Il saluto degli appassionati a “Piro” Fabrizio Pirovano, nella sua Monza

Una festa, come l'avrebbe voluta lui

Il saluto degli appassionati a “Piro” Fabrizio Pirovano, nella sua MonzaIl saluto degli appassionati a “Piro” Fabrizio Pirovano, nella sua Monza

Domenica 12 giugno 2016. Questa la data in cui la notizia, nell’aria da tempo, ha iniziato a girare sui social network. Purtroppo era realtà la dipartita del “Piro”, Fabrizio Pirovano.
Si, perché Fabrizio Pirovano, classe 1960, era malato da tempo, eppure lo shock degli appassionati di motori e degli addetti ai lavori, domenica mattina è stato comunque fortissimo. Già, domenica mattina, poco più di 48 ore fa. Poi, sempre sui social, ecco nascere l’invito a partecipare a questo che più che un funerale è un evento, una festa come l’avrebbe desiderata lui, presso “il suo circuito” di Monza, di cui era stato incoronato Re dagli appassionati.
Martedì pomeriggio alle 15.00, con meno di due giorni di preavviso e in un mondo sempre più cinico. Scusa Piro se saremo in pochi. Questi sono i pensieri che passano per la testa mentre, con lo scooter, ci dirigiamo verso l’autodromo Nazionale di Monza. L’assenza di un gruppo di moto, ma anche di moto “singole” lungo il tragitto, non fanno altro che aumentare questa convinzione. Solo all’altezza di Villa Reale iniziamo a vedere qualche centauro che prenderà poi con noi l’ingresso di Vedano. Anche al varco dell’ingresso, oltre ai ragazzi di supporto, non troviamo moto ferme. Facendo il sottopasso che porta al parcheggio dei paddock, veniamo “spinti” ad entrare e, solo a quel punto, capiamo. Decine, centinaia, decine di centinaia di moto erano già presenti nel retro dei box.
Una folla che non si vedeva forse dalla Superbike di fine anni ‘90, inizio 2000, quella che tanto manca agli appassionati di oggi. Uno sciame di moto impressionante, un “gruppo misto” incredibile, tutti pronti a dedicare l’ultimo saluto al Re di Monza.
La folla è eterogenea in maniera incredibile. Una coppia over sixty su un Gilera Saturno, una ragazzina quindicenne su una Vespa 50 Special, supersportive di ultima generazione accanto ad Enduro anni ‘80. Uno scooter come il nostro passa inosservato, contrariamente alle nostre previsioni, oggi qui siamo tutti uguali. Chi ha preso un permesso al volo ed è venuto col mezzo con cui si reca al lavoro, in giacca e cravatta magari, si unisce a chi si sposta con maxi moto e borse. Chi ha preso la giornata libera e si presenza con la tuta in pelle e casco integrale, tutti portano rispetto a tutti. Sfiliamo “rumorosamente silenziosi” lungo il tracciato di Monza dietro ad un sidecar che trasporta il feretro di Fabrizio. Un gruppo ordinato a velocità ridotta saluta Monza ed il suo Re con un rispetto incredibile, senza bisogno di sbandieratori o l’intervento di alcuno a mantenere l’ordine. Oggi il rispetto è solenne e naturale. Le nuvole del mattino hanno lasciato posto ad un sole raggiante, come il sorriso di Piro, a dimostrazione che lui, da lassù, ci guarda ed apprezza. Le ventole di raffreddamento dei motori sono impazzite, il caldo è quasi soffocante eppure nessuno si lamenta sotto a pesanti giacche di pelle e caschi integrali. A termine del giro parcheggiamo in maniera ordinata fuori dai box e ci ammassiamo silenziosamente sotto al podio sul quale, per l’occasione, troviamo non i soliti tre piloti delle prime posizioni dopo una gara ma, oggi, a salutare il Piro troviamo un’élite stupenda. Magistralmente condotti dalla voce storica del circuito, Gigi Vignando, piacevolmente affiancato da Giovani di Pillo (storica voce della Superbike dell’era del festeggiato), ecco sfilare piloti del calibro di Max Biaggi, Troy Corser e Pierfrancesco Chili.
In un susseguirsi di aneddoti, inediti e spiritosi, lunghi appalusi ringraziano loro e tutti coloro che ricordano Fabrizio. Nella folla che applaude questi campioni si notano altri piloti quali Marco Melandri, Vittoriano Guareschi, Stefano D’Aste (delle 4 e non delle 2 ruote) ed un Maio Meregalli veramente commosso. Cerchiamo di mantenere un clima disteso e non malinconico così come, a detta di tutti, avrebbe voluto Piro, ma quando a prendere parola è lo storico Peppo Russo, la commozione esplode. Peppo, noto preparatore delle moto di Pirovano e non solo, estrae a fatica dalla tasca una lettera scritta di suo pugno ma, a metà della lettura, non riesce più a trattenere l’emozione. Ed allora ecco che, senza accorgercene, anche noi ci troviamo a piangere sotto gli occhiali scuri, in un pianto silenzioso. Quando ci asciughiamo gli occhi ci accorgiamo di non essere i soli, ma di essere circondati da uomini e donne, giovani, ragazze, madri, signore, tutti egualmente commossi davanti a quest’uomo che gli è stato vicino per anni, amico di sempre e per sempre. Le parole del sacerdote, chiamato dalla famiglia Russo (ed ex operaio Gilera), riportano una solenne compostezza prima dell’ultimo saluto a Fabrizio. Un lungo applauso segue la famiglia Pirovano mentre depone l’ultima corona d’alloro, simbolo di vittoria, sul feretro del pilota. Gigi Vignando saluta Piro e tutta la folla per l’ultima volta. Ora la marea si dilegua silenziosa, così come si era silenziosamente radunata, sapendo che oggi un nuovo angelo guarderà su di noi amanti delle due ruote. Un angelo che oggi è stato nuovamente incoronato Re.
Fabrizio Pirovano, Piro, è il Re di Monza.
Onore al Re.

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