Honda CB 1100 – Prova su strada

Ha il fascino retrò, ma anche il gusto di una gran moto

Quando si tratta di provare una moto “vintage” anche se solo nel look, visto che tutte montano ovviamente componentistica moderna, ci si aspettano oggetti particolarmente apprezzabili dal punto di vista estetico, ma che nella guida non danno le stesse soddisfazioni. Honda ci aveva lasciato intuire che in questo caso le aspettative sarebbero state più alte, visti i 90 cavalli erogati dal 4 in linea, ma guidarla è stata una grossa sorpresa. Malgrado le gomme strette, parte irrinunciabile dell’estetica vintage, ci si ritrova subito a guidare una moto che sembra essere nostra da sempre. Maneggevole, a dispetto dei quasi 250 chili di stazza, divertente e molto, grazie alla potenza ed alla tantissima coppia, e in grado di assecondare anche l’indole da “teppista”. Con quel bel manubrio dritto e giocando un poco con la frizione, si alza con una facilità estrema, lasciando increduli tutti quelli che, fermandosi al dato sul peso, la definiscono un “cancello”.

Estetica e finiture:

Rating: ★★★★½ 

Finiture al top e look minimal, ma con particolari tutti sempre studiati nel dettaglio
Honda_CB1100_estetica

La moda di ripescare nei modelli del passato per produrne una versione moderna, è sempre più diffusa. C’è addirittura chi ne fa il proprio core business, dedicandosi esclusivamente a motociclette dal gusto retrò. Honda non poteva astenersi dall’entrata in questo segmento di mercato, e lo ha fatto partendo dalla mitica CB750 Four, vera pietra miliare della storia della casa e non solo, che rivoluzionò il concetto di motocicletta nel 1969, soprattutto per quel motore 4 cilindri con distribuzione a catena, in un’epoca in cui le concorrenti avevano distribuzione ad aste e bilancieri, frazionamenti solitamente a soli due cilindri e, in alcuni casi, propulsori due tempi. Alcuni la presero in giro, ed invece divenne una moto dal successo planetario, le cui soluzioni vennero successivamente copiate dalla concorrenza. La moderna CB cresce in cilindrata, è infatti una 1.100, e non si propone come replica, ma prende solo spunto dal Four degli anni ’70, reinterpretando un concetto che piaceva allora, ma in chiave decisamente più moderna. Dal vivo piace, anche se, a differenza di altre moto di questo genere, non è così d’impatto. Osservandola nel dettaglio si può apprezzarne la cura che è stata dedicata nello studio e nella realizzazione. In puro stile Honda ogni cosa è posta nel punto giusto e ragionando sull’utilizzo della moto e sulla praticità anche negli interventi di piccola manutenzione. Però il look è volutamente minimale, senza troppi fronzoli o particolari d’impatto. Mancano, ad esempio, i cerchi a raggi o richiami troppo diretti al modello da cui trae spunto. Tresoldi, concessionario a cui ci appoggiamo anche per il ritiro delle moto in test, ha realizzato, ed esposto allo stand Honda all’Eicma di quest’anno, un’edizione speciale del CB1100, chiamata “Giò Special”, che si spinge decisamente molto più in là, stravolgendo l’aspetto della moto originale, con molti particolari provenienti direttamente dal CB750 Four, oltre ad altri costruiti ad hoc, ma rifacendosi chiaramente al modello anni ’70. In particolar modo gli stupendi cerchi a raggi, la sella a quadri, e il magnifico scarico “4 in 1 in 4”, oltre al logo stesso del modello, che diventa CB1100 Four.

Honda_CB1100_tresoldi

Confrontando le due moto è chiaro cosa intendesse fare Honda e cosa Tresoldi. Al di là del giudizio sul singolo particolare le due moto, nell’insieme, hanno proprio una filosofia diversa, a voi giudicare se l’operato di Honda, con una interpretazione moderna del concetto, sia riuscita o meno. A nostro giudizio personale, alcuni dettagli “modernizzati” sono più piacevoli di copiature un po’ fuori dai tempi e dal gusto attuale, viste in altri casi.

Motore e prestazioni:

Rating: ★★★★★ 

Spettacolare il 4 in linea, 90 cavalli di gran soddisfazione, tanta coppia e molto divertimento!
Honda_CB1100_motore

Non ci vogliamo ripetere, ma davvero il CB1100 ci ha saputo sorprendere. Tutto ci si può aspettare da una moto così, ma non che la si possa apprezzare e desiderare come mezzo da usare tutti i giorni ed anche per farsi un giretto di puro divertimento. Non stupisce, dopo averla provata, che anche il Ceo di Honda, Takanobu Ito, la utilizzi per i suoi spostamenti. Ha fatto il giro del mondo la notizia che l’abbia utilizzata per recarsi negli stabilimenti Honda nei giorni immediatamente successivi allo Tsunami, su strade che in auto non sarebbero state percorribili. Il motore è un 1.140 raffreddato ad aria e olio, come si evince anche dal piccolo radiatore posto frontalmente alla testa, tra telaio e forcella. I suoi 90 cavalli sono erogati a 8.500 giri, e la coppia, di ben 93 Nm a 5.000 giri. Deriva dal carter del CB1300, da cui eredita, se pur con diversa rapportatura, anche il cambio 5 marce, ora passato a 6 sulla sorella maggiore. Con tanta coppia non si sente certo l’assenza della sesta, anzi, è quasi meglio così. Completamente nuova invece la parte alta del motore, con la testa alettata, vista la presenza del raffreddamento ad aria. Pare che nel reparto R&D (ricerca e sviluppo) di Honda, ci sia stata una piccola guerra interna per la scelta, un po’ fuori dai tempi, di rinunciare al raffreddamento a liquido. D’altronde sarebbe stato un sacrilegio un CB ispirato al Four anni ’70, con questa soluzione. Nella guida un po’ si avverte il maggior calore proveniente dal motore, ma è un piccolo e sopportabile sacrificio, ricompensato dalla dovuta fedeltà alla tradizione. Le alette sono frutto di un particolare procedimento di fusione, che permette di avere uno spessore ridotto a soli 2 mm. Ogni aspetto è studiato del più piccolo dettaglio, anche le alette non fanno eccezione, incluso il classico suono che producono in fase di raffreddamento, una chicca d’altri tempi! Anche il sound a motore acceso è volutamente una “replica” in stile CB Four, grazie alla fasatura dei cilindri, differente tra i cilindri 1-3 e i 2-4. La presenza scenica del propulsore è sottolineata dalla forma del serbatoio, che lo lascia volutamente tutto in vista. Nella guida oltre alla coppia, davvero di livello assoluto e che consente di riprendere in quinta al minimo con una spinta sempre e comunque importante, a stupire è la sua progressione ed il carattere sportivo, del tutto inatteso, che il 1.100 ha nelle sue corde. Ci si diverte e non poco, se si vuole. Credo sia la prima classica che proviamo che ci invogli ad andare forte, non solo un bell’oggetto, ma una moto vera, con cui guidare sul serio.

Guida e maneggevolezza:

Rating: ★★★★½ 

Sulla carta il peso è impegnativo, nella guida non si sente per nulla
Honda_CB1100_guida

Dopo aver guidato la CB 1100, in compagnia di un altro tester, con cui ci si scambiavano le moto, si discuteva del peso delle due. Sinceramente avrei scommesso che fosse la più leggera, mentre dati alla mano, la Honda era di quasi 30 kg la più pesante. Ecco, questo vi può far capire quanto poco ci si renda conto del peso effettivo nell’utilizzo di questa moto. Honda dichiara quasi 250 kg in ordine di marcia, ma nemmeno mettendola sul cavalletto centrale potreste dirlo, se non lo sapeste. La tecnologia aiuta a nasconder un dato che, ragionandoci, è abbastanza ovvio. Perché il motore è tutt’altro che un fuscello, ed il telaio a doppia culla in tubi d’acciaio non scherza nemmeno lui. Per il resto la ciclistica prevede una classica forcella con steli da 41mm, e due ammortizzatori, ovviamente cromati, al posteriore. Meno scontata la presenza del C-ABS, con frenata assistita e combinata, visto che il comando a pedale agisce anche su uno dei tre pistoncini della pinza anteriore Nissin. La frenata è ben modulabile e si può osare con staccate forti. L’unico piccolo difetto, soprattutto sul bagnato, è la tendenza dell’ABS ad essere un po’ troppo permissivo. In pratica, fiduciosi dell’intervento dell’ABS, si finisce per trovarsi, anche solo se per una frazione di secondo, con la ruota bloccata ed il manubrio che inizia a chiudere. La reazione istintiva è di levare la mano dal freno, allungando ovviamente la distanza necessaria per arrestare la corsa. In realtà, una volta presa fiducia, si può insistere senza correre il rischio di cadere. I dischi anteriori sono due da 296mm, abbinati al singolo disco da 256 al posteriore. Abbastanza bassa la posizione di guida, per la felicità dei meno alti, con la sella posta a 795mm da terra. Oltre alle doti del motore a stupire è la maneggevolezza e la guidabilità del CB 1100, sembra subito la moto che si guida da una vita, tanta è la semplicità con cui ci si prende il feeling. Le ruote, con cerchi da 18” che calzano strette coperture in stile retrò, la rendono più maneggevole, ma non la penalizzano eccessivamente tra le curve. Ci si riesce a divertire in piega, anche con un 140/70 al posteriore ed una 110/80 davanti. I perni sotto alle pedane non consentono di esagerare troppo, si gratta abbastanza facilmente, anche se solo quando si cerca volontariamente il limite.

Prezzo e consumi:

Rating: ★★★★½ 

La qualità si paga, è ovvio. Costi di gestione e consumi sono invece più contenuti
Honda_CB1100_costi

Tutto ha un prezzo, purtroppo. Mentre scrivevo la prova su strada riflettevo sui difetti del CB1100 e, l’unico che mi è venuto in mente è proprio relativo al prezzo di listino. 10.890 euro non sono proprio pochi, anche se stra-meritati per una moto davvero spettacolare, ancor più nella guida che nell’aspetto estetico, comunque di tutto rispetto. Le finiture, lo abbiamo già detto, sono di livello e tutto è molto curato, fino all’ultimo dettaglio, senza lasciare nulla al caso. Certo, la riflessione l’abbiamo fatta anche noi, per la stessa cifra si compra un esemplare in splendide condizioni della sua antenata CB750 Four, ma è un discorso privo di senso. Se il CB vintage è sicuramente un oggetto di culto, spettacolare, è un pezzo di storia delle due ruote, oltre ad un potenzialmente ottimo investimento, il CB moderno è di gran lunga più appagante nella guida, più affidabile e fruibile nell’uso quotidiano. Una nota sui consumi, Honda dichiara circa 18 chilometri con un litro, un dato abbastanza buono, ottimo se confrontato con cilindrata e peso della moto. Anche per i costi di manutenzione le notizie sono buone, affidabilità Honda a parte (è un marchio di fabbrica), la meccanica è relativamente semplice e la gommatura promette di durare per chilometraggi importanti, oltre a non essere particolarmente costosa nel momento della sostituzione.

PRO E CONTRO

Ci piace:
Motore fantastico, livello e cura delle finiture e del dettaglio

Non ci piace:
La qualità si fa pagare, il prezzo è impegnativo

Honda CB 1100: la Pagella di Motorionline

Motore:★★★★★ 
Maneggevolezza:★★★★☆ 
Cambio e trasmissione:★★★★★ 
Frenata:★★★★½ 
Sospensioni:★★★★½ 
Guida:★★★★★ 
Comfort pilota:★★★★½ 
Comfort passeggero:★★★★½ 
Dotazione:★★★★½ 
Qualità/Prezzo:★★★★½ 
Linea:★★★★½ 
Consumi:★★★★½ 

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