Biciclette: seconda edizione dello studio “Ecosistema della Bicicletta” realizzato da Banca Ifis

L’Italia resta primo produttore europeo di biciclette

Biciclette: seconda edizione dello studio “Ecosistema della Bicicletta” realizzato da Banca IfisBiciclette: seconda edizione dello studio “Ecosistema della Bicicletta” realizzato da Banca Ifis

Dai dati che affiorano dalla seconda edizione della ricerca “Ecosistema della Bicicletta”, realizzata da Banca Ifis per proporre un prospetto del settore a due ruote a pedali protagonista nella transizione sostenibile, con oltre 3,2 milioni di pezzi realizzati nel 2021, l’Italia è il primo produttore europeo di biciclette e leader della smart mobility. Una andamento legato anche al fenomeno delle e-Bike e del reshoring, il rientro in Italia delle attività produttive. Positivo anche l’incremento del fatturato, in aumento del +7,4% nel confronto con il 2020, a 1,6 miliardi di euro.
Lo studio, introdotto nell’ambito del premio “Italian Green Road Award – Oscar del Cicloturismo Italiano”, di cui l’Istituto quest’anno è main partner, si è occupato dell’accennato reshoring e di un altro tema collegato allo sviluppo del settore: il cicloturismo.

Due trend interessanti

Il reshoring è uno dei principali aspetti che danno dinamismo al settore, anche tenendo presenti alcuni fenomeni innescati dal contesto macroeconomico: aumento dei costi di produzione nel Far East, nell’ultimo trentennio meta della delocalizzazione produttiva; crisi delle catene mondiali di fornitura; dazi antidumping; incremento della domanda per l’evoluzione della smart mobility; impatto economico e ambientale del settore trasporti e qualità e innovazione riferita ai paesi tecnologicamente avanzati.
Il Market Watch di Banca Ifis stima che la realizzazione di 2,8 biciclette all’anno rientrerà in Europa, con una velocizzazione nel biennio 2022-2023, in pratica il 18% della produzione totale europea. Un’opportunità che prevede anche la necessità di figure professionali con le competenze necessarie, circa il 30% delle imprese attualmente ha difficoltà a scovarle. Gli imprenditori stanno reagendo e il 24% incrementerà gli investimenti destinati alla formazione del personale, secondo quanto segnalato.
In tutta Europa aumenta l’interesse dei fondi di investimento per la produzione delle biciclette, nel 2021 c’è stato un exploit con +175% nel numero di operazioni di M&A finalizzate e una crescita degli investimenti, anche sui servizi collaterali che sharing, assicurazioni dedicate e noleggio.
Il cicloturismo è l’altro tema in evidenza. In Italia si segnalano 4.900 percorsi adatti alle due ruote per una lunghezza complessiva di 90.000 km; 4.940 operatori turistici con un’offerta cicloturistica e 4.550 alberghi che propongono servizi dedicati alla bicicletta. Ammontano a 8 milioni gli italiani interessati al fenomeno, circa il 16% della popolazione maggiorenne. Su questo versante la regione più attiva risulta il Trentino-Alto Adige e il Nord-Est la destinazione maggiormente gettonata, per il 32% tra le mete cicloturistiche.
Aspetto nevralgico resta anche la varietà dell’offerta con servizi sempre più necessari. Nove in totale i servizi inclusi abitualmente nei pacchetti turistici e quattro quelli più utilizzati dal cicloturista: alloggio, copertura assicurativa, noleggio della bicicletta e tour di gruppo. Il servizio con maggior possibilità di crescita è la guida turistica, da quanto indicato. Un interesse che porta il 90% degli operatori turistici italiani a prospettare una crescita dei ricavi.
Lo stesso cicloturismo è collegato anche a concetti come: inclusione, salute, sicurezza e sostenibilità. Un costo aumentato dell’energia e un interesse crescente verso le tematiche della sostenibilità potrebbero incentivare l’utilizzo della bicicletta anche in vacanza. Una maggiore accessibilità alla e-Bike, poi, rende questo tipo di mezzo più abbordabile anche per fasce di popolazione meno allenate o giovani. Ogni anno in Europa, in base ai dati forniti, si risparmiano oltre 2 milioni di tonnellate di inquinamento da anidride carbonica e solforica, grazie al “rientro” della produzione di bici, e-Bike e componenti nel vecchio continente. Ogni ricollocamento nell’industria europea della bici porta a un risparmio che spazia dai 30 ai 50 milioni di tonnellate di emissioni nocive. Parlando di sostenibilità sociale, per ogni 1.000 bici riconsegnate ogni anno all’assemblaggio nel Vecchio Continente, vengono generati da 3 a 5 posti di lavoro, mentre per ogni 1.000 e-Bike l’intervallo varia tra 6 e 9 posti di lavoro.

La ricerca

Lo studio sottolinea il dinamismo e la resilienza del settore. Nel triennio 2021-2023 si prevede un aumento nella produzione di biciclette di oltre il 7% anno su anno. Al vertice l’e-Bike che, dato un incremento del 25%, raggiunge l’11% della produzione in crescita del 9% dal 2020, come segnalato. L’Italia resta primo produttore europeo con una quota di mercato del 21%, alle sue spalle Germania e Portogallo. Il saldo export/import di biciclette risulta positivo per 1,3 milioni di pezzi e in aumento del +23% sul 2020.
L’incremento della domanda si traduce sui ricavi con +7,4% nel 2021 sul 2020 e +7,3% come crescita media annua del fatturato dei produttori prospettata nel biennio 2022-2023. Si potrebbe oltrepassare quota 1,8 miliardi di euro.
Si sottolinea anche un altro aspetto interessante del comparto italiano della bicicletta: l’innovazione. Il 25% dei produttori ha incrementato la quota degli investimenti nel biennio 2020-2021 e un altro 70% li ha lasciati invariati andando avanti nell’innovazione tecnologica, come indicato.

Immagine: Confindustria ANCMA

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