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Yamaha Tricity: lo scooter che rende l’aria di Milano più pulita

Yamaha lancia un nuovo progetto green dal nome TreeCity, che ha per protagonista lo scooter a tre ruote Tricity. L’iniziativa è stata presentata in occasione del Fuori Salone del Mobile e coinvolge anche il debutto del servizio di scooter sharing Zig Zag, che arriva a Milano dopo il successo che sta ottenendo a Roma.

Yamaha Motor si è impegnata formalmente con il Comune di Milano per donare ossigeno alla città e ai suoi abitanti grazie alla piantumazione di alberi, che avverrà nella nuova stagione agronomica a partire da novembre, contribuendo a riqualificare una zona individuata dalla stessa municipalità. Un albero per ogni Tricity venduto. “Yamaha pensa ad un futuro sostenibile, sia in termini di business model, responsabilità sociale e sistemi di mobilità, dove pubblico e privato possano incontrarsi in collaborazioni win win per migliorare la vita delle persone – ha detto Andrea Colombi, country manager Yamaha Motor in Italia – Con TreeCity garantiamo la mobilità individuale e regaliamo ossigeno. Abbiamo scelto la piantumazione di alberi perché proprio gli alberi sono l’alleato più potente per rendere l’aria più respirabile. Un albero di grandezza media produce circa quattro chili e mezzo di ossigeno in un giorno. Questa sarà la prima di una serie di iniziative che ci piacerebbe realizzare e che rientrano nella nostra Corporate Social Responsability”.

Simbolo del progetto Treecity è il Tricity ridipinto a tema green ed esposto per tutta la Design Week nella Green House di via Tortona 35. Dal forte impatto visivo è stato pensato per essere allo stesso tempo fashion e sostenibile, con una livrea costituita da una texture green palm di un materiale a basso impatto ambientale, coerente con l’iniziativa. La pellicola, applicata da Ilenia Dal Monte endorsed installer 3M, è priva di PVC e ha una micro tecnologia invisibile per il rilascio dell’aria. Questo scooter sarà messo all’asta nel corso dell’anno in favore di iniziative a carattere benefico. Inoltre il Tricity scende in strada con Zig Zag Scooter Sharing che approda a Milano con una flotta iniziale di 100 mezzi. Muoversi non è mai stato così semplice, economico, inno-vativo e intuitivo. Gli scooter gialli inconfondibili possono essere guidati da chiunque abbia la patente A o B. Per i tanti stranieri che gravitano nella città meneghina, è sufficiente un titolo di guida rilasciato da Austria, Belgio, Francia, Germania, Paesi Bassi, Portogallo, Regno Unito, Russia, Spagna, Svizzera, USA.

Avevamo annunciato che Zig Zag Scooter Sharing sarebbe arrivato a Milano e abbiamo raggiunto l’obiettivo che rappresenta, per noi, un passaggio intermedio, verso un numero di mezzi più ampio e altre città italiane ed europee da conquistare – ha dichiarato i fondatori Emanuele Grazioli e Diego Rocca -. L’intera flotta è gestita da una intelligenza artificiale che consente sempre la massima efficienza e un controllo su ciascun mezzo. Riuscire a garantire la mobilità individuale, senza oneri di manutenzione e costi accessori, è sia un’opportunità per gli utenti della strada, sia un sinonimo di grande attenzione dimostrata dalle amministrazioni che in questo modo mettono in campo soluzioni concrete per decongestionare il tessuto urbano e per essere al passo con le esigenze attuali”. La scelta del partner tecnico vede Yamaha e il suo Tricity 125 protagonista per la sua estrema facilità di guida, la sua intuitività e la stabilità data dalle 3 ruote. “Siamo felici di aggiungere gli scooter di ZigZag fra i veicoli in sharing presenti a Milano – ha aggiunto Marco Granelli assessore alla Mobilità e Ambiente -. La mobilità condivisa è molto apprezzata dai cittadini e dai city user perché si integra con la rete di trasporto pubblico e consente spostamenti veloci e capillari abbattendo la congestione. Flotte diversificate, bici, scooter, auto, furgoni con modalità a stallo fisso e libero ci consentono di rispondere a diversi bisogni. Ai nuovi arrivati va il mio benve- nuto e l’augurio di condividere il successo della mobilità condivisa“.

Fabio Manara:
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