Yamaha XV950R Bobber Style, prova su strada

Una valida alternativa all’acquisto americano

Yamaha XV950R Bobber Style: negli anni ’70 si diceva che chi comprava una moto della Casa americana più famosa, ne doveva ordinare due, la seconda per i ricambi necessari a riparare la prima. Da allora è cambiato tutto, il gap a livello di affidabilità si è ridotto di molto, anche se in molti continuano a preferire le motociclette made in Japan proprio per la capacità di durare nel tempo, senza molto di più di benzina e manutenzione di base. Oggi chi sceglie una Yamaha XV950 però lo fa quasi certamente per altri motivi, per una questione di stile, di gusto e per il suo modo unico di proporsi, con una ibridazione tra linee classiche e tecnologia moderna, come dimostrano, tanto per fare un paio di esempi, la strumentazione completamente digitale, o il fanale posteriore a Led.

Estetica e finiture:

Rating: ★★★★½ 

Linee classiche, look dark ed ottima base per customizzazioni
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Foto by “LINGEGNERE”

Quando alla prima sosta per fare benzina ci si è avvicinata una persona a chiedere informazioni e farci i complimenti per la customizzazione della moto, dopo averci scambiato quattro chiacchiere ci è venuto naturale esprimere un’idea che, a chi più a chi meno, la XV950 a guardarla non può non suscitare: perché sceglierla in alternativa ad un’Harley? Ci è bastata l’espressione del volto del nostro interlocutore, di palese disapprovazione, per farci capire che chi la compra nemmeno si pone il problema. Questa moto è tanto vicina al Brand americano per linee e stile estetico, tanto lontana per come riesce a reinterpretare il concetto. Lo stile è quello dark custom, una moto molto bassa e con pochissime cromature (ne contiamo 4 di particolari ad un rapido sguardo: le cornici dei fanali, quella della strumentazione ed il tappo della benzina), con il nero a farla da padrone. Lucido per il telaio ed i parafanghi, rigorosamente in metallo, opaco per molti particolari, con il bellissimo verde dell’esemplare in prova (esclusiva del modello R) per il piccolo serbatoio a goccia, attraversato da due bande nere di spessore differente, oltre che dal nome dalla Casa di Iwata nel medesimo colore. A contrasto di una linea che più classica non si può, troviamo poi degli elementi più moderni ed alcuni molto caratteristici. Di tecnologico abbiamo il fanale posteriore a Led, piccolo ed essenziale, ma con in bella vista 19 Led che più in contrasto con una moto dal sapore retrò non potrebbero essere. Secondo elemento moderno l’LCD che costituisce il quadro strumenti della XV950. Incastonato in una cornice tonda cromata, con un vetro scuro che ospita le varie spie oltre al display. Manca il contagiri, anche perché è l’ultima cosa di cui si sente la mancanza con il bicilindrico della XV950, non certo da sfruttare tirandolo a limitatore. Discreti e comodi i due tasti sul blocchetto destro del manubrio, che consentono di scorrere tra le funzioni del cruscottino senza spostare le mani. Mancano anche la marcia inserita (qui facciamo i pignoli vista la vocazione non propriamente sportiva di una moto come questa) ed il livello della benzina, che viste le ridotte dimensioni del serbatoio la sua utilità invece la avrebbe, in entrambi i casi i due dati sono sostituiti da due spie per folle e riserva. Un altro elemento particolare della XV950 è la strettissima cinghia, da soli 21 mm, realizzata con l’ausilio del carbonio per poter scaricare la coppia del propulsore senza problemi. L’esemplare in prova, oltre che essere un allestimento R, che include quindi ABS di serie, oltre a colorazioni specifiche, una sella biposto differente dalla base ed ammortizzatori con serbatoio separato in alluminio anodizzato, era caratterizzato dal look Bobber Style, ottenuto con alcuni accessori originali scelti dalla lunga lista di quelli disponibili. Molti dei complimenti raccolti dalla “nostra” XV erano da imputarsi alla bellissima sella monoposto Bobber, rifinita in cuoio di due tonalità ed appoggiata su molle (non il massimo della comodità, ma esteticamente meritevole di qualche sacrificio). A completare il look Bobber Style i foderi a soffietto in gomma nera sugli steli della forcella, il filtro aria con griglia in ottone, le manopole custom, oltre al terminale della marmitta Akrapovic, che al sound accattivante abbina una gradevole estetica. Vista la fascia di prezzo la XV950 si è fatta apprezzare per l’ottimo livello di finiture. Non ha davvero nulla da invidiare alla migliore concorrenza, anzi.

Motore e prestazioni:

Rating: ★★★★☆ 

Quasi 80 Nm ed il sound Akrapovic per godersi la XV950 anche alla guida
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Foto by “LINGEGNERE”

Il motore è il collaudato bicilindrico a V di 60°, monoalbero a 4 valvole per cilindro di 942 cc, capace di 79,5 Nm ad appena 3.000 giri e di 52 cavalli a 5.500. Una unità perfetta per quello che deve fare, grazie anche agli interventi che gli sono stati dedicati (ad esempio il filtro aria è stato ridotto di ben 2,3 litri e la mappatura della centralina è stata rivista) prima di infilarlo tra i tubi del telaio della XV950 per privilegiarne la parte bassa della curva di erogazione. Ora ha davvero una discreta coppia disponibile subito, ovviamente senza un allungo che non sarebbe lecito aspettarsi, ma che vista la vivacità in basso vien voglia di andare a cercare. Lo scarico 2 in 1, qui con terminale Akrapovic optional, fa la sua parte a livello emozionale, con un sound appagante che accompagna le aperture della manetta del gas. La trasmissione è a 5 marce, grazie al nuovo parastrappi gli innesti sono sempre dolci e precisi ed in questo la concorrenza americana resta ancora un po’ lontana. Il comando della frizione è altrettanto buono, con uno sforzo alla leva ridotto e che non si fa sentire nemmeno a comando sempre in mano nella guida cittadina. Da notare come anche il motore, in linea con tutta la moto, è una fusione di spirito classico e moderna tecnologia. Classica l’architettura con due cilindri a V e raffreddamento ad aria, ma abbinata alla distribuzione a 4 valvole SOHC, a cilindri con riporto in superficie per ridurre gli attriti oltre che a pistoni forgiati in alluminio ed ad una moderna alimentazione ad iniezione. Se l’erogazione è gustosa e ci si può anche levare lo sfizio di qualche partenza allegra con virgola nera sull’asfalto, sul fronte vibrazioni l’assenza del contralbero e di supporti elastici per il fissaggio del propulsore al telaio, si pagano con qualche tremolio soprattutto sulle pedane, che però non diventa mai fastidioso, ma che unito all’assenza di una idonea protezione aerodinamica, suggerisce un’andatura autostradale ben al di sotto dei 130 Km/h imposti dai limiti da codice della strada. Il gusto di una moto così è forse proprio questo: si viaggia in relax andando a cercare una strada alternativa più tortuosa e gradevole, piuttosto che infilarsi in autostrada, proprio come abbiamo fatto noi, godendoci la XV950 su statali e stradine tutte curve tra Milano e l’oltrepò pavese.

Guida e maneggevolezza:

Rating: ★★★★☆ 

Divertente tra le curve, peccato per le pedane subito a terra
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Foto by “LINGEGNERE”

Potremmo girarci intorno con un delicato gioco di parole, ma per essere franchi la XV950 è forse la moto che tocca prima le pedane piegando, di tutte quelle che abbiamo mai provato. Con una battuta potremmo dire che si gratta l’asfalto anche solo al pensiero di fare una piega. Senza esasperare il concetto ed essendo più realistici, vi possiamo dire che all’inizio la cosa ci aveva fatto preoccupare più del dovuto, ma una volta che si sono prese le misure ci si diverte anche. Basta solo stare un po’ attenti perché, se le pedane si chiudono non essendo fissate in modo rigido al telaio, aumentando di qualche grado l’angolo di inclinazione si arriva a toccare il supporto, che invece è solidale al resto della moto, con il risultato di non poter curvare quanto serve… Noi ci abbiamo messo poche curve a capire il limite e ci siamo divertiti a limare la parte inferiore delle pedane (prima o poi guidando così toccherà cambiarle!). Lo abbiamo fatto perché a livello dinamico la XV950 è una grande sorpresa positiva, molto più leggera e maneggevole di quanto non si possa pensare guardandola ferma. Molto bassa, ben bilanciata, con un interasse di 1.570 mm ed una altezza in sella di soli 690. I 251 Kg in ordine di marcia sembrano molti di meno quando si sta con il manubrio tra le mani. Si guida, ovviamente, con i piedi ben distesi in avanti ed i gomiti larghi, ma la lunghezza notevole e la posizione “Bobber” si conciliano sorprendentemente con una gran facilità di guida ed una maneggevolezza rara per una moto come questa. Gli pneumatici, con un 110/90-19 davanti ed un 150/80-16 dietro, aiutano la sua propensione ad essere agile tra le curve, mentre l’impianto frenante fa egregiamente il suo lavoro, fermando la XV950 con discreta facilità. Si basa su un solo disco anteriore, identico al posteriore, entrambi flottanti e da 298 mm, con profilo a margherita e coadiuvati nella loro azione dal sistema ABS, di serie sulla R, optional da 500 euro sulla base. La forcella anteriore, con steli da 41 mm, sulla R è abbinata di serie a sospensioni posteriori regolabili in compressione, con serbatoio separato che se da un lato contrasta un po’ con il look minimal della XV, dall’altro riduce molto il problema della eccessiva rigidità sullo sconnesso della versione base, molto secca anche per via di una escursione piuttosto contenuta, di 110 mm. L’unico neo della XV950 a livello dinamico, almeno per l’esemplare in prova, è che sbacchetta non poco in rilascio, intorno ai 60-70 Km/h, se si levano le mani dal manubrio. Per il resto affrontare curve e tornanti è un piacere davvero inatteso, che ci siamo goduti nel tragitto che da Milano ci ha portato sulle colline nei pressi del piccolo centro abitato di Schizzola (PV), che avevamo impostato sul Tom Tom Rider V utilizzando l’opzione “Percorso tortuoso” che non solo esclude dal percorso le autostrade, ma evita di farvi percorrere qualsiasi strada con un rettilineo lungo tanto da potervi far annoiare. Oltre 2 ore per percorrere 100 chilometri, ad andatura nemmeno troppo ridotta, tanto per capire la tortuosità del percorso, peraltro senza mai finire su strade bianche (un plauso al funzionamento del navigatore utilizzato). Dopo qualche ora in sella la seduta della versione optional montata sulla XV950 in prova di è rivelata meno comoda di quanto non apparisse inizialmente (ma quanto è bella da guardare?) mentre la posizione a braccia allungate in avanti diventa più naturale del previsto. Si fa notare invece il filtro dell’aria, che costringe e tenere la gamba destra un po’ aperta. In città, nei mesi caldi, quando si è fermi al semaforo il bicilindrico scalda abbastanza. Una nota per il voto al comfort passeggero espresso nella nostra pagella: è ovviamente riferito alla configurazione biposto di serie.

Prezzo e consumi:

Rating: ★★★★☆ 

Si parte da 8.490 euro, con una lista corposa di accessori per customizzarla
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Foto by “LINGEGNERE”

Il listino della Yamaha XV950 parte dagli 8.490 euro della base, a cui vanno aggiunti 500 euro per averla con l’ABS, che è invece di serie ed incluso nei 9.290 della R. Sono due le colorazioni sia per la base, Competition White e Midnight Black, mentre per la XV950R si possono scegliere il Mat Grey e la stupenda Camo Green dell’esemplare in prova, in entrambi i casi con grafiche dedicate sul serbatoio. Una lista di accessori originali lunghissima testimonia il fatto che la personalizzazione è fondamentale per una moto come questa. Lo scarico è uno dei più importanti, ma anche costosi, con i suoi 748 euro, ma troviamo di tutto, dai kit di abbassamento ai manubri rialzati, dai cerchi a raggi (918 euro), al coperchio del filtro aria in ottone (montato sulla moto in prova – 214 euro), svariati tipi di sella bi o mono posto (quella in foto costa la bellezza di 572 euro, ma è davvero uno spettacolo), manopole personalizzate (117 euro le “nostre”), foderi in gomma nera per gli steli forcella (50 euro), supporti e parabrezza, cupolino (367 euro), borse in pelle laterali (500 euro), ma la lista è davvero lunga. Fino al 31 maggio 2015 è in corso una promozione: i clienti che acquisteranno una Yamaha XV950 (base) potranno scegliere incluso nel prezzo di personalizzare la propria moto con accessori originali Yamaha per un valore massimo di 1.200 euro. Gli amanti dello stile bobber potranno scegliere l’allestimento “Bobber Style” che include: sella Bobber con molle a vista, foderi forcelle, manopole custom con finale in ottone, cover filtro aria in ottone, frecce a LED e kit di riposizionamento fanali posteriori. In alternativa si potrà scegliere l’allestimento “Custom” che offre: cupolino, foderi forcelle, set borse laterali e kit di riposizionamento fanali posteriori. Sono 2 configurazioni di esempio suggerite da Yamaha, perchè si possono spendere liberamente i 1.200 euro di budget. Per chiudere una nota sui consumi, abbiamo rilevato un valore limite di 15 Km/l, uno medio a fine prova intorno ai 17, ma normalmente si sale senza grosse rinunce verso i 20 con un litro. Il serbatoio è piuttosto piccolo, 12 litri totali, ma ne siamo riusciti a mettere solo 8 con la spia della riserva già accesa.

PRO E CONTRO
Ci piace:
Sorprendentemente divertente da guidare, estetica molto personale ed originale

Non ci piace:
Leggibilità display strumentazione in luce piena, le pedane toccano troppo presto

Yamaha XV950R Bobber Style: la Pagella di Motorionline

Motore:★★★★☆ 
Maneggevolezza:★★★★☆ 
Cambio e trasmissione:★★★★☆ 
Frenata:★★★★☆ 
Sospensioni:★★★½☆ 
Guida:★★★★☆ 
Comfort pilota:★★★½☆ 
Comfort passeggero:★★★☆☆ 
Dotazione:★★★★☆ 
Qualità/Prezzo:★★★★☆ 
Linea:★★★★½ 
Consumi:★★★★☆ 

Foto del test by “LINGEGNERE”

Abbiamo utilizzato per il percorso: Tom Tom Rider V

Abbigliamento del test:

Giacca: Dainese Washington Jacket

Pantalone: Dainese Washville Slim

Guanti: Dainese Blackjack nero

Scarpa: Dainese Street Rocker

Casco: AGV RP60 Splatter

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