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BMW R nineT: stile e fascino Heritage unici, motore rigorosamente ad aria [PROVA SU STRADA]

BMW R nineT – Nel 2012 abbiamo assistito alla morte del quasi 90enne boxer ad aria, che lasciava il campo ad un propulsore tutto nuovo e raffreddato a liquido. Nemmeno il tempo di fargli i funerali che lui era resuscitato nel telaio e nelle bellissime forme di una moto tutta nuova, la prima di quella che sarebbe diventata la gamma Heritage della casa dell’Elica, oggi composta da ben cinque modelli, con la capostipite che ne rimane l’ammiraglia, affiancata da Pure (la più economica con i suoi 13.500 euro), Racer (la più estrema per look e posizione di guida), Urban G/S (che fa il verso alle G/S anni ’80 e che è debuttata insieme al passaggio ad Euro 4 per la nineT standard) e Scrambler (la secondogenita con il tassello ed un prezzo più abbordabile di 14.200 euro).

Ai maligni sembrava quasi una operazione di marketing “intelligente”, per svuotare i magazzini dai vecchi 1200 rimasti invenduti. In realtà di tutt’altro si trattava, lo dimostra il fatto che sono passati ormai circa 5 anni e la R nineT è diventata una moto (o meglio una gamma di modelli) molto apprezzata, una costola importante del listino della casa tedesca. Amata per il suo look retrò, è stata forse la prima cafè racer di serie ad offrire anche un piacere di guida così elevato, oltre che a farsi apprezzare per il gran gusto estetico regalato dalle sue forme e dalle sue finiture. La avevamo scoperta e ne eravamo rimasti folgorati alla prima esperienza in sella, circa quattro anni fa, ve la proviamo a raccontare di nuovo, per scoprirne altri dettagli e sfumature del carattere della nineT.

Estetica e finiture:

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Lo stile unico della nineT originale

Pochi i ritocchi che sono stati introdotti nei suoi cinque anni di vita, nel nostro caso quello più evidente è questa opzionale colorazione Blackstorm Metallic/Vintage (costa mille euro aggiuntivi), che garantisce alla nineT un look più grintoso, grazie al numero da gara 21 su fondo giallo, realizzato a mano sul serbatoio. Una delle tre disponibili, in alternativa a quella standard. Il serbatoio in alluminio con i fianchetti spazzolati resta uno degli elementi distintivi di questa affascinante motocicletta, che riprende da modelli del passato molto del suo stile. Il richiamo più evidente è alla R32 del 1923, non a caso prima a montare il medesimo propulsore che evoluto troviamo sulla nineT, che mixa sapientemente storia e modernità. L’avantreno è infatti uno splendido esempio di tecnica attuale, con una sportiva forcella up side down (è l’unica delle cinque sorelle ad adottarla), doppio disco e pinze radiali. Il resto è tutto molto minimale, come si chiede ad una cafè racer.

Troviamo un codino piccolo e configurabile monoposto (si può smontare il telaietto passeggero ed anche le pedane con relativi supporti), una moltitudine di opzioni per personalizzare la moto, dettaglio tutt’altro che secondario ed elemento fondamentale nello sviluppo di un modello che fa della possibile sua customizzazione una delle caratteristiche distintive. Si può modificare persino l’impianto elettrico, giusto per darvi una idea. Oltre a questo la nineT ha una innata eleganza, che le deriva da un aspetto che potremmo definire “da puristi”. Come quelli che hanno scelto per lei soluzioni che richiedono ancora oggi una artigianalità in alcune sue lavorazioni, come quella del serbatoio, affiancato dalla presa d’aria sul lato destro, con il logo “nineT” su alluminio spazzolato. Gioca con i contrasti cromatici, anche se non ci sono cromature ed il telaio è nero lucido, ma le parti in blackstorm metallizzato sono affiancate a dettagli in alluminio e metallo lasciato ad effetto naturale. È il caso dell’elemento che unisce telaio e telaietto posteriore, oppure le cornici dei due strumenti circolari e del faro anteriore, oltre che le teste del boxer ad aria, centrale non solo nel concetto che la nineT vuole esprimere, ma anche nel suo look.

Motore e prestazioni:

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Il cuore del progetto, l’anima di una moto che regala una esperienza unica

Solitamente parliamo del motore di una moto per le sue prestazioni, per il suo carattere ed i suoi numeri. Qui sono certamente importanti e regalano una esperienza di guida esaltante, come avremo modo di vedere, ma il propulsore è il cuore di tutto il progetto, al punto da definire il nome di questa moto. NineT appunto, come i 90 anni di vita del boxer bicilindrico, nato nel 1923 con la R32, che viene omaggiata nello stile e nella scelta del motore “ad aria”, anche se in realtà il raffreddamento è ad aria/olio, come la presenza del piccolo radiatore ci conferma. Una storia che ha visto una evoluzione costante, con un “gradino” importante nel 1996, anno del passaggio alla distribuzione da due a quattro valvole per cilindro. Poi, come abbiamo accennato nell’introduzione di questa prova, nel 2012 BMW decise di rivoluzionare il suo motore più importante, cuore dei modelli più venduti, GS in testa. Scarico e trasmissione sul nuovo boxer sono posti sui lati opposti rispetto al vecchio, per evitare il fastidio del terminale della marmitta sul lato di salita sulla moto, ma soprattutto c’è l’introduzione del radiatore per il raffreddamento a liquido. Qualche anno più tardi arriveranno ulteriori modifiche, tra cui un albero motore più pesante per incrementare le inerzie ed addolcire il carattere fin troppo rabbioso del boxer ad acqua, mentre oggi, proprio in queste settimane, debutta il 1250 con fasatura variabile, che abbiamo potuto raccontarvi nella prova della nuova R 1250 GS. Un motore tra le altre cose, pronto ad Euro 5. Così, proprio durante la presentazione stampa della nuova “GS” abbiamo chiesto lumi sul futuro del “vecchio” 1200 ad aria, che nel 2016 è stato aggiornato per ottemperare alle stringenti norme Euro 4. Ci è stato assicurato che sopravvivrà anche a questo ostacolo. Il come lo vedremo nei prossimi due anni, poi chissà, nel 2023 saranno cento gli anni di storia del boxer bicilindrico e si dovranno festeggiare insieme ai dieci della nineT!

Facciamo però un passo indietro proprio al 2013 ed alla nascita di questo modello, che festeggiava i 90 anni del boxer ad aria, regalandogli una seconda (oppure una ennesima) giovinezza. I perché sono tanti, forse nemmeno chi ha avuto l’idea avrebbe però pensato al successo di questo modello, che sarebbe potuto essere solo un concept, oppure una serie limitata, mentre invece è finito per divenire un pezzo importante della intera gamma BMW. Pensate che, a dimostrazione del successo superiore alle aspettative, nella prova di quattro anni fa uno dei difetti segnalati era il lungo periodo di attesa per averne una! L’idea è quasi scontata, moto dal look classico, abbinata ad un motore altrettanto classico, privo poi del grosso radiatore dell’acqua, ma con il solo piccolo elemento di raffreddamento dell’olio. Per l’occasione gli venne regalata una erogazione più grintosa, grazie alla differente linea di aspirazione e all’inedito scarico, oltre che ad una differente taratura della centralina. La nineT nel 2013 nasce conforme alle norme Euro 3 e viene poi aggiornata nel 2016 per quelle Euro 4.

Anche se ve lo abbiamo già raccontato, oltre che averlo provato quest’anno sulla nineT Racer, il motore attuale, con il passaggio alle nuove norme ha una elettronica modificata per cercare di compensare le altre modifiche, che lo strozzano un po’ nella prima porzione del contagiri. Nulla di grave, perché la sua sonorità resta spettacolare, come il carattere ed il tiro fin dai bassi regimi, tipici di questo boxer bicilindrico. Lo si gusta maggiormente nella parte centrale, diciamo dai 2-3 mila giri fin sotto il regime di coppia massima, oltre allunga ancora, ma sembra quasi meno a suo agio. Si tratta di un motore capace di 110 cavalli a 7.750 giri e di 116 Nm di coppia a 6.000, la cui cilindrata è di 1.170 cc. È abbinato alla trasmissione a cardano ed a un cambio con innesti ottimi. La grossa frizione monodisco è a secco, ma con un comando idraulico per alleggerire il carico sulla leva. Rispetto al nuovo 1250, il “vecchio” boxer ad aria è tutto un altro film ed è perfetto per questa moto. Permettendoci un parallelo automobilistico, è un po’ come se Porsche avesse a listino un versione della 911 con ancora il propulsore raffreddato ad aria della 993. Il boxer della nineT ha un suo carattere speciale e, pur restando fluido e abbastanza morbido nell’erogazione, ha quelle punte di cattiveria che rendono la guida più piacevole. Poi il freno motore qui è decisamente più presente, anche se mai eccessivo, cosa che invece sta via via scomparendo, un po’ anche per incrementare l’efficienza dei nuovi propulsori. Qui il controllo di trazione è ancora opzionale, anche se l’ASC è comodo per gestire l’abbondante coppia del boxer ad aria e vi suggeriamo di aggiungerlo in fase di configurazione della vostra nineT. Se poi siete su suolo privato e volete gustarvi un bel wheeling, magari anche solo con la ruota anteriore che veleggia a pochi centimetri da terra mentre girate il manubrio sentendovi un po’ pilota, basta premere un paio di secondi sul tasto “ABS” sul blocchetto di sinistra…

Guida e maneggevolezza:

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La nineT più piacevole da guidare

L’avantreno delle nineT “standard”, come accennato, è l‘unico delle “cinque sorelle” ad avvantaggiarsi di una forcella a steli rovesciati, peraltro del generoso diametro di 46 mm ed abbinata ad una coppia di dischi freno da 320 mm, morsi da pinze radiali con 4 pistoncini. Una bella forza frenante, coadiuvata dall’ABS e che arresta bene una moto da 222 kg in ordine di marcia. Nel 2016 ha guadagnato le regolazioni per la sua forcella, oltre che una ottimizzata geometria della ciclistica, confermandosi sempre di più come la nineT più adatta a chi cerchi una guida più dinamica. Con una altezza della sella da terra di soli 805 mm (795 con la versione bassa opzionale), è molto ben gestibile anche nelle manovre nel traffico cittadino, ma il meglio della nineT emerge bene sulle strade più tortuose, che si vanno a cercare spostandosi dal contesto urbano.

Come ogni roadster la protezione aerodinamica in autostrada è ovviamente sostanzialmente assente, ma non è un gran problema, ci si gusta il sound del boxer senza salire troppo con la velocità, mentre uscendo dall’autostrada o dalla superstrada, si inizia a trovare l’habitat migliore per lei, tra le curve strette e veloci, dove il boxer spinge generoso e l’ottima ciclistica asseconda le velleità anche di una guida più sportiva. Non è chirurgica, intendiamoci, per quello ci sono altre soluzioni, come le naked con anche cinquanta e più cavalli di vantaggio, ma il gusto della nineT è proprio quello di godersi una moto perfetta per passeggiare, magari osservando un bel paesaggio, ma potendo osare quando la strada invoglia a farlo, con una colonna sonora da pelle d’oca ed un sapore con sfumature che solo un buon vino, magari invecchiato a lungo, può regalare.

Prezzo e consumi:

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Un prodotto con finiture artigianali e di qualità, che si fa pagare

Con un listino di 16.400 euro (sono 900 in più di quello che aveva al suo debutto, ma ha guadagnato la regolazione della forcella ed altri affinamenti), la R nineT non è certo una delle moto con il miglior rapporto prezzo / dotazione, ma resta di fatto senza una concorrente diretta ed al suo livello in quanto a fascino, artigianalità e piacere di guida. Per cercare di combattere ad armi pari con alcune concorrenti, almeno in termini di prezzo, si è fatta in cinque, con una gamma che inizia dai 13.500 euro della Pure, per salire a 14.200 con la Scrambler, 14.500 mila per la Racer e 14.600 per la Urban G/S.

Sono tanti gli accessori e le configurazioni che si possono scegliere per la nineT. Tra i primi citiamo il controllo di trazione ASC, una opzione a pagamento da 350 euro, mentre i cerchi a raggi sono di serie per la nineT “standard” e si fanno pagare sulle altre quattro versioni. Questa colorazione è invece, come detto, una delle tre alternative al Blackstorm. Costa mille euro tondi in più, come la Option 719 Pollux metallic/Alluminium, mentre sono 1.150 gli euro necessari per la Option 719 Marsrot metallic matt/ Cosmicblue metallic matt. Spiccano poi i pacchetti Classic e Club Sport, entrambi parte della gamma di accessori ed optional della famiglia “Option 719 Spezial”. Consentono di ridefinire il look della moto, con componentistica e dettagli dalle finiture pregiate, che si fanno però pagare la ragguardevole cifra di 2.750 euro aggiuntivi.

Infine una nota sui consumi, con un dato dichiarato che si attesta in 5.3 litri nel WMTC per 100 km, non lontani da quanto abbiamo rilevato. Anche con una guida molto allegra il boxer non scende mai sotto i 15-16 km/l. Non male, dato che i 18 litri di serbatoio garantiscono così autonomie fino a quasi 340 km.

PRO E CONTRO
Ci piace:
Erogazioni motore, piacere di guida, stile ed estetica
Non ci piace:
Prezzo non contenuto, con l’Euro 4 perde qualcosa in termini di erogazione ai bassi regimi

BMW R nineT: la Pagella di Motorionline

Motore:
Maneggevolezza:
Cambio e trasmissione:
Frenata:
Sospensioni:
Guida:
Comfort pilota:
Comfort passeggero:
Dotazione:
Qualità/Prezzo:
Linea:
Consumi:

Ha collaborato Matteo Penati
Abbigliamento del tester:
Guanti: Dainese Blackjack
Giacca: Dainese Bryan Leather Jacket
Pantaloni: Dainese Bonneville Regular
Scarpe: Dainese Street Rocker D-WP
Casco: Cast MT II

Matteo Pozzi:
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