Celebrazione trentesimo anniversario Ducati 916 – La storia di un Mito
Una dichiarazione d'amore verso la più iconica Superbike di sempre
La celebrazione per il trentesimo anniversario della Ducati 916, che si svolgerà durante il prossimo WDW2024 al Misano World Circuit Marco Simoncelli dal 26 al 28 luglio è proprio una dichiarazione d’amore dell’azienda verso il suo modello più iconico di sempre. Un modello che sono felicissimo di poter raccontare sulle pagine di Motorionline visto che è grazie a lei se mi sono appassionato al motociclismo, ed è la moto che più di tutte mi fa battere forte il cuore ogni volta che la guardo, che la guido, che ne parlo. Quindi, prima di raccontare i dettagli del sensazionale evento che la riguarderà a Misano durante il WDW, riavvolgiamo il nastro e facciamo un tuffo nel passato, proprio nella storia della Ducati 916.
La più bella di sempre
E’ un sabato della fine del 1993, e a casa durante il pranzo in famiglia, il TG2 Motori lancia il servizio sulla prima prova su strada della nuovissima Ducati 916. Insieme a mio padre restiamo cristallizzati, senza fiato con la forchetta ferma a dieci centimetri dalla bocca, davanti a tanta bellezza. L’armonia delle linee snelle e filanti è senza pari, il fascino del rombo del bicilindrico Desmoquattro è unico, e quel doppio faro sottile davanti, insieme al bellissimo doppio scarico ovale sottosella al posteriore fanno da cornice ad un opera d’arte su due ruote. La 916 è probabilmente l’unica sportiva nella storia ad essere stata in grado, con una linea seconda solo alla superiorità rispetto alle rivali dell’epoca, di segnare un prima e un dopo nel panorama motociclistico mondiale. Una vera e propria “STAR” che nel mondo delle corse, con le varie evoluzioni, tra il 1994 e il 2002 colleziona 8 titoli mondiali costruttori, 6 titoli mondiali piloti e 121 gare nel campionato del mondo Superbike. Un palmares senza eguali, come il fascino che da sempre porta in dote sia in strada che in pista. Una elitarietà che prescinde dalla versione più o meno esclusiva o limitata, poiché spesso sia le Ducati 916 che tutte le sue evoluzioni, tra gli appassionati vengono identificate accomunandole col nome univoco “le tamburini”, ripreso dal loro padre ideatore.
La gestazione di un mito
La Ducati 916 è nata in ritardo, o meglio, come una bella donna si è fatta attendere un bel pò. Il grande capo del gruppo Cagiva Claudio Castiglioni, aveva incaricato il genio di Massimo Tamburini, (l’uomo che per primo ha progettato la sospensione posteriore a geometria progressiva nel 1975 nonchè il primo telaio motociclistico perimetrale nel 1978) suo grande amico e collaboratore, di realizzare l’erede della Ducati 851 già nel 1988, per essere ancora più competitivi nel WorldSbk. Tecnicamente il progetto venne identificato col numero 2268, ma a Borgo Panigale era consuetudine definirla come la 851 Rimini, poiché Tamburini ci stava lavorando insieme alla sua squadra al “Centro Operativo Rimini”, dove lui tra l’altro viveva con la famiglia. Dal 1988 al 1993, la squadra di tecnici, ingegneri e artigiani capitanati da Massimo Tamburini, non accontentandosi di nessun compromesso ha lavorato incessantemente per realizzare un sogno a due ruote, attraverso scelte dal tratto romantico assolutamente impensabili al giorno d’oggi, dove i progetti nascono con calendari scadenzati che impongono ritmi molto serrati e temporalmente ben definiti. All’epoca, Tamburini puntava a realizzare un “progetto integrato” dove motore, telaio e carene venivano sviluppati senza lasciare il minimo spazio inutilizzato, con una ripartizione dei pesi il più bilanciata possibile tra i due assi, e la massima facilità di intervento dei meccanici per tutte le regolazioni. Puntando sempre alla perfezione ed accettando la volontà di Claudio Castiglioni di continuare nella tradizione del telaio a traliccio, questo venne sviluppato con infinite variazioni in corsa e brevetti specifici, secondo solo allo sviluppo del forcellone monobraccio disegnato decine di volte e voluto pensando al suo beneficio in campo racing.
Tamburini non usava il computer e disegnava a mano tutto, sovrapponendo i disegni di telaio e motore realizzati perfettamente in scala, per cui ogni evoluzione ha richiesto molto tempo e molti tentativi. Basti pensare, che la vincente Ducati 888 sembrerebbe sia stato un piano B, nato a Bologna come evoluzione estrema della Superbike 851 ed in virtù dei ritardi nello sviluppo della 2268/851 Rimini. Si narra che a Rimini, tra le varie evoluzioni del progetto, anche a moto pressochè ultimata durante le giornate piovose fosse lo stesso Tamburini ad uscire comunque in moto per fare chilometri e chilometri su strada sotto la pioggia insieme ad altri tecnici, apposta per studiare il passaggio dei flussi d’aria lasciati dallo scorrere dell’acqua sulla carena al suo rientro. Il tutto con lo scopo di rendere il più filante possibile quella linea che era nata dalla matita e dal talento del designer Sergio Robbiano, che aveva realizzato una Superbike con un vestitino per l’epoca più simile (nelle dimensioni) ad una 250 da gran premio. Chiaramente, tutta questa creatività produceva anche delle tensioni in azienda, soprattutto con l’ingegner Massimo Bordi che aveva la responsabilità dei Budget (costantemente superati stagione dopo stagione), e della programmazione della produzione dei modelli di Borgo Panigale. Ma per fa capire la mentalità del genio di Massimo Tamburini con un aneddoto che ne definisce chiaramente l’indole e la mentalità da leader, è utilissimo ricordare una chiacchierata fatta con un tecnico collaudatore della Ducati, motociclista appassionato che ancora oggi sviluppa le Ducati di domani, al secolo Davide Bianconcini. Durante un test su strada, quando la 2268/851 Rimini sta ormai per trasformarsi in Ducati 916, il maestro chiese al tecnico cosa ne pensassero in fabbrica del lavoro svolto fin li. Davide, diplomaticamente, rispose che in Ducati erano felicissimi ma anche pensierosi in relazione alle tempistiche un po’ lunghe di sviluppo della moto. Al che, Tamburini, decifrando senza se e senza ma la questione nonostante la diplomazia di Bianconcini, rispose in maniera incredibilmente pragmatica e schietta: “caro Davide, si ricorderanno di noi per la moto che abbiamo realizzato, non per il tempo che ci abbiamo messo a farlo”. Alzi la mano chi oggi non è d’accordo con lui.
Icona del made in Italy
Emozioni, storie e intrecci in un epoca capace di trasformare lo sviluppo di una motocicletta in una favola, grazie al fattore umano di cui ogni tanto, non neghiamolo, oggi un po’ tutti sentiamo la mancanza. Un progetto andato avanti per quasi sei anni senza sosta e che ha avuto ragione di esistere solo in quella azienda e in quel periodo storico. Uno spazio temporale nel quale l’astuzia di Castiglioni ha lasciato esprimere la lucida follia e le volontà del maestro Massimo Tamburini accompagnato da una squadra capace di partorire una moto unica, che ha stupefatto chiunque per prestazioni, perfezionismo, cura dei dettagli, ma anche perché è letteralmente arte pura sia in movimento quanto da ferma. Durante la fine della gestazione del progetto Ducati 916, precisamente nella primavera del 1993, il Centro Operativo Rimini letteralmente migrò a San Marino, dove veniva inaugurato il “CRC” (Centro Ricerche Cagiva). Proprio in quegli uffici, nel giorno di ferragosto dello stesso anno Tamburini mostrò per la prima volta ad alcuni amici quella che sarebbe diventata la versione definitiva della moto più bella della storia, che oltre ad essere estremamente affascinante, presentava una quantità di innovazioni tecniche incredibili per un prodotto destinato ad essere omologato per l’utilizzo su strada. Tra l’inaugurazione del “CRC” e quel ferragosto, era trascorsa una primavera e mezza estate, dedicate a rifiniture di progetto come la taratura delle sospensioni. Su strada vennero fatte sul passo di Viamaggio, il preferito dallo stesso Tamburini come da tantissimi smanettoni del posto. Tornanti, saliscendi sconnessi, curve veloci e strette da raccordare tra loro, tratti veloci alternati a brusche frenate. Ancora oggi quando mi capita di passarci, non posso non sognare quei momenti speciali, in cui una officina “da campo” modificava le sospensioni smontandole all’ombra di un albero, su un tavolo da campeggio. Per il setting da pista, invece venne scelto l’autodromo di Misano dove tra gli altri fu Davide Tardozzi a garantire ai fortunati acquirenti il miglior rendimento della nuova moto tra i cordoli.
Il WDW 2024 e gli venti dedicati alla 916
Potrei scrivere ancora per ore di aneddoti e vicissitudini legate alla 916, che oltretutto nella mia vita da quel 1993 si intreccia continuamente in corsi e ricorsi personali. Grazie ad una serie di eventi casuali, ho anche avuto l’opportunità di gareggiarci con una tamburini, e in due tappe del CIV Classic nel 2022 ho ottenuto due podi che porto nel cuore. Tornando al WDW 2024 ed alla celebrazione organizzata per lei, Ducati presenta per il trentesimo anniversario della leggendaria famiglia 916, la nuova Panigale v4 SP2 trentesimo anniversario 916, una serie limitata a 500 esemplari che celebra il più iconico modello Ducati di sempre. Tante le attività dedicate alla 916, al WDW inizierà il primo censimento ufficiale dei modelli 916/996/998 che andrà avanti anche nei mesi successivi all’evento, e sarà raggiungibile facilmente dalla MyDucati App, semplicemente aggiungendo la propria Superbike classica al garage digitale. Durante il WDW sarà comunque possibile censire la propria moto in un area dedicata del paddock, dove sarà inoltre a disposizione dei proprietari anche un parcheggio dedicato ai modelli 916/996/998. In aggiunta, la mostra “Ducati 916: l’essenza del DNA Ducati” sarà visitabile da tutti i partecipanti al WDW2024 e omaggia i 30 anni della famiglia di “Superbike Classiche” (made in Borgo Panigale) più vincente di sempre. Una attività celebrativa in pista dedicata ai possessori è prevista per il pomeriggio del 27 luglio con la partecipazione di Troy Baylis e Carl Fogarty e saranno inoltre previste delle “track session” dedicate ai fortunati possessori di questi modelli.
Accedere al WDW
E’ possibile acquistare diverse formule di biglietti per il WDW, direttamente sul sito ducati.com, per una o tutte e tre le giornate. E’ inoltre in vendita un biglietto dedicato alla notte dei campioni che consente l’accesso dalle 15.00 del sabato in occasione della Lenovo Race of Champion. Se ogni WDW vale la pena di essere vissuto, questo WDW2024 ha un sapore veramente unico, e non vediamo l’ora di arrivare a venerdì prossimo per goderci i tre giorni di festa raccontandoli sulle pagine di Motorionline. E per chi vuole, ovviamente ci si vede lì.
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