BMW R1200GS Adventure, 1.500 Km in Sardegna [ITINERARIO]
Dopo la prova su strada "classica", siamo partiti all'avventura
Dopo averla “lasciata” provare a Matteo Pozzi, che vi ha raccontato le sue impressioni di una moto che ben conosce (qui il nostro articolo), siamo partiti alla scoperta della Sardegna, proprio in sella di una magnifica BMW R1200GS Adventure.
Fare mototurismo intorno al nostro Paese è un po’ il sogno di tanti, italiani e non, che da ogni parte d’Europa arrivano con il desiderio di cavalcare la propria moto al tramonto, magari prima di fermarsi in albergo per un bicchiere di vino al tramonto. L’Italia, con la sua diversità, sa offrire un contesto unico che poche altre nazioni possono vantare e questo posso dirlo con certezza, avendo avuto la fortuna di girare in buona parte l’Europa sia in auto sia in moto.
Quest’anno, per la prima volta nella mia vita, ho deciso di recarmi in Sardegna a bordo di una splendida due ruote ed ho avuto modo di fare una delle più belle esperienze di turismo degli ultimi anni. Come potete facilmente immaginare il periodo ideale non contempla i mesi di luglio e agosto. Lo scorso anno ebbi la malsana idea di provare un’auto nel nord della Sardegna proprio nel mese di agosto e fu un disastro: pochi angoli di pace e traffico ovunque.
Quest’anno ho cercato di ritagliarmi qualche giorno a cavallo del ponte di 2 di giugno e devo dire che la scelta è stata decisamente azzeccata: poco traffico, spiagge deserte, locali accoglienti e soprattutto temperature accettabili, che con giacca, guanti e casco non guasta affatto.
Il viaggio inizia da Genova dove una nave mi porta a Olbia. Riguardo questa tratta vi sono le due strategie: chi preferisce viaggiare di giorno e chi di notte. Io ho viaggiato di notte, senza cabina, cercando un angolo tranquillo per dormire, ma non è la soluzione più comoda di tutte in quanto si rischia di restare addormentati tutto il giorno un po’ per la sveglia all’alba e un po’ la logistica non sempre confortevole. Altro discorso è invece se avete la disponibilità per una cabina: allora siete dei signori perché potete fare quello che meglio credete.
Arrivato in Sardegna alla mattina presto non avevo un chiaro itinerario perché come sempre capita le mille cose da fare prima di partire per un viaggio non mi hanno permesso di organizzare nulla. Dopo un post sui social sono stato letteralmente invaso da commenti di persone che mi hanno suggerito l’una o l’altra destinazione. Tra tutte le proposte arrivate dai social ve n’era una ricorrente: la Strada Statale 125, Orientale Sarda.
La Strada Statale 125 – Orientale Sarda
Parto da Olbia scendendo verso sud, direzione Tortolì e devo dire che i primi chilometri di strada sono oggettivamente monotoni tanto che alla guida mi chiedevo, minuto dopo minuto, il motivo che spingesse tante persone a suggerirmi così caldamente questa strada. Fiducioso delle mie fonti percorro la strada sempre in direzione sud fino a fermarmi a Santa Lucia, una piccola frazione affacciata sul mare: del resto sono sveglio dall’alba e non ho ancora fatto colazione.
Approfitto di un bar per fare quattro chiacchiere con i locali e immediatamente realizzo quanto i sardi siano persone generose e disponibili. Ognuno mi da una dritta ma tutti mi suggeriscono di procedere senza indugio. Così faccio: riprendo la moto e continuo la mia cavalcata verso sud, direzione Tortolì.
La strada, che fino a quel momento era monotona e poco panoramica, diventa un susseguirsi di scorci costieri e curve nelle quali la mia GS, nonostante i suoi oltre 250 kg, riesce a dimostrare tutte le sue doti di maneggevolezza e agilità. Orosei è il punto di partenza del divertimento allo stato puro, quello fatto da curve e controcurve che non fanno mai rimanere dritta la moto.
Per l’occasione alleggerisco l’elettronica che gestisce i controlli, regolo la centralina in modalità DYNAMIC e irrigidisco le sospensioni, per avere il massimo delle prestazioni. L’asfalto è buono e a tratti davvero ottimo, vuoi per l’assenza di spargisale durante l’inverno e vuoi perché di recente è passato il giro d’Italia che ha costretto la Regione a fare manutenzione straordinaria al manto stradale.
Proseguo passando piccoli paesi: le iniziali curve larghe, utili per portare le gomme alla giusta temperatura, si alternano a curve strette all’uscita delle quali è difficile tenere a bada il motore, sempre desideroso di dimostrare – con garbo – tutto il suo brio.
L’eco del bicilindrico si fa sentire tra le montagne e non è raro trovarsi al massimo della piega con la moto che sembra non avere alcun tipo di limite. A bordo ci si sente sicuri nonostante i due bauletti ed il serbatoio che da solo ha una capienza di 30 litri.
Arrivo a Tortolì da Orosei un po’ provato, dopo un giorno intero di guida e circa 90 km con rari rettifili: il GS è comodo ma l’età avanza ed ho bisogno di riposare anche per pianificare l’indomani.
Il secondo giorno ho come destinazione Sant’Antioco. Il navigatore mi propone di passare da Cagliari per prendere poi un pezzo di SS130, ma ovviamente la proposta non mi affascina ed io decido di tagliare in due la Sardegna. Scendo quindi a sud per la SS125 e poi taglio dentro la SS13 che si rivela un’altra strada tortuosa e adatta per sgretolare le gomme ad ogni curva. Imbocco la SS10 e mi affianco al lago di Mulargia, sostanzialmente deserto, per poi cambiare sulla SS5 ed attraversare piccoli paesi dove il tempo sembra essersi fermato. I tratti tortuosi della SS13 sono ormai un ricordo e i lunghi rettilinei mi portano fino a Sant’Antioco, piccola isola di pescatori in cui trovo ospitalità.
Nel mentre sui social continuano a fioccare proposte di itinerario ed io decido la la mia terza destinazione sarà Alghero. Dal sud per arrivare ad Alghero potete fare la strada comoda o quella divertente. Giusto per non farmi mancare nulla ho optato per la seconda scelta che prevede di percorrere la SS126 – Occidentale Sarda.
La SS126 è il massimo tra Iglesias e Guspini: sono la bellezza di 60km senza alcun tipo di rettilineo e non vi nascondo che ho messo a dura prova gli pneumatici, sempre con tanto buon senso, prudenza e nel rispetto del codice della strada.
Da Alghero a Olbia, mia tappa finale, viaggio su strade istituzionali, giusto per fare un po’ mente locale su questa esperienza e cerco di realizzare il motivo per cui “il GS” sia una moto così “perfetta”. L’ho guidata in città, in autostrada, nello sterrato, su e giù per i passi di montagna e praticamente in ogni condizione stradale offerta dalla Sardegna ed in ogni momento la moto si è comportata in maniera impeccabile.
Certo non è una piuma e i suoi 300 kg tra serbatoio e bauletti laterali si sentono, ma la moto sa esprimere il meglio in ogni settore e anche dopo tante ore di guida, magari intensa, si scende leggeri e mai troppo provati. Eppure le alternative ci sono e per esempio di recente ho avuto modo di salire in sella a moto come Africa Twin, Ducati Multistrada o KTM Adventure, ma nessuna di queste ha saputo offrirmi una esperienza di possesso così “completa” come quella di BMW. Certo il giochino ha il suo prezzo perché tra una cosa e l’altra si passano tranquillamente i 22.000 euro, ma BMW è per me la prima scelta.
In conclusione ho fatto oltre 1.500 km, solo in Sardegna, e la BMW R12000GS Adventure non mi ha mai deluso nemmeno per un momento.
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