Aprilia Tuareg 660: Fida compagna per qualsiasi avventura! [PROVA SU STRADA]

Con l'aggiornamento 2025 in arrivo, vi raccontiamo come va la moto che ha riportato in auge un nome storico per la Casa di Noale

Aprilia Tuareg 660 – 2024: “Four wheels move the body. Two wheels move the soul” è forse una delle citazioni più comuni ma, allo stesso tempo, più profonde di sempre. Perchè è l’anima a dare vita alle cose belle, alle passioni. E la moto è da sempre sinonimo di libertà, del corpo e dell’anima. Quando siamo in sella, gli orizzonti si estendono ed i confini rimangono solo per essere superati. Lo si può fare con qualsiasi moto, ma per affrontare avventure estreme, la cerchia si restringe e non di poco. Le maxi enduro sono ormai una moda attuale ma hanno i loro limiti dettati dalle dimensioni e dal peso che spesso non le rendono adatte per intraprendere viaggi in zone del mondo davvero difficili e impervie. Quando mamma Africa chiama, quando le sconfinate distese di sabbia e pietre del Marocco diventano un chiodo fisso, è arrivato il momento di fare affidamento su un mezzo specialistico che ha vinto l’Africa Eco Race, il Motorally Championship, la Baja Aragòn e l’Hellas Rally Raid: la Aprilia Tuareg 660, iconica off-roader di Noale, è pronta per accompagnarvi, qualsiasi sia l’angolo di mondo che vogliate raggiungere.

Tuffo nel passato in chiave moderna

E’ nata sulla base tecnica 660 di Aprilia e lo ha fatto per riportare in auge un nome mitico sia per la casa di Noale che per tutto il mondo dell’off-road. I designer – guidati da Miguel Galluzzi – dell’avamposto stilistico del Gruppo Piaggio presso il Piaggio Advanced Design Center sito a Pasadena in California, hanno immaginato una linea pulita e dinamica, priva di fronzoli, mirata a contenere il peso e le dimensioni. Sono gli “occhi” di questa Tuareg 660 a richiamare il family feeling del nuovo corso stilistico di casa Aprilia: il gruppo anteriore con cornice perimetrale DRL, è diviso in tre sezioni (come per le sorelle carenate), pur rimanendo compattissimo. Per la prima volta su una moto di questo genere, ritroviamo il concetto di doppia carenatura con funzione di appendice aerodinamica già vista su Tuono ed RS 660, confermando l’impegno di Aprilia nella ricerca di soluzioni aerodinamiche sempre più complesse a tutto vantaggio della guida. Il cupolino, in stile Dakar, si sviluppa in orizzontale e vede protagonista l’ampio plexi trasparente che lascia in bella vista il castello della strumentazione realizzato con un particolare tecnopolimero arricchito di fibra di vetro che ha funzione di sostegno della strumentazione. Il serbatoio a vista, realizzato da Acerbis per Aprilia (non è una cover), pur contenendo ben 18 lt di carburante, è strettissimo al centro per agevolare la guida in piedi ed evidenzia uno sviluppo trasversale che termina vicino al mono posteriore, a tutto vantaggio della centralizzazione delle masse. La sella stretta e affusolata terminal sul codino altrettanto sottile che, però, si presta ad ospitare anche un kit di borse da viaggio nel caso in cui si desideri utilizzarla per lunghissime percorrenze.

Adventure tourism o enduro estremo? Questione di preferenze

L’ergonomia di Tuareg 660 è la fusione perfetta tra la snellezza delle enduro monocilindriche estreme e la comodità delle adventure tourer più moderne. La posizione in sella è comoda ma con una sensazione di controllo totale: le gambe sono poco piegate ed il busto assume una postura eretta e decontratta (l’attivazione del core è ovviamente consigliata quando la guida si fa dinamica!) con le braccia naturalmente protese verso l’ampio ed alto manubrio dalla sezione conica, perfettamente posizionato per un controllo totale dell’anteriore. Il bicilindrico in configurazione parallela ha permesso contenere l’altezza della sella ad 860 mm dal piano strada, evidenziando un arco-cavallo estremamente ridotto per la categoria; l’ampio serbatoio non inficia la guida in piedi, anzi, la ricercata forma ideata dai designer Aprilia lo fanno letteralmente sparire tra le gambe, pur garantendo un’autonomia di 450 km. Anche il design dei fianchi e della sella è snello, agevolando gli spostamenti del pilota per una gestione ottimale del posteriore nelle fasi di derapata e di scarsa aderenza della ruota dietro. Per il massimo controllo in fuoristrada, la protezione in gomma delle pedane può essere rimossa ed il puntale della leva freno posteriore può essere facilmente alzato in modo da incontrare le proprie esigenze migliorando così la dinamica di guida. Infine, il peso in ordine di marcia contenuto in soli 204 kg e la corsa delle sospensioni da record per la categoria, rendono la Tuareg un riferimento assoluto nel fuoristrada duro e puro.

Telaio altoresistente per un utilizzo estremo

“Heavy-duty” è un termine che definisce l’uso gravoso ed è associato alla progettazione d’uso al quale il telaio della Tuareg è destinato. Una struttura in tubi d’acciaio altoresistenziale abbinato a piastre stampate con tanto di reggisella saldato al telaio, costituiscono un complesso solido in grado di sopportare carichi fino a 210 kg, complici i 6 punti di ancoraggio del motore al telaio stesso, trasformandolo in elemento stressato. Motore che è inclinato all’indietro di circa 10° per avere la bancata dei cilindri maggiormente verticale riducendo così il momento di inerzia e di imbardata della moto, rendendola più rapida nelle curve strette. Completa l’assetto fuoristradistico il lungo forcellone a doppio braccio in alluminio infulcrato sia nel telaio che nel motore; le sospensioni di casa Kyaba hanno escursione di 240 mm sia all’anteriore che al posteriore, sono completamente regolabili nell’idraulica in estensione e compressione e nel precarico molla. La vocazione della Tuareg 660 è confermata dai cerchi tubless in alluminio da 2,5 x 21″ all’anteriore e 4,5 x 18″ al posteriore abbinati alle eccellenti coperture Pirelli Scorpion Rally STR rispettivamente 90/90 e 150/70. Un impianto frenante Brembo con due dischi da 300 mm all’anteriore e un singolo disco da 260 mm al posteriore.

 Suite APRC dedicata per un controllo totale

L’acronimo APRC ci accompagna ormai da anni e definisce il top di categoria per quanto concerne la macrofamiglia dei controlli elettronici di Casa Aprilia, riconosciuti dal pubblico come tra i più avanzati ed efficaci oggi disponibili. Iniziamo con l’immancabile acceleratore elettronico Ride-By-Wire multimappa, indispensabile per una risposta del gas morbida e progressiva fin dai bassi regimi. Sono poi presenti l’ATC – Aprilia Traction Control – regolabile su 4 livelli ed escludibile, l’ACC – Aprilia Cruise Control – molto utile nei lunghi spostamenti, l’AEB – Aprilia Engine Brake – che agisce sull’intervento del freno motore quando si chiude il gas ed regolabile su 3 livelli e l’AEM – Aprilia Engine Map – che racchiude 3 tipologie di erogazione della potenza del motore. Presente come accessorio invece, l’indispensabile cambio elettronico AQS – Aprilia Quick Shift – che era invece (e fortunatamente presente) sulla moto in prova. Anche su Tuareg 660 sono presenti 4 Riding Modes con parametri specifici preimpostati dalla Casa: due sono dedicati alla guida su asfalto (Urban ed Explore) uno è specifico per l’offroad (Offroad appunto) mentre – il quarto (Individual) – è totalmente personalizzabile dall’utente. Quello più interessante per la tipologia di moto in questione è ovviamente la mappa Offroad che vede la disabilitazione totale dell’ABS sul freno posteriore e che può essere disabilitato anche all’anteriore. Individual, invece, permette la costruzione di una mappa su misura per massimizzare la propria idea di “piacere di guida”. Le mappe e i livelli di intervento dei singoli settaggi sono accessibili dai blocchetti al manubrio, facili ed intuitivi: attraverso quello sinistro si regolano il Traction e il Cruise Control, con il destro invece, si può selezionare velocemente il Riding Mode preferito. I parametri sono visualizzati in maniera chiara e ben leggibile sul monitor TFT da 5″ posizionato sul castello della strumentazione: acquistando come optional la piattaforma multimediale Aprilia MIA, sarà possibile sfruttare una connessione totale con lo smartphone beneficiando di controlli indispensabili come la navigazione, il sistema di infotainment e la gestione delle chiamate e dei messaggi. 

Il cuore affidabile e prestazionale è al centro del progetto

Il polivalente bicilindrico parallelo frontemarcia da 660 cc deriva dalla bancata anteriore del V4 di 1100 cc di cui ricalca concetti e misure, risultando in un propulsore con ingombri orizzontali e laterali ridotti. Testata, camere di combustione, condotti, cilindri e pistoni derivano dal V4 come anche l’alesaggio di 81 mm, mentre la corsa si attesta a 63,9 mm. Il motore ha il carter diviso orizzontalmente in due pezzi con i cilindri integrati nel semicarter superiore per ridurre gli ingombri e rendere ancora più robusta la struttura. Per minimizzare gli attriti interni durante la spinta dei pistoni, i cilindri sono disassati rispetto all’albero motore. Grazie alla fasatura con perni di biella disposti a 270° si è riusciti ad ottenere dal propulsore la grinta tipica dei bicilindrici a V. Il risultato di tutto questo lavoro – rifinito per Tuareg grazie anche a modifiche mirate all’algoritmo di gestione dell’anticipo di accensione che permette di perfezionare la combustione in tutte le condizioni di carico termico del motore ottimizzando il rendimento del propulsore – è una potenza massima di 80 cv a 9.250 giri/min con il picco di coppia massima pari a 70 Nm, disponibili a 6.500 giri/min e il 75% della stessa disponibile già a quota 3000. Sulla versione in prova era presente il bellissimo terminal di scarico SC Project, autentico amplificatore del sound emesso dal bicilindrico veneto: un optional da 1.049 € che però trasforma sound ed estetica elevandoli all’ennesima potenza.

Come va la Tuareg 660

Il termine “Imohag” nella cultura della popolazione Tuareg è un valore fondante che identifica la ricerca di libertà. E il profumo di libertà è proprio quello che respiro in sella alla Tuareg 660 non appena la stringo tra le gambe: è snella come un monocilindrico ma trasmette quella sensazione di solidità tipica della adventure tourer, senza però spaventare per dimensioni e peso, benché la sella a 860 mm dal suolo sia relativamente alta. La vocazione è enduristica ma le Pirelli Scorpion Rally STR – tassellate ma stradali all’80% – fanno letteralmente volare al Tuareg 660 anche su strade asfaltate (che nella maggior parte dei casi saranno quelle preferite dall’utente medio di questa moto), pulite o sporche che siano. Seduti in sella si ha la sensazione di avere il pieno controllo del mezzo, soprattutto se si supera abbondantemente il metro e ottanta come il sottoscritto; la posizione è “rilassata” ma attiva e anche nella guida seduti, c’è tanto spazio per gli spostamenti, complice anche una seduta stretta ed il codino rastremato con la luce di stop lievemente discendente a simulare un parafanghino in stile Dakar. Il bicilindrico parallelo frontemarcia spinge vigoroso e la sensazione è amplificata grazie al pignone a 15 denti (due in meno rispetto alle sorelle sportive) e alla prima marcia corta e “violenta”. Urban ed Explore sono i Riding Mode destinati all’asfalto, uno studiato per l’utilizzo in città e l’altro per calcare ogni tipo di terreno senza trovarsi mai in difficolta. Scegliendo la modalità Individual si ha la possibilità di impostare in autonomia i parametri di guida e quindi decido di divertirmi fin da subito con il Traction e l’ABS esclusi (solo al posteriore ovviamente!): su strada il divertimento è garantito grazie alla schiena del motore che dai 3.000 e fino ai 10.000 giri regala emozioni intense  con le sospensioni Kayaba che – a dispetto di quel che credevo – funzionano bene anche sull’asfalto, pur se i trasferimenti di carico con una corsa di 240 mm su entrambe gli assi, certamente si fanno sentire. Impressiona comunque il supporto in curva e la voglia che ti fa venire di guidare con i “gomiti aperti” manco fosse un supermotard. L’avantreno è preciso ed il 21 anteriore passa sopra le asperità con facilità estrema, mentre il telaio compie il resto della magia.Quando si prende in mano la leva del freno, ci si trova a dover imprimere più forza nella prima parte della corsa per ottenere la decelerazione che ci si aspetterebbe su fondi asfaltati; di contro, questo aspetto torna a nostro vantaggio sullo sterrato dove migliora la sensibilità e aumenta la possibilità di regolare l’intensità della frenata stessa per un controllo totale. Purtroppo, non ho avuto occasione di provarla sullo sterrato come avrei voluto ma – per quel poco che mi è stato possibile – ho “goduto” letteralmente della mappa dedicata all’Offroad. Agilissima nella guida in piedi, è supportata da un’erogazione lineare e diretta che comunica perfettamente con la manopola del gas. Le sospensioni pluriregolabili hanno un’idraulica molto efficace e permettono di andare forte senza accorgersene, passando dalla terra all’asfalto come se nulla fosse. E’ un osso duro questa Tuareg 660 e per il 2025 sono previsti incrementi a livello elettronico che la renderanno ancora più performante.

 Conclusioni e prezzo

Nel 1985 ha rappresentato un punto di svolta nel suo segmento. Oggi, a 40 anni dalla nascita di questo storico nome, la Tuareg 660 è una moto completa, facile e soprattutto “totale”. Con lei ci si può andare ovunque e la gamma di accessori disponibili la rendono estremamente personalizzabile, qualsiasi sia l’utilizzo che si intenda fare. Per i più smaliziati, il 2025 ha portato in dono la spettacolare versione Rally, tributo della Casa di Noale ai numerosi successi ottenuti in competizioni di altissimo livello. Per mettere in garage una Tuareg 660 2025 ci vogliono 12.199 € e resta solo da scegliere una delle due colorazioni disponibili: Hailstorm White o Tornado Green, differenti solamente per la tinta dei fianchetti. Un vero peccato che la grafica Dakar Podium della versione in prova, non sia più disponibile. Tra gli optional, invece, troviamo l’indispensabile Quickshift a 199€, il cavalletto centrale sempre a 199€, la sella comfort rialzata a 269€,  il paramotore a 499€ (questi ultimi due presenti sulla versione in prova) e tanti altri accessori utili a creare la Tuareg che più vi assomiglia. Cosa serve ancora? Avere in mente la destinazione che si vuole raggiungere: a supportarvi in tutto e per tutto, ci penserà lei.

Dimensioni: lunghezza 2220 mm; larghezza 965 mm.; interasse 1525 mm; altezza sella 860 mm; inclinazione cannotto di sterzo 26,7°, avancorsa 113,3 mm
Motore: Bicilindrico parallelo frontemarcia, 4 tempi, raffreddato a liquido DOHC, 8 valvole
Potenza max: 80 cv a 9.250 giri/min
Coppia max: 70 Nm a 6.500 giri/min
Cilindrata: 659 cc
Cambio: Meccanico a 6 rapporti – AQS UP/DOWN Opzionale
Peso: 204 kg con il pieno di carburante
Sosp. anteriore: Forcella Kayaba a steli rovesciati Ø43 mm completamente regolabile
Sosp. posteriore: Mono Kayaba completamente regolabile
Impianto frenante: Pinze Brembo con doppio disco ant. Ø300 mm – post. Ø260 mm
Pneumatici: Pirelli Scorpion Rally STR – 90/90-21, 150/70-18
Capacità serbatoio: 18 lt
Consumo: 4,0L /100 km
Prezzo: da 12.199 € f.c.

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