Non pretendiamo troppo dai, una moto indiana più di tanto non potrà osare, abituati come siamo a giudicare moto provenienti da qui Paesi o simili. E Invece no, sembra il momento di una piccola svolta, pare che alla Hero, casa indiana azionista del Sig. Erik Buell, vogliano sovvertire – o quantomeno iniziare a – i soliti trend produttivi. Come? Con la nuova concept Hastur ad esempio, tagliente come una KTM ed estrema nel design come una Kawasaki; infatti a ben guardare il frontale porta alla mente un certo modello “verde”…
Ma veniamo alla Hastur: qui abbiamo una moderna naked con un bicilindrico parallelo da 620 cm³ che eroga 80 CV di potenza massima e 72 Nm di coppia a 7.750 giri/min. Niente di che, ma anche grazie a soli 160 kg di peso, ce n’è a sufficienza per portarvi fino a 240 km/h di velocità massima. Massima semplicità per telaio e forcellone, entrambi in traliccio in tubi d’acciaio, facile ma anche appagante alla vista, e sotto al bicilindrico è stato posizionato lo scarico, celato da un ampio puntale in plastica. Per il resto, la ciclistica è composta da una forcella a steli rovesciati da 43 mm ed una mono al posteriore. Impianto frenante con pinze ad attacco radiale e disco montato direttamente sul cerchio.
Esteticamente, come dicevo, lo stile è aggressivo e si fissa su tre punti centrali della Hastur: il cupolino, basso ed accigliato (Z1000 docet…), il serbatoio alto gobbuto e per finire il corto e sfrontato codino che dire biposto è una vera impresa! La posizione di guida si preannuncia d’attacco come si vuole su una streetfighter.
Una naked media per il mercato indiano e del sud est asiatico, in uno studio di stile fuoriuscito dall’accoppiata Erik Buell Racing ed Hero; osservando la moto, la produzione in serie sembra solo una formalità. Oltre al mercato interno, visto il design, potrebbe far gola a ben altri mercati internazionali, e qui il compito “per casa” sarebbe di Erik Buell soprattutto negli States. Mentre a livello monetario, dovrebbe occuparsi la Hero per tenere basso il prezzo d’acquisto.