Tourist Trophy 2017, alla corsa stradale più famosa del Mondo dal Metzeler Village

Un viaggio tra appassionati che condividono le stesse passioni ed emozioni

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Tourist Trophy, abbreviato in TT per tutti i supoi estimatori, è senza dubbio la gara più spettacolare che esista. Un’ esperienza fantastica, una gara che si disputa la prima settimana di giugno sul circuito stradale dello Snaefell Mountain Course lungo circa 61 km. Dimentichiamo cordoli, guard rail e vie di fuga, qui tutto questo non esiste.

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Nel 1949 e fino al 1976 il Tourist Trophy era valido come Gran Premio di Gran Bretagna del Motomondiale, ma nel 1976 fu escluso dal calendario iridato in quanto risultò troppo pericoloso. Ma vi immaginate Valentino Rossi sfrecciare tra le strade dell’Isola di Man? Impossibile, in quanto il campione di Tavullia, in un intervista fatta dopo aver percorso un giro del famosissimo TT, dichiarò che i suoi “colleghi” erano pazzi a sfiorare muretti, marciapiedi e case a 300 Km/h.

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Ma torniamo a noi. Questi piloti, oltre ad avere un coraggio immenso ed una grossa adrenalina in corpo, vanno totalmente rispettati, in quanto sono capaci di correre a velocità che nemmeno in pista si raggiungono. Qui non esiste il chattering o “chissà cos’altro”, qui esiste solamente una ricca capacità intuitiva e tonnellate di adrenalina allo stato puro. All’isola di Man non poteva mancare la bandiera italiana che anche senza team e piloti super ufficiali non manca mai visita. Il nostro Alex Polita, Stefano Bonetti e Marco Pagani, sono alcuni nomi noti sbarcati sull’isola. Tra gli appassionati in attesa dietro le transenne la mia italianità da luogo a racconti nostalgici di chi, ai tempi, aveva visto correre anche Giacomo Agostini, detentore del maggior numero di vittorie, fino a quando la tappa era valida come prova del Motomondiale.

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Per raggiungere l’Isola di Man ci imbarchiamo sul piccolo bimotore che da Manchester, nel giro di 55 minuti di volo, ci permette di raggiungere l’isola. L’isola è raggiungibile anche con il traghetto da Heysham o da Liverpool. Quest’ultima (più a sud) dista 1.700 km da Milano, quindi bisogna considerare almeno 4 giorni di viaggio con soste per riposare, sicuramente un viaggio impegnativo, che però è parte consistente dell’indimenticabile esperienza che ogni appassionato vuole e può vivere grazie al TT.

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E’ sempre piacevole notare l’atmosfera di passione che si respira fin dai primi istanti anche in aereo; un richiamo forte per appassionati di ogni età, come il mio compagno di viaggio che siede al mio fianco che ha circa 70 anni, carico come una molla e pronto a sfoggiare il suo completo “maglia e cappellino del TT”. Atterrati a Man, senza perdere troppo tempo, ci dirigiamo verso il Metzeler Village; Metzeler afferma la propria presenza all’interno del villaggio National Sports Centre di Douglas, un posto pronto ad accogliere appassionati e i motociclisti di tutto il mondo con parcheggio custodito per i motociclisti h24, con un ambiente dotato di tutti i comfort, dalle docce calde al bar per poter far colazione sia all’italiana che all’inglese e a una zona relax per poter caricare il vostro cellulare e scambiare quattro chiacchiere con gli stessi motociclisti arrivati sull’isola, per vivere la stessa passione che ci accomuna.

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Il villaggio, che Metzeler allestisce per il quinto anno, sorge accanto alla curva Quarter bridge, una posizione stupenda, dove i piloti arrivati a oltre 300 Km/h scalano dalla sesta fino alla prima per affrontare una curva difficile in discesa. Una posizione strategica per assistere alle gare e facile per raggiungere il paddock dove vengono allestite bancarelle di ogni genere e ricca di iniziative a suon di musica per tutti gli appassionati del TT. Ho passato i miei giorni sull’isola in una tenda del Metzeler Village per vivere al meglio la mia passione, chiudevo gli occhi per dormire e sentivo le moto degli appassionati, aprivo gli occhi e sentivo la stessa sinfonia. Tutto questo a partire da 22 euro al giorno per persona, con materassino ed una lanterna notte (in fase di prenotazione è possibile aggiungere con un piccolo sovrapprezzo cuscino e saccopelo che rimane agli ospiti).

Finalmente il giorno delle gare
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Prima che la strada venga chiusa al traffico, circondati da moto, avanziamo sulla strada mentre ci dirigiamo lungo il bordo della pista in senso opposto alla marcia; passando vedo case piene di persone in ogni angolo e mi colpiscono molte coppie sulla settantina sedute a bordo strada in attesa di vedere la gara, attrezzate con bibite e radio. Arrivati in un punto per noi strategico sia per registrare video che scattare foto praticamente in pista, ovviamente con un occhio sempre alla sicurezza, vengo attratto da un’ immagine molto suggestiva, quella del curvone a destra privo di barriere e con muretti a filo strada e realizzo solo ora dove sono, provando una gioia infinita.

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La nostra Lampa Action Cam 3 grazie alla quale prossimamente vi mostreremo qualche passaggio del TT

Dopo le varie sessioni di warm-up della categoria 600 e Open 1000, ai Sidecar e alle moto elettriche si passa alla classe regina, la Superbike. Resto a bocca aperta mentre improvvisamente sfreccia il giovane Michael Dunlop a bordo della Suzuki seguito subito dopo dal trentottente Ian Hutchinson su BMW, adesso so che, quando dicono che per correre la Superbike al TT bisogna essere matti, non esagerano. Seguono altri piloti per i 3 minuti, sono tutti velocissimi, ma la differenza con i primi si vede anche ad occhio.

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Nonostante abbia seguito il TT da anni attraverso DVD e vari social, vi posso garantire che vedere dal vivo questi piloti, matti da legare, mi ha fatto molto emozionare; sono rimasto impressionato da come affrontano curve cieche che vengono infilate a oltre 250 km orari, un piccolo sobbalzo in rettilineo che viene superato a gas spalancato, e tutto ciò mi lascia senza fiato; per loro è tutto normale, sono da ammirare dal primo all’ultimo questi piloti, nonostante la gara sia criticata da molti per via delle morti che ogni anno accadono. Ma questi proprio non conoscono paura!

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Non ho mai visto niente di tanto veloce su una strada, nonostante in passato seguissi il campionato in salita, inutile cercare parole per descriverlo, posso solo dire che è stato incredibile e che dopo aver visto con i miei occhi l’importanza del Tourist Trophy, non posso far altro che invitare tutti quegli appassionati, almeno una volta nella loro vita, a realizzare un grande sogno. E’ stato un viaggio fantastico che rifarei domattina, ringrazio la Metzeler per l’ottima ospitalità ricevuta, ma sono sicuro che in questo posto, dove ogni motociclista vorrebbe andare almeno una volta per raccontare la sua fiaba, ci tornerò perché è tutto magnificamente magico.

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