American Day Vanzago – settembre 2016

Ottava edizione del raduno di appassionati dei motori a stelle e strisce

Servizio fotografico di Ivan Sangiorgi

Forse dire che mi sento come Kurt Russel in Stargate è un po’ eccessivo, devo ammetterlo, però il concetto che c’è alla base è il medesimo. Lasciatemi spiegare. Nell’omonimo film, il Colonnello Jonathan “Jack” O’Neill interpretato da Kurt chiudeva gli occhi, faceva un passo in avanti e, quando li riapriva, si trovava proiettato in un altro mondo. Ecco, questo è esattamente ciò che succede (mettendoci della fantasia) a Vanzago, due volte l’anno, quando si passa sotto il piccolo tunnel di che porta alla pizza del paese. Vanzago, per chi non è abitante della zona, è un piccolo paesino in provincia di Milano che, due volte l’anno, ospita una bellissima manifestazione chiamata “American Day”. Nella piazza del paese, normalmente abitata da gente comune e circondata di normali negozi, si ritrovano, a Maggio e Settembre, appassionati di motori americani a due e quattro ruote.

Un vero e proprio evento che col passare degli anni è diventato un punto fisso per aprire la stagione, a Maggio, e chiudere in bellezza con il raduno settembrino. Noi siamo stati proprio a quest’ultimo e abbiamo incontrato il creatore di tutto questo. Gerry, questo il suo nome, è il gestore nonché titolare dello Unic Bar, un bar a tema Harley Davidson e macchine americane (meglio se sixties) che ha una capacità imprenditoriale e di aggregazione fuori dagli schemi. La sua passione per i motori americani ha dato il via prima a un gruppo di appassionati che si ritrovavano da lui al locale poi, col crescere del gruppo, ha iniziato a occupare, sporadicamente, parte della piazza.

Ad oggi i due raduni sono totalmente sold out per quel che riguarda gli espositori (sono ormai tutti fissi e il rinnovo dello spazio avviene automaticamente di anno in anno finché qualcuno non molla per motivi suoi) mentre le presenze del pubblico riempiono la piazza completamente. La giornata inizia presto per gli espositori perché Gerry (persona attenta ai dettagli) pur dando il via della manifestazione alle dieci, vuole ed ottiene che per le nove tutto sia pronto. Ha perfettamente ragione, perché i primi gruppi di Harley già alle 9 e mezza, sono lì e si respira subito un clima di festa. Il bacino di Milano e dintorni è certamente vasto per il mondo Custom e Harley Davidson tanto è vero che le Harley presenti alla fine della giornata saranno più di 400!

In mezzo a loro però si trovano anche gran bei “pezzi di ferro”, che hanno fatto la storia dell’automobilismo americano, quali Corvette Stingray, Cadillac Eldorado e, più recenti, Ford Raptor e Dodge Viper. Vedere i bambini strabuzzare gli occhi e i papà emozionati come bambini, è uno spettacolo che rende Gerry degno di ammirazione, perché il suo impegno cresce di anno in anno, ma con esso crescono anche le soddisfazioni. Gli espositori, tatticamente posti all’esterno della piazza, così da creare un’arena protetta, permettono ai visitatori di acquistare dai semplici gadget d’abbigliamento (dai cappellini alle più comuni patch per i giubbotti in pelle), sino ai pezzi più tecnici per le moto, quali scarichi e componentistica varia.

Non contento di tutto questo, da buon “direttore del circo” qual è, Gerry ogni anno riesce ad aggiungere spettacolo allo spettacolo, portando manifestazioni che lasciano un segno nei presenti. Dalle ballerine di Burlesque, si passa alle bravissime ragazze della Pole Dance, in un esilarante show di occhi sgranati da parte dei maschi presenti e “volo” di scherzosi “sberloni” da parte delle compagne, davanti a tanta bravura racchiusa in abiti così succinti. Tutto questo show ha, come asso nella manica, l’ingresso gratuito sia per chi venga in auto o moto, sia per chi voglia fare due passi all’interno.

Una formula vincente che Gerry non ha intenzione di cambiare, tanto è vero che quando alla fine della giornata, appoggiati al bancone del suo locale e davanti ad una birra ghiacciata, gli abbiamo chiesto il perché di questa scelta, lui è stato categorico: “Non vorrei sembrare spocchioso, ma credo che se facessi pagare l’ingresso, probabilmente avrei quasi lo stesso numero di partecipanti che visitatori (gli espositori pagano una cifra forfettaria, che copre giusto le spese richieste dal Comune per l’occupazione del suolo e delle utenze elettriche), ma legherei questo evento al denaro e non alla mia passione.

Non sono giornate di business per me queste, per quello ho già il locale da mandare avanti, che mi tiene occupato fin troppo! No no no, questi due giorni sono un ritrovo tra amici e dovrà restare sempre così”. Insomma, idee chiare, ricetta semplice, ma collauda e tanta passione, sono gli ingredienti giusti per un “Americano”, inteso come cocktail, esplosivo. Ben vengano persone come Gerry che, due domeniche l’anno, ci fanno attraversare uno stargate, capace di trasportarci nel cuore della nostra passione senza alcun rischio e con la certezza assoluta di trascorrere una domenica in splendida compagnia.

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