Triumph Rocket X, prova su strada 2015

Coppia e cilindrata record per una moto esagerata

Triumph Rocket X: Già prima di salirci sai che è esagerata, per via del motore più grosso al mondo su una moto di serie, con una coppia monstre di oltre 220 Nm, praticamente il doppio di una Harley, il 70% in più di una Ducati Diavel. Il dubbio è che sia perfetta per impressionare al semaforo, ma difficilmente divertente quando ci sia da farla curvare. Alla fine invece sorprende per la capacità di sapersi adattare, riesce ad essere piacevole perfino in un percorso tortuoso, anche se quando si prova ad alzare l’andatura diventa piuttosto faticosa da guidare. Abbiamo provato la Rocket X, edizione speciale in tiratura limitata lanciata lo scorso anno per festeggiare i 10 anni del modello più esagerato nei listini della Casa di Hinckley.

Estetica e finiture:

Rating: ★★★★☆ 

Incute timore con quel motore, con i suoi 2 metri e mezzo di lunghezza ed il gommone posteriore

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Foto by “LINGEGNERE”

La Rocket III, come il numero dei cilindri tanto caro al marchio inglese, quando venne presentata nel 2004 fece davvero scalpore. Sono passati più di 10 anni, ma continua a farsi notare ed infatti il primo giorno che abbiamo guidato la Rocket, mentre eravamo fermi al semaforo ci si è accostata un’auto dei Carabinieri, per osservarla da vicino. Al semaforo successivo, abbassato il finestrino arrivava una domanda inaspettata quanto ingenua. L’agente, incuriosito dalla cilindrata della moto ci chiedeva: ”Quanto fa?”. Un sorriso ed una risposta di circostanza (prima che pensino che andiamo in giro a provare le velocità massime per strada), sottolineando però che lei è la regina incontrastata delle grosse cilindrate, perché guidando una Rocket non si può non essere un po’ fieri di avere le terga sulla moto con il propulsore più grande che una moto di serie abbia mai avuto. Il motore è l’elemento di maggior richiamo anche dal punto di vista estetico, con i tre cilindri posti lungo l’asse della moto e non trasversalmente come nelle moto “normali”. Il basamento, gli ingombri esterni ed ogni suo dettaglio ostentano il suo essere esagerato, nemmeno le finiture in nero opaco riescono a snellirne l’aspetto. I tre grossi collettori sul lato destro fanno pensare a qualcuno che si tratti addirittura di un 6 cilindri, proprio perché un 3 in linea con questo posizionamento è fuori dal comune. Davanti al propulsore trova spazio un radiatore dalle dimensioni automobilistiche, perché tutto deve essere ovviamente proporzionato.

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Foto by “LINGEGNERE”

Anche il telaio ha finiture nere opache, fa parte di un pacchetto estetico dedicato all’edizione limitata a 500 esemplari per i 10 anni della Rocket, la “X” appunto. Oltre al piccolo parabrezza scuro ed ai dettagli neri, come il manubrio, gli specchietti e le leve di cambio e freno posteriore, altri particolari dedicati sono i cerchi a 5 razze (anch’essi neri) con una striscia chiara sul lato esterno del canale, realizzata a mano. La vera chicca è però la verniciatura dei parafanghi e del grosso serbatoio, neri lucidi con una fascia che attraversa la Rocket X in tutta la sua lunghezza, con metallo lasciato non verniciato e con una particolare lavorazione, coperta solamente da uno strato di vernice trasparente. Completano l’allestimento le placchette in metallo con la numerazione (la nostra era la 135 di 500) sotto la scritta della cilindrata e della commemorazione dei 10 anni. Il nome Rocket X è anche sulla placca in alluminio lavorato dal pieno avvitata sul coperchio di sinistra del motore, quello che accoglie anche il tappo dell’olio. Da qualsiasi lato la osservi ostenta il suo essere esagerata. Davanti il doppio faro Triumph sembra sparire in mezzo al manubrio sconfinato e la gomma è larga quasi come quella posteriore di un’altra moto (150), dietro poi non si può non notare il gommone da 240, affiancato dai due grossi terminali di scarico. In sella sembra meno mastodontica, si ha davanti un serbatoio larghissimo, ma la posizione di guida da la sensazione di avere tutto sotto controllo fin da subito. La sella è ad appena 74 centimetri da terra, il manubrio, anch’esso larghissimo, da la giusta leva per dominare la Rocket, mentre le pedane piuttosto alte ed avanzate portano ad una posizione di guida particolare, da cruiser, un po’ appesi al manubrio. Da segnalare la particolarità della sella, sotto alla quale non è possibile riporre nemmeno il libretto di circolazione, perché è parte del sistema di aspirazione del motore. La scatola filtro ha una griglia posta sotto al guidatore e la struttura della sella include i convogliatori che vanno verso la parte posteriore.

Motore e prestazioni:

Rating: ★★★★★ 

Coppia ne abbiamo?
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Foto by “LINGEGNERE”

2.294 cc, 3 enormi cilindri, 148 cavalli, ma soprattutto 221 Nm ad appena 2.750 giri, il 90% dei quali disponibili già sotto ai 2.000 giri. Impossibile non restarne colpiti. La accendi con un po’ di timore ed il rumore è quello tipico del tre cilindri. Quando però si inizia ad aprire con decisione la manetta del gas la sonorità diventa più particolare e rabbiosa, ma soprattutto l’erogazione diventa devastante. La potenza non è da capogiro (nel mondo del tuning c’è però chi ne tira fuori 240 di cavalli da questa base), ma la coppia fa davvero impressione. Ricordiamo che è in grado di bruciare lo 0-100 Km/h in 2,8 secondi e lo 0-50 in 1 secondo. Non stiamo però parlando di una R1 o della supersportiva di turno, ma di un bisonte da 360 Kg circa, in grado di accelerazioni da dragster. Fino a 160 Km/h regge il passo di qualsiasi moto sportiva. Spinge fino a 7.200 giri, anche se con tutta la sua coppia non occorre certo cambiare a limitatore e le 5 marce sono fin troppe. C’è chi dice che ne basterebbero 2, una per partire ed una per regolare l’andatura. Abbiamo provato a partire in terza senza grossi problemi. Merito di tre soli cilindri, con una cubatura unitaria di oltre 750 cc, tanto per fare qualche esercizio di matematica sarebbe come avere un 4 cilindri da oltre 3 litri, un 6 cilindri da 4,6 litri, o un V8 da oltre 6, roba da far concorrenza alle muscle car made in USA. Sorprende la rabbia di cui è in grado quando si spalanca il gas, la gomma da 240 non regge la coppia nemmeno in seconda e se si parte cercando di capire di cosa sia in grado la Rocket si finisce per lasciare sull’asfalto una virgola nera lunga qualche decina di metri. Non esiste nulla d’altro di paragonabile nel panorama motociclistico, la Rocket è una provocazione, un oggetto che va capito nel suo essere unico, ma che ogni appassionato non può che apprezzare per quanto sappia essere particolare. Nel nostro test, durante lo shooting fotografico, abbiamo anche vissuto l’esperienza di un monoruota che resterà certamente nella nostra memoria. Tra una partenza e l’altra, grazie alla gomma calda e ad un cambio di asfalto preso nell’attimo giusto, anziché sgommare, la ruota posteriore ha scaricato a terra tutta l’irruenza dei 221 Nm portando l’anteriore verso il cielo. Un brivido lungo la schiena ha accompagnato la sensazione di essere al manubrio di una moto così lunga da sentirla quasi torcersi in conseguenza ad una manovra così. Quel mezzo sorriso di libidine si è poi tramutato in delusione dopo aver scoperto che il fotografo non aveva immortalato quell’attimo, testimoniando una cosa non da tutti, che in qualche successivo tentativo non siamo più riusciti a replicare. Manovre da stunt a parte la Rocket è un piacere da guidare anche con un filo di gas, sapendo di avere a disposizione una riserva di coppia praticamente infinita per uscire in modo brillante da una curva o per effettuare un sorpasso senza dover scalare di rapporto. La soluzione adottata per la lubrificazione del motore, a carter secco, consente di mantenerne basso di baricentro, anche se non è posto particolarmente vicino a terra. Ilcontralbero di bilanciamento annulla gli effetti spiacevoli che si avrebbero a causa del posizionamento longitudinale dei cilindri, soprattutto a moto ferma ed il cardano non si fa quasi notare vista la dolcezza con cui riesce a gestire gli strappi che arrivano dal motore aprendo e chiudendo il gas. Infine il basso rapporto di compressione (8,7:1), malgrado la cilindrata record rende minimo l’effetto di freno motore. L’unico piccolo difetto è il calore che proviene dalla zona dei collettori sulla gamba destra, ma tenendola in avanti ed aperta si limita il fastidio.

Guida e maneggevolezza:

Rating: ★★★★☆ 

Pesante si, ma comoda e molto più agile del previsto
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Foto by “LINGEGNERE”

Non è certo una moto sportiva, con tutta la sua opulenza, 360 Kg circa di stazza in ordine di marcia, lunga 2 metri e mezzo tondi e con un interasse chilometrico di 1.695 mm. Non potrebbe essere altrimenti data la coppia in gioco, si finirebbe per ribaltarsi ad ogni partenza, anziché lasciare una striscia sull’asfalto con la gomma. Tornando alla ingenua (almeno a nostro avviso) domanda del carabiniere che ci ha affiancato al semaforo, prima di provarla a noi però ne è sempre venuta in mente un’altra. Ok, con quel motore e quella coppia è un dragster da gare di accelerazione, ma quando la strada non è dritta come si comporterà? A dispetto di tutto ciò che abbiamo messo come premessa, lei le curve le fa e nemmeno in modo malvagio. Le pedane non sono a tiro di asfalto alla prima mezza piega, c’è spazio a sufficienza per percorrere un tornante senza il rischio di trovarsi a strisciarle dovendo correre ai ripari. A dire il vero non istiga a correre, ci si gustano i paesaggi, comodamente seduti sulla morbida sella, con le braccia allungate ad afferrare l’enorme manubrio, mentre i piedi e le gambe sono in una posizione più rilassata. A sorprendere è la propensione ad assecondare il guidatore anche quando si alza l’andatura, anche se dopo qualche minuto si paga il lavoro fisico che si finisce per fare per tenerla a bada. Soprattutto con le braccia, che devono contrastare la stazza e le reazioni della moto. Il passeggero si sente poco quando si guida, la stazza della moto nasconde infatti il peso aggiuntivo, ma il comfort elevato per chi guida, è invece piuttosto ridotto al posto dietro, dove la sella è più piccola e la posizione abbastanza scomoda. La protezione aerodinamica è scarsa, limitata a quella fornita dal piccolo cupolino fumé, ma non è certo una moto che istighi a tenere un’andatura da autostrada tedesca, e fino a 120-130 si viaggia abbastanza comodi, ma piuttosto che in autostrada si finisce per cercare una alternativa più tortuosa, dove godersi questa moto ad andature più contenute. I due dischi da 320 mm, più il posteriore da 316 con una pompa di fianco alla pedana destra il cui aspetto massiccio e robusto lascia trasparire il lavoro a cui è chiamata, faticano non poco a fermare la Rocket quando è lanciata a forti velocità. Lo sforzo alla leva non è mai esagerato e l’ABS non entra quasi mai in gioco. Gli spazi di arresto sono ragionevoli, ma attenzione a farsi prendere la mano, perché la fisica è sempre la fisica e per fermarsi gli spazi non sono quelli di una MotoGp.

Prezzo e consumi:

Rating: ★★★★☆ 

Esagerata in tutto o quasi, il prezzo sembra quasi “normale”
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Foto by “LINGEGNERE”

Chi compra la moto con il motore più grande al mondo, non lo farà certo per risparmiare benzina. La regola che legherebbe i consumi alla cilindrata spesso viene smentita, ma in parte non può che trovare conferma quando tra i tubi del telaio c’è un 2,3 litri. Cilindrata da auto, consumi da auto direbbe qualcuno, in realtà dipende molto dallo stile di guida. Nel nostro test di poco più di 500 Km abbiamo riscontrato un valore medio intorno ai 13 con un litro, nulla di così esagerato, considerato l’utilizzo che ne abbiamo fatto. Nei primi chilometri, quelli in cui ci siamo lasciati maggiormente prendere la mano, avevamo constatato un valore inferiore a 8 Km/l, ma sarebbe impossibile guidare sempre così. Resta il fatto che, malgrado i 24 litri del serbatoio, è condivisibile la scelta di tenere sempre a disposizione del guidatore il dato sull’autonomia residua. Il listino di Triumph prevede un prezzo di 19.370 euro per la Rocket X, 17.690 in versione “standard”. Rispetto a quanto sappia essere esagerata questa moto sembra quasi poco, anche se in valore assoluto non è certo un prezzo economico. Contenuti e dotazione però renderebbero lecito anche un esborso più levato.

PRO E CONTRO
Ci piace:
Una moto esagerata, nelle prestazioni e nel suo modo di ostentare la sua opulenza, motore super, ottimo comfort
Non ci piace:
Stazza e dimensioni la rendono faticosa da guidare ad andature sportive, consumi da auto quando ci si lascia prendere la mano

Triumph Rocket X: la Pagella di Motorionline

Motore:★★★★★ 
Maneggevolezza:★★★½☆ 
Cambio e trasmissione:★★★★½ 
Frenata:★★★★☆ 
Sospensioni:★★★★☆ 
Guida:★★★★☆ 
Comfort pilota:★★★★½ 
Comfort passeggero:★★★☆☆ 
Dotazione:★★★★☆ 
Qualità/Prezzo:★★★★½ 
Linea:★★★★½ 
Consumi:★★★☆☆ 

Abbiamo utilizzato per il percorso: Tom Tom Rider V

Foto del test by “LINGEGNERE”

Abbigliamento del test:
Giacca: Dainese Black Hawk

Pantalone: Dainese Jeans Prattville

Guanti: Dainese Blackjack nero

Scarpa: Dainese Street Rocker

Casco: Shark Vancore

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