Prova Royal Enfield Bear 650 – Un nome glorioso che sa di polvere e sabbia

Prova su strada - e non solo - per la bicilindrica classica di Royal Enfield

Faro tondo, sella piatta e lunga, parafanghi arrotondati e ben visibili. Basta questo per creare la giusta atmosfera tra motociclisti, e lei si chiama Royal Enfield Bear 650. Il nome ‘Bear’ non nasce in un ufficio marketing e non fa richiami agli orsi, seppur ne troviamo uno stilizzato sul serbatoio. È un omaggio alle corse nel deserto americano degli anni Sessanta. Ed in particolare la Big Bear Run, quando la polvere e la sabbia in gara erano più fitte dei regolamenti (bei tempi andati), e un sedicenne di nome Eddie con un cuore grande, guidando una Royal Enfield riuscì a vincerla. Oggi quelle gare non ci sono più, e Royal Enfield propone questa nuova Bear come una road‑scrambler di sostanza, con  ruote 19/17, assetto rialzato abbastanza reattivo, scarico 2‑in‑1 laterale che borbotta in maniera educata, e un messaggio chiaro che lascia intendere a chiunque la osservi che con lei si arriva dappertutto. La Bear promette libertà, e la leggerezza di poter tornare a casa magari sporchi, ma felici.

IL BICILINDRICO: AL CENTRO DELLA SCENA SENZA CHIEDERE PERMESSO

La Royal Enfield Bear 650, con quel manubrione alto e largo suggerisce gesti ampi delle spalle che aiutano durante la guida di corpo, col busto, invitando a costruire un buon ritmo, più che tirare una marcia. È sincera in tutto ciò che fa, non bluffa con l’elettronica, non finge numeri da supersportiva; offre quel tipo di confidenza che può essere apprezzata facilmente da molti, e che mentre la si guida aiuta a mettere in ordine i pensieri, lasciando quieta la mente mentre la strada, le curve, scorrono una dietro l’altra. Sotto il bel serbatoio c’è il bicilindrico parallelo da 648 cc, aria/olio, albero a 270°, con cambio a sei rapporti. Sincero, godurioso, con quello scarico due in uno verniciato in nero opaco che sa un pò di café racer, e che borbotta bello pieno ai medi regimi, come a consigliare a chi guida di non preoccuparsi di  tirare il collo ad ogni marcia: meglio concentrarsi sulla strada. Entra, percorri, esci e dai gas, che lui ti accompagna fiero e sempre presente, snocciolando una marcia dietro l’altra senza esagerare, ma comunque a testa alta e cuore aperto. La frizione è abbastanza morbida, il cambio ha una corsa leggermente più lunga di una sportiva, ma gli innesti sono precisi. Tra 3.000 e 5.500 giri il twin suona come un violino: senza prove di forza riesce sempre ad offrire buona connessione tra ruota posteriore e polso destro, restituendo quella piacevole sensazione di sano grip…e serenità. Il carattere meccanico di questo propulsore che non scalda mai troppo neanche in città nel traffico, è quello giusto per chi guida la moto godendosi la strada, senza dover dimostrare qualcosa o cercare di vincere nulla.

ANIMA SCRAMBLER, CUORE STRADALE

Le sospensioni offrono all’avantreno una forcella rovesciata da 43 mm a cartuccia, realizzata da Showa, ed al posteriore una coppia di ammortizzatori dalla buona escursione, che permettono di regolare il precarico molla. Le premesse sono buone, e infatti in città la ruota da anteriore da 19”  filtra le imperfezioni dell’asfalto e le buche senza dar segno di eccessivo cedimento, mentre la ruota posteriore da 17” accompagna bene questa Royal Enfield Bear 650 in traiettoria. Il baricentro non è bassissimo e con quel manubrio alto che aggiunge tanto carattere alla moto,  è necessario usare pedane e busto per essere efficaci. Su strada senza imperfezioni, le sospensioni si comportano abbastanza bene, assorbendo mediamente tutto, ma se a metà curva si incontra qualche problema da risolvere (vedi sconnessioni), gli ammortizzatori posteriori se già compressi dalla velocità e dalla forza centrifuga non sono abbastanza frenati nei flussi idraulici per sostenere al meglio le sollecitazioni, e oltre certi ritmi fanno irrigidire il retrotreno allargando un pò la linea. Nulla di grave, basta alleggerire un pochino il gas e la moto torna neutra, chiudendo perfettamente la traiettoria, ma con l’occasione ha appena insegnato a chi la guida che con lei ci vogliono le buone maniere. Perchè a dispetto delle dimensioni contenute, il peso della BEAR 650 è abbondantemente sopra i 200kg, per cui forzare nella guida paga poco. La moto può anche tenere un ritmo abbastanza alto tra le curve, ma si rischia di arrivare ad innescare movimenti e reazioni che poi, inevitabilmente richiedono impegno e, oltre un certo ritmo anche un pò di mestiere per essere gestite. L’impianto frenante rispecchia l’indole della moto, offrendo pinze ByBre, azienda indiana nell’orbita Brembo, che sanno fare il loro mestiere. L’anteriore con disco 320 mm spicca più per progressività che per potenza, ed il  posteriore con disco da 270 mm ha dalla sua molta comunicatività. L’ABS c’è, e dietro si può escludere quando la polvere degli sterrati ci invitano a divertirci fuori dagli schemi e a fare del nostro meglio. È un impianto che predilige la frenata pulita, più che le staccate da pista. Le gomme di primo equipaggiamento sono semi‑tassellate, hanno una estetica coerente con la vocazione della moto e un minimo di versatilità, anche se chi cerca tanto appoggio in curva durante la guida, probabilmente preferirebbe coperture più stradali.

SELLA PIATTA E MANUBRIONE, CONTROLLO IN OGNI CONDIZIONE

La sella piatta e lunga è la carta d’identità della Bear 650: spessa il giusto e non troppo larga, consente di spostarsi avanti/indietro per giocare tra le curve e gestire il ritmo. L’altezza sfiora gli 830 mm da terra, che in se non è un valore particolarmente alto, ma la linea classica della sella pressochè senza svasi laterali, chiede alle gambe di chi guida di allargarsi più che con altre moto, e quindi la sensazione di appoggio a terra per chi non è molto alto, può non essere sempre la migliore. Pedane leggermente arretrate e manubrio alto regalano una triangolazione abbastanza naturale. La protezione aerodinamica è pari a zero, com’è giusto per questo genere di moto, ma tanto la Bear 650 non invita a correre, e a velocità di crociera “e di emozione” non è qualcosa che disturba.

IN SELLA NELLA VITA REALE, OFFRE UNA DOTAZIONE ESSENZIALE E MAI INVASIVA 

Strumentazione tonda con navigazione turn‑by‑turn, grafica pulita, info chiare. Illuminazione full LED, presa USB‑C pronta per ogni esigenza. Niente piattaforme inerziali, niente menù infiniti: qui l’interfaccia non è prevista e la manopola del gas gestisce il 100% del contatto ruota/asfalto. Guidare la Bear 650 è una scelta di carattere, di un tempo in cui non avevamo sempre fretta…è come preferire una chiacchierata con un amico all’infinito scroll del cellulare. Partiamo al mattino per un giro dove fare conoscenza. Frizione leggera, sterzo docile, il 2‑in‑1 borbotta senza esagerare. Ai semafori la Bear 650 invita a partire briosi. Sulle rotatorie l’anteriore da 19” appoggia e la moto tiene, neutra, senza sorprese. A 110 indicati il vento fa quasi compagnia e la sella permette quei micro aggiustamenti facilissimi col corpo mentre si guida, in alcuni frangenti, per permettere a schiena e collo di sgranchirsi. Su strada la Bear 650 non morde, abbraccia. Entra in curva pulita dolce, percorre rotonda la linea scelta e regala una appagante uscita di curva sfruttando la bella coppia del bicilindrico, grazie alla trazione che, a patto di conoscere come muoversi bene in sella, non viene mai meno. E se la portiamo in off road? Stradina bianca, sabbia  fine. ABS posteriore OFF, busto morbido, dita leggere sulla leva: la 19” traccia, la 17” spinge. Non fa finta di essere un’enduro: è una fida compagna che non si spaventa se il nastro d’asfalto finisce, e il velo di sabbia sulla sella è il modo in cui dice ‘grazie’ per averla portata a divertirsi nel suo habitat originario. Il calore nel lato sinistro è percepibile, ma siamo in estate e resta ben gestibile. Il cambio a corsa lunga è sincero: bastano due chilometri di curve, il piede si abitua e non si sbaglia più. Vibrazioni presenti quanto basta per ricordare che c’è un motore bicilindrico, non sono mai fastidiose a meno di tirare il collo in tutte le marce. La sella è morbida ma nonostante il suo sostegno, dopo qualche ora ti ricorda che non stai guidando una tourer. Il Prezzo? Per chi non ha bisogno di Brand premium, questa moto offre tanto carattere con poca spesa. È l’ accesso al mondo delle moto ‘con l’anima’, senza dover vendere la propria al diavolo per mettersela in garage.

PRO: prezzo d’acquisto azzeccato per una moto con tanto carattere e poca spesa; bicilindrico con una coppia generosa e utile ai regimi più usati durante la guida; ciclistica coerente (19/17, sospensioni con buona escursione, ABS posteriore disinseribile); ergonomia che chiede al corpo di lavorare un pò in cambio di piacere di guida; dotazioni giuste senza fronzoli; manutenzione facile ed economica  con la rete ufficiale Royal Enfield che sa già come trattare il twin 650.

CONTRO: il peso è percepibile nelle manovre lente, ma è sempre presente se non si guida di corpo; la frenata anteriore non è proprio aggressiva; i pneumatici di primo equipaggiamento risultano più versatili che sportivi; la sella dopo un pò di chilometri invoglia a fermarsi per una pausa o un caffè. E’ il Prezzo da pagare per lo stile, che anche se viviamo nell’epoca dove la forma spesso vince sulla sostanza, non sempre è proprio tutto.

BEAR 650: QUELLO CHE TI ASPETTI GUARDANDOLA, LO RIITROVI IN SELLA GIUDANDOLA

La Royal Enfield Bear 650 è una moto che non alza la voce e non cerca scuse. È bella senza essere elitaria o delicata, è semplice senza però scendere mai nel banale, sempre pronta a sporcarsi nel fango senza millanterie varie. Davanti a un bivio, con lei si sceglie volentieri la strada più lunga. E quando la sera si spegne, magari con un velo di polvere addosso, si resta a guardarla con il desiderio di ripartire. Perché la felicità, spesso, è una bella curva presa bene, a 4.000 giri senza stress. Per chi considera la moto come un tempo ben speso e non cerca a tutti i costi una prestazione da raccontare, la Royal Enfield Bear 650 offre tutto ciò che occorre. Per chi cerca strade di campagna, il bar all’angolo in paese per scambiare due parole col personaggio di turno, o i ponti di ferro per scattare una foto, la Royal Enfield Bear 650 è una compagna sincera. Per tutti gli altri, una esperienza inaspettata…a partire da 7.300 euro.

SCHEDA TECNICA

  • Motore: bicilindrico parallelo 648 cc, aria/olio, albero a 270°, 6 marce
  • Ciclistica: telaio doppia culla; USD 43 mm; twin‑tube post.; ruote 19/17; ABS post. disinseribile
  • Ergonomia: sella ~830 mm; manubrio alto/largo; pedane leggermente arretrate
  • Freni: ant. 320 mm, post. 270 mm
  • Serbatoio: 13,7 l
  • Peso: intorno ai 214 kg in ordine di marcia
  • Dotazione: LED, TFT tondo con nav, USB‑C

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