corte dei Conti, obbligatoria l’istallazione di dispositivi di tutela

Entrata in vigore a breve

Il ministero dei Trasporti ha segnalato l'avvenuta registrazione del cosiddetto decreto “salva motociclisti” alla Corte dei Conti. Resi obbligatori i dedicati Dispositivi Salva Motociclisti (DSM)
Decreto “salva motociclisti” registrato alla Corte dei Conti, obbligatoria l’istallazione di dispositivi di tutelaDecreto “salva motociclisti” registrato alla Corte dei Conti, obbligatoria l’istallazione di dispositivi di tutela

Registrato alla Corte dei Conti il cosiddetto decreto “salva motociclisti”, documento su cui hanno lavorato lo stesso ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Danilo Toninelli, quindi il sottosegretario Michele Dell’Orco. Prossima dunque l’entrata in vigore.

Dispositivi Salva Motociclisti (DSM) obbligatori

Il citato decreto, “fortemente voluto dal Mit” come evidenziato dallo stesso ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, è rivolto a una maggiore tutela dei motociclisti e consente all’Italia di figurare tra i pochi Paesi in Europa che prevede la presenza di barriere protettive dedicate alla sicurezza di coloro che affrontano abitualmente i percorsi su due ruote.
Nello specifico, il decreto rende obbligatoria l’installazione e quindi la presenza sulle strade italiane di opportuni Dispositivi Salva Motociclisti (DSM), ossia barriere che attenuino il più possibile le eventuali conseguenze di un violento impatto contro un guardrail. Un documento atteso e funzionale, considerando le richieste rivolte da anni dagli stessi motociclisti. Andando ancora di più nel dettaglio, in base a quanto segnalato sul portale del ministero, è prevista l’obbligatorietà delle cosiddette barriere salva-motociclisti sulle curve circolari con “raggio minore di 250 metri nei casi di interventi di nuova costruzione, di adeguamento di tratti stradali esistenti che comportano varianti di tracciato e/o rinnovo delle barriere di sicurezza stradali su tratti significativi, oppure su strade esistenti non soggette ad interventi ma dove siano avvenuti nel triennio almeno cinque incidenti con morti e/o feriti, che abbiano visto il coinvolgimento di motoveicoli e/o ciclomotori”, riportando quanto indicato nella nota diffusa.

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