OFO, presentato ufficialmente a Milano il servizio di bike sharing a flusso libero
4 mila biciclette a misura di milanese per la mobilità sostenibile
Che sia un tema importante per la città lo dimostra la presenza del sindaco, Giuseppe Sala, che per primo ha aperto la presentazione del servizio di OFO. Il racconto parte da alcuni anni fa, quando la città lombarda si dotò di un primo servizio di bike sharing, di tipo a stallo, cioè con inizio e fine noleggio a partire da punti di raccolta definiti. Ora la città si evolve e apre ad un servizio a flusso libero, cioè con la possibilità di lasciare ovunque la bicicletta, fondamentale nell’ottica della mobilità sostenibile e con un utilizzo esteso ad una area più vasta e con minori restrizioni. La gara ha visto l’assegnazione a due soggetti (l’altro è Mobike), per una città che è l’unica italiana così avanzata in questo tema, oltre che molto attenta alle tematiche ambientali, dove sconta purtroppo la quasi totale assenza di vento in Val Padana, ma ha il vantaggio di non essere troppo vasta ed essere pianeggiante, quindi perfetta per le bici.
Il primo servizio di bike sharing vede presenti ad oggi 4.650 biciclette nei punti di stallo, ora si aggiungono ben 12 mila altre due ruote, con i due nuovi servizi a flusso libero.
Il sindaco ha poi illustrato altri dettagli, come quello di un 2018 che non vedrà l’introduzione di nuove biciclette, che resteranno stabili su questi numeri, con una possibile valutazione di allargare però il servizio ad altri comuni appartenenti all’area metropolitana. Ci sarà invece una ricerca di affinare e migliorare i servizi, con attenzione a tre aspetti molto importanti. Vanno infatti presidiati temi come l’abbandono delle bici in luoghi non regolari (dal semplice divieto si sosta a cortili privati, per finire al “lancio nel naviglio”), ma anche l’interazione con i pedoni e le piste ciclabili, che vanno potenziate. Giuseppe Sala ha poi sottolineato che non vuole portare Milano al veto dell’uso delle auto, ma a rafforzare l’utilizzo di mezzi meno inquinanti, tra cui ovviamente anche le bici. Un lavoro di incentivazione di altre forme di mobilità più sostenibili, che potrebbe portare a scendere dalle circa 50 auto ogni 100 abitanti a 40. L’importante è poi educare gli utenti al servizio, dato che Milano è normalmente una città virtuosa, come ne è un esempio la raccolta differenziata, con percentuali tra le più alte delle città italiane.
La parola è poi passata ad Antonio Rapisarda, Country Manager di Ofo, che ha parlato della sua azienda, fondata nel 2014 in Cina, primo bike sharing a flusso libero, prima nei campus universitari, poi a Pechino e Shangai, ad oggi importante realtà, che ha da poco raccolto 700 milioni di dollari di investimenti da parte di Alibaba, che opera su oltre 180 città, in 16 Paesi, con 10 milioni di bici, che saliranno a 20 nel 2018. Con ben 13.3 milioni di km percorsi dai propri utenti al giorno, equivalenti a 3.000 tonnellate di CO2 risparmiati, rispetto all’uso di auto con motore termico. Una azienda che ha anche un forte impegno sociale, testimoniato dal fatto che i proventi del giorno 17 di ogni mese vengano donati per progetti di sostenibilità ambientale. Un mezzo con 200 anni di età, la bicicletta, sta cambiando la mobilità cittadina, regalando anche l’interconnettività tra bici e trasporto pubblico.
Marco Menichetti, Ofo Italia city manager di Milano, ha invece racconto la nascita del servizio nella città Lombarda, con 4 mila biciclette, sfruttabili grazie ad una applicazione (disponibile per sitemi IOS ed Android). Un funzionamento semplice, con una registrazione che richiede solo alcuni dati, tra cui quelli della carta di credito per effettuare il pagamento e che poi, tramite geolocalizzazione e lettura del codice a barre sulla bici, consente di aprire il lucchetto e partire. Un tastierino numerico è invece presente per uno sblocco manuale, in caso di problemi. La fase di gratuità, attiva da alcune settimane, oltre che per recuperare terreno rispetto al competitor arrivato pochi giorni prima a Milano, è servita per fare provare la bici su cui si basa il servizio, che ha 3 marce, ma soprattutto una misura più europea e milanese del suo concorrente, oltre che essere tecnologicamente ben studiata. Si può parcheggiare ovunque, ovviamente nei limiti delle leggi e del buon senso, semplicemente chiudendo il lucchetto e dando una conferma con l’applicativo.
Per la prima volta è poi stato annunciato il costo del servizio, che va a regime dal primo di novembre, con prezzi a partire da 20 centesimi a salire, in funzione del tempo di utilizzo.
Questo il dettaglio:
• 0,20 euro da 0 a 30 minuti
• 0,30 euro per la seconda mezz’ora, cioè dal minuto 31 al minuto 60
• 0,50 euro per i minuti successivi (ogni 30 minuti) fino ad arrivare a una spesa massima di 5 euro nel caso di un noleggio per un’intera giornata.
Sono stati quasi 320 mila i tragitti, con 325 mila km percorsi, da inizio servizio al 18 ottobre, con un dato importante di 80 tonnellate di CO2 risparmiate.
In chiusura l’Assessore a Mobilità e Ambiente, Marco Granelli, ha parlato dell’aspetto legato al parcheggio delle biciclette, che deve essere fatto negli stalli che sono disponibili in città, o in luoghi non vietati (come in strada, ma fuori da parcheggi a pagamento o che siano riservati ai residenti). Questo si scontra però, a nostro avviso, con la possibilità di parcheggiare sui marciapiedi, che di fatto è invece il principale luogo in cui vengono rilasciate le biciclette, che sarebbe di fatto vietato, ma su cui al momento si sta chiudendo un occhio, purché non ostacoli gli altri utenti.
Per eventuali sanzioni, relative a parcheggi ed utilizzi vietati, si usa un sistema basato sulla collaborazione, con segnalazioni attraverso l’applicazione del servizio, ma anche controlli centralizzati. Il punteggio dell’utente porterà a sanzioni, ma che sono ancora in fase di definizione ed elaborazione. Il sindaco Sala ha tenuto a sottolineare che si tratta di un progetto per la città e che sanzionare i comportamenti non corretti è strettamente necessario, per il bene comune.
Infine alcune informazioni di carattere generale, legate al servizio, che non pesa sulle casse comunali, che anzi incassa 30 euro annui per bici, quindi 120 mila euro da Ofo e 240 mila da Mobike, le cui operazioni devono quindi sostenersi in autonomia a livello economico.
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