Suzuki RYUYO: una Superstock per 20 fortunatissimi [PROVA IN PISTA]
Abbiamo provato sul circuito del Mugello la supersportiva di Hamamatsu "pronto pista"
Volete andare in pista e non preoccuparvi di nulla? Anzi solo di fare benzina e di girare la manopola del gas? Suzuki RYUYO fa al caso vostro. Si, perché grazie alla casa giapponese di Hamamatsu e all’idea di Suzuki Italia, è stato portato avanti un progetto da leccarsi i baffi, per una clientela sempre più esigente e raffinata.
Infatti il progetto RYUYO è nato elusivamente per l’uso pista, da un’ idea del giovanissimo Federico Macario di Suzuki Italia, in collaborazione con Luca Burani della concessionaria Burani Moto di Monza e con il supporto dei migliori partner sul mercato. Come dicevamo, partner davvero importanti, noti nei paddock delle piste di tutto il mondo, come la Extreme Components, Andreani per le sospensioni Ohlins, freni Brembo, coperture di prima scelta Dunlop KR108 e il nuovissimo KR109. Ovviamente slick, ma con misure veramente “estreme”: 125/80-17 per l’ anteriore e 205/60-17 per il posteriore.
Sicuramente questa versione speciale ha un nome importante. Infatti dalla fine degli anni ’50 Ryuyo è la leggendaria pista di collaudo di tutte le moto Suzuki, non lontano dal quartier generale di Hamamatsu. Ito creò un percorso molto impegnativo, sia per la ciclistica sia per il motore, perfetto per sviluppare i modelli di serie e le moto da corsa, tanto che anche la GSX-RR da MotoGP ha mosso qui i suoi primi passi. Un tracciato lungo 6,5 km, con un rettilineo principale che si snoda per circa 2,3, abbastanza per mettere alla frusta qualunque mezzo a due ruote. La base di questa versione speciale è la più nota GSX-R1000R, portabandiera della stirpe che da trent’anni è il punto di riferimento tra le sportive. Tuttavia questo modello di casa Suzuki alza l’asticella delle prestazioni, in quanto si migliora sotto ogni punto di vista per diventare una moto di riferimento, con i suoi 168 kg e con 212 cavalli (202 la standard).
Dettagli racing a profusione ed un vestito nuovo in carbonio
Sembra più compatta, più rigida rispetto alla versione stradale. Il design non si discute, con la vista laterale dominata da linee tese, con una cura da vera moto da corsa, grazie a Extreme Components che ha fornito gran parte dei componenti speciali, uno su tutti le carene realizzate interamente in carbonio. Per semplificare le operazioni in pista da parte dei meccanici, è stato lasciato tutto lo spazio necessario per poter intervenire sulla moto agevolmente.
Il vantaggio principale rispetto alla carena di serie o alle carene racing in vetroresina, sta nella raffinatezza di un prodotto esclusivo, che permette, inoltre, di abbassare drasticamente il peso della moto come su questa versione speciale di casa Suzuki. Inoltre sono presenti dei rinforzi interni in kevlar multistrato, una giusta protezione in caso di caduta. Anche per la cover dell’airbox e per i condotti, Suzuki si è affidata ad Extreme, la quale monta, a difesa del motore della RYUYO, protezioni carter in Ergal. Magnifico nella sua realizzazione e racing nell’indole, è il tappo serbatoio della Bonamici Racing.
Altra ciliegina sulla torta soni le pulsantiere racing, elemento basilare di una moto da corsa. Quelle della Suzuki RYUYO si rifanno direttamente alla MotoGP con funzione pit limiter e rear rain light, oltre ovviamente all’up & down delle mappe, il tasto mode e quello di accensione e spegnimento. Al posteriore salta all’occhio il bellissimo codino che si raccorda direttamente con una sella alta e che porta a caricare il peso sui polsi. La qualità non manca di certo, così come i bellissimi semimanubri della GP Extrame Components, interamente ricavati dal pieno e utilizzati anche dai campioni della Moto2 e MotoGP. Questi semimanubri hanno uno spessore del tubo aumentato addirittura a 3 mm, per assicurare una maggior robustezza, ancora superiore, e permettono di variare l’inclinazione da 6 a 10 gradi con una pratica scala graduata. Bellissima è anche la piastra di sterzo superiore, creata da Bonamici Racing, che ottimizza la rigidità e la stabilità della moto, assicurando maggiore feeling nei cambi di direzione. Alla Casanova-Savelli abbiamo avuto quindi conferma di una moto stabile e facile da inserire, con una percorrenza da vera Superbike.
Ottima è la triangolazione sella-pedane-manubrio. Le pedane regolabili su 6 posizioni GP EVO (Extreme Components) sono di nuova concezione, ricavate dal pieno, da un blocco di Ergal ossidato duro. Una supersportiva come ce l’aspettavamo: curatissima, bellissima e comodissima.
Sale la potenza, eliminato il superfluo e con una elettronica di alto livello
Suzuki non partecipa più in maniera diretta alle competizioni delle derivate di serie nel mondiale Superbike ormai da qualche anno, ma segue le sue supersportive con un occhio di riguardo come questa incredibile Suzuki RYUYO. Il motore ha un carattere e un’erogazione tali da prepararci al meglio in questa giornata in pista sul circuito del Mugello, uno dei più belli ed impegnativi non solo d’Italia, ma del panorama mondiale. Questo motore, che è lo stesso della GSX-R1000R, offre grandi benefici in termini di trazione, grazie ad una soluzione molto intelligente che utilizza Suzuki, ovvero la distribuzione a fasatura variabile, una tecnologia utilizzata in MotoGp, per garantire un’erogazione della potenza lineare e omogenea, nonché tanta potenza. La potenza messa a disposizione dal quattro cilindri di Hamamatsu è davvero tanta, stiamo parlando di 212 CV, 10 in più rispetto la versione standard. Questo incremento di cavalleria è stato possibile anche grazie allo scarico completo Yoshimura R-11 SQ Racing Full Titanium. Uno scarico completamente realizzato in titano che consente un risparmio di ben 5.9 Kg rispetto a quello standard. Questo scarico, nato dall’esperienza di uno dei nomi più famosi nel motociclismo in fatto di impianti di scarico insieme alla centralina Yoshimura EM-PRO, consentono un notevole incremento, pari a 10 CV rispetto la versione di serie. I test interni sostenuti da Suzuki hanno fatto segnare una potenza massima di 212 cv a 12.900 giri ed una coppia di 125 Nm a 10.300 giri. Si sente lavorare il traction che è un piacere, per nulla invasivo e l’anti Wheeling consente all’anteriore della RYUYO di accarezzare l’asfalto.
Il motore è rabbioso e pronto ai cambi di velocità, con l’erogazione della potenza fluida e progressiva lungo tutto l’arco dei giri utilizzabili. Una grande progressione di questo propulsore, che spinge vigorosamente fin dai bassi regimi, con un sound unico. Questa linearità di erogazione consente di concentrarsi maggiormente sulla guida, che appare inverosimilmente precisa. Quando si apre il gas la RYUYO spinge davvero forte sulle coperture di prima scelta. In un tracciato così tortuoso e impegnativo come il Mugello, con staccate impegnative in discesa, l’assistenza elettronica del cambio in scalata è un vero vantaggio, l’unico pensiero del pilota è relativo al punto di staccata, al resto ci pensa questa raffinata elettronica. I controlli elettronici sembravano fossero settati per la nostra guida, l’abbiamo veramente apprezzata tanto, merito anche di un freno motore perfetto per le guide un po’ spigolose.
Leggera e maneggevole, sa essere molto stabile ed intuitiva quando sale l’andatura
Il telaio, a doppio trave in alluminio, ci ha stupiti nell’inserimento in curva, equilibrato e con un bilanciamento davvero eccellente. Percepisci tutto quello che accade. La Suzuki in versione RYUYO pesa a secco 168 kg e monta un monoammortizzatore di ultima evoluzione, l’Ohlins TTX GP, migliorando ulteriormente il suo funzionamento in termini di componenti interni e settaggi. Il sistema di registri è proveniente dalla tecnologia utilizzata in MotoGP, con una gamma di regolazione più ampia e più precisa. Della stessa famiglia è l’ammortizzatore di Sterzo (Ohlins SD030) che offre una grande agilità garantendo un perfetto feeling con l’anteriore. Quando la potenza si fa importante, lui è lì pronto ad assecondarci nella guida. La moto ha un ottimo trasferimento di carico che consente di trovare subito un ottimo feeling, trasmettendoci molta fiducia. Anche entrando con i freni in mano, la RYUYO non si scompone e tiene sempre la corda. Dopo il lungo rettilineo del Mugello, la prima curva si avvicina rapidamente. Due dita aggrediscono la leva del freno anteriore e qui rimaniamo impressionati dalla potenza in frenata. La frenata è di assoluto riferimento, grazie alla pompa freno radiale Brembo RCS Corsa Corta, un’anteprima mondiale per una moto di serie.
E’ tempo di slick! La RYUYO e’ la prima moto di serie al mondo ad essere equipaggiata da questa novità, Dunlop KR108 ed il nuovo KR109. Uno pneumatico non ancora in commercio (arriverà nel 2019), creato da un team internazionale di ingegneri provenienti da Europa, Giappone e Stati Uniti, che hanno applicato ai nuovi prodotti conoscenze approfondite ed elementi altamente tecnologici. Via le termocoperte, siamo curiosi di provare questa evoluzione. Le performance di queste coperture si apprezzano, in appoggio la gomma la si sente lavorare tantissimo e, allo stesso tempo, trasmette la sicurezza necessaria per permetterci di spalancare il gas a centro curva. Stanchi, ma soddisfatti, terminiamo la nostra giornata in sella alla Suzuki RYUYO con un sorriso sul volto.
Solo per pochi, ma ad un prezzo davvero invitante
La Suzuki RYUYO il prossimo 6 Novembre allo stand Suzuki di EICMA 2018 sarà sicuramente una delle moto più interessanti per tutti gli appassionati delle due ruote. Da pochi giorni (a partire dallo scorso 25 ottobre), è possibile prenotare online, attraverso il sito dedicato, uno dei venti esemplari di RYUYO allestiti da Suzuki Italia ad un prezzo davvero eccezionale, 29.990 Euro. Se pensate che tra moto “base” e componentistica montata, saremmo intorno a 40 mila euro, capirete quanto sia concorrenziale il suo prezzo. Per tutte le informazioni necessarie per l’acquisto, è prevista anche una e-mail dedicata a cui poter scrivere (ryuyo@suzuki.it).
Abbigliamento del tester:
Casco: AGV Pista GP R E2205 Solid PLK
Guanti: Dainese Full Metal 6
Scarpe: Dainese R Axial Pro In
Tuta: Dainese Kyalami
Sottotuta: SIXS Carbon Underwear Integrale
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