Nasce la prima “Yard Built Yamaha”

La Yamaha XJR 1300 trasformata in una moto estrema ispirata alle café racer

Nasce la prima “Yard Built Yamaha”Nasce la prima “Yard Built Yamaha”

Nei garage di tutto il mondo, i motociclisti sognano di avere una moto fatta solo per loro. Yamaha cerca di realizzare questi sogni chiedendo ai bike maker più talentuosi di trasformare le Yamaha di oggi in “Yard Built Special”, un’espressione che gioca sull’ambiguità tra i due significati di “yard”: moto costruite in cantiere, come le navi, o costruite nel cortile di casa, come esemplari unici. Dopo aver dato vita a una special, i costruttori coinvolti hanno la possibilità di produrre e mettere in vendita kit aftermarket. Per soddisfare il desiderio di chi vuole possedere una moto diversa da tutte le altre.

I primi bike maker a raccogliere la sfida di Yamaha sono stati i danesi Wrenchmonkees. Nati nel 2008 a Copenhagen, per iniziativa di Per Nielsen e Nicholas Bech, hanno l’obiettivo di realizzare moto on-off per piloti che vogliono modelli decisamente fuori dai canoni. Nel loro intento di realizzare moto custom che si possano guidare ogni giorno, sono sostenitori di un’estetica meccanica che tende a mettere non solo in vista, ma nella luce migliore i componenti base di una moto, per far parlare il design stesso. Non ci poteva essere scelta migliore per dimostrare cosa si può ottenere partendo dallo stile classico di Yamaha XJR 1300.

“Abbiamo osservato con interesse la nascita di altri progetti Yamaha, come TMAX e VMAX Hyper Modified. Per questo quando ci hanno chiamato per lavorare su Yamaha XJR 1300 eravamo entusiasti. Ci è parso di sentire una gigantesca pacca sulla spalla – dichiara Per Nielsen, caposquadra dei Wrenchmonkees -. Di solito ci occupiamo di moto old style, come le Yamaha SR500 e XS650, ma è stato davvero divertente riuscire a mostrare cosa sappiamo fare con una moto che è moderna ma con un carattere che guarda al passato, XJR 1300.

“Non è stato facile però. Tutti i sensori, i cavi e i dispositivi obbligatori per il controllo delle emissioni rendono molto difficile elaborare una moto di oggi – prosegue -. Su una moto costruita tanti anni fa  sei più libero di lavorare perché il design è semplice, e comprende essenzialmente motore, telaio e ruote. In un modello recente, le parti nascoste non sono fatte per essere viste e così, quando togli una plastica, devo trovare un altro posto per i cavi e i dispositivi elettrici”.

“Eravamo decisi a mettere in evidenza quanto poteva essere fatto con XJR, e quanto potesse essere bella scoprire il suo look inside da café racer. Sarebbe stato facile dare una rinfrescata alla moto cambiando verniciatura e sella, ma volevamo alzare l’asticella e fare qualcosa che avrebbe colpito l’immaginazione della XJR“.

“Per prima cosa abbiamo dovuto decidere il numero dei componenti da cambiare. Volevamo mantenere l’identità della moto e renderla subito riconoscibile come XJR, e così non abbiamo modificato il serbatoio, il motore e le parti principali del telaio. Poi abbiamo guardato alla moto e ci siamo detti: Ok, e adesso cosa facciamo?”.

“Il frontale è stato il primo passo – spiega Nielsen –. Dopo aver montato forcella e cerchi di una YZF-R1 ci siamo accorti che non erano così adatti e allora abbiamo sostituito i cerchi con altri a razze, realizzati per l’occasione. All’anteriore c’è un cerchio da 19 pollici e dietro uno da 18 pollici, per dare alla moto un’aria vintage con il tocco di modernità della forcella e della pinza a sei pistoncini della R1. Le pedane arretrate da noi realizzate offrono una superiore altezza dal suolo, e i semimanubri permettono una posizione di guida da café racer. Lo scarico è in acciaio, è costruito a mano e richiama il look a tromboncino della prima XJR a doppia marmitta , ma è reso contemporaneo da uno stile racing ispirato alla MotoGP”.

“Per accentuare il look da café racer la sella è stata ricostruita da zero, e adesso si appoggia sul telaietto originale. Abbiamo tolto la sede della batteria e spostato i cavi, nascondendoli nel codone, anch’esso realizzato espressamente. Ma rimaneva un problema. Dove mettere la batteria? Visto che la  XJR ha ancora due ammortizzatori , sotto il forcellone c’è molto spazio, e così abbiamo utilizzato una piccola batteria al litio appena dietro il motore”.

“Nel nostro mondo non ci sono colori luminosi e brillanti, così abbiamo optato per un verde oliva scuro  opaco, con un  piccolo accenno di “metal flake”. Il telaio è riuscito in modo spettacolare. Il forcellone ed il motore di XJR sono verniciati in nero, ma volevamo che il telaio spiccasse di più e così l’abbiamo carteggiato e sabbiato, prima di esporlo al fuoco, per creare un fantastico effetto’acciaio bruciato’ “.

“Siamo molto contenti del risultato ottenuto con la nostra Yard Built Yamaha. Il muscoloso motore della moto ha mantenuto il suo look retrò e la sua bellezza meccanica. Gran parte del fascino della XJR deriva dal suo propulsore raffreddato ad aria, e la nostra elaborazione lo evidenzia, anche grazie al contrasto con i componenti moderni come la forcella a steli rovesciati e le pinze dei freni a 6 pistoncini radiali”.

“Speriamo che la nostra moto sia una fonte d’ispirazione per i proprietari di XJR che vogliono trasformarla in qualcosa di ancora più speciale. Dopo aver realizzato il nostro prototipo, stiamo cercando di capire come produrre un kit XJR 1300 che permetta ai piloti di riprodurre alcune nostre idee nel loro garage, rendendolo il più possibile facile per consentire l’elaborazione da parte dei clienti nel loro garage. Per fare questo, pensiamo a kit che non richieda interventi drastici su telaio e forcellone, ma che permetta di cambiare radicalmente l’aspetto della moto con la semplice sostituzione dei componenti di serie. Ognuno può così costruire la propria Yard Built Yamaha, che sarà lo specchio della sua personalità”, conclude.

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