Honda CB 500 F ABS – Prova su strada
E’ uno dei best seller di casa Honda, scopriamo perchè
Le persone con qualche anno in più sono cresciute in uno scenario dove gli scooter erano la Vespa e poco d’altro, e chi voleva comprare una moto non aveva un’alternativa più comoda e con le medesime prestazioni. Ad inizio anni ’90 è iniziata una piccola rivoluzione, partita dai ciclomotori con trasmissione automatica, proseguita con la comparsa dei maxi scooter, che hanno eroso quote di mercato alle motociclette, fino a relegarle a nicchie di mercato per fedelissimi, sempre meno numerosi. Negli ultimissimi anni stiamo assistendo ad una piccola inversione di tendenza, sostanzialmente per due motivi. Sono più numerosi gli acquirenti che desiderano una moto, e non uno scooter. Lo spirito di libertà ed il gusto, ormai quasi retrò, che danno il vecchio e amato cambio manuale, il serbatoio tra le gambe ed il vento addosso, è praticamente sconosciuto a tutti quei motociclisti nati e cresciuti con gli scooter. In secondo luogo le case stanno lanciando novità che si propongono di risolvere, almeno in parte, il grosso vantaggio degli scooter in termini di praticità rispetto ad una moto. Nascono così moto con trasmissioni robotizzate, doppia frizione, capienti vani per riporre caschi e borse, sempre più fruibili e studiate per assecondare le esigenze di un utilizzo quotidiano della nostra due ruote. La CB 500 non è dotata di queste novità, eppure gode di ottimi risultati di vendita, nella nostra prova abbiamo provato a capirne le ragioni.
Estetica e finiture:
Rating:
Piccola e snella, essenziale, ma realizzata con cura
La guardi ed inizi a capire perché Honda venda così tante CB 500 F. Non ha nulla di particolarmente innovativo e non è certo una moto che quando passa ti giri a guardare, ma nel suo essere essenziale lascia trasparire almeno due concetti importanti: è una moto vera, vecchio stile, con cambio manuale e comando classico della frizione e, pur essendo ben rifinita e realizzata, ha soluzioni semplici, che si traducono in un prezzo accattivante. La linea si stringe intorno al piccolo propulsore bicilindrico, rastremata al centro, è quindi una moto molto snella, sembra quasi un 125 di qualche anno fa, con la gomma 160 al posteriore, dove ormai siamo abituati a vedere misure sempre più esagerate, a renderla ancor più magra e leggera nelle linee. Linee che sono armoniose ed equilibrate, con un frontale contraddistinto dal faro, dal look particolarmente moderno e con il piglio aggressivo. Belli anche i cerchi in lega di alluminio a sei doppie razze, abbinati a freni a disco a margherita, tanto per strizzare l’occhio alla sportività. Traspare la sensazione di qualità, data dalla scelta di ottimi materiali, di plastiche ottimamente accoppiate e prodotte, con verniciatura priva di qualsivoglia imperfezione, non così rara in alcune concorrenti, soprattutto in questa fascia di prezzo. Promossa a pieni voti anche la parte della moto che chi guida più spesso ha modo di osservare e verificare, il quadro strumenti ed i comandi posti sul manubrio. Anche qui è tutto all’insegna della semplicità, ma anche il più piccolo dei particolari è studiato, ben realizzato e comodo nel suo utilizzo. Da motociclista non si può non arrivare ad una considerazione che non a tutti potrebbe sembrare così ovvia. Mentre la si osserva il pensiero è che il prezzo di acquisto sia molto più giustificato che per uno scooter, anche se poi, in realtà, i costi di realizzazione di una moto e di uno scooter sono dovuti a mille fattori non valutabili in modo così superficiale. Sarà il gusto del telaio in vista, con la meccanica in bella mostra, ma le sensazioni che ci trasmette una moto, anche se piccola, e studiata soprattutto per un pubblico neofita o che comunque non cerca un prodotto top di gamma, sono ben diverse da quelle trasmesse da uno scooter, tutto plastica e praticità, almeno a prima vista.
Motore e prestazioni:
Rating:
48 cavalli, come il limite per la A2 impone, con cui però ci si può anche divertire
Il bicilindrico frontemarcia da 471 cc è il cuore intorno al quale la CB500 viene realizzata in due versioni, la carenata R e la naked F del nostro test. La potenza è volutamente proprio quella imposta dal limite per i neopatentati, di 35 kw, espressa ad un regime piuttosto elevato di 8.500 giri. Anche la coppia massima, di 43 Nm, è sviluppata in alto, a 7.000 Rpm. Il risultato è che la CB500 è in grado di consumare davvero pochissimo nell’uso quotidiano, è silenzioso come pochi ed ha un’erogazione molto dolce, dando anche ad un neopatentato la positiva sensazione di avere tutto pienamente sotto controllo, ma sa anche urlare un po’ quando il contagiri si avvicina alla zona rossa. Abbiamo da poco avuto modo di testare le tre sorelle della piattaforma NC700 ed il confronto, visto che la potenza è molto simile, viene naturale. Ed il verdetto è tutt’altro che scontato. Tanto ci era piaciuta l’idea di un motore in grado di dare il meglio a regimi bassi e medi, con la sensazione di avere a disposizione una potenza di molto superiore a quella reale, tanto ci rendiamo conto che, quando si mette alla frusta un motore “vecchio stile” con la coppia e la potenza tutta in alto, il divertimento c’è anche con meno di 50 cavalli in gioco. La CB500 nell’uso quotidiano e “civile” appare fin troppo facile ed “elettrica” nell’erogazione, nascondendo abilmente quanto non sia invece in grado di dare sul piano delle prestazioni quando si sfruttano tutte le sue doti. Ed è così che, se si è amanti del genere, si scopre che giocando un po’con frizione e gas si alza, ed anche bene, la ruota davanti. Un bel prima/seconda tutto in monoruota ed il sorriso ebete da ragazzino viene automatico, cosa che non è possibile con una moto dotata di DCT, il cambio a doppia frizione disponibile per la NC700. Ovvio, non è questo lo scopo della CB500 e non sono cose da farsi su strade aperte al traffico, ma il concetto è chiaro, meglio una moto fruibile a tutti i regimi, o una più tranquilla ai bassi, ma con cui avere sensazioni più forti quando si vuole osare davvero? Oltretutto ad un prezzo più accessibile. Oltre i 5.000 giri lei cambia tono, facendosi decisamente più interessante, ed i 48 cavalli la spingono fino a 180 km/h, dato che dimostra quanto non servano troppi cavalli per andare forte.
Guida e maneggevolezza:
Rating:
Sempre precisa, le piacciono le curve grazie alla ottima ciclistica, ma anche il traffico cittadino
Quando proviamo una entry level, le aspettative non devono essere elevate, pena il restare delusi. In questo caso però crediamo proprio sia difficile che questo possa accadere. Anche se la CB500 è nella fascia di entrata, con un prezzo decisamente accattivante, le sue caratteristiche non sono certo quelle di una moto economica. Oltre ai dischi freno a margherita, che hanno anche una funzione estetica, oltre che funzionale, troviamo un ottimo Abs a due canali, grazie al quale fermarla diventa un gioco da ragazzi. Basta pinzare a fondo con i due comandi, che agiscono in modo separato, non essendo presente la frenata combinata, altro dettaglio che piacerà ai motociclisti “veri e puri”. La ciclistica nasce intorno al telaio in tubi da 35mm, dove il motore è portante, ed il cui carter è stato appositamente studiato per questa funzione. All’anteriore trova posto la forcella con steli classici da 41 mm, mentre al posteriore il forcellone in acciaio scatolato è infulcrato con un leveraggio progressivo Pro-Link, mentre il monoammortizzatore è dotato di regolazione del precarico, con 9 posizioni tra cui scegliere. Si guida bene in ogni situazione, anche grazie alla sella bassa, 790 i millimetri da terra, che la rendono ideale per neopatentati e consentono, anche appunto ai meno esperti, oltre che a chi non è altissimo, di averne sempre il pieno controllo. La linea “smilza” ne fa un’ottima moto per la città, si passa dove nemmeno i più “magri” scooter a ruote alte riesco ad infilarsi, mentre nelle manovre da fermo i piedi trovano subito il contatto con il terreno, vista l’altezza ridotta, e non si fatica a districarsi tra le macchine. Le notizie migliori vengono dalla guida vera, la CB500 è infatti davvero a suo agio nelle curve, anche ad andature ben superiori al previsto, non accenna mai a perdere aderenza, o ad avere reazioni inaspettate. Ci si diverte in tutta sicurezza, grazie a soluzioni tecniche che prendono spunto dalle sorelle maggiori e grazie all’esperienza costruttiva di casa Honda. In autostrada manca una protezione aerodinamica degna di tale nome, ma per chi sceglie una naked questo è un difetto a cui è ovvio andare incontro, fa parte del gioco. Da segnalare anche il buon comfort per il passeggero, con una sella ampia e piatta.
Prezzo e consumi:
Rating:
Il prezzo è economico, i contenuti no, ed anche i consumi sono all’insegna del risparmio
Il dato dichiarato sul consumo è di 28,4 km/litro in ciclo misto. Quello che abbiamo avuto modo di rilevare è che, anche nell’uso reale della CB500F, è facile stare intorno ai 25 con un litro. Un dato molto positivo, dovuto, come accennato in precedenza, alle caratteristiche del motore, particolarmente parco quando non si “tira” come dei forsennati, ma anche ad accorgimenti tecnici quali i bilancieri a rullo a basso attrito. Grazie ai 15,7 litri di serbatoio è garantita un’autonomia nell’ordine dei 400 km. In ultimo il prezzo, alla luce della tecnica e della moto che è, quasi stupisce il listino di 5.500 euro, sono tutti strameritati! Da segnalare, per chi la volesse usare tutto l’anno, la presenza tra gli optional delle manopole riscaldate.
PRO E CONTRO
Ci piace:
Economica nel prezzo e nella gestione, divertente anche più del previsto, frenata sicura anche grazie all’ABS di seri
Non ci piace:
Un po’ troppo vuota e silenziosa ai bassi regimi
Honda CB 500 F ABS: la Pagella di Motorionline
Motore: | |
Maneggevolezza: | |
Cambio e trasmissione: | |
Frenata: | |
Sospensioni: | |
Guida: | |
Comfort pilota: | |
Comfort passeggero: | |
Dotazione: | |
Qualità/Prezzo: | |
Linea: | |
Consumi: |
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