Honda CB1000R+ MY2018: Nuda d’autore [PROVA SU STRADA]

Neo Sports Cafè: tre parole sapientemente mescolate tra loro attraverso le quali Honda regala agli appassionati di naked, un’autentica opera d’arte su ruote

Cura certosina, attenzione per il dettaglio e quell’inconfondibile stile Honda che ti fa sentire subito a casa, creano un mix esplosivo ed emozionante. Non perdete tempo chiedendovi cosa sia cambiato rispetto alla versione 2008 perché la risposta è tanto scontata quanto semplice: tutto. Il colosso di Tokyo, forte dell’esperienza di Soya Uchida - Chief Engineer di Honda Motor – ha ottenuto risultati entusiasmanti riuscendo ad immettere sul mercato un prodotto che si differenzia dalla concorrenza per dimensioni, styling e piacere di guida

Honda CB1000R+ MY2018 – E’ tornata e lo ha fatto in grande stile. Honda Motor, come sempre accade quando si dedica allo sviluppo di un prodotto totalmente nuovo, pone al centro del progetto il pilota. Questa volta però, il reparto ricerca e sviluppo è andato ben oltre, concentrando le sue idee sulla creazione di una moto capace di unire tecnologia e personalità all’inconfondibile stile Honda. Chiunque abbia mai posseduto una due ruote nata sotto il segno dell’Ala, sa bene cosa sia quella particolare sensazione che si prova quando ci si mette alla guida. E’ la moto che hai sempre avuto, quella che sa capirti e che sa accompagnarti in ufficio con stile o in pista facendoti sentire sempre protagonista. Tu ordini, lei esegue. E’ una fedele compagna e non ti restituirà mai reazioni impreviste perché non è nel suo DNA.

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In un segmento dove si punta alla potenza massima ed all’esasperazione del termine “naked”, Honda si inserisce con stile, fondendo un motore entusiasmante ad un telaio monotrave superiore in acciaio scatolato che esalta la linea minimalista dal profilo trapezoidale ultra-compatto conferitole dai tecnici nipponici. CB1000R e CB1000R+ rappresentano la massima evoluzione Honda in materia Cafè Racer: concepita a partire da un foglio bianco, questa moto racchiude doti dinamiche capaci di far innamorare chiunque la guidi anche solo per pochi chilometri.

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Alla prima presentazione stampa, le parole di Mr. Soya Uchida furono lapidarie e lasciarono intendere chiaramente il concetto sviluppato da Honda: “I clienti hanno aspettative ed interessi che non riguardano semplicemente la velocità. Noi volevamo che ogni esperienza in sella alla CB1000R fosse emozionate ed entusiasmante ma anche che i piloti provassero vero piacere nel possedere e mettere in mostra una moto così unica.” Ecco come nasce la filosofia Neo Sports Cafè ossia quell’insieme di dettagli, di upgrade e di raffinatezze che trasformano la già bella CB1000R nella più aggressiva versione “+”. Il simbolo matematico distingue la versione in prova dalla sorella meno accessoriata ma pur sempre intrigante; l’anima sarà anche retrò ma… lo sguardo è rivolto al futuro e lo testimonia il possente quattro cilindri in linea capace di erogare 145cv a poco più di 10.000 giri/minuto. Ci sono davvero molti aspetti da analizzare e riteniamo sia il caso di farlo nel dettaglio.

Estetica e finiture:

Rating: ★★★★★ 

Stile vintage in chiave moderna
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Con la CB1000R, Honda ha dato vita ad un’opera d’arte che – a modo suo – ridefinisce il concetto di naked. Ogni particolare è curato in modo maniacale e lo stile delle sovrastrutture reinterpreta in chiave moderna l’iconico stile CB, combinando il minimalismo retrò con le elevate prestazioni del quattro cilindri in linea di nuova concezione. Se la versione 2008 si faceva notare per le linee spigolose, dieci anni dopo ci troviamo davanti ad una special caratterizzata dalla particolare forma che, gli stessi tecnici, definiscono “ trapezoidale” ed ultra compatta. L’elemento innovativo, nonché prima assoluta per Honda, è rappresentato dal gruppo portatarga fissato al corto monobraccio in lega di alluminio: questa soluzione permette di alleggerire il posteriore, dando risalto alle linee morbide del guscio che sostituisce il sellino del passeggero e che cela un piccolo vano porta oggetti. La luce posteriore dalla forma a mezzaluna sfrutta la tecnologia LED, così come gli indicatori di direzione che, pur essendo equipaggiamento di serie, sono piacevoli alla vista e non istigano alla sostituzione immediata. Un’altra caratteristica innovativa di questa CB1000R, è sicuramente il serbatoio carburante senza saldature a vista. Da buona naked quale è, le parti di carrozzeria sono ridotte all’osso ed anzi, fin dal primo sguardo è evidente l’esigua presenza di componenti in materiale plastico – solo sei – tra le quali il più esteso è il parafango anteriore. Lo stile Neo Sport Cafè viene messo in evidenza grazie alla profusione di finiture metalliche a contrasto con il nero lucido: i convogliatori del radiatore ed i fianchetti sono in alluminio brunito mentre sul carter motore, testata e mozzo posteriore si fa apprezzare la lavorazione a macchina che porta in risalto le forme geometriche disegnate sul possente 4 cilindri in linea di colore nero opaco. In aggiunta, sulla più accessoriata versione denominata CB1000R+ (quella in prova, per intenderci), troviamo la spettacolare griglia copri-radiatore in alluminio a nido d’ape con logo del modello inciso nella lamiera, un piccolo parabrezza anteriore con inserto sempre in alluminio, il guscio passeggero che la rende monoposto ed un piccolo parafango posteriore con funzionalità prettamente estetica.

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Nella vista frontale, il sottile faro a LED tondo con luce a due livelli e profilo verniciato in tinta silver met, gioca un ruolo da protagonista: appena l’impianto elettrico prende vita, si accende uno scenografico anello azzurrato a forma di ferro di cavallo ed in pochi secondi, la strada si illumina d’immenso. Al suo fianco, gli indicatori di direzione fungono da luci di posizione rendendo la CB1000R+ immediatamente riconoscibile anche da lontano. Un occhio di riguardo va riservato ai cerchi, nello specifico a quello posteriore con canale da 6 e disegno a sbalzo che si compone di 5 razze sdoppiate nel più puro stile racing. Bella, ben fatta e chiaramente interpretabile: la nuova strumentazione con bordo contagiri verniciato nella stessa tinta della cornice proiettore anteriore, si cela dietro alla piccola unghia in plastica e metallo, di serie sulla versione “plus”. Sotto agli occhi del pilota, tutto quello che serve è a portata di pollice. Sul blocchetto sinistro troviamo i comandi principali che servono per muoversi all’interno dei menù. Premendo il pulsante MODE, una riga orizzontale si muove sottolineando i campi che diventano modificabili. Oltre a tutte le informazioni classiche in merito a percorrenza parziale e totale, consumi, medie e quant’altro, il menù più gustoso – se ci concedete l’aggettivo – è senza dubbio quello che permette di selezionare uno dei quattro Riding Mode a disposizione dell’utente. La differenza tra le mappe la fanno i diversi setting dei tre parametri chiave che ne distinguono i profili e che sono: il livello di erogazione potenza (P), l’intervento del freno motore (EB) ed il controllo di trazione Honda Selectable Torque Control (T) che, volendo, è anche completamente disinseribile.

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Una luce a led posizionata a destra del display, cambia colore al cambiare belle mappature rendendo riconoscibile – a colpo d’occhio – il Riding Mode selezionato. Inutile dire che la RAIN usa l’erogazione di potenza più dolce, il freno motore intermedio ed il controllo di trazione elevato. Passando su STANDARD troviamo invece il setting intermedio di tutti i parametri; viene addolcita l’erogazione in prima ed in seconda marcia, offrendo una spinta inerziale inferiore alla mappatura più esaltante, la SPORT, che sfrutta la massima potenza coadiuvata ai livelli più bassi di freno motore e traction control. Infine troviamo il Riding Mode definito USER e che, come lascia intendere la parola stessa, è personalizzabile dall’utente con parametri impostabili a proprio piacimento.
Alla sinistra del display principale troviamo la sezione dedicata al contagiri che racchiude al suo interno il comodo conta marce mentre, nell’angolo in alto a destra, troviamo la spia di cambiata “Shift-up” che lampeggia in bianco con una frequenza crescente quando i giri/min superano il valore preimpostato. Appena la si guarda, ci si rende conto che – in mezzo ad una vastità di naked caratterizzate da tratti affilati e taglienti – la nuda di casa Honda si distingue per le sue linee morbide e decisamente minimal ma anche maledettamente personali. Due le colorazioni disponibili per la CB1000R: la spettacolare versione Matte Bullet Silver Metallic – fortemente ispirata al contesto industriale moderno – o la più classica colorazione denominata Candy Cromosphere Red. Scelta obbligata invece per la più sofisticata versione “plus” oggetto della nostra prova che è disponibile solamente in Graphite Black con elementi in alluminio spazzolato e dettagli in silver metallic a contrasto.

Motore e prestazioni:

Rating: ★★★★☆ 

Cuore entusiasmante, senza “inciampare” nell’esasperazione
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Mettiamo le cose in chiaro fin da subito: la Honda CB1000R+ non è, e non vuole rappresentare, l’alternativa della casa di Tokyo alle concorrenti pistaiole ed estreme quali possono essere Aprilia Tuono V4, Bmw S1000R, Ducati Monster 1200R o Triumph Speed Triple 1050RS. Honda ha lavorato a fondo per generare una moto capace di entusiasmare il suo rider senza chiedergli di dare il massimo per gestirla. Lei si lascia guidare, forte di un nuovo motore rigorosamente quattro cilindri DOHC da 998CC capace di erogare 145cv a 10.500 giri/min e 104 Nm di coppia a 8250 giri. Rispetto al procedente propulsore, guadagna 20cv ma ne mantiene alesaggio e corsa (75×56,5mm) con un rapporto di compressione che passa da 10,4:1 a 11,6:1. I pistoni sono ora forgiati anziché pressofusi, proprio come sulla sportiva Fireblade attualmente in commercio. Proprio prendendo come punto di riferimento la supersportiva della Casa dell’Ala, è bene sottolineare che, grazie alla riduzione dei rapporti del cambio di circa il 4%, la CB1000R accelera da 0 a 130 km/h nelle prime tre marce più rapidamente della sorellona carenata! Questo dovrebbe bastare per capire che la differenza la fanno le scelte complessive e non il singolo parametro. Certo, poi non vola oltre i 230 km/h perché è autolimitata ma… su una moto del genere, a cosa servirebbe? Una volta inserita la chiave nel blocchetto d’avviamento ed atteso il tempo necessario al check della messa in moto, basta premere il pulsante start per dare vita al suono pieno ma pacato che filtra attraverso il nuovo impianto di scarico che termina con un inedito finale a due uscite sovrapposte dalla forma slanciata ma pur sempre goffa, se confrontata con il resto della moto.

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Gas alla mano, ci si accorge di come il sistema Thottle By Wire riesca a regalare il massimo controllo dell’erogazione, complici i 4 Riding Mode selezionabili dal blocchetto di sinistra che permettono di soddisfare ogni stile di guida. Anche in questa occasione, Honda non ha puntato sulla potenza massima bensì sul piacere di guida e sulle emozioni; è questo il motivo per cui il motore eroga il suo picco di coppia nel range che va dai 6 agli 8000 giri/min. Qui la spinta del quattro cilindri si fa sentire poderosa: la moto diventa rabbiosa e continua la sua corsa furiosa fino agli 11.500 giri prima di incontrare il limitatore che, in un batter d’occhio, vi ricorderà di passare al rapporto successivo. Sotto l’aspetto meramente tecnico, Honda dichiara che lo sviluppo del nuovo quattro cilindri ha previsto il miglioramento della fluidodinamica della testata. L’alzata delle valvole è superiore, con l’aspirazione a 8,5 mm e lo scarico a 8,1 mm (rispetto ai precedenti 7,9/7,8 mm). I corpi farfallati da 44 mm di diametro (+8 mm) alimentano condotti di aspirazione maggiorati; è stata rivisitata anche la conformazione delle camere di combustione. Completamente nuovi anche airbox e filtro dell’aria, studiati per ottimizzare al massimo il percorso dei flussi in modo da massimizzare la respirazione del motore.

Guida e maneggevolezza:

Rating: ★★★★☆ 

Una vera Honda, in tutto e per tutto. Non sottovalutarla!
Honda_CB1000R_prova_su_strada_2018_030La dinamica di guida che mamma Honda riesce a donare alle sue creature, è qualcosa di speciale. Anche volendo prendere le distanze dallo stereotipo che vede il marchio Honda produrre moto alla portata di tutti, non riusciamo a trovare un modo differente per spiegare la sensazione che si prova appoggiando il proprio fondoschiena sulla (comoda) sella di questa CB1000R che si ferma a 830mm da terra. La posizione di guida si rivela rilassata e naturale, con le mani che impugnano un manubrio dalla larghezza ed inclinazione praticamente perfette; il carico sugli avambracci e ben bilanciato, proprio come lo è la distanza dalla sella al manubrio stesso. L’inclinazione del canotto di sterzo è di 25° per un’avancorsa di 100mm mentre l’interasse misura 1455mm: ecco la combinazione che rende così agile la naked di casa Honda.

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Una volta acceso il 4 cilindri Honda e selezionata la mappa Standard, si percepisce fin da subito il feeling che questa moto sa trasmettere. E’ tutto sotto controllo, non ci sono noiose vibrazioni e le pedane in posizione adeguata aiutano a bilanciare il peso della moto in ogni condizione. Peso che, con il pieno, ferma l’ago della bilancia a 212kg, ben 12 in meno rispetto alla versione precedente. SFF-BP e cioè “Separate Function Fork – Big Piston”, è l’acronimo con cui Showa – storico partner Honda – definisce la forcella che equipaggia la CB1000R e che concentra nello stelo di sinistra il precarico e in quello di destra la compressione ed il ritorno. La comodità di agire su un solo stelo è impagabile: riduce al minimo la possibilità di errore e garantisce uniformità di risposta. Un po’ meno sofisticato, il mono posteriore è regolabile solo in estensione su differenti livelli di carico reimpostati e settabili tramite l’apposita chiave. Sfruttiamo una calda giornata di inizio autunno che il mese di ottobre ci regala, per portarla a spasso tra curve e tornanti in modo da saggiarne le doti dinamiche: una volta presa la dovuta confidenza – come se ce ne fosse bisogno! – questa CB1000R+ inizia a regalare emozioni una via l’altra. All’aumentare dell’andatura, si fa leggera come una piuma e ti permette correzioni e cambi di traiettoria manco fosse 50 chili più leggera. Non è estrema, ma quando si sceglie il Riding Mode SPORT, la storia cambia e qualche brividino te lo regala; allo spalancare del gas, quel musino sornione punta il cielo, per poi tornare a contatto con l’asfalto dove inizia a scolpire traiettorie precise, mostrando un’agilità di livello superiore, anche se quando si spinge forte la forcella rimbalza sullo sconnesso e dal mono ci si aspetterebbe un po’ più di sostegno. La formula scelta da Honda paga proprio perché un utilizzo estremo o pistaiolo, non è nelle sue corde: basta stare un pelo sotto questo limite e le sensazioni che saprà regalare, saranno capaci di gasare chiunque. La prestigiosa versione “plus” offre di serie un optional irrinunciabile: il cambio rapido Quickshifter, davvero ben tarato ed utilizzabile sia in up-shift che in down-shift.

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Non contenti di averla messa alla frusta con ogni mappa, la prova del nove l’abbiamo fatta personalizzando la mappa USER: potenza motore al massimo, livello minimo di freno motore e HSTC completamente disattivato. Una goduria! Il quattro cilindri spinge forte ma quando viene il momento di attaccarsi ai freni, arrivano in soccorso due bei dischi flottanti da 310mm morsi da pinze radiali Tokiko a 4 pistincini mentre, al posteriore, troviamo un disco da 265mm abbinato alla sua pinza a 2 pistoncini. Non saranno i blasonati Brembo, ma garantiamo che le decelerazioni di cui sono capaci, lasciano estremamente soddisfatti quando si parla di utilizzo stradale.
Tornando verso la città, ci si rende conto di come la posizione di guida non sia stancante e di come – in questo caso – il reparto sospensioni faccia bene il suo lavoro copiando le asperità delle strade di città senza restituire colpi o reazioni che potrebbero mettere in difficoltà: la tenuta è sempre eccellente per merito dei pneumatici Bridgestone da 17 pollici di primo equipaggiamento che misurano 120/70 all’anteriore e 190/55 al posteriore.
Il bilancio finale positivo è tutto a favore di questa splendida creatura nata sotto il segno dell’Ala: il colosso di Tokyo ha fatto centro con una naked ispirata al passato ma carica di contenuti all’avanguardia che la rendono gestibile da chiunque.

Prezzo e consumi:

Rating: ★★★★☆ 

An icon from the future
Honda_CB1000R_prova_su_strada_2018_018E’ inutile negarlo: questi giocattolini non costano poco ma, quando si punta ad un oggetto del genere, la maggior parte delle volte lo si fa per piacere e non per necessità. Quindi godiamoci fino in fondo la passione per le moto e scegliamo quello che più ci piace ascoltando, almeno per una volta, il cuore “meccanico” che batte dentro ad ognuno di noi.

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Honda – come abbiamo più volte sottolineato in questa prova – propone due allestimenti differenti. Il primo è quello che potremmo definire “di serie”, che prende il nome di CB1000R Neo Sports Cafè e che ha un prezzo pari a 13.790€ f.c.: questa versione ha tutto quello che serve per uscire dalla concessionaria ed iniziare a divertirsi ma, a nostro avviso, manca di qualche accessorio che potrebbe fare comodo sia sotto il punto di vista del comfort che sotto l’aspetto dinamico.

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Poi c’è l’esemplare in prova, quello contraddistinto dal famoso segno “+” posto subito dopo la lettera R: qui abbiamo un kit estetico con dettagli in alluminio spazzolato che comprende un piccolo parabrezza a copertura della strumentazione, l’unghia coprisella posteriore che rende la moto monoposto, parafango anteriore e posteriore con inserti in alluminio, griglia radiatore sempre in alluminio con trama a nido d’ape e logo del modello. A questo aggiungete il cambio elettronico Quickshifter (secondo noi indispensabile) e le comodissime – ma spesso sottovalutate – manopole riscaldabili. Così arriviamo a 15090€ f.c., cifra che si avvicina alle concorrenti di categoria ma rimanendo comunque tra le più economiche del lotto.

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Un piccolo plauso ai tecnici Honda anche per la diminuzione dichiarata dei consumi che passa da 16,9km/l del modello precedente ai 17,2 della versione attuale per quanto concerne l’utilizzo urbano; arriviamo a quasi 18 in quello extraurbano e passiamo ai 15 nel regime autostradale. Se è vero che le concorrenti sono più agguerrite, più potenti e selvagge, questa CB1000R+ ci ha impressionato per il perfetto bilanciamento delle forze in gioco. Senza dover esagerare, sa andare forte ed in tutta sicurezza. Salire in moto deve essere un piacere, un divertimento: se il vostro obiettivo è partecipare a frequenti track-day o ad uscite in pista con gli amici, guardatevi attorno. Se invece volete una moto capace di farvi divertire senza richiedere doti da pilota, la serie Neo Sports Cafè ha sicuramente le carte in regola per soddisfare i vostri istinti.

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PRO E CONTRO
Ci piace:
Estetica personale – Dotazione versione Plus – Motore entusiasmante

Non ci piace:
Mono morbido – Forcella quando sollecitata intensamente – Colorazione Graphite Black estremamente delicata

HONDA CB1000R+ MY2018: la Pagella di Motorionline

Motore:★★★★☆ 
Maneggevolezza:★★★★★ 
Cambio e trasmissione:★★★★☆ 
Frenata:★★★★☆ 
Sospensioni:★★★★½ 
Guida:★★★★★ 
Comfort pilota:★★★★½ 
Comfort passeggero:★★★☆☆ 
Dotazione:★★★★☆ 
Qualità/Prezzo:★★★★☆ 
Linea:★★★★★ 
Consumi:★★★★☆ 

Ha collaborato Gianluca Cuttitta

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Abbigliamento del tester:
Guanti: Dainese Blackjack
Giacca: Dainese HF D1 Leather Jacket
Pantalone: Dainese BONNEVILLE SLIM
Scarpa: Dainese STREET ROCKER D-WP
Casco: X-Lite X803 Ultracarbon

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