Dakar 2018: è sfida aperta tra almeno quattro costruttori
Sam Sunderland: “Sono almeno dieci i piloti in grado di vincere"
Dakar 2018 – Manca davvero poco al via del raid più famoso e affascinate del mondo, la Dakar. Auto, moto e camion si sfideranno a partire dal 6 gennaio in 15 giorni di gara praticamente senza soste, attraversando alcuni degli scenari più spettacoli e allo stesso tempo estremo del Sudamerica. Sarà una sfida motoristica, nel senso più ampio del termine, con tante squadre determinate a primeggiare anche per avere favorevoli ripercussioni nel mercato.
Il team KTM si presenterà con tante frecce al proprio arco. Come Toby Price, vincitore nel 2016, ma l’australiano ha passato la maggior parte dell’anno in convalescenza per recuperare la frattura al femore che si era procurato nel corso della quarta speciale lo scorso gennaio. O Sam Sunderland che ha dichiarato: “Sono almeno dieci i piloti in grado di vincere la Dakar“. Il team KTM resta favorito e la casa austriaca punta al 17esimo successo consecutivo. Da tenere d’occhio anche Matthias Walkner, secondo nel 2017, e vincitore del Rally del Marocco, e Antoine Méo, quarto.
Honda rilancia la sfida con uno squadrone forte a quattro punte e un portatore d’acqua. Con un palmares di 19 speciali vinte, Joan Barreda è sicuramente il pilota più veloce, anche se forse non il più regolare. Secondo nel 2015, Paulo Goncalves è un pilota solido e Honda potrebbe puntare sulla sua regolarità. Costretto a dare forfait per incidente nel 2017, Kevin Benavides si è preparato bene per l’appuntamento, come dimostra il 2° piazzamento in Marocco.
Spesso sul podio, Yamaha cerca l’acuto. David Frétigné (2009), Hélder Rodrigues (2011 e 2012) e Olivier Pain (2014) hanno scritto la storia di Yamaha, il presente vede le speranze riposte in Adrien van Beveren (quarto nel 2017), Franco Caimi (ottavo), il miglior esordiente dell’anno scorso, e Xavier de Soultrait, vincitore del Merzouga Rally.
Come nel 2016, il pilota più consistente della stagione è stato Pablo Quintanilla, che correrà ancora per Husqvarna. Se contiamo anche Sam Sunderland salgono ad 11 i possibili candidati al titolo.
Tra gli azzurri, il pilota più esperto è sicuramente Alessandro Botturi su Yamaha. Dopo tre anni da ufficiale, il Bottu potrà ancora contare sul supporto di Yamaha Europe, ma è inserito in una struttura privata. “Sono contento di questa nuova avventura” – ha dichiarato Alessandro -. Potrò contare ancora su Yamaha, ma nel team Garda Bikers che abbiamo costituito con gli amici Livio Metelli e Alberto Bertoldi. Non avrò pressione e questo mi permetterà di affrontare la corsa al meglio. Voglio fare una gara intelligente e sono sicuro di poter far bene”. Quanto al nuovo che avanza, i volti nuovi che sono destinati a far parlare di loro sono Jacopo Cerutti (Husqvarna), neo Campione Italiano Motorally e con due Dakar alle spalle e Alessandro Ruoso (KTM), al via dopo il 38° posto nel 2017 al debutto. Tra i rookies, da tenere d’occhio Maurizio Gerini, al via insieme a Fausto Vignola con il Team Solaris di Castiglion Fiorentino. Al debutto anche l’aretino Gabriele Minelli.
“Original” di Motul richiama i pionieri Ci sono uomini il cui destino giace in una cassa piena di un’attenta selezione di attrezzi da lavoro, vestiti per l’intero rally e qualche pezzo di ricambio. Sono quelli che scelgono di correre la Dakar senza il supporto dell’assistenza. Quest’anno sono ben 28 i piloti iscritti a questa categoria estrema che porta il nome “Original by Motul” da quando Motul è diventato sponsor ufficiale. Una gara nella gara, Olivier Pain si lancia nella 10° Dakar alla ricerca dell’ambito trofeo, ma l’ex pilota ufficiale Yamaha dovrà affrontare nuove difficoltà e nuovi rivali, alcuni dei quali esperti di questa categoria.
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