BikeMi, sono arrivate 1000 bici a pedalata assistita
Si aggiungeranno alle 3.600 tradizionali già in uso
BikeMi – La terza fase di BikeMi è iniziata e a Milano arriveranno mille biciclette a pedalate assistita che nelle prossime settimane si aggiungeranno alle 3.600 bici tradizionali a oggi in uso. Milano sarà così la prima città al mondo ad avere un sistema di bike sharing integrato.
La terza fase di BikeMi è nata grazie al finanziamento del ministero dell’Ambiente con un contributo di circa quattro milioni di euro, un’iniziativa a pochi mesi dal via dell’Expo 2015 che sarà gestita in esclusiva da Clear Channel. Le 1.000 biciclette elettriche verranno distribuite in 70 nuove stazioni, 44 delle quali saranno installate entro maggio lungo il tragitto che collega il centro con il sito dell’Esposizione. Al termine dell’evento le stazioni verranno ricollocate per servire altre zone della città. “Milano raggiunge un nuovo e importante traguardo. L’arrivo delle biciclette in condivisione a pedalata assistita è un ulteriore passo avanti sulla strada della mobilità sostenibile. In questi anni l’utilizzo delle biciclette, e più in particolare del BikeMi, ha subito un forte sviluppo grazie anche alla diffusione di nuove stazioni, raggiungendo numeri da record. Ora, con l’introduzione del BikeMi integrato, ancora più cittadini potranno scegliere le due ruote per i loro spostamenti anche per percorsi più lunghi”, ha detto a margine della presentazione dell’iniziativa il sindaco di Milano Giuliano Pisapia.
Il sistema di prelievo e utilizzo delle bici gialle rimarrà il medesimo, ma questa volta l’abbonato BikeMi potrà scegliere il mezzo più adatto alle sue esigenze, bici tradizionale o a pedalata assistita. Per le bici tradizionali resta garantita la gratuità di ogni prima mezz’ora di utilizzo e resteranno invariate anche le tariffe per i minuti successivi. L’utilizzo della bici elettrica sarà invece “a consumo”: 25 centesimi per mezz’ora, 75 per un’ora, 1,75 euro per un’ora e mezzo, 3,75 euro per due ore e quattro euro per ogni ora o frazione successiva. Questo per ridurre il più possibile l’uso prolungato del mezzo e favorire la condivisione delle bici.
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