BMW R nineT, R nineT Pure e R nineT Racer, sempre più New Heritage [VIDEO PROVA SU STRADA]

Debuttano due inedite R nineT, si aggiorna la capostipite

Una forcella regolabile e una serie di affinamenti per la prima R nineT, che resta all'apice della gamma New Heritage della casa dell'Elica, che si allarga fino a 5 modelli, con Pure e Racer che affiancano Scrambler e Urban G/S

BMW R nineT gamma 2017 – Una gamma, quella delle New Heritage by BMW, che si allarga fino a quota 5 versioni, anche per il grande consenso raccolto. L’originale R nineT nel 2014, che trova ora alcuni aggiornamenti con il MY2017, lo scorso anno era stata affiancata dalla Scrambler, poi dalla Urban G/S ed ora dalle ultime due arrivate, che rappresentano un approccio ridotto all’essenziale per la Pure, la classica motocicletta sportiva con carenatura parziale per la Racer.

Tutte le nineT mettono a fattor comune molti elementi, a partire dal motore: il classico boxer due cilindri da 1170 cc, raffreddato ad aria/olio e con una potenza coinvolgente anche ai bassi regimi, di 110 CV. Sono ora tutti Euro 4 e, mentre l’ABS è di serie, l’ASC viene offerto come optional. Il telaio è modulare a doppia trave, composto dai tre elementi anteriore, posteriore ed il telaietto del passeggero, quest’ultimo smontabile. All’anteriore troviamo una classica forcella telescopica, che può avere steli rovesciati o dritti, mentre la sospensione posteriore è un BMW Paralever, che funziona in combinazione con un ammortizzatore centrale. Le ruote possono essere dal look classico a raggi o fucinate in lega a cinque razze. Ad una decelerazione sicura provvedono anteriormente le pinze freno flottanti a quattro pistoni ed i dischi dal diametro di 320 millimetri. Altra caratteristica di tutte le versioni è la disponibilità di moltissime personalizzazioni, la R nineT non conosce praticamente limiti alle modifiche. Un esempio sono i componenti in alluminio di alta qualità lavorati, disponibili tra gli accessori originali BMW, ma non solo.

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I vari modelli sono quindi diverse basi di partenza, contraddistinte da stili eterogenei. Le 5 nineT possono essere utilizzate così come escono dal concessionario, oppure personalizzate a piacimento. Alcune modifiche sono più radicali, come la ruota da 19” della Scrambler e della Urban G/S, che comporta delle quote del telaio ben diverse e non è quindi replicabile in after market sugli altri modelli nineT. Quote del telaio che presentano sempre alcune differenze, ad esempio anche tra la Pure e la R ninet standard, per il resto quasi tutto è modificabile nel tempo, come i vari serbatoi, in acciaio o in alluminio, con finiture differenti, oppure gli scarichi, singoli, doppi e con diversi tipi di passaggi ed in grado di donare una voce diversa al bellissimo boxer bicilindrico.

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La prima delle nuove nineT è forse la più affascinante di tutte. Si tratta della Racer, con una mezza carena ed un design chiaramente inspirato alle moto da corsa degli anni ’70. Le linee allungate si estendono sull’intero profilo, trasmettendo il brivido della velocità. La semicarena, il serbatoio e la sella la rendono molto snella. Il passo risulta lungo e le pedane montate in posizione rialzata definiscono la posizione di seduta sportiva. La carrozzeria bianca contrasta con le parti di colore scuro della zona inferiore altamente tecnologica. La decorazione presente sul frontale e sulla coda nei colori BMW Motorsport fa crescere la voglia di accelerare, mentre la semicarena e la posizione ribassata consentono di godersi a lungo le alte velocità. Per chi invece desidera accentuare ulteriormente l’immagine classica, sono disponibili come optional le ruote a raggi, come sull’esemplare da noi provato.

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La Pure vuole invece offrire un design tipico di una roadster, con un faro anteriore circolare, un anello cromato, l’alloggiamento verniciato ed il nuovo tachimetro circolare. Rinuncia al contagiri ed ha un aspetto volutamente molto minimal, che si ripercuote positivamente anche sul prezzo, il più contenuto della gamma R nineT. Il serbatoio è semplificato ed in tinta unica e questa è una delle differenze che le consentono di essere più a buon mercato. I cerchi sono in lega leggera a 5 razze, anche in questo caso opzionalmente rimpiazzabili con quelli a raggi, mentre lo scarico è singolo, senza il doppio terminale della versione top di gamma. Anche la forcella è una più semplice a steli “dritti”.

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Arriviamo all’ ultima, ma non meno importante BMW R nineT: la nuova “standard”. Sin dall’inizio la R nineT ha abbinato il classico design motociclistico con una tecnica moderna e una raffinata lavorazione artigianale; la cura del dettaglio nella R nineT si rifletteva, per esempio, nel serbatoio in alluminio dai fianchetti spazzolati, ma anche in numerosi altri componenti. Questo carattere di prodotto manifatturiero lo esprime anche la nuova R nineT, dotata di numerosi interventi di ottimizzazione. La strumentazione è stata aggiornata ed offre un aspetto più semplice e pulito, ma sempre con i due elementi circolari per tachimetro e contagiri. La novità più corposa riguarda invece la sospensione della ruota anteriore, che guadagna una sofisticata forcella a steli rovesciati, che oltre a differenziarla dalla Pure e dalla Racer, ora è completamente regolabile. Inoltre, per aumentare la precisione di guida, la direzionalità e il comportamento neutro in curva, per la nuova edizione della R nineT è stata ottimizzata la geometria della ciclistica. Per la prima volta, per la R nineT vengono offerte come optional ex fabbrica due vernici individuali dal carattere manifatturiero. BMW Motorrad amplia così l’offerta di customizing al campo della verniciatura.

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Teatro della nostra prova su strada è stata la bellissima Sicilia, con partenza dal Museo Targa Florio, una delle corse più famose di sempre. Per il nostro test iniziamo con la Racer, dove accucciato dietro alla semicarena di grande impatto, il pilota percepisce tutta la potenza del motore boxer, dal ruggito inconfondibile. L’offset moderato protegge i polsi sulla strada come nella vita. La Racer è quella che meglio rappresenta lo stile Heritage degli anni ‘70. La posizione di guida risulta molto carica in avanti, pedane arretrate e testa sotto il cupolino. Il motore, il vecchio boxer che ha scritto la storia di BMW, risulta fluido ed estremamente elastico, garantisce un ottimo comfort di marcia ed un’erogazione dolce a tutti i regimi, con una grandissima capacità di riprende dai bassi. In accelerazione la Bmw R nineT Racer mantiene un assetto solido, non si siede e non allarga la traiettoria, come tutte le moto va guidata con il corpo. La ciclistica mostra una direzionalità ottima, non accusa particolare inerzia nei cambi di direzione rapidi e risulta sempre reattiva e sincera; stesso discorso non si può dire nei tornanti, dove gran parte del carico si trasferisce sull’avantreno, sotto l’azione del valido impianto Brembo, caricando parecchio i polsi. Non ci si trova però mai con la forcella verso il fondo corsa, perché affonda in maniera progressiva, anche sulle staccate più violente. Proficui e modulabilissimi i freni, all’anteriore basta un solo dito per ottenere frenate potenti, mentre il posteriore ha un comando un po’ più spugnoso. Va infine segnalato che le vibrazioni sulle pedane e sui semimanubri sono contenute, anche alle alte velocità.

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Dopo un percorso tortuoso e impegnativo, è giunto il momento di cambiare moto. Scendiamo dalla nineT Racer e saliamo sulla Pure. Qui ci troviamo subito con il busto più rialzato, la postura risulta più confortevole ed i pesi sono distribuiti in modo più centralizzato. Il telaio permette di sfruttare al meglio le traiettorie, scorre bene in piega, richiede un minimo sforzo e, in massima sicurezza grazie all’ABS di serie, puoi affrontare anche a gas chiuso e aprire con buon anticipo la manetta in uscita di curva. Anche alle basse andature lo sterzo non si appesantisce e la taratura delle sospensioni, votate al comfort, permette di filtrare bene le asperità stradali, grazie anche alla forcella telescopica da 43 mm. L’ampio angolo di sterzata permette di girare in spazi molto ristretti. Il boxer con raffreddamento aria/olio permette di aprire completamente il gas già dai 2000 giri e sale regolare sino ai 4000, poi si fa più aggressivo. Sotto i 4.000 giri questo motore permette invece di viaggiare in modo rilassante, anche se con un ritmo indiavolato tra le curve dell’affascinante isola siciliana.

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Per ultima proviamo la rinnovata R nineT, nella guida rispetto alla Pure si notano appena le differenze delle principali quote ciclistiche, mentre dal punto di vista meccanico le due moto sono identiche ed entrambe sono caratterizzate da una qualità costruttiva ottima. La famiglia nineT si allarga quindi con varianti che puntano ad un differente look ed ai dettagli, dato che ognuna è una sorta di proposta di configurazione da cui partire per la propria personalizzazione, oppure da utilizzare così com’è, in base ai propri gusti. Oltre alla ruota da 19” all’anteriore ora una nuova caratterizzazione spinta è offerta dalla variante Racer, che mette in campo un approccio alquanto rivoluzionato, rispetto al concetto iniziale della nineT. La Racer infatti risulta nettamente diversa nel suo look, in grado di colpire al cuore molti appassionati con quella mezza carena davvero affascinante, ma di contro è la nineT di gran lunga meno comoda da guidare, con una posizione in sella da supersportiva con semimanubri bassi. Non a caso è la sola nineT che rinuncia al più comodo manubrio in pezzo unico.
E i prezzi di vendita? Per la BMW R nineT Racer il prezzo è di Euro 14.300, mille in meno per la Pure, mentre la nuova R nineT “standard” è anche la top di gamma, con i suoi 16.250 euro.

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Abbigliamento del test:
Giacca Dainese HF D1 Leather Jacket, prezzo al pubblico di 470 euro circa;
Scarpa Dainese STREET ROCKER D-WP, prezzo al pubblico di 170 euro circa;
Guanto Dainese BLACKJACK, prezzo al pubblico di 70 euro circa;
Pantaloni Dainese BONNEVILLE SLIM, prezzo al pubblico di 190 euro circa;
Paraschiena Dainese WAVE D1 G1, prezzo al pubblico di 65 euro circa;
Casco LS2 BOBBER RUSTY BLACK prezzo al pubblico di 185 euro circa;
Maschera ALZELA the Goggle, una maschera esclusiva di un Brand italiano, un accessorio originale realizzato con parametri di sicurezza e qualità elevati. Può essere definita “tecno-fashion”: si indossa per le attività sportive, anche estreme, come sci, snowboard, parapendio, paracadutismo, downhill o cross country garantendo la massima sicurezza e la totale protezione del volto e degli occhi. Grazie alla forma e al look che la contraddistinguono, si può sfoggiare anche in occasione di attività ludiche come una passeggiata in centro con la propria bicicletta, in sella alla moto più trendy, in una partita di golf e, perché no, al volante della propria cabrio. Realizzata in edizione limitata con tessuti e microfibra di assoluta qualità, la maschera è certificata dai più severi standard mondiali in termini di sicurezza, rispondendo ai test del proiettile e del cilindro, con grandi margini qualitativi. Le doppie lenti della maschera ALZELA sono progettate e sviluppate in collaborazione con un pool di aziende italiane leader nel settore; sono soggette a trattamenti di altissima qualità quali UV, idrofobico, antigraffio ed extra antifog, tanto per citare i più importanti. Le lenti si possono sostituire con facilità (sgancio rapido) e sono disponibili in tre colorazioni (clear, silver, mandarino). Compatibile con il casco (da moto, da equitazione, da sci, da parapendio), offre garanzia di un comfort eccellente anche con occhiali da vista. Ogni maschera ALZELA è dotata di un piccolo cip inserito nella fascia laterale, leggibile attraverso uno Smartphone, che ne consente la certificazione e ne garantisce l’autenticità. Disponibile in ben otto colorazioni, tutte con un prezzo al pubblico di 199 euro.

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