Moto Guzzi V7 II [Primo contatto] e progetto Garage

Per tutti, facile e piacevole da guidare ed ora ancor più facilmente customizzabile

Moto Guzzi V7 II e progetto Garage: Dopo avervi anticipato da queste pagine il progetto Guzzi Garage, siamo andati a Mandello del Lario, per toccare il progetto con mano. Poche ore in cui abbiamo toccato da vicino un mondo unico, per più di un motivo. In primo luogo perché Moto Guzzi è uno di quei marchi su cui si sono scritti e si potrebbero scrivere ancora un’infinità di libri, sia per la sua importante storia degli anni meno recenti, fatta anche di competizioni, ma anche come caso di storia economica per raccontare gli ultimi anni. Non è questo lo spazio per dilungarci troppo su questi aspetti, ma la Casa nata nel 1921 fa parte della storia italiana, nomi come Airone, Alce, Falcone e tanti altri sono cari a chi ha qualche primavera alle spalle. Io stesso ho un nonno che nella fabbrica in cui ci è stato presentato questo progetto ha ritirato più di una motocicletta, a cui ha legato tanti ricordi che decine di volte sono stati oggetto di suoi bellissimi racconti. Purtroppo però questa gloriosa fabbrica ha vissuto anni di profonda crisi, a più riprese. La prima dopo la morte del suo fondatore Carlo Guzzi nel 1964, che la portò ad essere gestita prima da una società costituita dai creditori, per passare poi nelle mani del Gruppo De Tomaso nel 1973. Anni con alti e bassi in cui però videro la luce motociclette come la prima V7, prodotta anche nella versione Sport, unica moto di serie che ad inizio anni ’70 era già in grado di passare i 200 Km/h di velocità massima. La travagliata storia della Guzzi, con innumerevoli vicissitudini societarie, arriva fino al 2000, primo tentativo in epoca moderna di rilancio del marchio, ad opera dell’allora proprietario di Aprilia, Ivano Beggio. La crisi della Casa di Noale trascinò però con se anche il marchio di Mandello, che proprio in questi anni si avvicinò concretamente all’ipotesi di non vedere un futuro. Ecco, nel 2004, quando l’intero Gruppo Aprilia, Guzzi inclusa, fu acquisito da Piaggio, in pochi avrebbero creduto di poter raccontare una realtà come quella di oggi. In una decina di anni la Moto Guzzi è passata dalla peggior crisi che avesse mai vissuto ai record di vendite. Proprio nel 2004 venne brevettato il CA.R.C. (Cardano Reattivo Compatto), che risolse gli annosi problemi di una trasmissione ancora oggi alla base delle motociclette di questo marchio. Da meno di 4.000 moto prodotte nel 2004 si passò ad oltre 10.000 soli due anni dopo. Le novità più importanti riguardano però la qualità dei nuovi prodotti, che oltre che richiamare concetti legati alla tradizione del marchio, riescono oggi a reggere il confronto con la migliore concorrenza. In parallelo con la storia del marchio viaggia quella della fabbrica di Mandello, che vi consigliamo di andare a visitare. Oltre al museo, al suo interno è presente la prima galleria del vento nata per ricerche in ambito motociclistico nel 1950. A breve l’intero lotto sarà oggetto di una profonda ristrutturazione, anche per ottimizzare i reparti di produzione e per dar maggiore spazio all’area del museo.

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All’interno di questo bellissimo contesto è stata allestita una piccola officina, utilizzata per il lancio del progetto Guzzi Garage. Al centro di questa idea, almeno nella prima fase, la V7 II, che andremo poi a scoprire in un test ride. Fresca di rinnovamento e ben posizionata nelle classifiche di vendita, è la dimostrazione della bontà dell’idea di realizzare una moto bella e ben curata, ma soprattutto adatta per tutti. Potenza contenuta (48 cavalli proprio per essere adatta anche ai neopatentati), ma ben godibile, con una ciclistica che la rende facile da guidare e divertente per chi ci prenda gusto. A listino ne sono dispobili tre allestimenti: Stone, Special e Racer. Prezzi a partire da 8.670 euro per una moto che unisce in modo perfetto la bellezza ed il fascino del vintage (su tutti gli elementi di maggior impatto sono il telaio a doppia culla in acciaio ed il propulsore bicilindrico a V di 90° a due valvole per cilindro con distribuzione ad aste e bilancieri) alla sicurezza ed alla moderna tecnologia, offrendo ad esempio di serie il pacchetto ABS a due canali e MGCT (Moto Guzzi Controllo di Trazione), oltre che freni e ciclistica di tutto rispetto. L’idea è quella di proporre una vasta gamma (oltre 100) di accessori omologati, tutti testati come i pezzi originali e disegnati dalle medesime persone che hanno definito il design della moto, per potersi sbizzarrire nel customizzare la propria V7. Per ora il progetto è legato a questo modello, ma tanto per fare qualche esempio, le nuove Eldorado ed Audace avranno presto a disposizione degli accessori dedicati. “Una moto
da customizzare è l’inizio di una storia d’amore”. Questa frase campeggia al centro della pagina dedicata al Guzzi Garage (www.garagemotoguzzi.com) e testimonia lo spirito di questa iniziativa. Alcuni preferiscono infatti definire degli allestimenti facendo trovare un prodotto finito nei propri listini, Moto Guzzi invece va in un’altra direzione. Non affianca nuove proposte alle 3 già esistenti per la V7, ma rende il gioco di customizzare la propria moto più gustoso e più semplice. Si, perché spesso metter mano all’estetica (e non solo) di una moto richiede capacità ed un gusto che solo in pochi hanno affinato nel tempo. Non è sufficiente aver soldi da spendere, in più se si utilizzano parti non originali si rischia di incorrere in sanzioni (se non si tratta di pezzi omologati) e si inficia la garanzia della Casa, perché spesso ricambi after market possono causare danni alla moto nel suo utilizzo. Questi invece sono tutti studiati esattamente come le parti originali, sottoposti ai medesimi test di stress e di sicurezza. Per aiutare ulteriormente chi, pur avendo voglia di osare, non lo avesse mai fatto per timore del risultato finale, Guzzi mette a disposizione altri strumenti. Innanzitutto il configuratore sul sito consente di vedere il risultato, in più per avere qualche spunto da cui partire nel proprio percorso, vengono proposti 4 stili: Dapper, Legend, Dark Rider e Scrambler. Non si tratta di kit vincolanti, anche se acquistando il pacchetto di ha il diritto ad un piccolo sconto (nell’ordine del 5-8%), ma di una linea guida. In primo luogo perché no si vuol limitare la fantasia ed il gusto personale, ma soprattutto, almeno a nostro parere, perché il concetto vero di customizzazione è ben lontano dall’operazione unica con cui si prende una moto e la si trasforma “pronti via”. Così, anche se la cosa è comunque possibile, non avrebbe senso acquistare una moto già configurata in uno dei 4 stili, vuoi perché il prezzo complessivo sarebbe piuttosto elevato (anche se il vantaggio di avere parti originali più accessori lascia spazio ad opzioni quali la vendita delle parti “in eccedenza” oppure alla possibilità di rivendere la moto con i pezzi originali nuovi a “fine carriera” ridandole freschezza, magari spuntandoci un prezzo migliore e rivendendo gli accessori usati), ma soprattutto perché un processo di modifica più lento e graduale è di ben altra soddisfazione.

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Un ritorno al concetto di moto da godersi anche in garage, il top sarebbe quello di metterci mano in prima persona e andando a sostituire un pezzo per volta, in modo da vivere un processo di cambiamento che faccia sentire la V7 come una propria creatura in continua evoluzione. Oltre a ciò l’investimento per l’acquisto delle varie parti viene così diluito nel tempo, può essere oggetto di regali da farsi fare o da farsi da soli, quindi molto più appagante e meno “asettico” di un acquisto in unica soluzione. Tutto questo senza limiti di età, si perché la customizzazione, come la V7 stessa, è qualcosa che attrae i giovani come i meno giovani. Moto ed accessori possono essere acquistati con i primi risparmi accumulati, oppure chi ha qualche ruga in più potrebbe tornare al fascino del mondo delle due ruote per godersi la pensione, è facile perché la Guzzi V7 è una moto che ben si presta ad un ritorno in sella senza troppi patemi e paure, è più bello perché con Guzzi Garage lo spazio per far diventare la moto un qualcosa di più è tanto. Per ora tutti i ricambi sono limitati all’estetica della moto ed alle parti più facilmente sostituibili senza problemi legati all’omologazione, come ad esempio ammortizzatori e scarichi, ma qualcosa che possa incrementare in qualche modo le prestazione è al vaglio dei tecnici di Moto Guzzi. Ricordiamo che quasi tutti i ricambi sono compatibili anche con la V7 di precedente generazione in vendita dal 2009, magari per darle una rispolverata al look. I punti vendita ufficiali, dopo aver scelto su sito i ricambi o meno, sono ad oggi gli unici luoghi preposti per l’acquisto vero e proprio dei ricambi.

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Stessa cosa vale poi per la linea di abbigliamento dedicata (alcuni dei capi li indossavamo nel nostro test e li potete vedere nelle foto) che sono un altro tassello per vivere a 360° “l’esperienza Guzzi”. Abbiamo visto in anteprima le nuove giacche, dal look vintage, ma di vestibilità ottima e dotate di protezioni smontabili su spalle e gomiti, oltre che dell’alloggiamento per il paraschiena. Quelle in cuoio (prezzo di listino di circa 500 euro) hanno pellame molto morbido (solitamente nei capi tecnici è piuttosto rigido e finisce per renderli scomodi), rinforzato nei punti più importanti e sono rifiniti con particolare attenzione e cura. Noi ne abbiamo indossata una in tessuto (300 euro circa), più estiva, soprattutto senza l’imbottitura interna smontabile (particolare comune sia ai capi in pelle che a quelli in tessuto), ma comunque sicura e molto piacevole dal punto di vista estetico. Sono disponibili versioni da uomo e da donna ed i capi sono realizzati tutti in partnership con le migliori aziende del settore. La scelta è per il momento quella di non legarsi ad un unico fornitore, ma di scegliere il migliore per quella singola tipologia di prodotto. Stessa cosa vale per i caschi (alcuni di quelli che abbiamo visto erano Suomy, ma non è l’unico marchio a cui ci si è appoggiati), che vengono proposti in varie tipologie, dal Jet privo di visiera e quindi da abbinare ai classici occhialoni, a quello con visierino estraibile, fino a prodotti modulari. Si parte da 200 euro circa in questo caso. Oltre a capi tecnici, inclusi pantaloni e guanti, sono poi disponibili capi di abbigliamento casual e prodotti più di merchandising, sempre con il logo Guzzi. Anche per l’abbigliamento vige la regola che la qualità deve sempre mantenersi alta. Piuttosto che proporre prodotti che si rovinerebbero dopo pochi utilizzi si è quindi scelto un prizing più adeguato, mantenendo standard molto elevati per materiali e particolari con cui sono realizzati.

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La scelta dei dettagli e la prova su strada:
Per l’occasione era stata allestita una sala, all’interno dello storico stabilimento dove dal 1921 sono costruite tutte le Moto Guzzi, nella quale è stato possibile terminare l’allestimento di una delle Moto Guzzi V7 II con gli accessori a disposizione. Successivamente l’attività è proseguita con la parte più interessante per un motociclista: il test drive in strada, lungo un percorso che davvero ben si presta alle caratteristiche della V7. Siamo infatti passati da Lecco per spostarci sull’altra sponda del lago e da lì attraverso la SP46 e 44 verso le curve dell’entroterra, passando da Valbrona e dal Pian del Tivano. Luoghi in cui ci si può godere una moto da passeggio con un filo di gas in un contesto davvero spettacolare, oppure provare a tirare la staccata mettendo fuori il ginocchio per affrontare curve e tornanti in modo un po’ più allegro.

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Non stupisce che la rinnovata V7 II sia un modello molto venduto, la decima moto nella classifica italiana, idonea all’utilizzo sia da parte di neopatentati (grazie alla potenza proprio di 48 cavalli così come previsto dalla norma) che per motociclisti di ritorno o come seconda modo da guidare in relax (ma non solo). Il V2 sette-e-mezzo ha un’erogazione fluida e corposa, riprende molto bene fin dai bassi regimi e rende l’esperienza di guida piacevole e facile anche per i meno esperti. Avevamo avuto modo di provare una V7 Racer (con quel magnifico serbatoio cromato, tra gli altri bei particolari che la contraddistinguono) di prima generazione, di una persona che se ne è così tanto innamorata da portarsela ad Hong Kong, dove tutt’ora lo fermano per strada per offrirgli cifre da capogiro che lui rigorosamente rifiuta. Già allora eravamo rimasti piacevolmente stupiti dal fatto che una moto da soli 48 cavalli (ma a soli 6.200 giri) potesse riuscire ad essere così coinvolgente anche nella guida. Non per nulla è stata la Guzzi più venduta dal 2009 allo scorso anno. Siccome però da queste parte non amano restare con le mani in mano, lo scorso anno a Colonia è arrivata la V7 II. Ad un primo sguardo sembra essere sempre la stessa moto, in realtà gli aggiornamenti non sono da poco. Innanzitutto ha una marcia in più, passando da 5 a 6. Il motore poi è stato ruotato in avanti di 4° ed abbassato di 10 mm per liberare spazio alle gambe del pilota (+ 3 cm per le ginocchia) ed al contempo per caricare maggiormente l’anteriore. Queste due cose, soprattutto i differenti ingombri del nuovo cambio, hanno imposto il ridisegno della parte inferiore del telaio a doppia culla in acciaio. Gli affinamenti riguardano però anche altri dettagli importanti del motore, come gestione elettronica, alimentazione (un unico corpo farfallato sostituisce i due della vecchia V7) e lubrificazione (una nuova pompa dell’olio). Con 6 rapporti ora la V7 riesce ad essere più grintosa, con le prime e le ultime due marce più ravvicinate, mentre la frizione è stata anch’essa aggiornata ed ora è più dolce e fluida. C’è poi un “pacchetto sicurezza” che rende la nuova V7 praticamente unica nel suo segmento di appartenenza. La II introduce infatti sia l’impianto ABS a due canali che il MGCT (Moto Guzzi Controllo Trazione). Se 48 cavalli sembrano pochi per averne bisogno, possiamo assicurarvi che in curva aprire il gas con la certezza di non doversi trovare a dover gestire uno spinning al posteriore è cosa molto piacevole per la quasi totalità dei motociclisti (nel caso di una moto come questa probabilmente proprio tutti). La V7 II oltre che più piacevole e più sicura è anche più comoda, dello spazio per le ginocchia abbiamo detto, ma anche pedane (-25 mm) e sella (da 805 a 790 mm da terra) si spostano per meglio ospitare gli siede sulla sella. L’uscita del cardano ribassata di ben 50 mm ha permesso di migliorare la ciclistica anche al posteriore e la moto risulta ora effettivamente molto più comunicativa e facile da guidare anche quando la si vuole spingere al limite in curva. I 189 chili in ordine di marcia sono un dato di per se piuttosto contenuto per una moto di questo segmento e rendono la V7 perfetta anche per chi non è particolarmente alto e forzuto, oltre che per il pubblico femminile.

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Nel nostro piacevole test ride ce la siamo goduta, l’abbiamo provata in tutti i 4 allestimenti dei kit suggeriti apprezzandone differenze e peculiarità, ma trovandola sempre una moto facile e piacevole, due cose che non sono facili da far andare a braccetto. Quale ci piace di più? Dei presenti ognuno aveva la sua preferita, noi tra tutte sceglieremmo la Scrambler. Poi però ragionando sul prezzo anche la Dark Rider, che ben si abbina ai cerchi in lega della più economica V7 Stone è molto piacevole e dal look sportivo, ma anche il fascino retrò della Legend non ci lascia indifferenti, così come lo stile Cafe Racer della Dapper…

Abbigliamento del test:
Giacca: Guzzi V7 Racer Jacket
Guanti: Guzzi
Casco: Guzzi Italian Pride
Pantalone: Dainese Jeans Prattville
Scarpa: Stylmartin Sunset

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