Yamaha YZF-R3 2019: piccola, sportiva il giusto e parecchio divertente! [PROVA SU STRADA]

Abbiamo provato in anteprima a Valencia la nuova Yamaha YZF-R3 2019: ecco com'è cambiata

La gamma Yamaha R-Series è cresciuta: nuovo telaio e nuovo motore caratterizzano questa nuova piccola supersportiva, dal look che assomiglia sempre di più alle sorelle maggiori R6 ed R1

Yamaha conferma il suo interesse per le competizioni e non solo. Con questo nuovo modello per il 2019, la Casa di Iwata presenta la nuova YZF-R3, che sfoggia un look ispirato alla YZR-M1 del Mondiale MotoGP. La nuova Yamaha YZF-R3 2019 fa parte della famiglia Yamaha R-Series e allarga la gamma delle sportive con questo nuovo modello, preceduto dalle YZF-R6 e YZF-R1.

Questa supersportiva di media cilindrata, sia per un utilizzo su strada che in pista, risulta una moto aggressiva e tenta di avvicinare i giovani al mondo delle competizioni, in modo diretto o indiretto. La stessa Yamaha, nella passata stagione nel mondiale Supersport, è stata protagonista con gli spagnoli Manuel Gonzales e Daniel Valle, in sella alla Yamaha 300, ottenendo una favolosa vittoria nell’ultimo round in Francia, forte della crescita e dello sviluppo della piccola R-Series.

Un campionato, quello delle 300, sempre più difficile e impegnativo, considerando che sono molte le case che investono tempo e denaro in un segmento in forte espansione su molti mercati. Yamaha, che ha un patrimonio di esperienza nella costruzione delle Supersport più ambite, con questo nuovo modello vuole confermare la sua vocazione per le competizioni, ma non solo. Grazie alla facilità di guida di questo bicilindrico fronte marcia, Yamaha vuole infatti avvicinare quel pubblico alle prime armi, che non abbia ancora esperienza magari, ma che gradisca una moto compatta, agile e scattante, ottima per andare a scuola (si guida con patente A2) o per un giro fuori città, dove metti la sesta e vai liscio con un filo di gas. Basta solo guardarla per capire quanto sia cambiata la nuova Yamaha YZF-R3 2019: estetica completamente rinnovata a livello di aerodinamica e con dotazioni mirate nei reparti ciclistica e motore. Ma partiamo proprio dal look e dalle finiture della piccola giapponesina.

Design
Non passa certamente inosservata questa piccola Yamaha YZF-R3 2019, con finiture di fascia medio alta che la distinguono. Carenatura anteriore nuova e plexy in stile YZF-R1, come anche il doppio faro anteriore, con luci di posizione a led. La R3 è molto simile al design della R1. La presa d’aria centrale, oltre a regalare un look “racing” a questa moto, lavora in sinergia con la carena per massimizzare il flusso dell’aria, in modo da raffreddare il motore naturalmente. Le finiture sono ottime, un pregio a cui Yamaha ci ha saputo abituare negli anni.

Le plastiche sono abbinate alla perfezione, la verniciatura è di ottima qualità ed i comandi al manubrio sono intuitivi e facili. Nuovo è il disegno del serbatoio da 14 litri, ora ribassato e dotato di una nuova cover ridisegnata. Proprio grazie a questa modifica, la YZF-R3 assicura una posizione di guida più compatta, garantendo nei cambi di direzione una maggiore sicurezza, in quanto la moto è più semplice da stringere tra le ginocchia. La nuova strumentazione LCD multifunzione mostra le informazioni essenziali, leggibili con una sola occhiata e completa di indicatore della marcia inserita, proprio come sulle vere supersportive.

Ciclistica
La piccola della casa dei tre diapason, come detto prende spunto dalle sorelle maggiori, con ovviamente dimensioni più ridotte. Con un peso di 167 kg, risulta maneggevole, grazie al telaio leggero, realizzato con tubi in acciaio ad alta resistenza e rigidità, un perfetto bilanciamento tra rigidità e peso. Una moto di sostanza questa piccola Yamaha che, grazie a un passo corto, offre un’agilità straordinaria, garantita anche da un’ottima distribuzione dei pesi di quasi 50/50, un perfetto bilanciamento e un’altezza sella di soli 780 mm, ideale anche per i neofiti. La doppia anima di questa R3 emerge poi chiara quando si parla di sospensioni, infatti la nuova Yamaha YZF-R3 2019 è dotata di un ammortizzatore KYB regolabile in precarico che contribuisce alla centralizzazione delle masse.

All’anteriore troviamo una nuovissima forcella KYB a steli rovesciati da 37 mm, che migliora significativamente la rigidità dell’avantreno, garantendo una sensibilità ed una reattività da prima della classe. L’impianto frenante è composto all’anteriore da un disco flottante a due pistoncini da 298 mm, mentre al posteriore troviamo un disco (sempre flottante) da 220 mm. Ovviamente non poteva mancare il sistema ABS, che garantisce al pilota una maggiore sicurezza in caso di aderenza ridotta o fondo scivoloso. Il manubrio è stato ribassato di 22 mm, consentendo una guida più carica in avanti e studiata per un maggior controllo dell’anteriore. I cerchi sportivi, in alluminio pressofuso, completano il look della piccola R3. All’anteriore troviamo uno pneumatico da 110/70-17 mentre al posteriore è montato un 140/70 sempre da 17”.

Motore
L’ormai collaudato bicilindrico frontemarcia da 321 cc 4 tempi, che eroga 42 CV a 10.750 rpm, è abbinato a un cambio a 6 rapporti. La moto, come accennato, è guidabile anche con la patente A2. Questa YZF-R3, grazie alla tecnologia Yamaha, regala una erogazione fluida ed una potenza sempre gestibile. Tra le caratteristiche del propulsore troviamo i pistoni forgiati in alluminio che vengono accoppiati ai cilindri con offset in alluminio DiASil, in grado di garantire uno scambio termico molto più favorevole. La Yamaha YZF-R3 2019 vuole essere una moto sportiva, chi l’acquista lo sa bene, ma qualche soddisfazione se la può togliere anche chi è alle prime armi o un pubblico femminile, perché ricordiamoci bene che l’ultimo mondiale 300 è stato vinto proprio dalla Spagnola Ana Carrasco!

Proprio l’indole del motore, secondo noi, è il segreto di questo bicilindrico, in quanto dimostra ottime doti dinamiche, con la giusta potenza e molto regolare. La frizione è morbida e ben progressiva. Non mancano, come sempre, gli accessori originali in casa Yamaha. Grazie a fornitori di fiducia, Yamaha ha pensato di esaltare le prestazioni e le funzionalità con il proprio stile. Ad esempio citiamo gli scarichi in titanio, marmitte slip-on, cover in bilet e tanto altro ancora. Il prezzo di questa piccola di casa Iwata? Da questo mese di gennaio è disponibile a 5.790 euro f.c, nei colori Yamaha Blu e Potenza Black.

La nostra prova
Il meteo “valenciano” per il nostro test in sella alla nuova Yamaha YZF-R3 2019 è stato fortunatamente favorevole. Ci avviciniamo alla piccola nata di casa Yamaha e troviamo una forte somiglianza con la Yamaha R6. Sedendoci sulla piccola supersportiva avvertiamo subito una grande comodità poiché, grazie alla sua altezza da terra, si riesce a manovrare facilmente con i piedi che appoggiano bene al suolo. La triangolazione sella-pedane-manubrio è perfetta e la sella risulta comoda ed accogliente. Come molte delle moto di casa Yamaha, la sensazione è di averla guidata da sempre e la YZF-R3 sembra assecondare con facilità ogni volontà del pilota.

Giriamo la chiave, notando che la strumentazione digitale rispecchia quanto ci aspettavamo, con le informazioni necessarie per avere tutto sotto controllo. Il percorso inizia su alcune strade cittadine che portano verso un contesto collinare, fatto di tornantini stretti e curve mozzafiato. Gli ingredienti giusti per mettere alla prova la nostra Yamaha. Nei cambi di direzione è agilissima e, grazie alla ottima posizione di guida, ci permette di spostare il corpo da una parte all’altra con grandissima facilità, senza mai stancarci con le braccia. Anche quando si forza un po’ il ritmo, la YZF-R3 si comporta degnamente e mostra un’onesta stabilità lungo i curvoni veloci. La facilità di guida ed il peso contenuto (ricordiamo essere di 169 kg in ordine di marcia) consentono di rimediare a eventuali errori di impostazione della traiettoria, semplicemente muovendo il corpo o sfiorando appena i freni. A proposito di freni, durante il nostro test abbiamo avuto una sensazione iniziale di una frenata poco incisiva, dovuta ai pochi chilometri percorsi dalla moto fino a quel momento, ma dopo aver macinato un po’ di strada, è risultata più incisiva. Buona la protezione aerodinamica e la stabilità sul veloce. Le vibrazioni sono pressoché assenti.

La YZF-R3 è dotata di ABS, ovviamente, che ha dimostrato di avere una buona soglia di intervento senza essere invasivo. La prova ciclistica e sospensioni è stata superata con buoni voti. La R3 risulta agile e nelle manovre strette da “seconda marcia” la risposta del motore è progressiva e decisa. Il motore è pronto, brillante e allunga il giusto, la moto nel complesso ci è piaciuta perché non è impegnativa e offre anche un discreto freno motore. Le cambiate sono bellissime, quasi non si avverte l’innesto della marcia per quanto sia morbido. La supersportiva ci ha sorpreso, ma è giunto il momento di portarla in pista.

Yamaha per testare le vere doti di questa moto ha scelto il Circuit de la Ribera, fatto di curve a raggio ridotto e da 2a o 3a marcia al massimo. Perfetto per valutare motore e ciclistica. Anche qui l’ultima arrivata di casa Yamaha ci ha confermato quanto percepito durante il nostro percorso su strada. La moto è veloce in inserimento di curva ed è in grado di chiudere la traiettoria quando serve. In uscita di curva risulta stabile, soprattutto adottando una posizione di guida racing. La forcella non entra mai in crisi e infonde fiducia anche nei cambi di direzione veloci. La maneggevolezza è ottima, anche alle alte velocità, dove la piccola R3 è una lama, precisa e rassicurante. Il motore garantisce accelerazioni brillanti e un discreto allungo, grazie anche ad una corretta rapportatura del cambio, che è veloce e preciso. Come avevamo già accennato, il freno anteriore richiede una consistente pressione sulla leva, ma in compenso l’ABS è tarato sull’uso sportivo, in quanto non è mai invasivo anche nelle frenate violente.

Una volta rientrati ai box la nostra prova prosegue con gran bella sorpresa, il test della versione più racing, un pronto pista che fa da base per chi voglia partecipare al campionato (anche Mondiale), SSP300. Qui molti hanno di che leccarsi i baffi, compresi noi. Stiamo parlando della Yamaha R3 GYTR che correrà quest’anno nel Mondiale World SSP300. La piccola Supersportiva è equipaggiata con sospensioni Ohlins, scarico Akrapovic e tanta componentistica da prima della classe, firmata GYTR (Genuine Yamaha Technology Racing) appunto.

Tolte le termocoperte, troviamo le gomme Pirelli. E’ giunto il momento di entrare in pista. Percepiamo immediatamente che questo motore cambia carattere, è subito pronto e ha una risposta diretta del gas. Il motore sale di giri velocemente e le marce tirano bene sino alla sesta. In uscita di curva si rivela efficace e allo stesso tempo risulta più corposo nell’erogazione.

Il sound dello scarico è superbo, pieno e in rilascio del gas scoppietta. La ciclistica è rapida in inserimento e molto leggera ed efficace nei cambi di direzione, dove l’avantreno, grazie alle ottime sospensioni Ohlins, trasmette la giusta fiducia. Questa moto è tremendamente a punto nella guida tra i cordoli, e riesce a garantirci un miglior feeling e una maggior fiducia, nonostante a nostra disposizione con questa 300 da Mondiale ci sia solo un turno in cui cercare il suo limite. Parlando di Yamaha Racing, la divisione dedicata alle competizioni dei Tre Diapason, ha creato un gran bel “giocattolo” per chi volesse avvicinarsi al mondo delle due ruote, pienamente nell’anima bLU cRU (il nome scelto per la propria crew Racing).

Nasce appunto per le giovani promesse che vogliono avvicinarsi alle due ruote per la prima volta. La filosofia bLU cRU valorizza, in particolare, le nuove generazioni di giovani piloti, creando attorno ad essi un ambiente sicuro ed incoraggiante che permette di sviluppare al meglio il proprio talento.

Abbigliamento del tester:
Casco: Vemar Hurricane Laser blue/fluo yellow
Guanti: Dainese Full Metal 6
Stivali: Dainese R Axial Pro In
Tuta: Dainese Kyalami
Sottotuta: SIXS Carbon Underwear Integrale

Giacca, pantaloni e guanti usati nel test su strada sono sempre Dainese

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