Harley-Davidson Fat Boy 114 MY2018: un salto nel futuro, ma la tradizione è salva [VIDEO PROVA SU STRADA]

Una delle 8 novità figlie della “rivoluzione Softail”

Harley-Davidson Fat Boy 114 MY2018 - Un telaio unico, che prende il posto del vecchio Softail, ma anche del Dyna, un anno dopo il debutto di un motore totalmente nuovo. H-D continua a stupire ed a convincere

Tradizione ed innovazione sono due concetti che vanno in direzioni opposte, almeno così è di solito. Ciò che sta facendo Harley-Davidson negli anni sembra invece voler dimostrare proprio il contrario. Prima il debutto di un motore totalmente nuovo, capace di passare alla distribuzione a 4 valvole, fondamentale per la sua efficienza, ma anche di ridurre le vibrazioni del 75% (si sarebbe potuti andare oltre, ma un motore H-D senza vibrazioni non sarebbe stato nella tradizione), al contempo rispettando una estetica fedele alla sua storia e regalando una curva di erogazione capace di convincere tutti. Pochi mesi fa è poi arrivata una seconda rivoluzione, che ha stravolto la gamma Softail ed ha anche eliminato quella basata sul telaio Dyna, sostanzialmente unificando due famiglie che utilizzano ora un unico “frame”, estremamente migliorato, basti pensare che è più leggero, ma ben più rigido, con delle innovazioni corpose, anche dal punto di vista della guida.

Sembrerebbe però che questo sia solo un inizio, di un processo che porterà in 10 anni alla nascita di ben 100 nuovi modelli, grazie ai quali Harley-Davidson punta ad aumentare le vendite del 50%! Il 2018 è quello del 115° compleanno del marchio americano, segna però anche l’uscita di scena, oltre delle già citate Dyna, anche della poco fortunata V-Rod, nata da un progetto del 2001, intorno ad un cuore V2 a 4 valvole per cilindro, il primo, figlio della partnership con Porsche. Proprio il motore è finito per essere sostanzialmente superato dall’innovazione portata dal debutto dei Milwaukee-Eight, già visti sulla gamma Touring a partire dal 2016. Andiamo a scoprire nel dettaglio la prima Harley-Davidson della nuova gamma Softail che abbiamo avuto l’occasione di provare.

Estetica e finiture:

Rating: ★★★★★ 

Salva la tradizione, malgrado le tante novità, solo il faro non convince al primo sguardo
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Lei è la moto di Terminator, per molti almeno è quella che Arnold Schwarzenegger, prima di entrare in politica, guidava in una scena di T2 diventata tra le più famose della storia del cinema legato alle 2 ruote. Scena peraltro non legata ad una sponsorizzazione della casa americana, quasi non voluta, ma che rese ancor più iconico questo storico modello H-D.

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Pochi anni fa uno dei due esemplari utilizzati per le riprese è stato acquistato per essere esposto all’Harley-Davidson Museum. Tutto questo per dirvi che, forse sarà banale, ma sedersi in sella ad una Fat Boy fa sentire un po’ Schwarty, se non altro per quella posizione dominante, a braccia e gambe larghe, che ricorda istantaneamente le scene del film.

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Tornando alla nostra prova, la nuova Fat Boy nasce intorno ad un telaio totalmente nuovo, con modifiche sostanziali, come il passaggio da due ammortizzatori ad un mono completamente nascosto, ma non solo. Le larghe gomme sono diventate decisamente fuori misura, con un 240 dietro, contribuendo a rendere ancora più muscoloso l’aspetto della moto, insieme ai nuovi cerchi lenticolari. Il rispetto della tradizione è però salvo, perché se la guardi è indubbiamente “Fat Boy”, con una sola eccezione: il faro.

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Il nuovo elemento a LED è avvolto da una mascherina, che abbraccia la forcella unendosi a formare un unico elemento. Rispetto a quello esterno, che tutti conosciamo, il cambiamento è radicale ed occorre farci l’abitudine. Per chi volesse, è sempre possibile customizzare la propria Fat Boy, riportandola ad un look più classico. La maschera è infatti asportabile, lasciando “nudo” il faro, basta poi chiudere la forcella con un accessorio ed il gioco è fatto.

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Tra le altre novità troviamo poi una pratica presa USB, una strumentazione tutta nuova e molto completa, navigabile dai tasti al manubrio, il sistema Keyless abbinato ad una chiave fisica in alluminio per il bloccasterzo, mentre si conferma il secondo tappo a sinistra del serbatoio, finto sulla moto standard, ma che lascia spazio a molte varianti, scelte dal leggendario catalogo degli accessori.

Motore e prestazioni:

Rating: ★★★★½ 

Il Milwaukee-Eight si conferma una novità in grado di convincere praticamente tutti
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Si tratta di nuovissimi motori, ovviamente conformi alle direttive Euro 4, che conservano l’aspetto del noto V2 americano, con un angolo sempre di 45°, ma che hanno ben poco in comune con le unità che vanno a rimpiazzare. Distribuzione a 4 valvole per cilindro, di tipo monoalbero, doppia candela e con la presenza di un contralbero interno, teoricamente in grado di annullare le classiche vibrazioni, che restano solo per scelta, ma “la metà della metà” (un quarto) rispetto al passato. Dopo averlo scoperti sulla gamma Touring, ora lo ritroviamo sulle Softail, dove è disponibile sempre in due cilindrate, 107 e 114 pollici cubi, quest’ultima è una opzione per 4 modelli, tra cui proprio la Fat Boy.

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Quella da noi provata è una 114, con una cilindrata di 1.868 cc, raffreddamento ad aria e olio, con un piccolo radiatore ben celato tra le forme del telaio. Il motore lo conosciamo bene e si conferma nelle sue doti eccezionali. Ha valori di coppia e potenza mai visti prima su queste moto, con 155 Nm a soli 3.000 giri, oltre 90 cavalli ed una erogazione sempre piena e che convince tutti. Anche se il cambio è rapportato piuttosto lungo (a 130 Km/h il regime resta intorno ai 2.800 giri), il V2 ha un tale vigore che, spalancando il gas, conviene tenere ben salde le mani sul manubrio. La velocità massima è limitata e, ove sia possibile, si raggiunge con tempi da moto sportiva, mentre levando il limitatore si avvicinerebbe a valori decisamente impegnativi. Perfetta la risposta all’acceleratore, che è ora di tipo ride-by-wire.

Guida e maneggevolezza:

Rating: ★★★★☆ 

Cambia tutto intorno al telaio ed alla guida si capisce subito
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Analizzando le tante novità della Fat Boy 2018, al nuovo telaio troviamo abbinato un mono ammortizzatore Showa Cantilever posteriore, nascosto dal telaio e regolabile, al posto del vecchio doppio ammortizzatore, mentre all’anteriore la nuova forcella guadagna il sistema Dual Bending Valve di Showa. Quanto alla frenata è quasi incredibile che un disco singolo all’anteriore, pur passando da fisso a flottante, riesca a fermare così bene una moto che, pur dimagrita di una quindicina circa di chili, resta a quota 304 Kg a secco. La nuova distribuzione delle masse fa sembrare ben più magra la nuova Fat Boy. Basta sollevarla dal cavalletto da ferma per capirlo, mentre alla guida ci si può divertire parecchio, malgrado le nuove mostruose gomme non la farebbero immaginare così maneggevole. Si passa da una 200 ad un 240 dietro, da 140 a 160 davanti. Gommatura che non sembra ridurre di molto la maneggevolezza e la guidabilità della moto, anzi. L’unica nota da segnalare è il generoso effetto auto raddrizzante in frenata, generato anche dai cerchi lenticolari, il cui peso incide su alcune risposte della moto, anche se prevalentemente in situazioni particolari.

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Alla guida la Fat Boy 2018 ci ha saputo convincere fino in fondo, proprio perché le novità alzano l’asticella da tanti punti di vista, senza rinunciare sostanzialmente a nulla. La posizione di guida è quella classica della Fat Boy, a nostro avviso una delle più belle, nonché comode che si possano avere, con l’unico inconveniente che, in questa stagione, si prende tutto il freddo possibile, dato che le braccia sono larghe ed anche le gambe sono esposte all’aria. Tutto è dove lo si vorrebbe, come il sistema che disinserisce automaticamente le frecce, in funzione anche della velocità, ma è il telaio a fare la differenza. Più leggero, ma più rigido del 65% fa parte di un pacchetto di novità che porta questa Fat Boy e le sorelle della nuova gamma Softail avanti di 20 anni. Non esageriamo nel dirlo, perché è oggettivamente difficile trovarle un difetto.

Prezzo e consumi:

Rating: ★★★★☆ 

Si parte da 22 mila euro circa, stabili i consumi
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Una piccola parentesi per i consumi di carburante, non che l’efficienza non sia importante, ma crediamo che per una moto con un propulsore che avvicina i 2 litri di cubatura, passi un po’ in secondo piano. Il dato medio, anche lasciandosi prendere la mano, nel nostro test è restato sempre nell’ordine dei 15 Km/l, a fronte di un valore dichiarato di 5,6 l/100 Km. Come dicevamo, si tratta si qualcosa forse marginale per una Fat Boy, che diventa più importante in ottica autonomia, nell’ordine dei 300 Km grazie al serbatoio da ben 18.9 litri.

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Il prezzo della nuova Harley-Davidson Fat Boy 2018? Si parte da 22.200 euro per la 107, 2 mila in più per questa 114, a cui ne vanno aggiunti 300 per averla in un colore diverso dal nero, altri 400 per le tinte bicolore. Da qui c’è poi da aggiungere la volontà di personalizzare ed arricchire la propria moto con l’elenco quasi infinito di accessori originali, oltre che della bellissima colorazione anniversario, offerta a 25.600 euro.

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PRO E CONTRO
Ci piace:
Migliora in tutto, ma resta inalterato il fascino di un mito
Non ci piace:
Il faro anteriore è un taglio deciso con il passato

Harley-Davidson Fat Boy 114 MY2018: la Pagella di Motorionline

Motore:★★★★½ 
Maneggevolezza:★★★★☆ 
Cambio e trasmissione:★★★★☆ 
Frenata:★★★★☆ 
Sospensioni:★★★★½ 
Guida:★★★★☆ 
Comfort pilota:★★★★½ 
Comfort passeggero:★★★★☆ 
Dotazione:★★★★½ 
Qualità/Prezzo:★★★★☆ 
Linea:★★★★★ 
Consumi:★★★★☆ 

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Abbigliamento del tester:
Guanti: Dainese Carbon D1 Short
Giacca: Dainese Bryan Leather Jacket
Pantaloni: Dainese Bonneville Regular
Scarpe: Dainese Street Rocker D-WP
Casco: LS2 BOBBER RUSTY BLACK

Foto di Aldo Ballerini

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