Zenith Irfan: la ragazza con il casco che ha sfidato i pregiudizi

Guida una Honda CD-70 e una Suzuki GS-150

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Zenith Irfan – Zenith Irfan, giovane studentessa di marketing e finanza, è la ragazza con il casco che ha sfidato uomini e donne attraversando il proprio paese in moto. “Il mio cuore sanguina per coloro che sono stati colpiti dagli attacchi di Ankara, Bruxelles e Lahore. Oggi prendiamoci per mano e fermiamo un momento la nostra routine per dire una piccola preghiera per loro: il più grande sacrificio nella vita è perdere qualcuno che amiamo“.

Due ruote muovo l’anima e Zahira lo ha capito molto bene. “Mi sono appassionata alle moto grazie a mio padre, il quale sognava di viaggiare per tutto il Pakistan. E’ però morto che io era una bambina, quindi ho deciso di realizzare il suo sogno, andando contro tutti quelli che mi dicevano che non è un’attività da donne e che ero un disonore per l’Islam“. Zenith Irfan guida una Honda CD-70 e una Suzuki GS-150, con i quali alterna viaggi solitari ad altri accompagnati dal fratello. Spesso casco e tuta le hanno permesso di fingersi maschio. “Il Pakistan ora è comunque un paese progressista. Le persone sono sempre più aperte su certe cose, mentre lo sono meno su altre. Le donne non guidano le moto perché ritengono che non sia consentito dalla loro religione. Tuttavia le mentalità si stanno evolvendo: la condizione delle donne in Pakistan varia infatti notevolmente a seconda delle classi, delle regioni, e del divario tra campagna e città. Nelle metropoli, per esempio ora ci sono anche vigilesse che regolano il traffico e ci sono donne che pilato i Jet da combattimento dell’esercito“.

Zenith Irfan ha descritto nel suo blog molti paesaggi, alternando riflessioni personali con la cronaca degli incontri più significativi. “Vivo con il motto “Vivi e lascia vivere” e abbraccio l’avventura ovunque essa sia. Amo le piccole cose della vita, aprendo le braccia a chi ha bisogno di amore e prestando le mie spalle a chi si sente di rinunciare e ha solo bisogno di qualcuno con cui parlare. Quando morirò, morirò felice, sapendo che ho potuto imparare da persone diverse. Ho potuto ascoltare le loro storie, le loro vittorie e le loro sconfitte“.

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