Harley-Davidson 500 Miglia: una notte e un giorno da leoni [SPECIALE FOTO e VIDEO]

Una folle gara di regolarità: 800 km di strade statali in 24 ore no stop.

Avete mai passato 24 ore in sella ad una Harley-Davidson Road Glide Special in giro per le più belle strade d'Italia? Il nostro Roberto Francia sì e in questo emozionante racconto cerca di farci rivivere questa esperienza più unica che rara

La 500 Miglia, un termine storico che per tutti gli appassionati di motori, non solo per gli appassionati di Harley-Davidson. Va oltre la misura dello spazio ovvero significa soprattutto competizione, regolarità ed in particolar modo resistenza. Si tratta di una competizione contro se stessi, non sono previste premiazioni per l’ordine di arrivo ma l’obbiettivo del partecipante è solo uno, arrivare alla fine del percorso rispettando le rigide regole dettate dagli organizzatori della manifestazione. Detto così, per un buon motociclista sembrerebbe un obbiettivo semplice, ma vi posso confermare che è stata un’esperienza molto dura e impegnativa.

La caratteristica di questa particolare competizione che la rende unica è data dal fatto che il partecipante non conosce dall’inizio l’intero percorso stradale da completare, ma lo stesso è frazionato in singole tappe, quest’anno 13, riportare sui relativi roadbook che vengono consegnati di volta in volta ai check point dislocati lungo il percorso. Non si possono effettuare itinerari diversi da quelli riportati sui roadbook, in quanto la commissione controlla severamente i chilometri percorsi dalla partenza all’arrivo. E per rendere più difficoltosa la gara, le indicazioni riportano solo riferimenti tipo rotonde, incroci, cartelli e paesi da seguire, dando luogo a facili errori nel caso in cui non si è concentrati durante la guida. Le varie tappe prevendono l’arrivo in un tempo minimo di percorrenza, sempre rigorosamente nei limiti di velocità imposti dal codice della strada ed un tempo massimo oltre il quale si è squalificati, il tutto distribuito nell’arco di 24 ore, dalle ore 15 del sabato alle ore 15 della domenica. Praticamente una folle lunga cavalcata verso l’ignoto!

Harley-Davidson 500 Miglia: il ritrovo

Il venerdì pomeriggio mi sono recato presso la sede Harley Davidson Italia accolto dal simpatico Marketing Manager Giacomo Marzioli. Dopo aver fatto conoscenza di altri tre colleghi coinvolti nella manifestazione, abbiamo ritirato le moto, tutte rigorosamente touring, e dopo aver caricato sulle stesse l’abbigliamento necessario ci siamo diretti verso Parma, sede di partenza dell’evento. La mia fedele compagna di viaggio è stata una stupenda Road Glide Special appena uscita dalla fabbrica. Dopo aver percorso comodamente il tratto autostradale, protetto dall’aria e da qualche goccia d’acqua grazie all’enorme cupolone che caratterizza la mia moto, accompagnato dalle piacevoli note musicali dello stereo, siamo arrivati presso l’hotel dove erano già arrivati quasi tutti i partecipanti, circa 500, con le relative moto schierate ordinatamente nel cortile. Al nostro arrivo, siamo stati subito guardati con un pizzico di diffidenza dai numerosi HOG provenienti da qualsiasi parte di Italia ed Europa, in quanto rispetto al loro abbigliamento dotato di pelle, jeans, pins e patch, noi indossavamo dei capi tecnici forniti cortesemente dalla casa madre. Dopo esserci presentati in qualità giornalisti, siamo stati accolti con simpatia ed ho avuto il piacere di conoscere diversi HOG per capire meglio il mondo harleysta. A tal proposito, colgo l’occasione per salutare i simpatici ragazzi del “Chapter due mari” provenienti dalle lontane Sicilia e Calabria, con i quali ho condiviso gran parte della manifestazione, in particolar modo Pietro che a 77 anni compiuti si diverte ancora come un ragazzino a fare queste maratone chilometriche.

Harley-Davidson 500 Miglia: la Partenza

Il sabato mattina, dopo aver fatto colazione e perfezionato gli ultimi preparativi, ci siamo diretti verso il concessionario Harley-Davidson di Collechio, organizzatore ufficiale della manifestazione, per la registrazione all’evento e poi abbiamo raggiunto un centro commerciale nelle vicinanze, sede ufficiale della partenza. Dopo aver fatto il pieno di barrette e bevande energetiche, fondamentali per trascorrere la notte il sella alla moto, abbiamo ritirato il primo e atteso roadbook tramite il quale si scopre la direzione e l’ipotetico tragitto da svolgere. La temperatura è quella giusta, il parcheggio è un fiume infinito di motociclette, la musica rock di sottofondo da la carica ed in un attimo il coro metallico dei motori di 500 Harley scalpitanti sancisce che l’ora X è arrivata. Sono le 15 si parte in direzione Pontremoli, ci aspetta subito la Cisa, non male come inizio.

Harley-Davidson 500 Miglia: la Gara

Durante questa prima tappa, il torpedone di moto sembra essere infinito. Finalmente un po’ di curve e sali-scendi per iniziare a prendere feeeling con la mia Road Glide Special. I 375 kg di peso non si sentono per niente, la guida scorre piacevole ed il motore bicilindrico offre una coppia pazzesca già a 1500 giri grazie alla generosa cilindrata di 114 pollici cubici, circa 1850 centimetri cubici, ed i suoi 163 Nm di coppia massima. La frizione è un po’ dura come il cambio, classica caratteristica di queste particolari motociclette. Il baricentro molto basso garantisce una facilità nei cambi di direzione e la posizione di guida è molto confortevole e si presta sia per tragitti turistici sia per quelli più aggressivi, come la Cisa che sto percorrendo. Le numerose curve mi permettono di provare angoli di piega elevati senza riscontrare particolari difficoltà, grazie anche alle gomme ribassate, tranne per le pedane che iniziano a consumarsi e a sfiammare. Il pannello della strumentazione è facilmente leggibile ed il monitor de 6,5 pollici dotato di navigatore completa le ottime funzionalità dei comandi.

Dopo aver percorso la mitica SS62, scopro che la prossima tappa passerà dallo splendido paesaggio della Cinque Terre. Il ritmo è sempre blando in quanto il torpedone è ancora compatto. I panorami e soprattutto il tramonto visto da questa prospettiva rendono la tappa estremamente emozionante. Si prosegue in direzione Ponente, il torpedone inizia a sgranarsi, ed il nostro piccolo gruppo oramai si è formato e decidiamo di mantenere questa formazione ed alternarci al comando al fine di centellinare le forze da gestire soprattutto durante la guida in notturna. Dopo aver percorso numerosi tornanti, scendiamo in pianura e tramite la statale che costeggia il mare continuiamo a godere dello spettacolare tramonto fino al calar del sole.

La fame inizia a farsi sentire e a differenza dei numerosi esaltati che non si sarebbero fermati nemmeno per fare i bisogni, decidiamo di effettuare una breve pausa per mangiare velocemente una pizza in quel di Lavagna. La temperatura si è abbassata notevolmente, è giunto il momento di cambiare abbigliamento per affrontare la parte del percorso più impegnativa in notturna. Durante la pausa, confrontandomi con i colleghi sul percorso e sulle moto che stiamo testando iniziamo a renderci conto della fatica che ci aspetterà in quanto sono circa le 22 ed abbiamo percorso solamente 200 chilometri. La notte sarà lunga…. molto lunga. Il percorso riprende in salita, direzione Monte Fasce, altri tornanti ora più stretti e strade meno percorse con insidia di sporco ed animali selvaggi che possono attraversare la strada in qualsiasi momento, inoltre si è alzato un fastidioso vento freddo che peggiora sensibilmente la qualità della guida. All’arrivo in cima al Monte Fasce, ci comunicano che siamo praticamente ultimi in classifica, stiamo pagando cara la pausa pizza ma soprattutto capiamo la differenza tra chi affronta questa manifestazione da haleysta e da giornalista. Genova di notte illuminata e vista dall’alto è stata un’altra emozione positiva per il proseguo del viaggio.

La stanchezza inizia a farsi sentire, ma la musica a palla e soprattutto gli aiuti energetici sono un supporto fondamentale per arrivare alla fine. Attraversiamo Genova ed i suoi locali affollatissimi sul mare, le persone lungo il tragitto ci salutano e ci fotografano dandoci un forte ed essenziale sostegno. Arrivati a Celle Ligure affrontiamo la parte più distante del percorso rispetto all’arrivo, Calizzano, al confine con il Piemonte, sono le 4.30 e siamo ancora al giro di boa. Lungo questa prima parte di tragitto, alcuni concorrenti si sono già ritirati. Stanchezza, problemi tecnici, cadute e piccoli incidenti, fortunatamente senza gravi conseguenze.

La nostra classifica è ancora penosa e la stanchezza continua ad aumentare. Lungo il tragitto che ci riporta verso il mare incontriamo diversi animali selvatici quali volpi, caprioli e marmotte, manteniamo un ritmo blando per sicurezza e finalmente iniziamo a vedere l’alba a Ceriale. Percorro nuovamente la lungo mare fino a Celle Ligure, la voglia di mollare è tanta in quanto i chilometri da percorrere sembra che non finiscano mai e la luce del giorno dopo la notte non aiuta affatto la mia attenzione alla guida. Fortunatamente la tappa successiva, direzione Torriglia, prevede diversi passi ed il susseguirsi di curve e tornanti è una buona medicina contro la stanchezza.

Passo del Sassello, Monte Beigua, Passo del Faiallo, percorriamo strade sempre più strette, tortuose e sporche, la moto reagisce molto bene ed altri splendidi panorami alleggeriscono un po’ la stanchezza.
La comodità della sella e soprattutto l’ottima posizione di guida aiutano molto in questa fase delicata della gara, mentre le mani purtroppo iniziano a gonfiarsi ed indurirsi per gli infiniti cambi di marcia e relative frenate. Il sole ormai è alto e la temperatura si è notevolmente alzata, ne approfitto per cambiarmi e rimettermi un abbigliamento più casual e comodo per l’ultima parte della gara. I miei compagni di avventura sono estremamente stanchi ed io lo sono ancor di più, stiamo per affrontare la mitica Val Trebbia, stupenda strada, che percorro frequentemente, piena di curve. La notte è stata molto lunga ed impegnativa ma la nostra costanza nel ritmo ci ha permesso di recuperare molte posizioni e raggiungere il grosso gruppo dei partecipanti che precedentemente ci aveva distanziato notevolmente.
Per correttezza chiedo a Giacomo Marzioli la possibilità di staccarmi dal nostro gruppo in quanto la conformità del percorso ed il forte desiderio di contrastare la stanchezza mi inducono a provare la moto in modalità estrema. Ricevuto il consenso inizio a guidare la moto come se fosse la mia giapponese stradale, la temperatura dell’asfalto è perfetta e le gomme rispondono alla grande, potenza e curve al limite, la moto mi trasmette grande sicurezza, mi diverto la stanchezza oramai è un ricordo e le droghe energetiche non fanno più effetto, l’adrenalina è l’ultima fonte di energia disponibile.
Approfittando del ritmo blando dei partecipanti che incontro lungo il percorso, recupero una infinità di posizioni; qualche harleysta cerca di starmi dietro ma desistono tutti dopo poche curve. Lungo il tragitto incontro anche motociclisti domenicali dotati di svariate moto stradali e sportive, qualcuno forse offeso oppure sorpreso dal fatto che un Harley potesse sfilarlo in questa maniera ha provato a ingaggiare delle sfide ma anche per loro non c’è stato nulla da fare.

Al successivo check point di Cassolo, scopro di aver recuperato circa 350 posizioni in solitaria, altra energia positiva per concludere al meglio la manifestazione. Riparto in direzione Salsomaggiore, non mi accorgo che il roadbook è composto, solo per questa tappa da due pagine, e quindi arrivato ad un certo punto non riesco più a capire dove devo andare, entro in crisi, sono da solo, non ho più l’assistenza tecnica e soprattutto morale del mio gruppo di partenza, mi sono perso……. in tutti i sensi. Sono ad un passo dalla vittoria ed ho la forte sensazione che per me la competizione sia ingiustamente finita in questo triste modo. Fortunatamente riesco ad aggregarmi ad un altro gruppo di HOG di Carpi i quali vedendomi in estrema difficoltà mi danno una mano a riprendere la retta via ed all’ultimo check point di Salsomaggiore, per pura casualità, mi ricompatto con il mio gruppo, oramai siamo come degli zombie. Tutti insieme affrontiamo l’ultima tappa, l’arrivo è previsto al concessionario Harley-Davidson di Collechio.

Harley-Davidson 500 Miglia: l’arrivo

Sono circa le ore 15, l’accoglienza all’arrivo è trionfale, applausi, foto di rito e premiazione con tanto di valletta ufficiale, solo in questo preciso istante mi rendo conto dell’impresa che siamo riusciti a portare a termine. Un complimento particolare alla perfetta organizzazione dell’evento e a tutti coloro che hanno lavorato per poterlo realizzare. La felicità e la convivialità con gli altri partecipanti all’impresa fanno sparire definitivamente la stanchezza e dopo aver salutato tutti siamo ripartiti in direzione Milano.

Ore 19.30, dopo aver posato la moto e ringraziato Giacomo Marzioli per avermi concesso la possibilità di vivere questa incredibile esperienza, entro a casa, doccia calda e via a letto. Mi sveglio il giorno successivo dopo 24 ore di sonno, lo stesso tempo della durata della competizione, pazzesco, dolori ovunque non riesco ad alzarmi dal letto, quasi mi maledico per aver accettato di partecipare a questa folle cavalcata, poi mi giro verso il comodino e vedo la mitica spilla commemorativa ITALY500MILES che viene consegnata a chi riesce nell’impresa, tornano il sorriso e la soddisfazione!

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