MV Agusta: 75 anni di innovazione sportiva e costruttiva [FOTO]

Dal 19 gennaio 1945

Un viaggio costellato da imprese sportive e creazioni esclusive. Delineate nuove prospettive

Successi sportivi di livello mondiale e forme ricercate che consentono a ogni modello di essere riconoscibile e calamitante. La formula alchemica di MV Agusta, considerando prestazioni e ricerca estetica, appare unica e storica. Si ricordano i 75 anni del marchio, con festeggiamenti ufficiali programmati a Varese i giorni 20 e 21 giugno 2020, come segnalato.

Un racconto subito ricco di imprese

Nel lontano 19 gennaio 1945 prese forma la Meccanica Verghera Srl a Cascina Costa, non troppo lontano da dove oggi sorge l’aeroporto internazionale di Malpensa. Inizia così il percorso della nota casa varesina. La famiglia Agusta, un tempo protagonista nell’industria aeronautica, non potendo più realizzare veivoli nel dopoguerra, continuò ancora a dare spazio alla propria passione per la tecnologia e il gusto della velocità, iniziando a realizzare motociclette. Secondo tradizione, il primo esemplare da 98 cc doveva essere chiamato “Vespa”. Nome divenuto storico con un altro marchio e dunque già preso, così si decise per una sigla più diretta e semplice: “MV98”.
Un altro aspetto interessante della famiglia Agusta era la conversione di modelli da corsa in mezzi stradali, rivolti a una crescente clientela affezionata, partendo da una versione di lusso della citata 98, in evidenza alla fiera di Milano del 1947.
Una tradizione continuata poi con i nuovi modelli MV Agusta ancora oggi, diventando icone nel panorama a due ruote internazionale, sportivo e produttivo. Proprio parlando di agonismo, lo stesso conte Domenico Agusta sapeva scegliere con attenzione i migliori assi del periodo. Nomi come Franco Bertoni, primo pilota di MV Agusta, quindi Arcisio Artesiani, Carlo Ubbiali “il cinese volante”, Leslie Graham, Cecil Sandford, Fortunato Libanori, John Surtees, Mike Hailwood, Gianfranco Bonera, il leggendario Giacomo Agostini e Phil Read, come segnalato. La lunga stagione degli Agusta, durata trent’anni, è stata costellata da una sequela di vittorie mista al successo dei modelli MV Agusta di serie. Il binomio più evocativo risulta certamente quello tra il marchio varesino e Giacomo Agostini, tanto che nel corso delle sua carriera il mitico “Ago” è riuscito ad aggiudicarsi 13 titoli mondiali, 18 campionati italiani e 10 Tourist Trophy, come ricordato.

L’era Castiglioni

Il quadro mutò dopo la scomparsa del conte Domenico nel 1971 e in seguito all’ultimo successo di Agostini al Nürburgring nel 1976. Si dovette attendere la famiglia Castiglioni, per un deciso cambio di prospettiva. Con l’acquisizione da parte della Cagiva di Claudio Castiglioni nel 1992, la produzione fu trasferita negli stabilimenti di Schiranna, sul lago di Varese. L’attuale quartier generale.
La “guida visionaria” di Claudio Castiglioni ha permesso a MV Agusta di essere uno dei marchi che meglio definisce l’arte costruttiva italiana nel motociclismo internazionale. Una tradizione interessante e ricercata, grazie alla rivoluzione che attuò Castiglioni nel comparto industriale, con forti investimenti nel settore ricerca e sviluppo, oltre al sostegno della produzione. Uno dei capolavori è la F4, una dei modelli più prestanti con unità quattro cilindri da 750 cc, che ha rappresentato anche la prima superbike del marchio varesino. Una delle moto iconiche per eccellenza, data la sua cura stilistica. Tra i concetti introdotti da Claudio Castiglioni anche “naked”, denominazione poi divenuta consuetudine nel panorama costruttivo.

Un nuovo corso

Scomparso prematuramente Claudio Castiglioni nel 2011, suo figlio Giovanni ha preso il controllo dell’azienda, continuando a innovare seguendo le orme del padre. Strategici i legami con Pirelli e il campione di Formula 1, Lewis Hamilton, prospettando sinergie che ampliassero il fronte operativo. Giovanni Castiglioni stesso ha ispirato il debutto della “Brutale” e anche della F3, spinta da un propulsore 3 cilindri in linea con albero contro-rotante (la prima della produzione), assieme ad altri aspetti sofisticati. Quindi sono state sviluppate anche nuovi esemplari come Dragster e Turismo Veloce, giungendo in un nuovo segmento ed evolvendo poi la leggendaria F4 e la F3.
Si arriva così al 2017 e all’ingresso di nuovi capitali dalla lussemburghese ComSar Invest, proprietà di una famiglia di imprenditori con “forte spirito pionieristico” e “passione per i motori”, affiancando Agusta e Castiglioni. Nel 2019 la famiglia Sardarov ha acquisito il 100% del pacchetto azionario di MV Agusta e Timur Sardarov, attuale CEO dell’azienda, gestisce il nuovo corso come indicato.
Tra gli aspetti considerati spiccano “stabilità, qualità, customer relation, assistenza e allargamento della gamma di prodotto e della rete vendita”, ma anche connettività e digitalizzazione. Se si parla di modelli, si devono considerare le ultime produzioni tipo la serie limitata “Oro” di Brutale 1000 RR e Superveloce 800. Questa nel 2019 ha permesso all’azienda di ottenere il riconoscimento di “Eccellenza del Design Lombardo”. Riorganizzata poi anche la struttura dirigenziale dell’azienda, introducendo manager esperti e nomi noti per dare forma a “un dream-team dirigenziale”. Passi di una strategia presente nel piano quinquennale della realtà varesina, puntando su una “crescita sia organica sia strutturale, con l’obiettivo di portare i volumi annuali di vendita a 25,000 unità nei prossimi cinque anni con oltre 20 nuovi modelli”, come riferito. Si prospetta anche una nuova gamma entry-level, tornando anche a cilindrate più compatte, tipo la 350 cc, considerando nuovi mercati come il versante asiatico, dato l’accordo con la cinese Loncin, come ricordato.

Foto: MV Agusta

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