Suzuki VanVan 200, simpatica ed irriverente, ora anche in autostrada [PROVA SU STRADA]
Fuori dai tempi e dagli schemi, dopo la 125 arriva con il 200 cc
Servizio fotografico: LINGEGNERE
Suzuki VanVan 200 – In molti ne ricorderanno le antenate anni ’70, in particolar modo la RV90 con motore 2 tempi che, delle varie cilindrate disponibili (da 50 a 125, incluso anche un 75 cc), era la più gettonata. Un modello prodotto nella decade 1972 – 1982 e che ebbe un discreto successo, appunto per il suo aspetto simpatico, ma anche bello in alcuni dettagli. Come le due grosse ruote, decisamente oversize e perfette per la sabbia, oltre che funzionali al look del VanVan, passando per lo scarico alto, all’epoca lucido e con una griglia per proteggere la gamba destra dal calore. Non era un mostro di potenza, anche perché con la limitata tenuta di strada fornita dagli enormi penumatici ed i due freni a tamburo, non sarebbe stato esattamente sicuro con un motore più prestante, però resta nei ricordi di chi lo ha guidato o posseduto per la semplicità con cui si lasciava guidare ovunque e per l’affidabilità. Quest’ultima testimoniata dal fatto che fino agli anni ’90 se ne vedevano circolare un buon numero anche nelle città italiane, anche perché l’aspetto anticonvenzionale ne faceva un mezzo alla moda. La Casa di Hamamatsu nel 2003 ha quindi pensato di riproporre il VanVan, anche se più che essere rivisto ed aggiornato per la sua seconda vita, sembra aver mantenuto solo lo spirito dell’antenata, da cui differisce davvero parecchio nell’aspetto e nella tecnica. Ora Suzuki accoglie le richieste dei tanti appassionati che chiedevano una cilindrata che gli consentisse di utilizzare il VanVan anche in autostrada e tangenziale, potendo sfogare la voglia di viaggiare che, vi sembrerà assurdo, in sella a questa piccola ed irriverente moto è venuta anche a noi.
Estetica e finiture:
Rating:
Tanto irriverente da farsi notare come una superstar
Se vi piace raccogliere gli sguardi dei passanti, potete comprare una moto prestigiosa e molto costosa, oppure qualcosa di tanto particolare da dare nell’occhio, anche se non si paga una follia. La VanVan appartiene ovviamente a questa seconda categoria, perché pur abbandonando una parte delle sproporzioni della prima serie degli anni ’70, continua ad essere molto particolare, per quella gomma posteriore da deserto, una 180/80 su cerchio da 14”, ma con l’anteriore più convenzionale, si tratta di una 130/80 ZR18, per regalarle una guida più equilibrata e con una tenuta di strada sicura. Rispetto all’antenata guadagna dei bei cerchi a raggi, al posto di quelli piccoli e pieni, oltre al disco per il freno anteriore. Resta la sella lunga, che si fa più larga e comoda, mentre il serbatoio minuscolo (che costringeva ad utilizzarne uno supplementare in caso di utilizzo in lunghi viaggi) lascia il posto ad uno da 6.5 litri, che vedremo essere più che sufficienti alla luce dei consumi della VanVan 200, ma sempre e rigorosamente in metallo. Anteriormente troviamo un faro ovviamente tondo e semplice, con il corpo nero ed una ghiera cromata, sopra al quale, disassato sulla sinistra, abbiamo una strumentazione che più essenziale non si può: un tachimetro con contachilometri totale e parziale, ovviamente tutto analogico, con le spie degli abbaglianti e di eventuali guasti motore. Al tutto si aggiungono tre altre spie, per frecce, folle e riserva.
Essendo sostanzialmente una naked, anche la meccanica fa bella mostra di se, con il monocilindrico 4 tempi ovviamente più importante nelle dimensioni, se raffrontato con i 2 tempi che equipaggiavano la RV. Cambia anche l’angolazione del cilindro, ora quasi verticale, mentre in origine era rivolto in avanti. Di conseguenza il collettore di scarico e la marmitta fanno un giro un po’ differente, anche per praticità. Non corre più infatti sul fianco della sella, ma poco più in basso, sul lato del cilindro, per infilarsi poi all’interno del telaio e finire alta come sul modello originale. Questo è il dettaglio su cui, volendo regalare un tocco in più alla propria VanVan, si potrebbe lavorare per primo. Non è infatti il top come look con la finitura tutta nera ed è un peccato che si sia rinunciato alla bella griglia cromata che sfoggiava in passato, oltretutto con un terminale dal diametro molto abbondante imposto dal rispetto delle norme attuali che, in tutta sincerità, è un po’ goffo. Una bella soluzione after market (esiste anche una trasformazione prodotta addirittura da Yoshimura!) regalerebbe da sola un aspetto ed un sapore diverso a questa simpatica moto, grazie ad una finitura in metallo (lucido o satinato a seconda del gusto), unita ad un look più snello, oltre che ad un sound che si fa accattivante.
Oltre la sella ed il maniglione cromato per il passeggero, trova invece posto una piccola borsa per riporre gli attrezzi e piccoli oggetti, sopra al parafango posteriore. Curioso il piccolo radiatore dell’olio motore, posizionato sul lato sinistro, davanti al ginocchio di chi guida e protetto da una griglia e da un tubo fissato al telaio.
Motore e prestazioni:
Rating:
Cresce di cilindrata per poter accedere alle autostrade, guadagna in brillantezza ai bassi
Noi, lo avrete notato, con la VanVan 200 ci siamo divertiti un po’, visto il suo look quasi irriverente non abbiamo voluto essere da meno. Ovviamente non nasce per impennare, ma praticamente qualsiasi cosa sia dotata di una frizione può essere messa in posa per uno scatto come questo. Nel passaggio da 125 a 199 cc il monocilindrico raffreddato ad aria guadagna un po’ ovunque. Salgono alesaggio e corsa, ma soprattutto potenza e coppia, arrivando rispettivamente a 14 cavalli (+ 2,2) e 13 Nm (+ 3,2). Analizzando i dati risulta importante quello del regime dei valori massimi. La curva di erogazione infatti si sposta più in basso di circa 1.200 – 1.500 giri, con il picco di potenza ad 8.000 giri, contro i 9.500 della VanVan 125. Questa maggior corposità ai bassi e medi regimi ha concesso l’opportunità di rinunciare alla sesta, infatti sono solo 5 i rapporti, compensando così la crescita di peso del propulsore e mantenendo quindi inalterato il totale, di 128 Kg in ordine di marcia. Inutile fare confronti con altre motociclette di pari cilindrata, perché la VanVan non punta proprio alle prestazioni brillanti ed è pensata principalmente per la città, dove i suoi 14 cavalli sono più che sufficienti.
Il suo mood però fa venire voglia di andarci a spasso, con molta tranquillità e scordandosi dello stress quotidiano, anche per un lungo viaggio. Complici i suoi consumi irrisori, l’affidabilità molto elevata, dettata anche da un progetto molto semplice e privo quindi di gran parte delle cose che potrebbero rompersi se ci fossero, l’idea di partire per una meta lontana è tutt’altro che folle. Semplice, ma al passo con i tempi, perché VanVan fin dal 2007 è passata all’iniezione elettronica ed è oggi conforme alle direttive Euro 3. Con un filo di gas si viaggia intorno ai 50-60 Km/h, mentre strapazzando un po’ il motore ci si riesce anche a divertire. Allunga fino a qualcosina in più dei 110 indicati sullo strumento, una velocità che se sfruttata bene si traduce in una andatura su strada identica a quella di una moto ben più dotata alla voce cavalli. L’unico scotto da pagare sono le vibrazioni, copiose, che arrivano sia alle pedane che al manubrio, dove risultano abbastanza fastidiose quando si viaggia.
Guida e maneggevolezza:
Rating:
Una bicicletta, perfetta per città, non malvagia anche quando il percorso si fa tortuoso
Anche se non lo avremmo mai detto, VanVan 125 e 200 hanno tra loro alcune piccole differenze telaistiche, con il cannotto della seconda che chiude di un grado rispetto all’altra (25 contro 26) e l’avancorsa che sale a 104 mm (+ 13). Dettagli tecnici a parte, la VanVan è irriverente, fuori dai tempi nello stile e forse anche per questo sorridi e la ami fin dai primi metri in sella. Come abbiamo già detto, ti fa salire la voglia di guidare più rilassati, rinnegando la frenesia quotidiana. In redazione qualcuno, senza nemmeno scherzare più di tanto, dopo averla usata per una giornata al posto del suo scooter, ha affermato che si prenderebbe volentieri un anno sabbatico per fare il giro del mondo in sella alla VanVan. Certo, per un’impresa del genere ci vuole molta calma, non tanto per i 110 chilometri orari circa di velocità massima, ma perché per non morire di vibrazioni la velocità di crociera da tenere in sella al VanVan è di molto inferiore. Vibrazioni a parte, si viaggia invece molto comodi, merito di una sella bella larga e con una imbottitura copiosa, quasi più comoda per il passeggero, che per chi guida, perché nella porzione anteriore è più rastremata per favorire l’appoggio a terra quando si è fermi. Qui la VanVan è perfetta davvero per tutti, con una altezza di 770 mm ed un peso molto contenuto (che ricordiamo essere di 128 Kg in ordine di marcia), muoversi a velocità ridotte tra le auto ferme in coda è un gioco anche per un neofita. Perfetta anche per farci l’esame della patente, dove paga solo il limite di potenza, ma se non avete intenzione di andare oltre i 35 kW il problema non sussiste. La ciclistica, con le prestazioni tranquille della VanVan 200, è ovviamente molto semplice, con una forcella tradizionale ed un mono posteriore, aiutati ad assorbire le asperità dai due gommoni “barra 80”, mentre i freni sono misti, con un piccolo disco anteriore ed un grosso tamburo da 240 mm dietro. Pur essendo oltre i 125 cc, Suzuki sfrutta l’ultima finestra per fare a meno dell’ABS, così ci si può prendere la libertà di provocare il bloccaggio della ruota posteriore con un pestone di piede destro. Oltre che per fare i teppisti, questa facoltà è utile in fuoristrada, dove le grosse gomme tassellate sono perfette per ogni tipo di terreno, inclusa la sabbia di una spiaggia, ove fosse possibile accedervi in moto.
Prezzo e consumi:
Rating:
4.290 euro per una motina simpatica ed in grado di fare di tutto, consumi da lode
La VanVan 200 avrà prestazioni tranquille e un aspetto curioso, ma è perfetta per la città, quanto per diventare il mezzo “da battaglia” da portarsi in ferie o da lasciare alla casa al lago, al mare o in montagna, dove ha il gran vantaggio di essere molto semplice e quindi di minimo impegno in quanto a manutenzione, oltre che quello di potervi portare ovunque, senza essere un esperto pilota di off road. Credeteci, è molto meglio una “bicicletta” da 128 Kg che una “endurona” con tutta l’elettronica del mondo che però pesi il doppio o giù di lì. Per portarsela a casa servono 4.290 euro, 200 euro in più del 125 che vi consentiranno di accedere anche alle autostrade. Per il consumo se ci fosse una lode da aggiungere alle 5 stelle sarebbe più che meritata, visto che abbiamo rilevato un valore prossimo ai 40 Km/l in modalità “teppista” ed è quindi più che probabile che un utente che la usi più civilmente ce ne faccia almeno 50, quindi oltre 300 Km di autonomia con i 6.5 litri del serbatoio.
PRO E CONTRO
Ci piace:
Simpatica ed alternativa ad una scelta più “normale”, consumi irrisori, si guida come fosse una bicicletta
Non ci piace:
Vibrazioni motore
Suzuki VanVan 200: la Pagella di Motorionline
Motore: | |
Maneggevolezza: | |
Cambio e trasmissione: | |
Frenata: | |
Sospensioni: | |
Guida: | |
Comfort pilota: | |
Comfort passeggero: | |
Dotazione: | |
Qualità/Prezzo: | |
Linea: | |
Consumi: |
Abbigliamento del test:
Giacca: Spidi Evorider Tex
Guanti: Spidi STR-4 Coupe
Pantaloni: Spidi Ronin Pants
Scarpa: Stylmartin Sunset
Casco: Caberg Freeride
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