Ducati Multistrada 1200 S MY 2015, cambia tutta e si fa ancora più versatile [PROVA SU STRADA]

Doppia fasatura variabile DVT e sospensioni elettroniche, ma non solo

Ducati Multistrada 1200 S MY 2015 – che la Casa di Borgo Panigale non stia mai ferma è un dato di fatto. Ad Eicma 2015 oltre che aver presentato la XDiavel, moto che ha stravinto la classifica della più bella del salone, ha portato alcune delle novità più interessanti, attraendo l’interesse maggiore tra tutti i grandi Brand. Proprio la Multistrada, di fatto rifatta lo scorso anno, vira in “direzione GS” con una nuova variante, denominata Enduro, che passa al cerchio anteriore da 19, ai cerchi a raggi, con accorgimenti votati al turismo a 360°, come il serbatoio maggiorato, kit borse e molto altro. Questo dimostra quanto questo modello sia importante per la Casa di Borgo Panigale. Noi abbiamo provato la 1200 S, che nel 2015 ha introdotto novità importantissime, prima tra tutte la doppia fasatura variabile Ducati DVT, che rende il bicilindrico più tondo nell’erogazione e con il carattere che si addice ad una turistica, che non dimentica la sua indole cattiva, lo dimostrano i 160 cavalli. Troviamo poi le sospensioni elettroniche semiattive (di serie sulla S), ma le novità sono tantissime, perché la moto è tutta nuova.

Estetica e finiture:

Rating: ★★★★½ 

Stile unico che si migliora e perfeziona
Ducati_Multistrada_S_Pss_2015_estetica

Fin dalla sua prima apparizione nel 2010 la Multistrada ha riscosso un gran successo, anche per quella sua capacità di conciliare il concetto di Enduro stradale al look sportivo di Casa Ducati. Più di tutte le avversarie si era spinta nella direzione della aggressività, pur restando una moto fondamentalmente comoda e votata al turismo. Qualcuno nel frattempo ha lanciato modelli che “prendono spunto” dal suo stile, che resta però unico e molto personale, grazie a linee sinuose e tese, che con la MY2015 diventano ancor più pulite e slanciate. Lo scarico si sposta in basso per far più spazio alle eventuali borse, i cui attacchi sono integrati nel codone. Una unica linea morbida e curva taglia la moto dal becco frontale, attraverso il serbatoio, proseguendo sotto la sella. Il codone è costituito principalmente da un elemento in alluminio in vista, che integra, come detto, i supporti per le borse e a cui si fissano le maniglie rigide per il passeggero. Oltre al design la nuova Multistrada bada soprattutto all’ergonomia ed alla comodità, con un grosso lavoro anche a livello di travaso di tecnologia dalle auto: ad esempio è la prima Ducati con Cruise Control di serie, ma non manca nemmeno l’integrazione con il bluetooth del telefono, grazie alla quale sulla strumentazione vengono segnalate le chiamate in entrata, a cui si può rispondere con un eventuale auricolare/interfono nel casco. Se si utilizza la modalità “Touring” sul display della moto appare anche una notifica per la ricezione degli Sms. La strumentazione è un vero e proprio computer di bordo, da cui si possono configurare molteplici parametri, a cominciare dai riding mode con cui vengono gestiti in modo rapido il setting di ABS, TC, risposta delle sospensioni e numerosi altri sistemi di cui la moto è dotata. Il grosso display a colori, con grafica dedicata alle varie modalità e che, ad esempio, in “Sport” inverte i colori in base alla lettura della luce esterna, è di buona visibilità ed è completo di tutti i dati, inclusi quelli su consumo e marcia inserita. L’attento studio a livello di ergonomia ha portato allo stravolgimento dei tasti sul manubrio, che ora sono anche gradevolmente retroilluminati, mentre l’unica scelta che non condividiamo molto è quella della presenza dei tasti delle funzionalità opzionali, anche se non presenti. La moto provata era infatti priva di manopole riscaldate e fari di profondità, ma i relativi tasti erano comunque montati. Si poteva ovviare in modo semplice con dei coperchi neutri, ma siamo forse un po’ pignoli. Non è invece una novità assoluta (anche se c’è un’evoluzione del sistema precedentemente adottato), quella del sistema keyless, con una chiave elettronica da tenere comodamente in tasca. Continua però a comandare il solo blocchetto di accensione e bloccasterzo, lasciando alla chiave fisica il suo ruolo per serbatoio, sella ed eventuali borse. Il parabrezza è regolabile in altezza con un comando gestibile con una sola mano, quindi anche in movimento. Due note molto positive arrivano dai fari, full LED, che garantiscono una visibilità ottima quando cala la luce, e dalle due prese di corrente, una frontale nella zona strumenti ed una sotto la sella, dove è abbinata da una presa Usb. Diventa così davvero semplice alimentare e caricare i vari dispositivi che possono essere portati con se durante un viaggio.

Motore e prestazioni:

Rating: ★★★★½ 

Il Testastretta diventa DVT, l’unica doppia fasatura variabile al Mondo
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In Italia di motori qualcosina ne sappiamo, su questo credo che in pochi avessero dei dubbi. Come anche il fatto che Ducati fosse già al top nell’ambito motoristico, avendo fatto di concetti come la distribuzione desmodromica o dell’architettura bicilindrica ad “L” dei suoi cavalli di battaglia. Grazie allo sviluppo raffinato ed all’innovazione tecnologica, il carattere e le prestazioni delle moto di Borgo Panigale hanno ben poco da invidiare alla concorrenza. Aver trapiantato il cuore della propria Superbike su una moto da turismo, aveva però generato un ovvio limite: anche con i migliori accorgimenti per renderlo più docile e tondo, gli mancavano un po’ di bassi ed una erogazione fluida. Il nuovo propulsore cambia le carte in tavola e lo fa con un concetto tutto nuovo: il DVT (Desmodromic Variable Timing). Si tratta di un sistema utilizzato per la prima volta al Mondo in un motore motociclistico, grazie al quale viene modificato e gestito in modo continuo sia l’albero a camme di scarico che quello di aspirazione. A cambiare sono i dati di potenza e coppia, ora di 160 cavalli a 9.500 giri e 136 Nm a 7.500, ma soprattutto l’erogazione. Il tempo di apertura e di chiusura delle valvole è infatti ottimizzato dalla doppia fasatura variabile, che consente di aumentare le prestazioni agli alti regimi, ma al contempo di avere bassi corposi e un passaggio fluido ai medi. La coppia resta costantemente sopra i 100 Nm fra i 5.750 e i 9.500 giri, allargando quindi il range di utilizzo ideale del bicilindrico, che diventa anche più parco e più affidabile (salgono a 30.000 km gli intervalli per il controllo del gioco valvole), oltre che passare al rispetto della normativa Euro4. Ne perde un po’ il sound, almeno con gli scarichi di serie, ma in molti su una moto così cercano più il comfort acustico piuttosto che il “baccano”. Resta sempre la tipica impronta Ducati, con un gran bel carattere agli alti, oltre alla possibilità di regalarsi un terminale after market, se proprio non si può fare a meno del gusto di sentire sempre il motore. L’elettronica è al top, come ci ha ormai da anni abituati Ducati, e la nuova Multistrada non fa eccezione. Oltre ai riding mode con configurazioni preimpostate, si può lavorare sul controllo di trazione ad 8 livelli, taratura del ride by wire (con due modalità full power e due da 100 cavalli), ma anche tecnologie mutuate direttamente dalla Panigale, come piattaforma inerziale e gestione dell’impennata DWC (Ducati Wheelie Control). Quando si guida sportivo l’erogazione si “riempie bene” a 5.000 giri, regime al quale si inizia però a sentire anche qualche vibrazione sulle pedane, mentre in alto il limite è ben oltre il regime di potenza massima, con il limitatore che interviene solo in zona 10.500 giri. Rispetto al passato un grosso salto in termini di fruibilità e guidabilità, anche se il tiro ai bassi di certe concorrenti resta un miraggio. Come è praticamente unico il carattere dai 5.000 giri in su della Multistrada, che trova un termine di confronto solo con la BMW S1000XR, forse l’unica reale concorrente diretta (che però è dotata di un 4 in linea e di un carattere molto diverso).

Guida e maneggevolezza:

Rating: ★★★★½ 

Sempre tra le più sportive nel suo segmento, guadagna il DSS
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La più grossa novità della Multistrada 2015 riguarda la “S”, dotata di serie delle Ducati Skyhook Suspension (DSS) EVO. La forcella anteriore con steli rovesciati da 48 mm ed il mono Sachs posteriore sono completamente regolabili, ma soprattutto gestiti da un controllo semi-attivo. Il freno idraulico di entrambe varia in modo continuo ed istantaneo, a seconda dell’utilizzo e della superficie che si percorre. La moto è così comoda sulle buche e sulle asperità, ma reattiva e pronta nella guida più sportiva. Il DSS raccoglie dati dai numerosi sensori per rielaborarli e migliorare sia il comfort che la sportività della nuova Multistrada. I trasferimenti di carico vengono ottimizzati e la stabilità sul veloce ne trae giovamenti non di poco conto. Resta una moto con una taratura fondamentalmente turistica e non da superbike se la si prova a guidare al limite delle sue prestazioni, ma di gran lunga superiore a quasi tutta la concorrenza. In aggiunta alla gestione semi-attiva, il mono Sachs ha anche il precarico della molla modificabile semplicemente con i tasti al manubrio, senza dover agire su registri manuali. La sella è anch’essa regolabile, manualmente, con due posizioni a 825 e 845 mm da terra. Ultima tra le chicche più importanti della Multistrada 2015, la centralina dell’ABS Bosch 9.1ME Cornering, in grado di ottimizzare la gestione della frenata anche a moto inclinata, una sorta di ESP applicato ad una moto. Freni che sono al top di segmento, con un impianto degno di una superbike: per l’anteriore abbiamo una pompa racing PR 16, due dischi da 330 mm e pinze monoblocco Brembo M50. Una nota particolare riguarda lo sfruttamento dei sensori anche per gestire i fari, che diventano di tipo adattivo in curva, illuminando sempre in modo ottimale la porzione di strada dove la moto è direzionata. Telaio a traliccio e forcellone monobraccio sono elementi che contraddistinguono la Multistrada, tanto dal punto di vista del design quanto per la rigidità, la stabilità e la riduzione del peso. In totale la moto fa segnare sulla bilancia 235 Kg in ordine di marcia (212 a secco).

Ducati_Multistrada_S_Pss_2015_urban

L’esemplare da noi provato, dotato del pacchetto opzionale “Urban”, che include il bauletto 48 litri (marchiato Ducati e prodotto dalla italiana Givi) ed una praticissima borsa sul serbatoio, con una batteria di prese USB interne. Con questi due accessori la Multistrada diventa perfetta anche per l’uso cittadino. Nel bauletto ci sta di tutto, caschi, una bella catena per legarla, antipioggia ed altro. Nella borsa da serbatoio ci abbiamo fatto stare una digitale con 3 obiettivi ed il cellulare in carica, comodamente visibile dalla finestra superiore trasparente. In alternativa può essere posizionata superiormente una fascia con una pratica tasca per il biglietto per l’autostrada o una carta di credito. Ricordiamo infine che è da poco disponibile Ducati Multistrada Link, applicazione in grado di far interagire il proprio smartphone con il veicolo.

Prezzo e consumi:

Rating: ★★★★☆ 

Salgono le prestazioni, scendono i consumi, prezzo in area 20 mila euro per la “S”
Ducati_Multistrada_S_Pss_2015_chiusura

Alla voce consumi, nel nostro test abbiamo rilevato valori medi compresi tra i 15 ed i 18 Km/l. Ciò che sorprende ancora, è che l’evoluzione tecnologica riesca spesso a conciliare la crescita delle prestazioni con la diminuzione dei consumi. Il dato dichiarato scende infatti di un corposo 8%. La Multistrada è acquistabile con quattro pacchetti di accessori (tra loro comunque compatibili, quindi anche più d’uno insieme). Costano 1.090 euro cadauno, ad eccezione dell’Urban (che si ferma a 690) di cui vi abbiamo detto (bauletto da 48 litri e borsa sul serbatoio con prese Usb interne). Il Touring include le manopole riscaldate, le borse laterali ed il cavalletto centrale; lo Sport si propone con scarico Termignoni e parafango anteriore in carbonio, oltre ai tappi dei serbatoi di freno e frizione in alluminio lavorato dal pieno; infine l’Enduro include fari di profondità supplementari a LED e accessori Ducati Performance by Touratech. In particolare protezioni per motore, radiatore, un paracoppa di 4 mm di spessore, base del cavalletto ampliata e pedane del pilota con grip migliore. Si parte dai 17.240 euro della Multistrada 1200 “standard”, per salire ai 19.540 della “S” con le innovative sospensioni semi-attive, 200 euro in più per averla bianca invece che rossa.

PRO E CONTRO
Ci piace:
Sospensioni elettroniche fantastiche, erogazione migliorata, resta la più accattivante delle Maxi Enduro
Non ci piace:
La taratura delle sospensioni è più turistica di quanto non si vorrebbe quando si spinge forte

Ducati Multistrada 1200 S MY 2015: la Pagella di Motorionline

Motore:★★★★½ 
Maneggevolezza:★★★★½ 
Cambio e trasmissione:★★★★½ 
Frenata:★★★★★ 
Sospensioni:★★★★½ 
Guida:★★★★½ 
Comfort pilota:★★★★½ 
Comfort passeggero:★★★★½ 
Dotazione:★★★★½ 
Qualità/Prezzo:★★★★☆ 
Linea:★★★★½ 
Consumi:★★★★☆ 

Foto del test by LINGEGNERE

Abbigliamento del test:
Giacca: Dainese Carve Master Gore-Tex
Pantaloni: Dainese New Galvestone Gore-Tex
Guanti: Dainese Scout Evo Gore-Tex
Stivali: Dainese Latitour GoreTex
Casco: AGV GT-Veloce E2205 Solid Mat Black

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