Moto Guzzi V12 Le Mans, tre nuove immagini del prototipo di Mandello
Durante il 2009, in occasione del sessantanovesimo Salone Internazionale del Motociclo di Milano, Moto Guzzi, storica casa produttrice di motociclette, presentò tre prototipi di due ruote, che guadagnarono un’attenzione mediatica notevole e che favorirono il riconoscimento, da parte della Motorcycle Design Association Award, come miglior carnet di prototipi della kermesse: erano Moto Guzzi V12 Le Mans, Moto Guzzi V12 Strada e Moto Guzzi V12 X.
Con queste tre motociclette, il marchio, fondato nel 1921 da Carlo Guzzi, aveva – o ha? – la seria e concreta intenzione di risollevarsi dall’apnea industriale, che lo colpì anni addietro (non si punti il dito, come al solito, alla mai spenta crisi economica). Oggi, allorquando Moto Guzzi è di proprietà del Gruppo Piaggio, dalla soffitta aziendale è stata riesumata una delle tre motociclette che vennero esposte al Salone milanese.
Si tratta di Moto Guzzi V12 Le Mans, che viene raccontata da tre nuove immagini. Il prototipo – verrà mai commercializzato? – è stato disegnato, come gli altri due, dal designer Pierre Treblanche, che ha tentato di fondere, coniugare, la tradizione di un marchio come Moto Guzzi, legato alla matita ancestrale, anacronistica, e il futuro, richiesto a gran voce dal brulicare di appassionati.
La nuova linea distillata da Moto Guzzi V12 Le Mans è pulita, leggera, sfuggente: in taluni scorsi, rischia d’essere eccessivamente dirompente, in special modo nella fila di proiettori a LED anteriori a ferro di cavallo o in quella longilinea del posteriore, davvero poco armonizzata con la restante parte della carrozzeria, risicata al limite del possibile.
Grande spazio viene dato all’immagine del propulsore, il V12 a 90°, due cilindri e quattro valvole, di 1.200 centimetri cubici di cilindrata (1,2 litri): il richiamo al passato, qui, nell’aridità di lamiera ad occultare l’unità, è d’obbligo, non rilevarlo e rivelarlo è poco professionale. Potrebbe, a vostro avviso, Moto Guzzi V12 Le Mans, unitamente alle sorelle Strada e X, rispolverare il successo della casa motociclistica?
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