Una camminata “sopra le righe” ad Eicma 2016
Un racconto decisamente fuori dagli schemi del salone appena concluso
Premetto, di musica non me ne intendo, per niente. Mi piace ascoltarla, magari mentre sto viaggiando in auto, mentre sono al lavoro, ma non chiedetemi un testo, un titolo o il nome di un cantante.
Semplicemente non li conosco.
Ho dovuto quindi “googolare” la canzone di Carmen Consoli dal titolo “Confusa e felice” che, nel 1997, fece l’esordio su mercato. Perché questa premessa?
Perché, fortunatamente, dopo questo ultimo Eicma è così che mi sento.
Mi spiego. E’ ormai una fiera “passata” quella di Eicma 2016, le luci si sono spente, gli stand smontati e la folla oceanica ha lasciato spazio ai parcheggi vuoi.
Ed allora, dopo tutte le cartelle stampa, le foto, i sorrisi ed i saluti ecco che mi sono rimesso a pensare alla mia camminata per la fiera.
Da qualche anno a questa parte infatti, grazie al pass stampa (che permette l’accesso in giornate meno affollate ed in orari extended), mi piace farmi una camminata, di circa un paio d’ore, per la fiera Eicma con le mani in tasca e la musica nelle orecchie.
Non voglio essere distratto dai rumori di sottofondo, cerco di isolarmi il più possibile, così da simulare una camminata su di un marciapiede davanti a molti concessionari o moto parcheggiate, e lasciare che sia “la pancia” a dire come la penso veramente.
Ed allora via, iniziamo questa passeggiata di Eicma 2016.
Entrando dal padiglione 2 ecco che subito “sbatto” contro le Yamaha. T-Max in nuova versione, ormai un “must” della casa di Iwata, non sorprende più come fece all’esordio. Ci siamo abituati. La R1 ha già sparato le sue cartucce e gli aggiornamenti non fanno (giustamente) gridare al miracolo. Ci sta. Poi però c’è lei. Oh si, eccola li, il pezzo forte di Yamaha di quest’anno.
Se lo scorso anno era stata Honda con la sua nuova Africa Twin a dominare la scena “enduro tosto” con versione stradale, quest’anno è Yamaha che tira fuori dal cilindro (due in questo caso) una moto che “contrasta” lo strapotere che la nuova AT si sta guadagnando.
La nuova “T7”, una concept con motore 700 (lo stesso, ottimo, di MT07 ed XSR700), che unisce aggressività delle linee a tecnicismo specialistico degno di una nuova era di “Dakariana” da parte di Yamaha. Bella, bellissima, la voglio!
Con la T7 negli occhi (e nel cuore) continuo la mia camminata per il “due” e mi ritrovo dagli Yankee di H-D. Il nuovo motore 107 è già stato svelato e le loro linee sono sempre classiche. Che dire, per vedere una Harley che mi possa realmente attrarre devo fare un giro ad un raduno specifico. Eicma per loro è solo una vetrina luminosa. Mi spiace.
A sorriso spento, mentre sto per passare al “quattro”, ecco che mi arrivano un dritto, rovescio e montante che mi stendono. Stand degli svedesi di Ohlins (alzi la mano chi non li conosce) e che cosa ti trovo? Cagiva 500 di Kocinski, R7 di Haga e una H-D da “flat track” bella da morire! Si si si!
Il cuore batte a mille, impazzito, la passione pompa nelle vene, mamma mia che mezzi!
Entro nel Pad. 4 camminando a mezzo metro d’altezza e non posso che “cadere” nel “supermegagiga” stand Honda.
Mamma mia, gli Egizi erano dei bambini rispetto ai designer dello stand Honda. Enorme! Ok, sarà anche “sempre lo stesso” però ragazzi, una vera e propria corazzata Giapponese!
E da loro cosa vedo? Il fratello “figo” dell’Integra. Se l’Integra 750 sarei stato felice di vederlo nel box di mio padre (anche se è indubbiamente uno scooter tecnicamente avanzato), non posso dire che avevo una gran voglia di guidarlo. Però poi, ecco che arriva l’X-ADV, quello che lo scorso anno era un concept e che quest’anno è lo scooter che vorrei per il tragitto casa – lavoro – casa. Bello!
Driblo velocemente SH, CB vari, AT e similari e arrivo a lei: la nuova CBR. Che dire, la lacrima la trattengo a fatica quando leggo le sigle “SP” ed “SP-2”, che accompagnano la nuova Hypersportiva della casa dell’Ala. Non posso non pensare al VTR da Superbike e questa nuova CBR, che ha dietro di se le “vecchie serie” che l’hanno preceduta, sembra che voglia far tornare la categoria SBK su un livello tecnico “adeguato”. Mi sei mancata! (Ho detto che assomiglia alla Panigale?).
Mi allontano dallo stand, ma sbaglio uscita, mi ritrovo in un cunicolo e poi SBOOM!
Sbatto in lei. Honda CB1100 “concept”. Cioè no dai, ragazzi, già la parola “concept” mi fa eccitare e ok, ci sta, ma poi se la unite ad un design dannatamente “mixed” anni ’70 – 2000 che dire, mi commuovo! Ho (lo giuro!) spostato la modella davanti alla moto per poterla guardare meglio (la moto, non la modella!!) e sono rimasto li per circa 20 minuti.
Slick, forcella da paura, radiali, codino tronco, telecamera e faro ad led, manubrio largo “all’infinito”, roba da Joe Bar della circonvalla al mattino! Fatela, fatela subito!
Ho le lacrime agli occhi quando arrivo in Suzuki, quella Honda mi ha fregato! Vago stralunato tra i colori del nuovo Burgman 400, bello e comodo ma sempre lui, le varie Gsx naked, belle, ma ormai già viste e poi il video.
Maxisupermegaschermo e vai, mi ritrovo sedicenne.
Un video di quelli “anni 90” mostra il ritorno del Re. Gsx-R 1000 con piattaforma inerziale, fasatura variabile, linea monstre, luci led, compatta, affilata rabbiosa, UAO UAO UAO!! Te la vedi “questa qui” che si scanna con “quella la” (CBR new) nel campionato delle derivate di serie? O meglio, nella Superstock? Certo che me la vedo! Suzuki, mannaggia, ti sei fatta attendere, ci mancavi!
Adrenalinico come non mai esco a prendere una boccata d’aria fresca.
Riporto il battito a livelli normali, respirazione regolare, sudore asciugato. Ok, entro al sei/otto.
Meno case ufficiali qui, più stand “di contorno”, ma poi ti accorgi che c’è comunque la “mammasantissima” Kawa. Verde-nere sono li, cattive ed affilate come non mai. Due titoli SBK non sono noccioline ed allora ode alla regina
Zx-10RR. Ma la H2R, anche se ormai è “già vista” ruba sempre la scena. Fammi però guardare meglio. Cavolo, guarda questi qui, hanno “alesato” le Ninja! La Zeta diventa 900 ed ecco che la teppistica Ninja diventa grande, bravi!
Mi guardo attorno dopo essere stato colpito dai “verdi” e mi accorgo che sono l’unica casa “grande&grossa” in questo stand. Gironzolo senza grandi novità e poi passo oltre.
Ah, eccoli qui, quelli del “Gruppo Piaggio”. Fammi guardare. E questa Vespa qui tutta luccicosa cos’è? Ma dai, si sono scordati di montare lo scarico? Come? Cosa? Elettrica? La Vespa Elettrica? Avanti! Una mossa che dimostra come Piaggio, col marchio Vespa, voglia restare sulla cresta dell’onda! Però scusate, “confuso e felice” dicevo all’inizio, ma fatemi capire. Ho la Vespa elettrica e poi, girato l’angolo, mi ritrovo, nell’ordine: Aprilia Dorsoduro e Shiver portate a 900cc (perché prima non si impennavano già abbastanza bene vero?) e poi sento parlare di RSV da GP con valvole Pneumatiche, 250cv e prezzo strato! Ma vieni!!!
Ed io che stavo iniziando ad annusare l’aria per capire quanto fosse distante la Superleggera, mi ritrovo un missile “terra-terra” marcato Aprilia! Che poi, c’è anche una RSV4-RF che devo ricordarmi di scrivere accanto ai nomi di prima, la CBR, la Zx-10 e la Suzu nuova. Battaglia epica! Ma Jappo-Italia? Una sorta di “guerra mondiale” tra motori senza i tedeschi? Giammai!!!
Ed allora ecco che mi fiondo allo stand BMW a vedere un prototipo “intoccabile” (giuro, c’era scritto “non toccare”!) con tanto di telaio in carbonio. In C-A-R-B-O-N-I-O!! La HP4 Race è una S1000RR che più aggressiva non si può! Ma siete tutti sotto anfetamine? Cioè fatemi capire, ci sono scooter elettrici in ogni angolino, biciclette con pedalata assistita e poi, così, ti giri, e trovi bestie brucia-benzina da oltre 200 cv! Il delirio puro, stupendo!
A questo punto sto veramente “dando giù di testa” e barcollo in Ducati.
Eddai, fammela vedere, fammela “toccare” questa Superleggera, questa 1408, questa signora in rossa che, quando la vedo, trattengo a fatica la bava. Cioè aspetta, momento serietà.
La HP4 Race di prima era qualcosa di incredibile però, poverina, era li, stessa altezza, anche meno, delle altre. La Gs da 310cc era messa più in alto. Poverina, passava inosservata.
Questa invece, tutta altezzosa dalla sua pedana con tanto di (baby) bodyguard che tiene lontane le zampe di chi, come me, vorrebbe far scorrere la mano su quella livrea rossa opaca. Su quei cerchi ultraleggeri, su quella “pornografia” pura, a livello meccanico, di cui è composta.
La Supersport scoprirò poi essere eletta come moto più bella del salone ma, senza offesa, arrivato in Ducati non ho visto molto altro. Il Monster 797 va fatto, ed è ottimo, la Multistrada 950 è una moto veramente intelligente e versatile, ma la Super ti strappa gli occhi di dosso!
Amici mi diranno poi che c’era uno Scrambler “diverso dagli altri”. Risponderò senza vergogna che “non sono riuscito a vederlo”. Troppa folla? No, macchè, ero semplicemente, dannatamente attratto dalla Super. Punto.
Libidine pura.
Da li in poi è tutto un girovagare sparso, ma con colpi inaspettati.
Lo stand Husqvarna mi tira fuori dalle righe con una Vitpilen (ma che razza di nome è???) 400.
Un “supermono” da 375cc incastonato in un telaio basso-e-lungo che desidera di essere strapazzato sulle strade del lungolago, o della costa Ligure. O sull’appennino Tosco Emiliano. Insomma, una moto da guidare veloce, da far scorrere in curva, da gustarsi la domenica. Che spettacolo!
Poi però accanto, giusto ad un passo, c’è l’esatto opposto.
Un motore che da solo vale un paio d’anni di galera.
Gli Austriaci ne hanno combinata un’altra. Ti tirano fuori un Superduke prototipo, mezzo prototipo, sarà reale (bah, vai a capirli), che è di un cattiveria estrema. Corta, rabbiosa, cattiva, “a punta” (si può dire di una moto?) che vorresti aprire una filiale di una banca sul posto per poterla rapinare e portati via la bestia. KTM, tu vuoi far male alle mie coronarie?
Fortunatamente ci sono i piccoli “NIU” che mi fanno fare la faccia stralunata. Meno di 1500 euro per uno scooter elettrico con 100 Km di autonomia. Oh ragazzi, questo qui è il nuovo Booster! Lo controlli con una “APP” ed è il mezzo che probabilmente useranno i quattordicenni “due-punto-zero” per spostarsi da una parte all’altra della city. In Yamaha (vedi inizio) c’era il remake (identico) del Booster, ma chi gli girava attorno aveva almeno trent’anni. Questo invece è uno stand pieno di ragazzini brufolosi e ragazzine con il cell per i selfie, che si divertono a salirci sopra. Un segnale iperpositivo, questi vogliono mollare i mezzi pubblici! Tornare ad essere liberi in stile anni ’60 con la Vespa, come fatto col Ciao, col Fifty, Booster e Malaguti F10 (R.i.p!)!.
E poi, per i papà ancora attivi, guarda qui. Il Fantic Caballero “reloaded”. Fai fatica ad amarlo “davvero”, perché il Caballero è IL Caballero (non c’è storia), però come per lo Scrambler Ducati, non riesci a non amarlo.
Che poi accanto c’è la versione Track, bassa e lunga, ruote tassello da motard, una roba senza rosso&giallo. Me ne date una? Adesso, per tornare a casa. Devastato.
Non vedevo tante “cose” nuove tutte assieme da anni.
Non avevo una voglia di moto così forte, in settori tutti diversi, da anni.
Non ero così, “confuso & felice” da anni.
Il salone è finito, le luci sono spente ed i parcheggi sono vuoti. Ma questa è solo la calma prima della tempesta.
La moto sta tornando.
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